La conferenza permanente del Turismo ha approvato ieri, all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, il documento finale.
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Far diventare il sistema turistico sardo un network dove offerte e servizi siano connessi, organizzare un nuovo modello di promozione e marketing anche digitale, definire nuovi prodotti che arricchiscano la proposta in modo sostenibile, favoriscano nuove stagionalità e presentino la destinazione Sardegna su nuovi mercati: sono alcuni dei punti principali del documento finale presentato e licenziato ieri, all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, nel corso della seconda seduta della Conferenza permanente del Turismo. Il testo viene ora integrato nel nuovo Piano strategico del Turismo, che entro pochi giorni sarà sottoposto all’approvazione della Giunta regionale.
«È il ragionamento giusto da fare – ha detto il presidente Pigliaru nel suo intervento -. Il Piano strategico ci permette di guardare in prospettiva, scegliere il tipo di turismo che ci serve davvero senza farci trascinare in una visione di breve periodo, che porta a poco. Sappiamo che la nostra maggior ricchezza sono le risorse naturali e sappiamo anche che, avendo elementi non riproducibili, queste necessitano di una gestione estremamente attenta. E bisogna far sì che la sostenibilità ambientale coincida con quella economica» ha spiegato il Presidente, sottolineando che l’unico sviluppo realmente utile è «quello a lungo termine, la scommessa che, mantenendo la ricchezza dell’offerta paesaggistica, si possa garantire reddito e benessere alle nuove generazioni oltre che a quella presente. Per ottenere questo non semplice equilibrio è cruciale poter scegliere tra i turisti quelli che già oggi apprezzano più di altri la nostra qualità ambientale, paesaggistica e culturale. Non sono moltissimi nel mondo ma ci sono, soprattutto nei Paesi più ricchi, e noi dobbiamo raggiungere questo potenziale realmente interessato all’esperienza Sardegna e disposto a spendere per viverla. Certo è che per arrivare qui servono collegamenti adeguati, e allora entra in gioco la questione insularità, su cui lavoriamo concretamente fin da principio di legislatura: sul fronte trasporti dobbiamo avere garanzia di pari opportunità con gli altri territori, è essenziale per il diritto alla mobilità dei sardi – ha concluso Francesco Pigliaru -, ma anche per costruire il turismo sostenibile che vogliamo.»
Momento di chiusura del percorso di costruzione partecipata del nuovo Piano strategico “Destinazione Sardegna 2018-2020”, avviato nei mesi scorsi dall’Assessorato del turismo con decine di incontri sul territorio che hanno coinvolto più di 600 persone, la seconda seduta della Conferenza dopo quella di insediamento di Milis, nello scorso mese di maggio, ha radunato insieme rappresentanti degli enti locali, delle imprese e di tutti i portatori di interesse in materia di turismo e aveva lo scopo di mettere a sintesi le sollecitazioni, gli spunti, le osservazioni emerse durante i confronti territoriali.
«Non volevamo un Piano calato dall’alto – ha spiegato l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas – ma abbiamo puntato a costruire un documento strategico attraverso la condivisione con tutte le realtà che si occupano di turismo in Sardegna, in modo da valorizzare la peculiarità dei territori e la loro complementarità. L’esigenza è quella di definire gli obiettivi per i prossimi tre anni, perché dobbiamo affiancare altri attrattori e altre stagionalità al turismo balneare, un monoprodotto sul quale subiremo sempre più la concorrenza soprattutto sui prezzi di tante destinazioni italiane e estere. Se vogliamo crescere e portare un numero sempre maggiore di viaggiatori in Sardegna ma non concentrati solo nei due mesi estivi, dobbiamo puntare invece sul turismo di qualità e creare una filiera di proposte riconoscibili, originali e vendibili sui mercati, che siano sostenibili non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico e sociale.»
Il documento finale è stato illustrato da Josep Ejarque, coordinatore del percorso di nascita di ‘Destinazione Sardegna 2018-2021’ e della costituzione della DMO regionale, che ha sottolineato l’esigenza di un cambio di modello di sviluppo della destinazione Sardegna e del marketing per promuoverla. «Quello della Sardegna – ha detto – non è ancora un sistema turistico vero e proprio, ma è spesso frammentato. Bisogna invece puntare a una rete di offerta dei servizi e dei prodotti turistici, che permetta di avere varietà di alternative, disponibilità di informazioni, qualità dei servizi forniti che non porterà benefici solo agli operatori ma a tutto il tessuto economico e sociale.»
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