L’AREUS ridimensiona il Pronto Soccorso del CTO, da Iglesias durissime critiche ai vertici della Sanità sarda.
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La direzione sanitaria dell’AREUS ha diramato un protocollo sperimentale per i trasporti primari urgenti ATS/AREUS da condividere con l’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, l’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari e l’azienda ospedaliera universitaria di Sassari.
«Al fine di garantire al massimo la sicurezza dei pazienti e l’appropriatezza delle cure – si legge nel protocollo – stante l’attuale assetto organizzativo di AREUS e ATS, si conviene quanto segue:
• i soccorsi primari per di codici di elevata gravità (rossi e gialli) vengono indirizzati prioritariamente presso i Pronto Soccorsi dei centri Hub e Spoke (DEAI di II e I livello) che saranno di seguito elencati;
• i soccorsi per patologie di bassa gravità (codici verdi) sono indirizzati presso i Pronto Soccorsi di base e dei presidi di Area disagiata oltre che naturalmente ai centri Hub e Spoke di competenza territoriale.
Tali disposizioni valgono per i mezzi di soccorso avanzato. Per i mezzi di soccorso di base per i codici verdi vale il Pronto Soccorso dello stabilimento ospedaliero più vicino, mentre per i codici rossi e gialli valgono le indicazioni da parte della centrale operativa del 118 privilegiando l’ospedale più idoneo.
Definizione degli ospedali:
• Area Centrale Operativa Cagliari.
(1) Hub AO Brotzu
(2) Spoke San Martino di Oristano, Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale: SS Trinità – Marino di Cagliari (traumi minori), Policlinico Universitario dell’AOU Cagliari, Sirai di Carbonia, CTO di Iglesias (Ginecologia e Ostetricia)
(3) altri stabilimenti (gestione di soli codici verdi) San Giuseppe di Isili, San Marcellino di Muravera e Mastino di Bosa
(4) Punto di primo intervento diurno: stabilimento di Ghilarza (No urgenze)
• Area Centrale Operativ Sassari
(1) Hub SS Annunziata AOU Sassari
(2) Spoke San Francesco di Nuoro (DEA di I livello con funzioni di Hub per alcune specialità di riferimento). Civile di Alghero, Segni (solo codici verdi) di Ozieri, Giovanni Paolo II di Olbia, Nostra Signora della Mercede di Lanusei
(3) altri stabilimenti (gestione di soli codici verdi): Dettori di Tempio Pausania, Paolo Merlo di La Maddalena, San Camillo di Sorgono
(4) Punto di primo intervento diurno: Marino (No urgenze) di Alghero.
In casi eccezionali e particolari (es. difficile intubazione delle vie aeree), previo allerta da parte della Centrale Operativa i Pronto Soccorsi di tutti gli stabilimenti ospedalieri collaborano col personale dei mezzi di soccorso ai fini di stabilizzare il paziente e reindirizzarlo all’ospedale più idoneo.
Tale protocollo sarà oggetto di revisione successivamente alla piena implementazione del servizio di elisoccorso.»
Il protocollo della direzione sanitaria dell’AREUS è datato 20 aprile 2018.
Le reazioni nei centri interessati, nello specifico a Iglesias, non si sono fatte attendere.
«La decisione di chiudere il pronto soccorso di Iglesias è racchiusa in un provvedimento dell’azienda del 118 – denuncia l’ex deputato Mauro Pili, leader di Unidos -. Disposizione folle: tutti i codici rossi e gialli da Buggerru sino al Basso Sulcis vengano trasferiti al Sirai di Carbonia. Con questa scandalosa decisione non solo si mette a repentaglio la vita di tutti coloro che orbitano nel bacino iglesiente ma finirà per congestionare in modo gravissimo il già sovraccarico Pronto Soccorso di Carbonia. Un provvedimento che ha un solo obiettivo: risparmiare sulla pelle dei cittadini. La disposizione diramata qualche giorno fa e già operativa e le ambulanze medicalizzate possono trasportare pazienti al CTO solo per le emergenze ginecologiche ed ostetriche. Quella che viene definita un’operazione sperimentale non è altro che la prova generale della chiusura del pronto intervento dell’ospedale iglesiente. Ancora una volta si registra un provvedimento teso a ridurre la sicurezza e la salute dei cittadini mettendo a repentaglio in questo caso proprio la vita umana. È semplicemente inaccettabile che questa Giunta regionale – aggiunge Mauro Pili – continui a tagliare elementi essenziali come il pronto soccorso e il primo intervento. Tutto questo compare in un quadro d’insieme che in tutta la Sardegna mina alla radice la vita dei pazienti. Questo provvedimento va revocato immediatamente senza ulteriori perdite di tempo. Si abbia il coraggio di riconoscere il fallimento e ripristinare i servizi essenziali come l’assistenza ai codici rosso e giallo. Solo una Giunta regionale di incapaci e i responsabili può aver deciso una follia simile. Ci sono gli elementi per far venir meno il rispetto dei livelli essenziali di assistenza e pertanto la violazione dei diritti fondamentali dei pazienti. Se non ci sarà l’immediata revoca di questo il responsabile provvedimento – conclude Mauro Pili – mi farò carico di promuovere azioni anche in altre sedi per contrastare questa grave violazione dei diritti del malato.»
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