19 November, 2024
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«Noi lavoriamo all’Aias e non andremo alla manifestazione del 17 luglio». Lo sostengono i dipendenti che si riconoscono nell’azione del sindacato confederale e simpatizzanti.

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«Noi lavoriamo all’Aias e non andremo alla manifestazione del 17 luglio.» Lo sostengono, in una nota diffusa oggi, i dipendenti AIAS e Fondazione Randazzo che si riconoscono nell’azione del sindacato confederale e simpatizzanti.

«Non andremo perché – scrivono -:
– è stata organizzata da sigle sindacali che non ci rappresentano e da un manipolo di dipendenti che rappresentano la sola azienda.
– abbiamo piena fiducia nell’operato dell’assessore Luigi Arru e del D.G. dell’Ats Fulvio Moirano che si stanno battendo per il rispetto delle regole.
– siamo stanchi e stufi di farci manipolare ancora, dopo tanti anni, per perorare cause infondate e idee che non ci appartengono e che riteniamo siano terribilmente sbagliate.
– è organizzata contro la Regione e l’Ats che hanno la sola colpa di voler fare rispettare quelle regole che tutti gli altri enti erogatori privati e convenzionati, a parte l’Aias, rispettano: PAGARE PUNTUALMENTE I PROPRI DIPENDENTI.
– i Presidenti della Regione Sardegna e i tanti assessori della Sanità che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni, sia che fossero del centrodestra o del centrosinistra, NON HANNO MAI RITENUTO CHE QUEI CREDITI VANTATI DALL’AIAS (39 milioni), FOSSERO DOVUTI E QUINDI ESIGIBILI.
– in 30 anni NESSUN GIUDICE e NESSUN TRIBUNALE ha mai ritenuto SENTENZIARE che quei 39 milioni FOSSERO ESIGIBILI.
– l’Azienda ha sempre mostrato di non credere che i propri dipendenti fossero una “risorsa” per l’Associazione ma solo esclusivamente “un disturbo”.»

«Detto ciò, non biasimeremo i nostri colleghi che andranno alla manifestazione. È bello che ognuno possa esprimere civilmente le “proprie idee” – si legge ancora nella nota -. Non biasimeremo neanche coloro che si sentiranno in qualche modo obbligati a “fare presenza” alla manifestazione. Sappiamo bene cosa può rappresentare il “non andare”. Tra i presenti ci saranno i tanti precari (che hanno il terrore di non vedersi rinnovare il contratto una volta scaduto). Come non capirli. Ci saranno anche un bel numero di operatori del centro di Cagliari di viale Poetto che, essendo in contatto giornaliero con i dirigenti, si troveranno davanti ad una difficoltà oggettiva a tirarsi indietro.
Cari colleghi, noi non vi giudicheremo e non vi biasimeremo. Vi chiediamo però e lo facciamo in modo particolare ad alcuni di voi (quei pochi che sono entrati a far parte di questa o di quella organizzazione in tempi “più che sospetti”), un rispetto maggiore!
Vi chiediamo, capendo bene la “vostra” situazione, di essere leali e sinceri con chi non abbraccia la “vostra” scelta e le “vostre” idee. Vi chiediamo in futuro di astenervi dal dare giudizi “su di noi” (che non ci saremo), come alcuni di voi hanno scritto o detto in questi ultimi giorni. È inopportuno e fuorviante e può apparire come un modo per accattivarsi l’opinione pubblica che non conosce affatto la realtà delle cose, oltre che il parere favorevole e personale dell’azienda.»
«La realtà è una sola: la conosciamo molto bene noi così come la conoscete voi. Non prendiamoci in giro. Ergo, continuate serenamente a fare ciò che ritenete “giusto” come noi continueremo a percorrere la strada che moralmente ed eticamente riteniamo più giusta per difendere i nostri diritti e quelli di tutti i lavoratori.
Nella certezza che d’ora in avanti vi asterrete dal giudicare noi, dal giudicare gli organi dello Stato, i Giudici e le loro Sentenze – conclude la nota -, vi auguriamo per il 17 una giornata più fresca di quelle che hanno accaldato la nostra isola in questi giorni.»

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I lavoratori dell'AI
Michele Cossa (Rifor

giampaolo.cirronis@gmail.com

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