17 August, 2024
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Sul lungomare di Platamona crescono le proteste per la chiusura della Guardia medica turistica.

Un ennesimo grido d’allarme arriva dal vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru (Forza Italia): «I vertici dell’Azienda tutela della salute ascoltino il territorio – spiega Antonello Peru –. L’apertura della guardia medica turistica (che sarebbe dovuta partire dallo scorso 1° luglio) è in forte ritardo sulla tabella di marcia. Annunci e promesse non sono bastati.  Il distretto di Sassari  deve fronteggiare l’assenza di un presidio di continuità assistenziale per i bagnanti. Un disservizio che l’area del nord ovest isolano non può certo subire. Le rassicurazioni dell’azienda territoriale socio sanitaria – aggiunge Antonello Peru – non sono bastati ad assicurare l’apertura di un presidio fondamentale per i turisti, che così si sono ritrovati senza un punto di riferimento indispensabile per le emergenze sanitarie.»

Per malori ed indisposizioni improvvise unica strada è la guardia medica di Sassari. O, in alternativa, un ambulatorio in servizio a Sorso.

«Un caos senza fine, con il servizio di continuità assistenziale totalmente assente sulla zona rivierasca di Platamona che nel corso della stagione estiva è affollata dai turisti. E’ una situazione grave ed intollerabile che acuisce la già pesante condizione nella quale versa il territorio e si ripercuote sui cittadini privati di un presidio vitale durante la stagione estiva – conclude Antonello Peru -. Tutti conoscono l’importanza di questo servizio che pesa pochissimo sulle casse dell’Azienda Sanitaria ma che, contemporaneamente, offre una assistenza fondamentale per le famiglie, senza gravare sul pronto soccorso cittadino.»

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Il comune di Carbonia aderisce anche quest’anno alla nuova edizione di “Puliamo il mondo”, l’iniziativa ecologica lanciata da Legambiente con la collaborazione di Anci e con i patrocini di ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di UPI (Unione delle Province d’Italia). “Puliamo il mondo” fa parte del progetto “Clean up the World”, un evento internazionale in difesa dell’ambiente, nato a Sydney nel 1989, che oggi coinvolge più di 120 Paesi e 35 milioni di cittadini in tutto il mondo.

La data della manifestazione, che avrà luogo in varie zone del territorio di Carbonia, è fissata per la mattinata di sabato 13 ottobre.

«Il nostro obiettivo è sensibilizzare il mondo giovanile e i cittadini al rispetto, alla salvaguardia e alla pulizia dell’ambiente, attraverso il coinvolgimento delle scuole, delle associazioni ambientalistiche, sportive, culturali e sociali di Carbonia. La tutela e la valorizzazione del decoro urbano sono alcuni dei capisaldi del nostro programma amministrativo, che intende promuovere e diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile anche attraverso il volontariato ambientale», ha detto il sindaco Paola Massidda.

«L’iniziativa mira a bissare e a superare il successo dello scorso anno, quando circa 200 volontari diedero un esempio pratico di coscienza civile e responsabile, pulendo dai rifiuti le aree di via Dalmazia, del Centro intermodale, della Grande Miniera di Serbariu e della pineta di Cortoghiana«, ha specificato l’assessore all’Ambiente Gian Luca Lai.

Per consentire lo svolgimento dell’iniziativa, il comune di Carbonia provvederà ad acquisire, tramite la società De Vizia, una serie di kit – da adulto e da bambino – contenenti materiale e gadgets che il giorno della manifestazione verranno consegnati ai volontari. Ciascun volontario sarà coperto da idonea assicurazione.

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«Sono troppo restrittivi i requisiti per essere assunti a tempo determinato alle Poste.»

A sostenerlo è Tore Piana, di Energie per l’Italia.

«Per poter partecipare alla selezione, è necessario essere in possesso di almeno uno dei due titoli di studio indicati dalla società e di una patente di guida – aggiunge Tore Piana –. All’interno della pubblicazione si legge che è fondamentale per l’analisi del curriculum vitae del candidato l’aver conseguito il diploma con votazione minima pari a 70/100; in alternativa, possono candidarsi anche coloro i quali si siano laureati, con percorso di studi anche triennale, con votazione minima pari 102/110. In caso di votazione inferiore, il relativo CV non sarò considerato. Accanto al requisito del voto di maturità o di laurea, vi è quello relativo alla patente di guida: il candidato, infatti, deve essere in grado di portare il motomezzo aziendale e, per questo motivo, deve essere in possesso del relativo documento. Le domande scadono il 31 luglio prossimo.»

«Requisiti, troppo rigidi, quelli richiesti da Poste Spa – sottolinea Tore Piana -, che in Sardegna esclude migliaia di giovani disoccupati. Perché il porta lettere non lo può fare una ragazza o un ragazzo che possieda un diploma o una laurea con votazione inferiore? Perché non dare la possibilità ai tanti ragazzi che in Sardegna sono disoccupati e possiedono una laurea o un diploma con un voto inferiore? In una regione come la Sardegna, che ha un tasso di disoccupazione giovanile a livelli più alti d’Italia questi requisiti appaiono più come una penalizzazione, che una forma per limitare le domande di lavoro, chiedo – conclude Tore Piana -, che il presidente della Regione Francesco Pigliaru -, intervenga presso il Governo Nazionale, per rendere i requisiti richiesti più accessibili e dare così a migliaia di disoccupati Sardi, di poter essere assunti, pur a tempo determinato, all’interno di Poste Italiane.»

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«Non ci sono più spazi per le promesse. Nel territorio le attività devono procedere spedite, non solo per le soluzioni economiche da mettere in campo, ma anche sugli impegni assunti nelle sedi istituzionali, uno fra tanti, il percorso di ripresa occupazionale e produttivo per lo stabilimento ex Alcoa.»

Lo scrivono, in una nota, le segreteria Cisl territoriale Sulcis Iglesiente e Felsa Cisl territoriale.

«Sapevamo che la proposta di riassunzione delle maestranze, o buona parte di esse, attraverso un’attivazione della CIG per ristrutturazione(riorganizzazione, non avrebbe trovato molti consensi – aggiungono Cisl e Felsa Cisl territoriali –, anche se, si presupponeva una contrarietà da parte della sola Azienda Sider Alloys, per la quale è abbastanza legittimo, da parte nostra, ricercare in essa, la reale intenzione circa l’intrapresa industriale, e quindi scommettere anche sul rischio aziendale, attraverso strumenti che, come la CIG, riuscissero a spalmare una dose maggiore di fiducia.»

«Ad oggi, sul programma adottato, dobbiamo registrare ancora ritardi da parte dei Ministeri interessati e dell’assessorato regionale del lavoro, circa la trasmissione degli elenchi che riguardano i lavoratori interessati – sottolineano ancora Cisl e Felsa territoriali -. Questo ennesimo ritardo, produrrà il perdurare della situazione di criticità economica e sociale. Un ritardo inaccettabile sulle determine necessarie al pagamento della mobilità, strumento che è stato preferito, per accompagnare il processo di riavvio produttivo dello stabilimento. Era di nostro auspicio, un cambio di rotta ma, purtroppo, dobbiamo rilevare l’ennesima stortura su quanto detto e promesso all’incontro svoltosi lo scorso mese, nel quale si dichiarava che stavolta, ci sarebbero stati tempi più celeri, in quanto, il meccanismo avrebbe mantenuto la continuità riguardo le pratiche precedenti, in considerazione del fatto che i lavoratori interessati sarebbero stati i medesimi.»

«Pertanto – concludono Cisl e Felsa Cisl territoriali si invitano le parti politicamente interessate allo svolgimento delle procedure, considerando il tempo una variabile non indifferente al conseguimento positivo di un percorso che non accetteremo possa naufragare nell’indifferenza e nella burocrazia politica.»

 

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A partire da oggi e fino al 28 luglio, Nuoro è luogo di richiamo di giovani provenienti da 15 Paesi: Brasile, Germania, Spagna, Azerbaijan, Tanzania, Siria, Afghanistan, Pakistan, Iran, Nigeria, Romania, Repubblica Ceca, Polonia, Algeria e, naturalmente, da tutta Italia. Il successo di presenze è dovuto all’offerta didattica delle due summer school con sede a Nuoro che ha saputo richiamare l’attenzione di neo laureati da tutto il mondo. Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari con la Summer School sui diritti umani dal titolo “the future of human rigths in Europe” giunge alla terza edizione riconfermando il successo di presenze degli anni passati.

I dipartimenti di Agraria e Architettura di Sassari, inaugurano la “stagione delle Summer School” con il corso dal titolo “Modelling sustainable farming systems under climate change”. Le lezioni hanno luogo nella sede UniNuoro di via Salaris, che mette a disposizione strumenti, aule e laboratori, per offrire ai partecipanti la miglior esperienza possibile. Oltre alla classica frequenza, i ragazzi potranno godere delle stesse agevolazioni previste per gli studenti universitari di Nuoro in possesso della Carta dello Studente, godendo in questo modo dei luoghi della cultura offerti dalla Città senza trascurare i momenti di socializzazione che favoriranno lo scambio di buone pratiche e di esperienze negli ambiti dei diritti umani e dei cambiamenti climatici. In un momento storico così segnante come quello che stiamo vivendo, Nuoro diventa territorio di confronto per abbattere i muri dei pregiudizi e proporre nuovi modelli di agricoltura sostenibile. Questo successo è reso possibile grazie all’impegno dei direttori scientifici delle due scuole: prof.ssa Gabriella Ferranti e prof. Pier Paolo Roggero, entrambi dell’Università di Sassari, che con i loro rispettivi staff hanno replicato il successo degli anni passati, aprendo le porte alla concreta possibilità di trasformare Nuoro in una sede naturale dei corsi estivi, vista la grande richiesta di iscrizioni e di Università che vorrebbero candidarsi ad attivare nuove summer school.

Tra gli appuntamenti pubblici si segnala il “Processo all’Europa” che si terrà martedì 24 a partire dalle 18.30 (ingresso libero). Un format innovativo ideato dal Movimento Europeo Italia che consiste nella simulazione di un processo che vede sul banco degli imputati le istituzioni europee. Il Centro Europe Direct del comune di Nuoro, in collaborazione con il Consorzio Universitario UniNuoro, ha promosso l’iniziativa accolta dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari che ha coinvolto nel progetto gli studenti del Corso di Laurea dei Servizi Giuridici e magistrale in Giurisprudenza del Polo Universitario di Nuoro guidati dai loro docenti.

Durante l’evento finale si scontrano le tesi dell’accusa e della difesa, in attesa della sentenza finale emessa da un Collegio giudicante composto da illustri esperti della materia tra cui: prof. Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento; dott. Vincenzo Amato, presidente del Tribunale di Nuoro; dott.ssa Carolina Bellantoni, prefetto di Nuoro; dott. Riccardo De Vito, magistrato di Sorveglianza del Tribunale di Sassari; prof. Paolo Fois, emerito di Diritto internazionale dell’Università di Sassari; avv. Stefano Mannironi, avvocato del Foro di Nuoro.

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Il gruppo di minoranza Genti Noa denuncia in un comunicato «lo stato di degrado nel quale versano le case popolari comunali di via Trilussa».

«Dopo anni di attesa e, soprattutto, ad un anno di distanza dalle vane promesse elettorali del sindaco (Ignazio Locci aveva promesso la consegna immediata delle case), le nuove unità abitative sono state consegnate a cantiere praticamente  aperto e perfino senza le utenze elettriche. Le famiglie assegnatarie degli alloggi, infatti, si devono districare tra le macerie del cantiere, come se vivessero in una discarica a cielo aperto. Mancano perfino gli alloggiamenti dei contatori elettrici e alcune famiglie si sono dovute procurare generatori di elettricità per poter assolvere alle esigenze più elementari del quotidiano – attacca Genti Noa -. La situazione è oramai insostenibile perché ad abitare le case comunali ci sono soprattutto bambini. Non si può pensare di dare centinaia di migliaia di euro alle agenzie dello spettacolo come sta facendo il sindaco (per adesso 260.000 euro per concerti) se non si è in grado di assicurare ai cittadini i servizi essenziali.»

Oramai non ci fidiamo più delle promesse di chi è più incline alla propaganda, in vista delle prossime regionali che ad ascoltare i cittadini – aggiunge Genti Noa -. Un mese fa, in Consiglio comunale, il sindaco ha perfino assicurato che il giorno dopo avrebbe provveduto a concludere le opere necessarie agli allacci dell’energia elettrica, ma ad oggi la situazione è addirittura peggiorata. Vorremmo un’amministrazione spumeggiante, ma temiamo di doverci accontentare solo della gazzosa: assistiamo a continue celebrazioni, con tagli del nastro di opere programmate dall’amministrazione precedente, ma sulla situazione nella quale versano i cittadini dei quartieri periferici regna un silenzio assordante.»

«Da quando si parla di nuove candidature alle regionali, e soprattutto, da quando è diventato impossibile parlare con sindaco e assessori (manco fossero il presidente della Repubblica), il nostro appello è sempre lo stesso – conclude Genti Noa -: per i prossimi quattro anni, almeno, partendo dalle cose essenziali e iniziando da subito (possibilmente da ieri), occupatevi degli Antiochensi!»

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La Regione, con una delibera approvata a giugno, ha emanato le linee guida per l’accesso al sostegno economico, ma si sono aggravate le procedure per gli uffici comunali impegnati nel servizio sociale. L’allarme è stato lanciato dal capogruppo dell’Udc in Consiglio Regionale Gianluigi Rubiu, con un’interrogazione urgente all’assessore Luigi Arru: «Non si semplifica, ma si produce burocrazia – spiega Gianluigi Rubiu – con un processo macchinoso  e non lineare. Una situazione che ha determinato una petizione urgente per correggere le eventuali incongruenze. Una questione logica. I servizi sociali inglobati nei diversi Comuni isolani, già appesantiti da altri compiti, non riescono a fronteggiare i casi di povertà sempre più numerosi, con un contrasto tra le diverse misure che porterebbe alla continua revisione delle graduatorie».
Un primo accoglimento delle istanze è stato recepito con l’estensione dei tempi di chiusura per le pratiche al 17 settembre: «Un intervallo non sufficiente a concludere la procedura – conclude Gianluigi Rubiu – per questo si chiede che la Regione sposti ulteriormente i termini almeno sino al 31 ottobre. Troppe inconvenienti infatti frenano l’attività degli uffici comunali, con ricadute negative sulle fasce deboli della popolazione». 

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Proseguono a Carloforte gli appuntamenti con “L’isola dei libri”, rassegna dedicata alla letteratura e ai suoi auotiri organizzata dall’associazione Saphyrina. Domani, mercoledì 25 luglio, alle 20,30 in vico Caprera il matematico e umanista Claudio Facchinelli, intervistato da Luigi Alcide Fusani, parlerà del suo “Dosvidania, Nina!”, libro pubblicato lo scorso anno da Sedizioni.  Il volume ripercorre la vita di Nina, una ragazza morta a Venezia il 29 gennaio 1886 all’età di venticinque anni, che pare avesse attirato l’attenzione di Cechov.

Dopo quello di domani, il nuovo appuntamento della rassegna è giovedì (26 luglio) quando nella suggestiva via Magenta arriva il linguista e dialettologo, docente all’Università di Sassari, Fiorenzo Toso. Con lui si parlerà di lingua e linguaggi prendendo spunto dal suo libro “Parole e viaggio. Itinerari nel lessico tra etimologia e storia”, uscito nel 2015 per Cuec editrice. Dialoga con l’autore Nicolo Capriata.

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato, col voto contrario dell’opposizione, la delibera della Giunta regionale sulla continuità territoriale aerea che recepisce lo schema predisposto dalla conferenza di servizi svoltasi il 12 luglio scorso a Roma, sottoscritta da Regione, ministero delle Infrastrutture ed Enac.

Nella seduta della commissione il prof. Italo Meloni, coordinatore del gruppo di lavoro del Cirem (un gruppo di esperti e ricercatori delle Università di Cagliari e Sassari), ha illustrato il contenuto del dossier che rappresenta la base scientifica del negoziato condotto con la direzione Concorrenza della Commissione europea. Un lavoro dettagliato e minuzioso, “inattaccabile” secondo Meloni, teso a dimostrare non solo che la continuità territoriale non altera le l’andamento del libero mercato ma soprattutto che l’imposizione degli “oneri di servizio pubblico” è indispensabile per la Sardegna, sia per superare gli svantaggi derivanti dall’insularità, che per assicurare ai sardi “parità di condizioni” (nel rispetto dei diritti alla mobilità ed all’accessibilità che la Ue garantisce ai cittadini degli Stati membri) rispetto ai cittadini italiani ed europei.

L’assessore dei Trasporti Carlo Careddu, nel suo intervento, ha sottolineato che la conclusione del negoziato è arrivata «al termine di un percorso non semplice, con i bandi bloccati ed una situazione di stallo che rischiava di avere conseguenze molto negative per la Sardegna». Rispetto ai modelli della Corsica e delle Baleari che spesso vengono citati come riferimento, ha aggiunto precisando di essere personalmente a favore della tariffa unica, «è bene ricordare che riguardano soltanto i residenti». «Il nostro modello che sarà sottoposto a procedure ad evidenza pubblica secondo la normativa europea – ha concluso Carlo Careddu – non è un punto di arrivo anche se non partiamo da zero: abbiamo il 57% dei posti in più ed il 15% delle frequenze in più, senza dimenticare che abbiamo tenuto duro su alcuni punti, come il tetto massimo tariffario per i non residenti e la riserva di posti per gli spostamenti per motivi sanitari».

Nel dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali, che, a prescindere dalle differenti opinioni, hanno manifestato apprezzamento per il valore strategico dello studio del Cirem. Sono intervenuti Valerio Meloni, Alessandro Collu e Giuseppe Meloni del Pd, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Eugenio Lai di Art.1-Mdp e Paolo Dessì del Misto.

Gli esponenti della maggioranza, con diverse sottolineature, hanno espresso una valutazione positiva sulla delibera, pur precisando che resta molta strada da percorrere per arrivare a quella vera parità di condizioni che per i sardi (residenti e non) è un diritto irrinunciabile.

L’opposizione, nel motivare il suo voto contrario, ha lamentato i risultati insoddisfacenti ottenuti, senza miglioramenti significativi rispetto alla situazione precedente e nettamente al di sotto delle giuste rivendicazioni della Sardegna.

Il presidente della commissione Solinas, nelle conclusioni, ha parlato di «un risultato positivo con il confronto Regione-Ue che ha fatto passi avanti; forse si poteva fare di più ma è importante che la Sardegna non sia più un osservato speciale della Commissione europea, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato nei primi due anni e mezzo di questa legislatura».

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Si è svolta questa mattina la cerimonia del taglio del nastro per il restauro della pensilina di San Giovanni in Miniera, nella frazione di Bindua, a Iglesias, alla presenza dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, insieme all’amministratore di IGEA, Michele Caria, il presidente del Parco Geominerario, Tarcisio Agus, il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, il consigliere regionale Gianluigi Rubiu e rappresentanti dei sindacati e delle associazioni dei minatori. Il sontuoso ingresso, noto anche come ‘Ponte Cartau’, rappresenta l’accesso alle bellezze del Parco Geominerario, tra cui la Grotta di Santa Barbara, visitata ogni anno da migliaia di turisti.
La pensilina venne eretta negli anni ‘50 a sottolineare l’importanza del complesso minerario che racchiude. La ristrutturazione, a cura di IGEA, è costata circa 150 mila euro e i lavori sono durati un anno e mezzo.