22 November, 2024
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Un miliardo e mezzo di euro è il prezzo che la Sardegna si trova a pagare per il risanamento della finanza pubblica.

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Un miliardo e mezzo di euro è il prezzo che la Sardegna si trova a pagare per il risanamento della finanza pubblica. Un macigno insopportabile che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema Regione. Per questo le Commissioni “Bilancio” e “Autonomia” del Consiglio regionale si preparano ad aprire una nuova vertenza con lo Stato. Lo hanno annunciato questa mattina in conferenza stampa i presidenti dei due parlamentini Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Campo Progressista). Un percorso “rivendicativo” che prenderà il via domani con la seduta congiunta delle due commissioni. «Cominceremo con le audizioni degli assessori agli Enti locali e alla Programmazione e dei rappresentanti di Anci e Cal – ha detto Franco Sabatini – l’obiettivo è arrivare a una risoluzione da sottoporre poi all’attenzione del Consiglio. La questione è seria e merita un dibattito pubblico».

I mancati trasferimenti ai comuni ammontano a 800 milioni di euro. Nel 2007 lo Stato riversava agli enti locali 868 milioni di euro. Quota che si è ridotta nel 2017 a circa 220 milioni. Altri 82 milioni di tasse provinciali vengono trattenuti direttamente dall’Agenzia delle entrate e trasferiti direttamente allo Stato. «E’ una situazione pesantissima – ha proseguito Sabatini – se a questo aggiungiamo i 680 milioni di euro di accantonamenti il quadro diventa drammatico. Rischiamo di non riuscire a venire incontro alle esigenze dei comuni sardi. La Regione finanzia con proprie risorse il Fondo Unico per gli enti locali. Sono denari che dovrebbero finanziare lo sviluppo e gli investimenti ma ormai vengono utilizzati per coprire le spese ordinarie».

Oltre ai tagli statali, i comuni devono far fronte anche ai vincoli imposti dalle nuove norme sull’equilibrio di bilancio e al blocco delle assunzioni. «Di fatto le spese correnti dei comuni vengono oggi pagate dalle entrate tributarie e dai trasferimenti del Fondo Unico – ha sottolineato Francesco Agus – peggio ancora stanno le province sarde costrette a riversare interamente allo Stato i soldi riscossi con le tasse automobilistiche. Un prelievo dichiarato illegittimo da una recente sentenza della Corte Costituzionale. Siamo decisi a chiedere la restituzione delle somme, circa 80 milioni all’anno, e a rivendicare il trasferimento delle risorse ordinarie che lo Stato si tiene in cassa ormai da tempo».

La soluzione potrebbe arrivare con l’entrata a regime dell’Agenzia sarda delle entrate: «E’ importante procedere in tempi rapidi alla regionalizzazione della finanza locale – ha aggiunto Agus – nel frattempo si potrebbe pensare di inserire i crediti nella prossima legge di stabilità e procedere a un’autoriduzione degli accantonamenti. Non bisogna aver paura di un’eventuale impugnazione da parte dello Stato».

La questione sarà sottoposta all’attenzione di tutti i parlamentari sardi: «Nei prossimi giorni convocheremo anche loro in Commissione – ha affermato Franco Sabatini – la trattativa con lo Stato ha bisogno del sostegno di tutti. La soluzione potrebbe essere questa: la Regione si fa carico della finanza locale e lo Stato rinuncia a una grossa fetta degli accantonamenti».

Sabato 14 luglio, al
E' stato inaugurato

giampaolo.cirronis@gmail.com

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