Cristiano Erriu: «La polemica sollevata in questi giorni non ha ragione di esistere e ha lo squallido sapore della strumentalizzazione politica a spese della suinicoltura sarda».
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«La polemica sollevata in questi giorni non ha ragione di esistere e ha lo squallido sapore della strumentalizzazione politica a spese della suinicoltura sarda».
A sostenerlo è Cristiano Erriu, assessore regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, in un post pubblicato nella sua pagina Facebook.
«Relativamente alla LR 28/2018 sul comparto suinicolo sardo è stata sollevata una polemica che alla luce dei dati della realtà sarda non ha ragione d’essere e si basa su presupposti non veritieri – spiega Cristiano Erriu -. In Sardegna esistono al 31/07/2018 (fonte Anagrafe Nazionale Zootecnica) n. 15.788 allevamenti di suini. Di questi n. 15.025 sono definiti a ciclo chiuso, cioè con animali da riproduzione, e n. 314 sono definiti con orientamento produttivo di tipo familiare. Soltanto a questi ultimi fa riferimento il comma 2 dell’articolo 4 della LR 28/2018 mentre non sono interessati da tale comma tutti i 15.025 allevamenti sardi registrati, piccoli o grandi che siano, come a ciclo chiuso o completo che possono cioè produrre e vendere maialetti come ritengono più opportuno.»
«Il comma 2 riguarda solo chi vuole per propria scelta allevare maiali da ingrasso senza riproduttori secondo la tradizione “de su mannale” – aggiunge Cristiano Erriu -. Chi vuole invece passare da allevatore ”familiare” ad allevatore produttore anche di maialetti con qualsiasi dimensione dell’allevamento deve solo registrarsi come tale, così come hanno fatto oltre 6.000 allevamenti dal 2010 ad oggi con l’entrata in vigore Del DLgs 200/2010 sulla identificazione e registrazione dei suini.
La legge regionale 28 quindi non cambia nulla per chi oggi voglia allevare maiali e produrre maialetti – conclude Cristiano Erriu – purché siano regolarmente registrati come lo sono ben 15.025 allevamenti sardi di qualsiasi dimensione.»
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