Emiliano Fenu (M5S): «Sui fondi per le periferie, è stata una scelta obbligata dopo una sentenza della Corte Costituzionale».
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«Sui fondi alle periferie chi grida allo scandalo nasconde la verità: perché il decreto milleproroghe ha dovuto prendere atto di una sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale alcuni passaggi della legge del governo Gentiloni. Non a caso, l’emendamento è stato votato al Senato all’unanimità, quindi anche dagli stessi parlamentari del Pd.»
Il senatore del Movimento Cinquestelle Emiliano Fenu interviene sulla vicenda che riguarda i fondi per le periferie e puntualizza l’iter che ha portato ad una decisione «per certi aspetti obbligata».
«Chi alimenta le polemiche lo fa senza conoscere a fondo la questione. L’emendamento 13.2 al decreto milleproroghe provvede soltanto ad adeguare la normativa (art. 1, comma 140 della legge di stabilità 2017) a quanto stabilito dalla Consulta. La sentenza 74 del 7 marzo 2018 ha infatti dichiarato incostituzionale la legge nella parte in cui non prevede un’intesa con gli enti territoriali in relazione ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri riguardanti settori di spesa rientranti nelle materie di competenza regionale. La questione è complessa – aggiunge Emiliano Fenu – tuttavia il governo ha salvato i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100 ed erano immediatamente esecutivi. Gran parte dei progetti invece presentavano molte carenze, non erano esecutivi e mai avrebbero potuto diventarlo. In ogni caso, il decreto milleproroghe non annulla l’efficacia delle convenzioni già concluse che riguardano i bandi per le periferie, ma le differisce al 2020, destinando nel frattempo le risorse già previste per le annualità 2018 e 2019 agli investimenti dei comuni attraverso gli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti, risorse che altrimenti non potevano essere utilizzate.»
Da una parte, dunque, si adegua la legge alla sentenza della Corte Costituzionale e, facendo salvi i primi 24 interventi, il Governo posticipa gli investimenti al 2020, rimanendo ferme le risorse e verificando meglio i progetti; dall’altra, quelle risorse vengono liberate da subito e messe a disposizione di tutti i Comuni virtuosi per investimenti di opere pubbliche.
«Chi oggi protesta dovrebbe fare uno sforzo di onestà intellettuale e ammettere che esiste una sentenza della Corte Costituzionale da rispettare e che l’efficacia delle convenzioni è stata soltanto differita, proprio per evitare che quelle risorse andassero perdute – conclude Emiliano Fenu -, chi del Pd oggi protesta dovrebbe ammettere che l’emendamento è stato votato all’unanimità anche dagli stessi esponenti del Pd al Senato, proprio perché si trattava di un atto dovuto».
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