24 November, 2024
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Domani, 18 agosto, alle 22.00, per la decima edizione del NurArcheoFestival, la rassegna teatrale firmata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri, al Nuraghe Camboni di Perdaxius va in scena “La terra degli uomini toro”, di e con Marco Taddei ed Erika Sambiase. Ricco il programma collaterale: alle 18.00, il battesimo della sella; alle 18.30, la visita guidata al Nuraghe Camboni; dalle 18.00 alle 20.00, su prenotazione, per i più esperti una passeggiata a cavallo nel circondario, a cura dell’associazione La Casa del Sorriso; alle 20.30 cena su prenotazione (info: tel. 342 1639514).

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Ritorna il Cabudanne de sos poetas, l’appuntamento a Seneghe con la poesia del mondo ma soprattutto con la festa dei poeti, degli scrittori, degli artisti, e di tutta la comunità. Dal 30 agosto al 2 settembre, ritornano i versi dei poeti del mondo, tra musica, teatro, arte, negli angoli antichi del suggestivo borgo del Montiferru: Prentza de Murone, Putzu Arru, Partza de sos ballos e piazzetta Su Lare e quest’anno anche Casa Addis. Tra le novità di questa quattordicesima edizione, dedicata stavolta al dialogo tra poesia e scienza, la programmazione anche a Casa Addis e il nuovo presidente di Perda Sonadora, Luca Manunza, socio nel direttivo sin dalla prima edizione.

In attesa della quattordicesima edizione del Cabudanne de sos poetas come di consueto partono gli appuntamenti con le anteprime: il 19 agosto a Casa Addis (Seneghe), alle 19.30, la presentazione del libro di Deborah Danowski, Eduardo Viveiros de Castro: “Esiste un mondo a venire?” (Nottetempo 2017), saggio sulle paure della fine, insieme ai due curatori del volume Alessandro Lucera e Alessandro Palmieri. Il 26 agosto alle ore 19.30 al Campeggio Nurapolis la presentazione del libro “Il Selfie del mondo. Indagine sull’età del Turismo”, (Feltrinelli, 2017), insieme all’autore Marco d’Eramo anche Maria Grazia Giannichedda e l’Assessore al turismo della Regione Sardegna Barbara Argiolas. Il 28 agosto, infine, alle ore 21.30, a S’Archittu (Hotel Bellavista), la presentazione del portale “Kaleydoscop” insieme a Lea Nocera e Giulia Ansaldo e del libro di Selahattin Demirtaş “Alba” (Feltrinelli 2018), in compagnia del curatore Nicola Verderame.

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“The tragedy of Titus Andronicus” è l’opera giovanile di Shakespeare, il primo dramma, il più disarticolato ed il più feroce. È la tragedia della corruzione la cui bestialità attinge dalle radici più profonde della coscienza umana. È uno spaccato contemporaneo della società, dominata dalla sete di potere, dal desiderio di vendetta, dalla brutalità più spietata. L’adattamento curato da Daniele Monachella sposta l’azione dalla Roma Imperiale ad un’isola, un “non-luogo” multimediale. Idealmente la Sardegna. La mutazione di un’Isola trasformata dall’uomo e dominata dalla superficialità, dalla sete di potere e dalla violenza fine a se stessa, veicolo dell’ambizione personale e di girotondi catastrofici che tingeranno di rosso l’intreccio e i personaggi legati ad esso. Una vicenda dal sapore antico dove riti del caos, maschere ambigue, elementi della natura e canti apotropaici muteranno in forme dai connotati moderni e daranno vita al ciclo della carne-da-segare.

Il progetto nasce con una doppia finalità: sostenere e divulgare l’utilizzo della lingua sarda attraverso le opere teatrali e porre l’accento sull’insostenibile violenza verbale, fisica e mediatica che circonda la nostra attuale società.

Rispetto ad altri adattamenti dell’opera propone parte dei dialoghi in lingua sarda, non per una scelta arbitraria, ma per differenziare due culture opposte e conflittuali, entrambe peraltro caratterizzate da crudeltà, ambizione violenza e arbitrio, pur sotto la spinta di motivazioni diverse. La lingua sarda è affidata in massima parte agli “intragnados” del regno di Intragnas (ciò che è celato, marcio, nascosto perverso, maligno, furbo, astuto, sleale, malvagio, propenso al male), la lingua italiana ai “dominariani” dell’impero di Dominariu, ma alcuni personaggi, trascorrono facilmente da una lingua all’altra, un fenomeno non infrequente quando popoli diversi vengono a contatto in contesti di invasione coloniale o emigrazione/immigrazione. Lo spettacolo affida alla multimedialità la sintesi drammaturgia, possiede una sua forza e coerenza, nonostante un testo sovrabbondante e incide sul suo tessuto linguistico senza alterarne l’originale vigore. Le scene atemporali, costituite fondamentalmente da due strutture cubiche, che gli attori mettono in movimento per creare ambienti diversi rispondenti agli sviluppi della vicenda, sono funzionali alle scelte di regia, che puntano sull’essenzialità, quindi evitando la monotonia di una scena immobile.

Lo spettacolo, inserito nell’ambito della rassegna EstaTheatrOn organizzata da MAB Teatro con il contributo della Fondazione di Sardegna ed il patrocinio dei Comuni di Sassari, Alghero, Olbia e Nuoro, andrà in scena in due date il 19 ed il 21 agosto. La rappresentazione del 19 agosto è in programma a Nuoro nella Piazza Sebastiano Satta e per l’occasione l’ingresso sarà gratuito.

Il 21 agosto, invece, sarà proposto ad Alghero grazie anche al patrocinio della Fondazione Meta nello spazio allestito in Largo Lo Quarter.

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In una notte che attendeva l’eclissi di luna, non poteva non brillare un trio musicale come quello che ha illuminato con musica, luci e colori, il piazzale della Fiera di Cagliari il 28 luglio scorso.

Nek, Max Pezzali e Francesco Renga: un tour che ha acceso una dopo l’altra tutte le tappe, senza che uno prevaricasse l’altro.

Con eleganza e senza mai imporsi, hanno regalato un vero e proprio spettacolo con le loro splendide voci che si sono amalgamate in un’intimità che è arrivata fino al cuore di tutti i fans.

Tre amici, tre artisti con la a maiuscola, tre percorsi musicali di altissimo livello insomma “Tre” davvero “Duri da battere” come canta Max Pezzali nel suo nuovo singolo che interpreta con Nek e Francesco Renga…un messaggio non per essere invincibili ma per avere sempre il coraggio di superare gli ostacoli senza farsi mai sopraffare o abbattere.

Dal palco emanano una forza indescrivibile…ballano…saltano e cantano senza mai stancarsi…dedicandosi anima e corpo al loro pubblico che non smette di applaudirli e far coro con loro.

Nadia Pische

                               

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Apre al pubblico la Galleria Anglo Sarda a Montevecchio.

«Montevecchio, “La grande miniera”, con la riapertura della galleria “Anglo Sarda”, fruibile tutti i giorni durante questa estate, si aggiunge un altro tassello storico dell’industria ottocentesca in Sardegna – dice Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna -. In un ambiente che parla semitico, tra punta Malacuba dal dio “Malakbel”, il passo di genna “Serapis”, “Montiana”, da monte di Diana e l’Arcuentu da “Erculentu”, si distende, a levante del passo dedicato al dio greco – egizio Serapide, la grande infrastruttura mineraria dell’unica miniera, impiantata e resa grande da imprenditori sardi, il sassarese Giovanni Antonio Sanna e dal suo genero Alberto Castoldi.»

«Manca soltanto il recupero della laveria “Principe Tomaso” per completare l’opera, che consentirà ai visitatori di capire il grande duro lavoro dell’estrazione mineraria, partendo proprio dall’Anglo Sarda, che si incunea nella roccia metallifera, già oggetto di cavatori romani, per strappare dalle viscere della terra la galena da cui si ricavava il piombo, l’argento ed una percentuale d’oro – aggiunge Tarcisio Agus -. L’atmosfera della miniera si coglie partendo proprio dal duro lavoro degli uomini e donne che vi operavano, i più nel sottosuolo, ma una parte operava esterna, prima con le cernitrici e le addette al crivello, antico strumento per la separazione del minerale dallo sterile, soppiantato poi, con il grande impianto della laveria. Complesso architettonico che si impone all’arrivo verso Montevecchio, costituito da tre grandi sezioni: Frantumazione, Sink And Float e Flottazione. Processo resosi necessario dalla introduzione della meccanizzazione e dell’esplosivo in miniera, per separare ingenti quantità di minerale dallo sterile che immancabilmente con l’avanzamento in galleria veniva giù dalle pareti frantumate dalle cariche esplosive. A seguire poi sono la falegnameria, le forge, la fonderia e le officine, in uno scenario di professionalità che concorsero a rendere meno faticoso il lavoro dell’uomo nel sottosuolo realizzando l’autopala, ancora oggi in molte miniere del mondo, nota come “Autopala Montevecchio”.»

«Dal cantiere o cantieri di levante ove ancora permangono i castelli di Sant’Antonio e il complesso di Piccalinna che fanno di Montevecchio uno scenario industriale tratteggiato dal gusto del bello, non essenziali capannoni che alloggiano macchinari e maestranze ma delle vere e proprie opere d’arte assai rare negli scenari industriali. Elementi che poi si rispecchiano, nell’unico borgo minerario autentico, Montevecchio, ancora in essere, al centro del quale, quasi un piccolo castello, il palazzo Castoldi, ricco di affreschi, con la cappella privata dedicata a Santa Barbara – conclude il presidente del Parco Geominerario -, ove si rimarrà estasiati per l’originaria ricchezza decorativa nell’apparato pittorico delle pareti e delle volte, nei suoi diversi ambienti dedicati.»

 

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Nel primo pomeriggio, a Quartu Sant’Elena, presso il centro commerciale Le Vele, i militari dell’Aliquota Radiomobile del dipendente Norm hanno arrestato per furto aggravato un 30enne gambiano, O.J., domiciliato in un centro di prima accoglienza di Selargius. Il giovane è stato fermato dal personale di vigilanza all’uscita del supermercato Carrefour, dopo essersi impossessato di capi di abbigliamento sportivo per un valore di 40 euro circa. Consegnato ai militari, è stato trattenuto presso la camera di sicurezza della Compagnia dei carabinieri di Quartu Sant’Elena, in attesa dell’udienza di convalida fissata per la mattinata di domani dall’Autorità giudiziaria.

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Una “prima” regionale ed il ritorno di un’attrice di talento e temperamento come Iaia Forte: questo, e non solo, il menù proposto per i prossimi giorni dal NurArcheoFestival, firmato dal Crogiuolo.
“La terra degli uomini toro” è il titolo della mise en scène che viene presentata, in prima regionale, appunto, domani, venerdì 17 agosto, alle 22.00, al Museo dell’Ossidiana di Pau. Di e con Marco Taddei (nel 2005 si è diplomato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova) e la performer visiva Erika Sambiase (produzione Compagnia Nim, Baba Jaga, Il crogiuolo), narra la storia di una bambina di nome Dentina che intraprende un viaggio per salvare il suo paesello, minacciato dall’Uomo-senza-braccia e dal suo esercito. Nel suo cammino incontrerà sassi e alberi parlanti, corvi gracchianti, topi astuti e spiriti della palude. Si ritroverà in un mondo distrutto dal cemento e dalle fabbriche e, armata della sua infinita volontà, porterà la pace nella sua terra. Ad aiutarla ci saranno tanti amici e tre oggetti magici donati da sua mamma Nicetta: una pietra nera, un coltello d’oro e una piccola sedia di ginepro.

Il testo è stato pensato come una favola contemporanea. Tenendo a mente la lezione di Andersen e dei fratelli Grimm, Taddei ha studiato il processo d’immaginazione e di gioco presente nelle fiabe popolari e i messaggi che possono portare a chi le ascolta. La storia viene narrata con il supporto della performance dal vivo di un’artista visuale che produce, seguendo la musica e la parola, segni e colori ispirati allo stato emotivo delle situazioni rappresentate.

Alle 21.30 la visita guidata al Museo. Solo su prenotazione è prevista l’escursione naturalistica al sentiero Sa Pedra Corbina (info: 0783 934011).

Ancora il 17, ma alle 20.00 e al Nuraghe Nolza di Meana Sardo, viene replicato “Sa notti de Is Janas”, il testo di Sabrina Barlini con Isella Orchis voce recitante.

Il giorno dopo, sabato 18 agosto, arriva a Laconi, al Menhir Museum, Iaia Forte, alle 22.00, con il suo “Odissea Penelope”. Lo spettacolo ha una portata affabulatoria che si radica nell’impegno civile. Un’attrice di grande talento e forte temperamento diventa così interprete di tutte le istanze del mondo femminile, alternando momenti di riflessione, ironia e drammaticità. Penelope, pensando alle vicende di Troia baluardo dell’Asia minore, non può non riflettere su un conflitto etnico di scottante attualità come quello tra Oriente e Occidente. “Odissea Penelope” rivendica il diritto della donna ad affermare un’identità personale che non può essere decisa a priori da nessun sistema culturale, seppure fondato su una tradizione millenaria. Penelope, in questa nuova visione che va al di là di Omero, pur rimanendo una donna che ama Ulisse, l’eroe del mito, discute con lucidità tutti gli aspetti oscuri del celebre inventore del cavallo di Troia. Ascrive a se stessa il diritto di poter parlare degli orrori della guerra, che non risparmiano nemmeno i bambini, come testimonia la morte orrenda del piccolo Astianatte ad opera dello stesso Ulisse, che ne decide l’infausta sorte scaraventandolo giù dalle mura di Ilio. La guerra non è più dunque cosa da uomini ma viene rivelata in tutta la sua stupidità e inutilità dalla denuncia civile di Penelope, che si rende consapevole di aver sposato un assassino inventore di ordigni di morte. Il rapporto con la contemporaneità è bruciante e immediato: il cavallo di legno non è dissimile, infatti, dalle tante invenzioni disumane che hanno invece dilaniato bambini di tutto il mondo. La drammaturgia si snoda quindi tra diversi motivi: la solitudine della donna che deve gestire un mondo che non conta di fronte al potere sociale, politico, economico, di una società fondata dagli e sugli uomini; la violenza e la sopraffazione che le parti sociali più deboli sono costrette a subire; la memoria, che in questo caso Penelope è costretta suo malgrado a tramandare perché nessuno possa dimenticare 

Ancora il 18, alle 22.00, al Nuraghe Camboni di  Perdaxius, va di nuovo in scena “La terra degli uomini toro”. Ricco il programma collaterale: alle 18.00 il battesimo della sella; alle 18.30 la visita guidata al Nuraghe Camboni; dalle 18.00 alle 20.00, su prenotazione, per i più esperti una passeggiata a cavallo nel circondario, a cura dell’associazione La Casa del Sorriso; alle 20.30 cena su prenotazione (info: tel. 342 1639514).

E sempre il 18 agosto, alle 20.00, “Perseverare Humanum Est”, di e con Matteo Belli, verrà riproposto a Villagrande Strisaili, nell’area archeologica S’Arcu e is Forros (alle 21.30 la visita guidata a cura della coop. Irei).

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«La mancata ratifica del trattato di libero scambio Ceta tra Unione europea e Canada sarebbe un clamoroso autogol per l’Italia e un’opportunità di espansione commerciale negata per le imprese agroalimentari sarde.»

La Cia Nord Sardegna sollecita il Governo e il Parlamento nazionali ad approvare l’accordo Ceta entrato in vigore in forma provvisoria il 21 settembre 2017, e ora in attesa di una ratifica dei vari Parlamenti nazionali.

Il trattato economico siglato fra il Paese nordamericano e l’Ue riconosce del principio delle indicazioni geografiche dei prodotti e del loro legame con il territorio, e rappresenta quindi un importante passo avanti in tema di semplificazione e regolamentazione del commercio globale e del progressivo abbattimento dei dazi doganali. Il recepimento in Italia di questo trattato non è certo, dato che una sua mancata ratifica in sede parlamentare è stata annunciata più o meno velatamente da alcuni esponenti del Governo nazionale facendo eco a qualche organizzazione agricola dalle nobili origini Bonomiane. In seguito il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, ha fatto una parziale apertura, dichiarando «di voler capire con dati concreti quali e quanti sono i vantaggi del Ceta per il made in Italy»; un segnale valutato positivamente e con speranza dalla Confederazione italiana agricoltori.

«A beneficiare del Ceta saranno in primo luogo le grandi produzioni isolane quali il Pecorino Romano, ma anche le altre produzioni agroalimentari che guardano ai mercati esteri come una grande occasione di sviluppo. Non possiamo pensare che i nostri prodotti siano venduti all’interno dei confini Italiani e magari solo nei mercatini locali; contrasteremo con ogni mezzo le visioni miopi di taluni, facendo capire loro che abbiamo necessità di internazionalizzare sempre più le nostre imprese e di stringere accordi commerciali internazionali che promuovano la qualità dei nostri prodotti e ne accrescano il valore aggiunto», dichiara il direttore della Cia Nord Sardegna, Fabio Chessa.

«La mancata ratifica dell’accordo, inoltre, oltre a creare disagi diplomatici e di immagine tra l’Ue e il Canada, rappresenterebbe anche uno “strappo” del Paese nei confronti del Parlamento e dell’Esecutivo comunitario, in una fase tra l’altro delicata in cui si discute della riforma della Pac e dove il no al Ceta arrecherebbe un grave danno al principio della politica commerciale dell’Ue, fondamentale per contrastare il sistema dei dazi introdotto dal presidente Usa, Trump, e per scongiurare lo scoppio di nuove guerre commerciali», aggiunge il presidente della Cia Nord Sardegna, Michele Orecchioni.

Secondo i dati rilevati dall’Istat, il Canada è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per importazione di pecorino romano sardo. Sempre l’Istituto nazionale di statistica ha rilevato che nel primo trimestre del 2018, con gli scambi già regolati secondo il Ceta, le esportazioni di pecorino romano in Canada hanno avuto un’impennata del 24 per cento nelle quantità, arrivate a 164 tonnellate, pari a un incremento di valore del 41,57 per cento.

«Sosteniamo pertanto le ragioni che il Consorzio del Pecorino Romano e il Coordinamento nazionale di Agrinsieme stanno portando avanti, affinché si giunga presto alla ratifica del trattato da parte del Parlamento italiano», conclude Michele Orecchioni. 

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La Rappresentanza Sindacale Unitaria Eurallumina ha diffuso una nota nella quale esprime cordoglio per la scomparsa di Rita Borsellino.

«La sorella del magistrato Paolo Borsellino assassinato nel 1992, ha svolto incessantemente da quel momento un ruolo fondamentale nella lotta alle mafie, e di testimonianza di valori civici e di legalità in particolare verso i più giovani – si legge nella nota -. Dimostrò vicinanza e sostegno alla lotta dei lavoratori Eurallumina, e la sua presenza in visita allo stabilimento di Portovesme, la sua capacità d ascolto e di condivisione delle rivendicazioni delle tute verdi sulcitane – conclude la RSU Eurallumina –, resta un momento indelebile in coloro che ebbero l’opportunità di incontrarla e di apprezzarne l’alto spessore umano e morale.»

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Novità in vista per i titolari di partita Iva: grazie ad una decisione del governo Conte (sollecitata dalla commissione Finanze del Senato e che ha visto come relatore il senatore Cinquestelle Emiliano Fenu), è stato modificato il calendario della rateizzazione delle imposte e risolto il problema della doppia rata (la prima e la seconda) in scadenza il 20 agosto, e questo per evitare che nella medesima data, entro la quale va versata anche l’Iva del secondo trimestre 2018 ed i contributi Inps, si concentrassero per i contribuenti pagamenti eccessivamente onerosi.

In pratica, la seconda rata Irpef e Irap potrà essere versata non più insieme alla prima, il 20 agosto, ma secondo il nuovo calendario: quattro rate di pari importo con scadenza rispettivamente il 20 agosto, il 17 settembre, il 16 ottobre e il 16 novembre.

Il Governo ha così fatto proprio un invito avanzato all’unanimità dalla commissione Finanze del Senato e che ha avuto come relatore il senatore Cinquestelle Emiliano Fenu. 

«La decisione presa non sostituisce le più importanti misure che dobbiamo adottare in un’ottica di riduzione della pressione fiscale e di prelievo equilibrato e adeguato al sostegno dell’economia – spiega Emiliano Fenu – tuttavia è necessaria per evitare un eccessivo onere per le partite Iva, considerato che la rateizzazione testimonia di per sé la necessità di scadenzare i pagamenti.»

«Ho constatato che in commissione Finanze si sta venendo a creare un clima di favore nei confronti dei contribuenti, in particolare delle piccole imprese, e di comprensione delle loro esigenze reali – conclude Emiliano Fenu – e spero che con lo stesso clima si possano accogliere le misure di riduzione della pressione fiscale e di semplificazione della vita delle imprese.»