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Dopo l’approvazione della nuova legge urbanistica, il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), l’assessore Cristiano Erriu ed il presidente della Regione Francesco Pigliaru ne hanno spiegato in dettaglio i principali contenuti in una conferenza stampa, sottolineandone la portata fortemente innovativa.
Antonio Solinas ha parlato di una legge «mai così condivisa sia con le comunità locali che con gli amministratori comunali», respingendo le accuse di mancanza di confronto, «formulate soprattutto da chi non ha partecipato ai numerosi incontri che si sono svolti nel territori». «C’è stato invece – ha sostenuto – un grande ascolto della società sarda e di tutti i portatori di interesse, che ha prodotto fra l’altro una legge più snella (da 114 articoli a 90) in grado di produrre grandi risultati positivi a cominciare dai tempi di approvazione dei Puc (piani urbanistici comunali) che potranno essere completati in 3 anni rispetto agli 8-10 necessari secondo la normativa vigente».
Sugli interventi riguardanti le strutture ricettive nella fascia dei 300 metri, uno punti più contestati della legge, Antonio Solinas ha spiegato che «saranno consentiti solo per i servizi e nella misura del 25% per chi non ha mai usufruito del cosiddetto Piano casa e a copertura della differenza fra quanto già realizzato ed il limite fissato dalla legge per chi ha già effettuato un precedente ampliamento». «Inoltre – ha aggiunto – per le strutture al di sotto dei 100 posti letti sarà possibile anche aumentare il numero delle stanze, restando sempre all’interno dell’incremento volumetrico previsto».
«Per quanto riguarda le costruzioni nell’agro – ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica – la nuova legge ha modificato le dimensioni dei lotti, da 2 a 15 ettari a seconda delle colture, stabilendo un legame forte fra la residenza e l’esercizio dell’attività agricola, anche se non a titolo principale.»
«In definitiva – ha concluso Antonio Solinas – riteniamo di aver raggiunto un buon risultato, partendo da posizioni diverse ma con l’obiettivo comune di fare una buona legge per la Sardegna.»
L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dopo aver ricordato che la precedente legge risale al 1989 «quando ancora non si parlava di temi oggi molto attuali come ambiente, paesaggio, riduzione del consumo di suolo, sviluppo sostenibile, rischio idrogeologico e politiche di governo del territorio», ha sostenuto che si tratta di «una legge moderna che assegna un ruolo centrale ai Comuni, che potranno contare su nuovi strumenti: approvazione dei Puc nel quadro di un procedimento amministrativo unico cui parteciperanno tutti gli uffici pubblici chiamati a pronunciarsi in base ai diversi livelli di competenza, condivisione di figure professionali specialistiche a disposizione delle piccole realtà, pianificazione di area vasta per gli ambiti sovra comunali e la Città metropolitana».
Altro elemento qualificante, a giudizio di Erriu, «sarà quello della cosiddetta urbanistica negoziata dalla quale scaturirà meno consumo del suolo e meno rendita fondiaria improduttiva, con più opportunità di adattare la pianificazione urbanistica alle dinamiche del mercato».
«Nel settore turistico – ha proseguito l’assessore – riteniamo di aver raggiunto un equilibrio nuovo e positivo, rivedendo alcune posizioni della Giunta, lavorando con molto impegno senza mai sottrarci ad un confronto senza rete su questioni concrete, con le quali si sarebbero dovute misurare qualunque maggioranza in qualunque territorio.» «Noi però – ha precisato – abbiamo scelto di pensare alla Sardegna, soprattutto con la volontà di semplificare una materia oggettivamente complessa».
L’assessore Cristiano Erriu, infine, si è soffermato sugli allegati della legge, «che saranno fondamentali per il lavoro quotidiano degli uffici tecnici dei Comuni e contengono indicazioni di grande importanza sugli ambiti urbanizzati, le zone di potenziale trasformazione e quelle di interesse turistico».
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, rispondendo ad alcune domande, ha da un lato respinto le critiche rivolte alla legge definendole «ingenerose nei toni e nei contenuti perché possiamo sostenere che i numeri sono sbagliati, e dobbiamo però dimostrarlo, ma se i numeri dicono che gli interventi possibili nei 300 metri riguardano lo 0.01% del costruito il discorso cambia: comunque sono convinto che dalle critiche possano nascere cose buone». «Con la nuova legge urbanistica – ha concluso – abbiamo voluto puntare ad uno sviluppo sostenibile fondato sulla qualità coinvolgendo un maggior numero di aree della Sardegna rispetto agli insediamenti storici e in questa ottica va inquadrato l’art.43 che poi abbiamo deciso di cancellare perché ci siamo resi conto che poteva rappresentare un disincentivo, sia pure involontario, alla predisposizione dei piani urbanistici comunali, che invece sono uno dei pilastri della legge».