A Sanluri prova a suicidarsi, chiama i carabinieri che lo salvano e poi lo arrestano per detenzione di arma clandestina e ricettazione.
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Questa mattina i militari della stazione di Sanluri sono intervenuti presso l’abitazione di C.R. che, dopo aver chiamato il 112, in evidente stato di agitazione ma senza esternare volontà suicide, aveva raggiunto il secondo piano di una palazzina, minacciando di togliersi la vita. I citati militari, inviati dalla centrale per verificare le sue condizioni stante il tenore della telefonata, sono riusciti subito a stabilire un dialogo con l’uomo, riuscendo a farlo desistere dal suo intento anticonservativo.
Nella circostanza è emerso che egli avesse, verosimilmente qualche ora prima, già provato a togliersi la vita con un’arma da fuoco; non risultando detentore di armi, specie al fine di togliere dalla sua disponibilità facile e letali strumenti di offesa, i militari hanno proceduto ad ispezionare l’abitazione, il che ha consentito, in effetti, di rinvenire e sequestrare una pistola calibro 22, con matricola abrasa con relativi proiettili.
I primi accertamenti sull’arma, oltre a sancirne la provenienza illecita, hanno ritenere ai militari che il presunto tentativo di suicidio con essa possa essere fallito in ragione di un suo malfunzionamento.
I militari hanno dovuto quindi procedere all’arresto dell’uomo, per detenzione di arma clandestina e ricettazione.
Peraltro, la scelta, condivisa con la competente Autorità Giudiziaria, di procedere all’arresto ed al trasferimento al carcere di Uta dell’uomo, paradossalmente costituisce una misura di tutela anche per la sua salute ed integrità fisica.
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