18 July, 2024
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Si è riunito oggi, nel palazzo della Regione, a Cagliari, il Tavolo partenariale finalizzato al reimpiego dei lavoratori del bacino ex Ati Ifras.

All’incontro hanno preso parte l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, coordinatore del Tavolo, insieme ai sindaci e agli amministratori dei Comuni coinvolti, ai responsabili degli enti e delle strutture regionali con specifiche competenze e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

Si è discusso in particolare dell’integrazione al reddito nel periodo in cui i lavoratori hanno percepito la Naspi, che subisce varie decurtazioni nel corso dei mesi, e del superamento attraverso la stipula di un accordo di prossimità della norma introdotta con il cosiddetto decreto “Dignità” che prevede una durata massima di 24 mesi per i contratti a tempo determinato.  

«Si rende necessario – ha dichiarato l’assessore Filippo Spanu – trovare una soluzione a questioni specifiche già affrontate in sede tecnica. Il tavolo partenariale sui temi dell’integrazione al reddito e dell’accordo di prossimità è chiamato a dare una risposta definitiva che arriverà nel giro di poche settimane. La sintesi finale sarà oggetto di una delibera della Giunta. Intanto si va delineando, anche grazie al bando del Consorzio del Parco Geominerario per 121 persone, il quadro delle assunzioni a tempo determinato. Il percorso è stato lungo e complesso ma vogliamo dare risposte, entro breve tempo, a tutti i lavoratori.»

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Dopo le recenti e fortunate performances musicali in Sardegna dell’artista cubano Beni Medina, l’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno di Cagliari, con slancio ed entusiasmo rafforza il sodalizio con le realtà creative del mondo latino, con una nuova tournée in Francia in collaborazione con la BM Productions MC e l’Associazione BOOM Latino.

Quattro giorni di concerti, incontri e scambi culturali, dal 27 al 30 settembre, che vedranno protagonista il gruppo “Beni Medina e Sol Latino”. Una formazione che da tempo lavora con passione e incessantemente sulle sonorità caraibiche, estrapolando e proponendo al pubblico il cuore di una cultura ricca di richiami storici, etnologici, religiosi e sociali per uno spaccato artistico di grande spessore e impatto comunicativo.

Ed è proprio la forza di una comunicazione (artistica ed umana) aperta e straordinariamente vulcanica, tipica del popolo cubano, che ha ispirato l’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno a mettere a punto, in sinergia con questi eclettici musicisti, un progetto multiculturale assolutamente inedito ed originale, previsto in Sardegna per l’estate 2019.

Si tratta di percorso artistico trasversale, orientato ad amalgamare in modo coerente e stimolante musica, pubblico, improvvisazioni, laboratori, dialogo tra popoli, danza, natura, ambiente: il tutto declinato in un work in progress sullo splendido scenario del litorale cagliaritano. 

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Via libera, in Conferenza di Servizi, riunitasi a Cagliari nella sede dell’Assessorato dell’Industria, all’Autorizzazione Unica per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 31 MWp nell’area industriale di Porto Torres. Con la conclusione dell’iter autorizzativo, avviato dall’Assessorato, si apre adesso la fase che porterà all’installazione delle opere all’interno di aree interamente di proprietà di società del gruppo ENI. Il cantiere dovrebbe essere aperto entro la fine dell’anno e i lavori, per un costo che si aggira sui 30 milioni di euro, garantiranno occupazione per circa un anno a 200 lavoratori della zona industriale del nord Sardegna.

«L’approvazione dell’intervento – afferma l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – è solo un piccolo ma importante tassello di tutti gli investimenti sull’energia previsti nel territorio e delle iniziative articolate di reindustrializzazione che l’Assessorato e la Giunta stanno portando avanti nell’area di Porto Torres. Dal completamento della Chimica Verde, sulla quale è in corso di definizione l’accordo con ENI, all’attuazione dei progetti relativi all’Area di crisi complessa che adesso andranno a confluire nell’Accordo di Programma Quadro, da definire con il Governo, e che potranno beneficiare dei vari strumenti di sostegno promossi a livello nazionale e regionale. In particolare, l’investimento fa parte del più generale Progetto Italia di ENI i cui obiettivi abbiamo condiviso, fin dall’inizio, in quanto pienamente coerenti con la nostra strategia energetica. Si è concluso, quindi, un percorso complesso che gli uffici del nostro Assessorato hanno seguito con molta attenzione con l’obiettivo di garantire un intervento importante per il territorio. L’investimento previsto – aggiunge l’assessore Maria Grazia Piras – mette insieme innovazione, tutela dell’ambiente e opportunità rilevanti per le imprese del settore energetico. Si tratta di un intervento che va ad aggiungersi a quello che si sta realizzando ad Assemini. L’obiettivo è di creare laboratori permanenti per lo sviluppo tecnologico in campo ambientale ed energetico e installare impianti molto avanzati come il CSP, Concentrated Solar Power. La Sardegna si conferma una delle prime regioni in Italia in tema di rinnovabili e si proietta sempre più a livello internazionale nel campo della ricerca applicata ai nuovi impianti. L’infrastruttura, inoltre, è sicuramente un valore aggiunto in termini di economia circolare, riduzione delle emissioni climalteranti e valorizzazione dell’area industriale.»

L’intervento di Porto Torres rientra perfettamente nel Piano Energetico Regionale, approvato dalla Giunta due anni fa, grazie al quale la Regione ha programmato e indirizzato gli interventi strategici in tema di energia. Una grande attenzione, nel PEARS, è rivolta alle rinnovabili, alla ricerca, all’efficientamento e alla riduzione di emissioni di CO2. La Commissione europea, per esempio, ha definito un modello innovativo a livello mondiale l’impianto solare termodinamico e fotovoltaico realizzato dalla Regione nell’area industriale di Ottana e inaugurato nel novembre scorso. L’opera sperimentale integra per la prima volta le tecnologie solari, il termodinamico e il fotovoltaico a concentrazione con nuove tecnologie. Il PEARS, inoltre, prevede interventi decisivi sul fronte dell’efficienza energetica: quasi 100 Comuni, infatti, hanno avviato, o stanno avviando, progetti sperimentali di reti intelligenti grazie al Bando Micro Grid (6,5 milioni di euro) per massimizzare l’autoconsumo di energia attraverso l’installazione di sistemi di accumulo; con un altro bando sulle Smart Grid (44 milioni di euro) si sta invece garantendo più efficienza energetica in numerose strutture pubbliche. Non meno importanti sono gli interventi sulla Mobilità elettrica, una scelta verde e di avanguardia che prevede la spesa di 15 milioni di euro per realizzare 650 stazioni di ricarica per le auto elettriche. Infine, nel PEARS trovano spazio anche gli interventi a Berchidda e Benetutti, titolari dell’intera rete elettrica, per sviluppare un nuovo modello energetico basato sulla sperimentazione e la realizzazione di reti intelligenti.

     

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Il presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, in veste di commissario straordinario del Governo per il recupero e riqualificazione del compendio di La Maddalena, si è recato questa mattina, assieme all’assessore della difesa dell’Ambiente Donatella Spano, al direttore generale Alessandro De Martini e al capo di gabinetto degli Enti Locali Gianluca Palla, a La Maddalena. Durante l’incontro con il sindaco, Luca Montella, è stata condivisa l’esigenza che il Governo nomini immediatamente il soggetto attuatore, indispensabile per far partire e dare operatività al processo di riqualificazione. Il confronto si è allargato alla composizione dell’Ufficio del Commissario, organo tecnico cui parteciperanno, è stato deciso, anche membri del Comune maddalenino.

«È stata una giornata di lavoro molto proficua. Come abbiamo detto fin da principio, vogliamo procedere in stretta collaborazione con la comunità locale, condividendo le azioni e concordando le modalità di realizzazione del piano specifico degli interventi e delle attività – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine delle riunioni e del sopralluogo all’Arsenale -. Quando siamo arrivati alla guida della Regione qui non solo era tutto bloccato, ma non si vedeva nessuna prospettiva di recupero né tantomeno di rilancio dopo i danni causati dallo scippo del G8. Da allora abbiamo lavorato molto, con grande determinazione, per restituire a questo territorio le opportunità cui ha diritto. Siamo riusciti a convincere due governi a seguirci nel ridare alla Sardegna e a La Maddalena la responsabilità diretta di impostare la rinascita di questo luogo – ha ricordato il Presidente -, ma ci sono ancora dei passaggi da fare. Ora a questo governo spetta individuare il soggetto attuatore, necessario per far partire i bandi e quindi trovare chi, concretamente, metterà in atto questo processo atteso da troppi anni. Continueremo a sollecitare – perché questi passi vengano fatti nel più breve tempo possibile. Firmeremo con il Sindaco un’intesa istituzionale e nell’ufficio del Commissario ci sarà un dirigente indicato dal Comune – ha concluso Francesco Pigliaru –, e questo, nel percorso di lavoro, contribuirà ad accelerare i tempi.»

Il percorso per restituire a La Maddalena le prospettive di sviluppo interrotte dal mancato G8, che prevede la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell’area dell’Arsenale – ex Area militare, attende infatti tale passaggio amministrativo, dopo la nomina effettuata dall’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, lo scorso 25 maggio, del presidente della Regione a commissario straordinario del Governo e la precedente dichiarazione, con atto del Consiglio dei ministri, dell’Arsenale di La Maddalena a Area di rilevante interesse nazionale.

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Scalda i motori il 9° Carbonia Film Festival con un’anteprima di rilievo nazionale a cavallo tra impegno civile ed intrattenimento di qualità. Appuntamento sabato 6 ottobre alla Fabbrica del Cinema, nella Grande miniera di Serbariu a Carbonia, con una mostra e un concerto che per la prima volta vengono proposti alla pubblico isolano. 

Il concerto. Grande attesa per il primo concerto in Sardegna dei Coma_Cose, duo milianese composto da Fausto Lama, già musicista e produttore, e Francesca alias California, voce e DJ. Attivi dal 2016, in poco tempo sono riusciti a farsi spazio nel panorama della musica italiana per la loro voce forte, riconoscibile, capace di raccontare questi tempi fragili, tra cinismo e malinconia. Muovendonsi tra rap e elettronica, i Coma_Cose hanno pubblicato quattro video nei primi mesi del 2017, prima di rilasciare “Inverno Ticinese”, un concept EP di tre tracce accompagnato dai rispettivi video-clip. In tour dallo scorso dicembre, a marzo di quest’anno hanno pubblicato il nuovo singolo “Post Concerto”. L’ultimo lavoro del duo porta la data del 22 maggio 2018, il titolo è “Nudo Integrale”. Tutta la loro produzione è pubblicata dall’etichetta Asian Fake. Sabato 6 ottobre a Carbonia si esibiranno, con ingresso gratuito, a partire dalle 22,30.

La mostra. Sempre in anteprima anche l’inaugurazione della mostra Exodos – rotte migratorie, storie di persone, arrivi, inclusione, una fotografica realizzata dall’Associazione Allievi del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” e dalla Regione Piemonte. Taglio del nastro alle 18 negli spazi espositivi della Fabbrica del Cinema, insieme al curatore Claudio Zingarelli. 

Il percorso di Exodos racconta le origini e le cause delle migrazioni contemporanee verso l’Europa, le difficoltà del viaggio, la concretizzazione di una speranza e di un sogno nel territorio italiano. Un racconto che segue le storie e i drammi personali di chi, dalla propria terra, intraprende il cammino verso un mondo migliore. 

L’itinerario espositivo concentra l’attenzione sulle fasi più critiche di questi viaggi: il mare, trampolino e naufragio verso il miraggio di un nuovo mondo; la strada, attraverso i campi, i fiumi, le lande desolate delle terre di nessuno; l’arrivo davanti alle barriere, fatte di reti, muri, confini; i campi, luoghi di attesa, di riposo, di speranza, di paura; incontri tra le società, i turisti ed i migranti.

Il festival. La nona edizione del Carbonia Film Festival è in programma dal 9 al 14 ottobre 2018. Nato nel 1999 come Mediterraneo Film Festival, nel 2016 l’evento cambia nome e diventa Carbonia Film Festival. A cadenza biennale, il CFF si svolge nell’omonima città del sud ovest della Sardegna e ospita sezioni competitive internazionali dedicate a lungometraggi e cortometraggi, eventi speciali, mostre, concerti, masterclass. Il Festival è una delle attività principali della Fabbrica del Cinema, un progetto promosso dalla Società Umanitaria e dal CSC di Carbonia, che da sempre mette al centro la formazione dei giovani alla memoria storica e alla valorizzazione del patrimonio audiovisivo del territorio e, contemporaneamente, l’educazione alle nuove forme cinematografiche, sia documentarie che di finzione. Il progetto Fabbrica del Cinema si è ulteriormente rafforzato nel 2017 grazie ad un finanziamento regionale volto all’attivazione nel territorio di un polo capace di sostenere la filiera audiovisiva.

La conferenza stampa. La presentazione del cartellone completo del Carbonia Film Festival si terrà mercoledì 3 ottobre, durante una conferenza stampa in programma a Cagliari alle ore 11.00, nella sala riunioni al secondo piano dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, in viale Trieste, 186.

 Carbonia Film Festival è diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via e organizzato da: Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema e Cineteca Sarda; insieme a: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Carbonia; e con il sostegno di: Fondazione Sardegna Film Commission.

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A Iglesias, sono stati completati gli urgenti interventi di messa in sicurezza del campo polifunzionale Ceramica, che riapre i battenti grazie all’azione promossa dall’Amministrazione comunale in sinergia con la provincia del Sud Sardegna che ha finanziato i lavori.
Il percorso che ha portato alla riapertura dell’impianto è stato seguito e costantemente monitorato dall’assessore comunale dello sport Claudia Sanna e dal sindaco Mauro Usai, con il supporto delle società sportive e dei loro atleti, ai quali l’Amministrazione guidata da Mauro Usai, ha rivolto il suo ringraziamento.

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Un summit così importante con il top della sanità italiana non si vedeva dagli anni ’80, quando con la 833/78 nasceva il Servizio sanitario nazionale: e già questo è indicativo dell’importanza di questo momento storico per l’Ssn. Un evento che ha richiamato l’attenzione di ben due ministri – quello della sanità Giulia Grillo e quello degli affari regionali Erika Stefani, che è intervenuta di persona – a dimostrazione dell’importanza di questo summit che per due giorni ha visto tavole rotonde su temi che hanno affrontato nuovi modelli tra il finanziamento del sistema e la crescita economica, i problemi e le soluzioni delle liste di attesa nei sistemi europei, la gestione della cronicità, governare il cambiamento, l’autonomia delle regioni e la scelta dell’innovazione terapeutica, le modalità del circolo di benchmarking. Presente il Gotha della sanità italiana, rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, della sanità italiana, i dirigenti responsabili di importanti centri di studio e delle principali società medico-scientifiche, nonché delle associazioni di categoria e dei pazienti. E al meeting di motore Sanità sono state gettate le basi del nuovo cambiamento, dell’indispensabile intervento di manutenzione di cui oggi, a quarant’anni dalla sua istituzione, il Servizio sanitario nazionale ha bisogno. E proprio dal summit di Motore Sanità sono uscite indicazioni e prese di posizione ufficiali che grazie alla sapiente regia del direttore generale della sanità della regione veneto Domenico Mantoan sono state raccolte in un ‘decalogo’. «Anche l’innovazione tecnologica e terapeutica non può prescindere dall’innovazione nella gestione dei pazienti – ha sottolineato Domenico Mantoan nelle sue conclusioni -. Il Veneto vuole perseguire queste sfide per i pazienti oncologici sviluppando un progetto di delocalizzazione delle terapie anche con il coinvolgimento dell’industria perché è responsabilità di tutti contribuire a questo cambiamento».

1 – La sanità italiana tra le prime quattro del mondo, ma è percepita malissimo

Tutti d’accordo che l’assistenza sanitaria in Italia è tra le migliori del mondo – addirittura l’ultima classifica di Bloomberg ‘Health Care Efficiency’ la colloca al 4° posto dopo Hong Kong, Singapore e Spagna – eppure la sanità in Italia è descritta male e percepita ancora peggio dai cittadini. Bisogna dire ai cittadini la verità, e cioè che abbiamo tutti dei diritti ma anche dei doveri.

2 – A 40 anni di età il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di ‘manutenzione’

Oggi ci sono problemi diversi da quelli del 1978, quando l’Ssn è nato, ed è quindi necessaria un’opera di ‘manutenzione’ che preveda di ridisegnare competenze, incarichi e che affronti problematiche 40 anni fa non prevedibili. O, comunque, non in questa misura, tipo la cronicità.

3 – Il numero dei professionisti è sottodimensionato

Abbiamo oggi carenza di professionisti – medici e non – perché li paghiamo troppo poco, sia a livello territoriale con zone del paese che vedono una carenza organica di medici, sia a livello ospedaliero. E molti preferiscono prendere altre strade.

4 – Modificare e aggiornare le competenze dei professionisti della salute

Abbiamo sentito Regioni, come il Trentino Alto Adige, che stanno partendo con un percorso di affidamento alle ostetriche delle gravidanze a basso rischio (che rappresentano più o meno il 90 per cento delle gravidanze) e si stanno organizzando sul territorio. Ecco quindi anche il problema di modificare i compiti delle diverse professioni sanitarie, valorizzando il personale tramite maggiori remunerazioni e nuove competenze. 

5 – Affrontare l’emergenza cronicità

E’ la vera emergenza cui dobbiamo far fronte immediatamente, in previsione del fatto che si trasformerà in un problema prioritario negli anni futuri, in una società che invecchia sempre più. Se una persona con patologia cronica è per definizione una persona affetta da una malattia di lunga durata, tendenzialmente lunga quanto la vita del soggetto, è chiaro che la cronicità è destinata ad assorbire progressivamente sempre maggiori risorse economiche, ma è anche l’oggetto di sempre maggiori ricerche che inevitabilmente svilupperanno, in una positiva ottimistica visione razionale, soluzioni tecnologiche sempre più avanzate ed efficaci. Bisogna quindi studiare subito, accanto a nuove forme di assistenza, percorsi che differenzino in maniera chiara urgenza e cronicità.

6 – Risolvere il problema delle liste di attesa

E’ un problema molto sentito, ma abbiamo dimostrato che in alcune regioni – come il Trentino Alto Adige o il Veneto – se ci si lavora con attenzione il problema della lista d’attesa si può risolvere: è indispensabile coinvolgere i pazienti e fargli comprendere che non si può avere tutto subito, che accanto ai diritti esistono anche dei doveri di precedenza terapeutica, che quindi va dato peso ad un diverso ‘indicatore di attesa’ nel ruolo del Servizio sanitario nazionale e di garanzia dei Lea. E’ altresì fondamentale agire sulla domanda attraverso politiche dell’appropriatezza clinico-prescrittiva e attraverso codici di priorità. Importante anche agire sull’offerta aumentando la capacità produttiva, attraverso l’estensione degli orari e dei giorni, con la creazione di percorsi di garanzia, con la presa in carico dei cronici da parte delle strutture senza che il paziente ritorni ogni volta al Cup. E, non ultimo, ipotizzare anche di aumentare i canali di prenotazione. Le esperienze europee ci insegnano che il problema non è solo economico ma anche di sistema ed organizzativo essendo il modello Beveridge più penalizzante del Bismarck.

7 – Necessarie modifiche a livello legislativo

Poiché, come detto, il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di ‘manutenzione’, è indispensabile prevedere quanto prima un decreto legislativo nazionale di modifica dell’attuale 502-517. Poiché lo Stato non riesce, per mille motivi, a farvi fronte, una serie di Regioni hanno cominciato a dire ‘noi ci arrangiamo da soli’. La cosa nuova di questo momento particolare è che tutti sono d’accordo su dove si devono mettere le mani (nessuno ha detto che questo non sia vero), ma ancora non su chi debba farlo. 

8 – Prevedere l’avvio della cosiddetta ‘autonomia differenziata’

La ministra Stefani ha detto che entro ottobre presenterà al parlamento il disegno di legge sull’autonomia ‘differenziata’: questo significa che le Regioni a statuto speciale, debbono passare attraverso un continuo confronto con lo Stato. E ha aggiunto: «Il mio ministero, che è un ministero ‘burocratico’, diventerà un ministero ‘dinamico’, e dovrò avviare una sezione che si occupi di autonomia differenziata. Oggi non esiste, quindi dovrò pensare a dirigenti e funzionari che capiscano cos’è l’autonomia ‘differenziata’ e parlare con amministrazioni regionali che a loro volta grazie a questa ‘autonomia differenziata’ portino a casa dei risultati che comunque devono garantire LEA in equità, perché stiamo parlando della sanità. Autonomia differenziata non significa che lo Stato viene messo da parte e che le regioni si organizzano ognuna come crede, ma che ognuna ha la possibilità di adeguare offerte e servizi secondo le proprie disponibilità ed esigenze».

9 – Coinvolgere i cittadini

Nel corso della Summer School è emerso in modo chiaro che è assolutamente indispensabile imparare a comunicare con i cittadini, a coinvolgerli e a far loro capire la responsabilizzazione necessaria per migliorare i servizi. E ormai una ‘consapevolezza dei tecnici’ quali noi siamo, e bisogna apprendere i meccanismi di una narrativa, da parte di chi rappresenta i cittadini, che ci consenta di comunicare con loro e di coinvolgere i cittadini.

10 – Intervenire sui fondi integrativi

In questo momento di ‘fragilità economica’ non è detto che i fondi integrativi debbano permanere così come sono oggi: in questo momento stanno (in gran parte) producendo una sorta di ‘consumismo sanitario’ e vanno assolutamente regolamentati. Il sistema sanitario è sottofinanziato e dato i dati del MEF per il finanziamento futuro è utile implementare ma normare i fondi integrativi e le mutualità sociali per arginare l’output of pocket.

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Lucidate il pelo e scaldate i muscoli dei vostri amici a quattro zampe: sabato 6 e domenica 7 ottobre, il boschetto di Uri ospiterà la seconda edizione di “Meticcio Expo”, esposizione cinofila amatoriale organizzata dal CSEN provinciale Olbia-Tempio, che passa in rassegna i cani meticci, rigorosamente senza pedigree, per eleggere il più bello, il più agile ed il più simpatico fra tutti.

La manifestazione, è sostenuta dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, ed è promossa dal Csen con il patrocinio gratuito del comune di Uri ed in collaborazione con l’Acsd Cultura e Sport, l’associazione Dna Randagio e l’Acsd Comunicanem.

L’evento avrà inizio sabato 6 ottobre alle 15, con la convalida delle iscrizioni e con le gare delle categorie Cuccioli (da 3 a 6 mesi) e Junior (da 7 a 12 mesi). La rassegna proseguirà il 7 ottobre, dalle ore 10.00, con i concorsi della categoria Adulti, che assegneranno i premi Bellezza, Mobilty e Simpatia. Dopo la pausa pranzo la manifestazione proseguirà con il “Best in Show” e l’assegnazione dei titoli di Mister Meticcio, Miss Meticcia e The Best (Premio Argon), ossia la proclamazione del miglior quattro zampe in assoluto.

Per poter partecipare al concorso, che sarà trasmesso in diretta streaming sui canali web di Directa Sport Live Tv e sulle pagine social Csen, è sufficiente compilare il modulo d’iscrizione disponibile sul sito web del Csen Sardegna, al link http://www.csensardegna.it/wp-content/uploads/2018/09/Modulo-Iscrizione-Meticcio-EXPO-II-edizione-1.pdf, e inviarlo, compilato in tutti i suoi campi, all’indirizzo di posta elettronica csenolbia@virgilio.it.

Durante il week end di Meticcio Expo 2018 sarà possibile partecipare a percorsi ludici educativi a “sei zampe”, tricks e dog dance, giochi di fiuto e attivazione mentale, attività informative e dimostrative sugli Interventi assistiti con gli animali, e sulla Paragility Dog; ci saranno inoltre stand informativi e di sensibilizzazione, con personale qualificato che fornirà consigli pratici su come gestire le problematiche della convivenza con il proprio cane.

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«Non esiste un’emergenza Febbre del Nilo, la situazione rientra nella normalità ed è costantemente monitorata su tutto il territorio regionale. Piuttosto, alla popolazione suggeriamo di attivare le più comuni norme di prevenzione per evitare di esporsi alle punture delle zanzare, in quanto gli interventi di disinfestazione non possono debellare del tutto larve e insetti adulti.»

Lo ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru, nel corso della conferenza stampa che questa mattina è servita a fare il punto dopo i tre casi di West Nile registrati quest’anno in Sardegna. Dello stesso tenore anche le dichiarazioni dei componenti l’Unità di crisi sulla West Nile Disease, che a turno e ciascuno per la propria competenza specifica hanno tratteggiato il quadro di un’estate atipica a causa della elevata piovosità e del persistere del caldo-umido di queste settimane.

Soltanto tre i casi segnalati sinora (tutti dall’ospedale San Martino di Oristano: due pazienti sono ancora sotto osservazione, uno è stato già dimesso) più una sacca di donazione di sangue che il 3 settembre è stata rilevata positiva (era di un donatore di Ghilarza). Vi è una chiara sovrapposizione dei casi riscontrati nell’uomo e negli animali selvatici: la provincia di Oristano è nettamente predominante sulle altre, seguita dalla Gallura orientale, ma nessuna provincia può dirsi esente dal rischio. Tra i principali vettori, infatti, figurano i volatili (cornacchie, passeriformi e alcuni rapaci) che possono spostarsi anche di parecchie decine di chilometri dal luogo in cui sono venuti a contatto con zanzare infette.

Dalla fine della primavera sino al sopraggiungere dell’autunno, gli enti preposti effettuano controlli serrati in tutta l’Isola. L’Unità di crisi viene convocata ogni qualvolta ci sia la segnalazione di un nuovo caso umano di West Nile. Le azioni attive riguardano soprattutto i focolai larvali, che quest’anno si sono moltiplicati esponenzialmente a causa dell’abbondanza di piogge.

La malattia non è contagiosa, hanno sottolineato più volte gli esperti durante la conferenza stampa. La trasmissione può avvenire soltanto in tre modi: con la puntura di una zanzara adulta infetta (cioè che ha contratto il virus da un animale a sua volta infetto, solitamente uccelli migratori che giungono da Paesi lontani) oppure attraverso la donazione di sangue o trapianti di organi di pazienti positivi. Quest’anno in Sardegna, per la prima volta dal 2011 (anno in cui si registrò il primo caso umano in Italia), è stata intercettata una sacca di donazione di sangue risultata positiva. A livello nazionale, invece, nel 2018 sono state trovate 56 sacche positive. Quest’anno il controllo delle sacche di sangue in Sardegna è stato esteso a tutto il mese di ottobre. Non esiste la possibilità di contrarre il virus attraverso le donazioni: tutte le sacche sono controllate.

La Sardegna è una regione endemica. Puntualmente, infatti, la West Nile compare non appena si moltiplicano le zanzare e quelle infette pungono gli animali selvatici. Il primo segnale dell’arrivo del virus nel territorio è dato dalla massiccia morte di uccelli e altri animali selvatici. Per i cavalli esiste un vaccino, efficace se somministrato nei tempi giusti. La quasi totalità dei cavalli presenti in Sardegna ormai si è immunizzata. Purtroppo, non esiste un analogo rimedio per l’uomo, dunque si deve puntare tutto sulla prevenzione e una corretta informazione. Va precisato che la Sardegna ha varato per prima, in Italia, il Piano regionale di monitoraggio e sorveglianza sulla Febbre del Nilo.

Alla conferenza stampa di oggi era presente anche il direttore dell’Anci Sardegna, Umberto Oppus. L’Associazione dei Comuni non solo ha partecipato all’ultima riunione dell’Unità di crisi, ma sta contribuendo in maniera fattiva a informare gli amministratori degli enti locali, in particolare coloro che operano in prima linea come i Comuni dell’Oristanese. Questo territorio, a causa della presenza di risaie, canali e stagni, è il più esposto, ma anche il Cagliaritano presenta vaste zone umide dove l’avifauna migratoria diventa più stanziale.

«I rimedi sono sempre gli stessi – commenta l’assessore Luigi Arru –. Evitare le punture delle zanzare attraverso l’uso di repellenti e l’installazione delle zanzariere tra le mura domestiche. Ma anche limitare al massimo il ristagno d’acqua nei giardini e nelle terrazze, persino nei sottovasi. Le disinfestazioni sono assicurate attraverso le Province. Ecco perché non bisogna generare allarmismo tra la popolazione. La percentuale di casi clinicamente rilevanti è molto bassa, e riguarda per lo più soggetti anziani o comunque esposti anche ad altre patologie, per vari motivi. Soltanto il 20% della popolazione che è venuta in contatto con il virus può manifestare sintomi febbrili, e appena lo 0,6% può mostrare sintomi neurologici. Numeri che fanno comprendere come sia del tutto fuorviante parlare di emergenza West Nile.»

 

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Anche quest’anno si rinnova l’antico rito della Madonna della Salute! Dal 29 settembre al 3 ottobre, Masainas accoglie i fedeli ed i turisti per 5 giorni di riti religiosi, festeggiamenti civili, cultura, escursioni buon cibo ed artigianato. Un programma articolato che vi farà scoprire le bellezze di queste splendido paesino del Sud Ovest della Sardegna. Negli anni l’evento si è arricchito, affiancando al rito religioso le celebrazioni civili, così i due giorni di solenne processione del simulacro della Vergine lungo le vie del paese, sono accompagnati da 5 serate di intrattenimento che alternano spettacoli culturali, folkloristici e musicali.
La manifestazione mantiene stretto il legame con il mondo agricolo e pastorale: l’invocazione della salute è rivolta alla Madonna perché porti benessere non solo alle persone ma anche agli animali, ai raccolti ed al territorio.

Programma:

Sabato 29 settembre 
Ore 10.00 – Masainas in Trenino. Escursioni in trenino tra medaus, vigneti e zone umide.
Ore 18.00 – Santa Messa
Ore 19.00 – Gara di Pesca Sportiva – 27ª edizione Trofeo Sampey – Spiaggia Is Solinas
Ore 21.00 – Gara Poetica dialettale sarda.
Si esibiranno Is Cantores: Roberto Zuncheddu, Marco Melis, Antonello Orrù e Luigi Zuncheddu.
Canto armonico “Basciu e Contra“: Luca Farci ed Angelo Secci.
Chitarra: Stefano Campus
La serata vedrà la sfida tra “iscantores” a suon di “mutetus”, l’esibizione canora in canto armonico sardo e per concludere la bellissima “Chitarrina”, canti sardi accompagnati da chitarra.

Domenica 30 settembre
Ore 8.00 – Santa Messa
Ore 10.30 – Santa Messa
Dalla mattina – Escursioni in Mountain bike e E Bike. Escursioni guidate per gli itinerari turistici a Masainas
Ore 17.30 – Santa Messa. A seguire processione solenne per le vie di Masainas accompagnata da Gruppi Folk provenienti da tutta la Sardegna e suonatori di launeddas.
Ore 21.30 – 2ª edizione – Serata Folk con esibizione sul palco dei gruppi folkloristici della Sardegna presenta Emanuele Garau.

Lunedì 1 ottobre
Ore 8.00 – 9.00 – 11.00 – 17.30 – Santa Messa
A seguire processione solenne per le vie di Masainas accompagnata da gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna e suonatori di launeddas
spettacolo pirotecnico realizzato dalla ditta Egidio Piano
Ore 22.00 – Spettacolo musicale in compagnia Maria Luisa Congiu.

Martedì 2 ottobre
Ore 10.30 – Santa Messa
Ore 18.00 – Santa Messa
Ore 21.45 – Ivana Spagna in concerto

Mercoledì 3 ottobre
Ore 16.00 – Elisabetta Viviani presenta: BaBy Fun (spettacoli per bambini)
Ore 18.00 – Santa Messa
Ore 21.30 – Balli e musica in Piazza con Dj Andrea.

Dal 29 settembre al 3 ottobre
Is Paradas: degustazione e cene tipiche con menù Sulcitani
Fiera artigianale ed agroalimentare per le vie principali del Paese
Servizio infopoint in via Roma 80
Mostra fotografica e di abiti sardi presso locale in via Roma 80.