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Penultima giornata, a Carloforte, per il festival Creuza de Mà. Dopo i due appuntamenti di questa mattina al Cinema “Mutua”, la serata propone alle 19.00 uno degli eventi più suggestivi e originali del festival: il concerto al tramonto alle Ciasette, un anfiteatro di roccia naturale che si affaccia sul mare, nei pressi del faro di Capo Sandalo (sulla punta estrema nord-occidentale dell’isola di San Pietro), e che si raggiunge a piedi percorrendo un piccolo sentiero scosceso: una Creuza de Mà, appunto. Protagonista il Quartetto Pessoa, ovvero Marco Quaranta e Rita Gucci ai violini, Achille Taddeo alla viola e Kyung Mi Lee al violoncello (reduci dal concerto della sera prima con il pianista Leandro Piccioni). Nato nel 1998, il complesso d’archi si impone per le scelte musicali che mirano all’accostamento dei generi più diversi, dalla grande letteratura classica per quartetto d’archi a contaminazioni con il jazz, il rock-blues, il tango, la musica klezmer e contemporanea. Insieme a Leandro Piccioni il Quartetto Pessoa ha inciso un cd con le “Cuatro Estaciones Porteñas” di Astor Piazzolla e brani da film dello stesso pianista, con la collaborazione di Peppe Servillo.
Al ritorno in paese, due film chiudono la penultima giornata del festival. Alle 21.00, al Cinema “Cavallera”, prosegue la serie di proiezioni dedicata alle registe italiane con “Tito e gli alieni”, diretto da Paola Randi, con la colonna sonora firmata da Giordano Corapi e il compianto Fausto Mesolella, il musicista casertano, membro storico degli Avion Travel, scomparso l’anno scorso. Commedia “lunare” sulla fine della vita, la solitudine e la morte, “Tito e gli alieni” ha per protagonista uno scienziato, impersonato da Valerio Mastandrea, che dopo aver perso la moglie, vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada, accanto all’Area 51. Dovrebbe lavorare a un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello Spazio. Un giorno gli arriva un messaggio da Napoli: suo fratello sta morendo e gli affida i suoi figli, Anita di sedici anni e Tito di sette. I due arrivano in America aspettandosi Las Vegas, ma si ritrovano invece in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo strano e misterioso dove si dice che vivano gli alieni.
Alle 23.00, infine, nel consueto spazio del Giardino di Note, ultimo film in visione per la retrospettiva sul ‘68 curata dal giornalista e critico musicale Enzo Gentile: “Zabriskie Point” pezzo storico dell’epoca (1970) firmato da Michelangelo Antonioni, ambientato tra Los Angeles e la Death Valley nell’era dei figli dei fiori e delle università in fermento.
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