Nella seduta svoltasi martedì 2 ottobre, il Consiglio comunale di Carbonia ha approvato lo studio della perimetrazione del Piano di Assetto Idrogeologico.
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Nella seduta svoltasi martedì 2 ottobre, il Consiglio comunale di Carbonia ha approvato lo studio della perimetrazione del Piano di Assetto Idrogeologico, ai sensi dell’art. 8 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.A.I., nel territorio comunale di Carbonia, alla scala dello strumento urbanistico vigente (PUC adeguato al PPR). «Uno strumento in grado di studiare in modo completo il nostro territorio comunale, aiutandoci a comprendere alcuni fenomeni idraulici, geologici, idrogeologici e geotecnici, e consentendoci, seppur in un secondo tempo, di mitigare i rischi ad essi connessi – ha commentato il sindaco Paola Massidda -. Un piano della cui importanza ci si rende conto soprattutto alla luce delle recenti alluvioni che hanno colpito varie zone della Sardegna».
Pertanto, con l’approvazione del P.A.I. sono scattate le norme di salvaguardia a cui cittadini e tecnici dovranno attenersi, nelle more dell’approvazione definitiva da parte della Regione Autonoma della Sardegna – Direzione Generale Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna per Servizio Difesa del Suolo. I cittadini interessati possono prendere visione del piano, consultando la sezione posizionata sulla destra del sito Internet istituzionale, reperibile anche al seguente link: http://www.comune.carbonia.ci.it/urbiportal/Content/it_IT/11413.html
Lo studio di perimetrazione del P.A.I. è stato coordinato a livello comunale dai due assessorati competenti: Urbanistica e Ambiente, guidati rispettivamente da Luca Caschili e Gian Luca Lai.
Come ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Luca Caschili, «questo nuovo piano nasce a seguito di un incarico iniziato nel 2014 e porta a compimento un atto che valuta tutto il territorio comunale alla scala dello strumento urbanistico vigente. Si tratta di un punto di partenza, cui seguiranno altri studi necessari per dare esecuzione all’art. 37 del P.A.I., stabilendo in modo preciso dove si può agire, come e con quali costi, per limitare e mitigare la pericolosità e il rischio conseguente. Si tratta di uno strumento che aumenta la nostra consapevolezza, perché ci aiuta a riconoscere due temi che spesso sono stati disconosciuti: l’acqua e la geologia. Non a caso, in passato, erano stati tombati i rii, cancellati i canali di guardia, costruite strutture, fabbricati e abitazioni, dove esse non potevano essere edificate. Con l’approvazione del P.A.I. si stabiliscono dei vincoli in base al livello di pericolosità individuato, metodologie e norme chiare a cui i progettisti dovranno attenersi».
«Il nuovo piano comprende tutto il territorio comunale, che viene suddiviso in 9 bacini, di cui si studiano, nel dettaglio, gli attraversamenti fluviali. Sono stati definiti 4 livelli di pericolosità (idraulica e geologico-geotecnica) crescente da 1 a 4. Nelle zone di massima pericolosità – ha precisato l’assessore dell’Ambiente, Gian Luca Lai – molte opere non potranno essere realizzate.»
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