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Ai nastri di partenza domani, giovedì 1 novembre, la terza edizione di Transistor, il festival dedicato alle giovani generazioni ideato ed organizzato da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’associazione Cultarch e per l’edizione 2018 con “I libri aiutano a leggere il mondo”, la manifestazione letteraria promossa dall’associazione Malik, al Teatro La Vetreria di Pirri (con qualche incursione fuori sede) fino a domenica 4. Nuove generazioni e.mo.ti.con (memoria emotiva), il sottotitolo del festival, inserito nel cartellone di 10 Nodi – i festival d’autunno a Cagliari. Perché quest’anno il focus è sulla memoria delle emozioni, quattro giorni, sotto la direzione artistica di Mauro Mou, fitti di incontri, spettacoli, concerti, installazioni, laboratori, che a declinare il tema vedono impegnati i padroni di casa affiancati dai contributi di altre compagnie e associazioni di teatro e musica, e in cui sono coinvolti studenti, insegnanti, artisti, musicisti, architetti, creativi, esperti di social network.
Si comincia la mattina con Antonio Catalano, artista-artigiano che con i suo “Universi Sensibili” ha dato vita a un vero e proprio filone di ricerca tra teatro, poesia e arti visive. Dalle 10.00 alle 13.00, al Teatro La Vetreria, conduce “Piccoli diari sentimentali” – laboratorio di costruzione poetica per re-imparare a meravigliarsi!
Il percorso, ideato dallo stesso Catalano, è dedicato ai ragazzi dai 14 ai 26 anni ed è una sorta di “iniziazione” per “viaggiatori” (l’artista-artigiano piemontese ha viaggiato in tantissime parti d’Italia, è stato a Gerusalemme, in Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Portogallo, e più recentemente a Brasilia), desiderosi di dialogare con gli elementi della natura, di esplorarne la lingua e i sogni per imparare a conoscere meglio se stessi. Il progetto – firmato insieme a Catalano da Casa degli Alfieri (gruppo di artisti, di cui è tra i fondatori, che fa ricerca progettuale nel campo delle arti, con sede in provincia di Asti), Cada Die Teatro e Cultarch – vuole essere un invito ad ascoltare il cuore, ad abbandonarsi allo stupore di cui è piena la vita di ogni giorno, a considerare la fragilità non una debolezza ma una forza. Il laboratorio proseguirà, sempre dalle 10.00 alle 13.00, al Teatro La Vetreria, nelle giornate di venerdì 2 e sabato 3 novembre.
Francesca Sanna, illustratrice e designer sarda con base a Zurigo, sarà, sempre domani, giovedì 1, alle 21.00, al Teatro La Vetreria, al centro di Rhe Journey (Associazione Malik / Cada Die Teatro), l’inaugurazione della mostra delle illustrazioni tratte dal suo ultimo libro “Il Viaggio” (Emme Edizioni). In un momento in cui le cronache ci riportano quotidianamente al drammatico tema dell’immigrazione, nel libro “Il Viaggio” la storia è quella vissuta dal punto di vista di un bambino e della sua famiglia, costretti a fuggire dal loro paese a causa della guerra. Il racconto, portato avanti attraverso immagini e parole, non è ambientato in un determinato luogo o tempo, ma lascia aperta al lettore la possibilità di empatizzare con esso e magari chiedersi “Cosa farei io, se questa fosse la mia storia?”.
A seguire, il Colectivo Terron presenta Tierra Efimera – Une mise en scene de la matiére terra. Nato nel 2010 e formatosi in diversi luoghi del mondo (Cile, Barcellona, Francia) fino a stabilirsi a Grenoble nel 2013, il collettivo, che dal 2012 collabora con Amàco (Polo di educazione e ricerca per la costruzione in terra cruda), costruisce la propria sperimentazione interdisciplinare a partire dalla terra, fino a portarla in scena. Protagonisti di Tierra Efimera sono gli spagnoli Núria Àlvarez, architetto e attrice, e Miguel García Carabias, artista comico, che hanno curato anche la messa in scena di questa “drammaturgia” della terra. Tra architettura effimera e coreografia pittorica, nella performance, carica di lirismo creativo, la materia si rivela in diversi “stati”: proiettata, diffusa, accarezzata, cancellata, tracciata o distribuita sul retro di uno schermo. In Tierra Efimera si ricerca la fusione tra pittura e cinema, animazione e coreografia, il teatro d’ombra e il graphic design. Non è uno spettacolo narrativo, lo spettatore è libero di trovare la propria storia, di compiere un viaggio originale dove l’arte pittorica prende vita, in una vera e propria coreografia, per sorprendere, far ridere e sognare.