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«Un approfondimento urgente dell’Istituto Superiore di Sanità sugli eventuali rischi sanitari derivanti dall’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura.» Così l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano riassume la richiesta avanzata dalla Regione Sardegna, alla quale si è associata la Regione Basilicata, nella valutazione presentata ieri in commissione Ambiente, presieduta dalla stessa Donatella Spano, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
All’ordine del giorno della riunione dell’organo istruttorio della Conferenza delle Regioni che riunisce gli assessori dell’Ambiente di tutte le Regioni italiane e delle Province autonome, c’era la discussione dell’articolo 41 del decreto legge 28-09-2018 n. 109 (il cosiddetto decreto ‘Genova’), intitolato ‘Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione’, che ha suscitato diverse polemiche in questi giorni dopo la pubblicazione di alcuni articoli sulla stampa, secondo i quali la norma sancirebbe una sorta di ‘via libera’ allo spargimento di fanghi con presenze eccessive di idrocarburi e metalli pesanti. «La norma è stata inserita nel decreto Genova – spiega Donatella Spano – soprattutto per sbloccare l’emergenza creatasi in Lombardia dopo che il Tar, nel luglio scorso, ha dato ragione a 51 sindaci lombardi contrari alla nuova legge regionale che innalzava la soglia limite per gli idrocarburi presenti nei fanghi, col conseguente blocco delle aziende che trattano i fanghi».
Ma il caos normativo, dice ancora la presidente della Commissione ambiente, ha radici più antiche e «nasce principalmente dal fatto che la normativa nazionale è datata: infatti, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di depurazione, continuano a valere sostanzialmente i limiti dell’allegato I B del decreto legislativo 99 del 1992». Per questa ragione, appurata la natura emergenziale dell’articolo contenuto nel decreto Genova, «tutte le Regioni – spiega Donatella Spano – hanno concordato sull’improcrastinabilità di una revisione organica della normativa di settore: un’esigenza fatta presente anche al ministro dell’Ambiente Costa nello scorso luglio, in occasione della consegna del dossier delle Regioni con l’elencazione delle principali problematiche di carattere ambientale».
In sede di valutazione, nella Commissione ambiente è risultata maggioritaria la posizione formulata dalla Regione Toscana e condivisa dalle Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana e Calabria, favorevole al mantenimento dell’art. 41 in sede di conversione in legge del decreto Genova con un emendamento al testo che interviene sui limiti specifici riguardanti gli idrocarburi policiclici aromatici. Dalla Regione Sardegna invece è stata avanzata la richiesta di coinvolgimento dell’ISS, alla quale si è associata anche la Basilicata: «Siamo consapevoli – conclude l’assessore – che il problema della gestione dei fanghi sia urgente e richieda un’azione tempestiva a causa dei problemi che stanno sorgendo, ma, a nostro avviso, è pregiudiziale ed essenziale, acquisire preventivamente un parere aggiornato ISS, perché quello precedente del 14 marzo scorso era limitato ai soli parametri microbiologici e dunque non entra nel merito dei problemi attuali connessi agli spandimenti dei fanghi, particolarmente delicati viste le possibili conseguenze sulla salute animale e umana».