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Si sono concluse ieri tre operazioni subacquee condotte dai palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso i Nuclei S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Ancona, La Spezia e di Taranto, durante le quali sono stati neutralizzati un totale di 4.813 ordigni inesplosi.
L’intervento d’urgenza del Nucleo SDAI di Ancona è avvenuto a seguito della richiesta da parte della Prefettura di Verona ed ha permesso di rimuovere 141 ordigni esplosivi, rinvenuti ad una profondità di 45 metri, che sono stati consegnati all’8° Reggimento Genio Guastatori Folgore di Legnago che provvederà alla distruzione, secondo le consolidate tecniche adottate dall’Esercito Italiano.
All’Isola d’Elba lo SDAI della Spezia è intervenuto a seguito della richiesta da parte della Prefettura di Livorno, tesa a rimuovere 18 proiettili di grosso calibro, risalenti alla seconda guerra mondiale, dalle acque di Porto Azzurro e Capoliveri. Tali manufatti, rinvenuti da alcuni subacquei sportivi a profondità variabili tra i 10 e i 20 metri ed a soli 50 metri dalla costa, sono stati distrutti dai palombari al termine di 5 giorni di delicate operazioni subacquee, attraverso le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino.
Nel porto di Bari, di fronte alle zona di ormeggio delle navi da crociera e grandi navi veloci, si è conclusa oggi una lunga e complessa operazione svolta dagli uomini del Nucleo SDAI di Taranto. Una Ditta specializzata nelle attività di ricerca subacquea di ordigni esplosivi, ha identificato moltissimi residuati bellici per i quali la Prefettura di Brindisi ha disposto e coordinato numerosi interventi di bonifica d’urgenza condotti dai palombari del GOS. In sintesi sono stati effettuati 99 giorni di attività d’immersione che hanno consentito di rimuovere e distruggere un totale di 2.219 ordigni (proiettili di piccolo e medio calibro, granate, bombe a mano, inneschi esplosivi, ecc.), ripristinando così le condizioni di sicurezza del porto.
I Comandanti dei Nuclei SDAI tengono a raccomandare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare.
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal decreto del ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato un totale di 22.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1 gennaio 2018 sono già 27.732 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare le migliaia di proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.
Con una storia di 169 anni alle spalle, i Palombari rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.