25 November, 2024
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«L’ultima Finanziaria della giunta Pigliaru potrebbe essere definita in tanti modi: convenzionale, poco incisiva, senza una idea innovativa della Sardegna. Una Finanziaria senz’anima. In realtà, c’è anche un elemento positivo ed è, appunto, che sarà l’ultima. Perché la prossima sarà scritta da un’amministrazione diversa e che, ci auguriamo, possa essere Cinquestelle.»

Lo afferma Mario Puddu, candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione alle prossime elezioni di febbraio.

Per Mario Puddu «in realtà quella di Pigliaru e Paci è, soprattutto, una Finanziaria elettorale, cioè scritta con il preciso intento di gratificare le comunità amiche dei consiglieri di riferimento, e tutto questo a pochi mesi da elezioni regionali che si preannunciano drammatiche per il centrosinistra. Lasciando al Consiglio la disponibilità 22 milioni per finanziare nuove leggi, Pigliaru e Paci provano, infatti, ad ingraziarsi in extremis territori ed amministrazioni abbandonate da quattro anni al loro destino. Allo stesso modo hanno un forte sapore elettorale tutti i contributi per sport e cultura, utilizzabili da qui a febbraio per provare a ribaltare un destino già scritto. Tutto questo attivismo però non servirà».

 

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«Le ripercussioni che si avrebbero in Sardegna con l’applicazione dei parametri previsti dalla riorganizzazione delle sedi territoriali INPS non sarebbero certo funzionali al mantenimento di un efficiente servizio dell’Ente previdenziale nazionale in un contesto socioeconomico così provato come quello sardo e con peculiarità orografiche e demografiche che non sono minimamente comparabili con il resto del territorio nazionale.»

Lo dice la consigliera regionale Daniela Forma (Pd), dopo l’assemblea, presieduta dal presidente del Consiglio regionale, che si è tenuta oggi unitamente ai capigruppo, ai Sindaci dei comuni interessati dalla perdita della sede, ai sindacati, ai rappresentanti datoriali, ai comitati provinciali INPS e alla direttrice regionale dell’INPS.

«Bene ha fatto quindi il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau – aggiunge Daniela Forma – ad invitare tutti i soggetti maggiormente coinvolti da questa riorganizzazione per affrontare unitariamente queste settimane delicate nelle quali la Direzione regionale è chiamata a formulare una proposta organizzativa che tenga conto dei parametri indicati erga omnes dalla Direzione nazionale dell’INPS. Ritengo che in questa battaglia – conclude Daniela Forma – la Regione Sardegna non debba essere lasciata sola da un Governo nazionale che dovrebbe comprendere quanto sia differente il nostro contesto regionale rispetto al resto della Penisola e dovrebbe perorare le nostre rivendicazioni di mantenimento dei servizi dell’ente previdenziale nazionale:»

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Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, si sono recati questo pomeriggio a Capoterra, nei luoghi maggiormente colpiti dalle abbondanti piogge cadute nelle ultime ore. Accompagnati dal personale della Protezione civile regionale, che sta seguendo con una costante attività l’evoluzione dell’allerta meteo, si sono confrontati con il sindaco di Capoterra, Francesco Dessì, e con il Genio Civile per fare il punto sulla viabilità alternativa ed una prima verifica dei danni causati dal violento nubifragio che si è abbattuto soprattutto nel sud della Sardegna, portando alla chiusura di diverse vie di comunicazione tra le quali la strada statale 195 (tra Capoterra e Sarroch), interessata da diversi crolli e cedimenti, e la provinciale 91 Uta-Capoterra. Il Presidente ha inoltre voluto verificare con Anas l’efficienza del sistema di allerta e blocco viabilità: «Ad una prima ricognizione, il sistema pare avere funzionato – ha dichiarato Francesco Pigliaru -. La strada è stata bloccata prima che si verificassero crolli, garantendo la sicurezza degli automobilisti ed evitando conseguenze peggiori come quelle di 10 anni fa. Adesso pensiamo a porre riparo ai danni: siamo pronti a intervenire subito anche con risorse regionali, se necessario, proponendo un intervento con l’assestamento di bilancio in discussione in questi giorni».

Già stamattina il presidente Francesco Pigliaru si era recato in sala operativa della Protezione civile a Cagliari da dove ha seguito i primi sviluppi dell’emergenza. L’allerta meteo di codice rosso proseguirà fino alla mezzanotte di domani 11 ottobre.

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L’immediata sospensione del piano di decentramento territoriale delle sedi Inps e l’apertura di un tavolo di confronto con Ministero e Istituto di previdenza per ridiscutere la riorganizzazione dei servizi in Sardegna.

E’ la richiesta unanime di sindaci, sindacati, forze datoriali e comitati provinciali dell’INPS indirizzata al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e al direttore generale dell’INPS, Tito Boeri, al termine dell’incontro con i capigruppo del Consiglio regionale convocato dal presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, al quale ha preso parte anche la direttrice dell’Inps Sardegna Cristina Deidda.

Tutte le parti intervenute hanno ribadito la propria contrarietà al progetto di riorganizzazione degli uffici territoriali con la trasformazione in punti INPS di 8 agenzie (Isili-Senorbì, Tempio, Alghero, Ozieri, Ghilarza, Sorgono, Siniscola, Macomer) ed il possibile ridimensionamento di quelle di Assemini, Carbonia e Lanusei. Un’eventualità sempre più probabile visti i nuovi parametri per il mantenimento degli attuali presidi nel territori, introdotti dal Regolamento di attuazione del decentramento territoriale, emanato dall’INPS lo scorso 21 settembre. Un piano di riordino fondato su tre pilastri: la presenza di una popolazione residente superiore ai 60mila abitanti (attualmente sono 28mila); una pianta organica di almeno 10 dipendenti; la possibilità, per almeno il 60% della popolazione, di raggiungere una struttura INPS della stessa provincia in meno di mezzora partendo dal comune di residenza con un mezzo proprio. La permanenza di un’agenzia dell’Istituto nel territorio, secondo le indicazioni della Direzione generale dell’INPS, sarà condizionata dalla presenza di almeno due delle tre condizioni.   

«Si tratta di parametri impossibili da rispettare considerata l’orografia della Sardegna, le condizioni socio-economiche e le difficoltà nei trasporti – hanno detto in coro sindaci, rappresentanti sindacali ed esponenti delle organizzazioni imprenditoriali – se non si cambieranno i criteri le sedi INPS saranno chiuse.»

«Questa riforma così strutturata è inadeguata per la Sardegna – ha affermato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau – i presunti risparmi non riuscirebbero a coprire l’aumento dei costi sociali che potrebbero triplicare. E’ arrivato il momento di fare sentire la voce forte della Regione.»

Preoccupazioni condivise da tutti i capigruppo e dalla direttrice regionale dell’INPS, Cristina Deidda. «Come INPS Sardegna abbiamo da subito rappresentato alla Direzione generale le difficoltà di applicazione di alcuni parametri al territorio sardo, a meno che non si decida di ridurre di oltre il 50% i servizi nei territori – ha detto Cristina Deidda – alcune agenzie, per carenza di personale, si trovano già in forte difficoltà, è dovere dell’INPS garantire il servizio ai cittadini. La Direzione regionale non è nelle condizioni di poter applicare quei parametri. Non si può chiudere nemmeno un’agenzia. Manifesteremo l’esigenza di mantenere la situazione attuale e chiederemo risorse per migliorare i servizi».

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La commissione Urbanistica del Consiglio regionale presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha ascoltato l’assessore Cristiano Erriu sul Dl 542 (Legge di semplificazione 2018), un provvedimento complesso e trasversale predisposto dagli assessorati dell’Industria e degli Affari generali nel quale sono confluite disposizioni provenienti da diversi altri settori dell’amministrazione regionale.

Per quanto concerne l’Urbanistica le nuove norme sono contenute nel Titolo IV e, in particolare, negli articoli dal 12 al 30.

«Si tratta – ha spiegato l’assessore Cristiano Erriu – di un intervento complessivo che ha la finalità di semplificare la legislazione regionale di settore, individuando anche procedure più snelle destinate a favorirne la migliore applicazione, agevolando il lavoro di uffici pubblici, categorie professionali e semplici cittadini.»

Rispetto al testo, l’assessore ha poi brevemente illustrato anche tre emendamenti della Giunta, relativi a disposizioni della recente legge urbanistica che il Consiglio ha deciso di rinviare in commissione. Le proposte riguardano l’autorizzazione unica di co-pianificazione che consente a tutti gli uffici interessati di esprimere i parere di competenza in una unica sessione, il sostegno economico agli Enti locali per esercitare poteri decentrati in materia paesaggistica, incentivi e strumenti ai Comuni per l’adeguamento dei Piani urbanistici (Puc) al Piano paesaggistico regionale (Ppr).

Con il supporto dei tecnici dell’assessorato, la commissione Urbanistica ha successivamente esaminato in dettaglio il contenuto degli articoli rinviando la valutazione finale al termine dell’esame della parte del testo che riguarda la materia ambientale. Su quest’ultima riferirà l’assessore Donatella Spano domattina alle 10.00.

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E’ emergenza maltempo in tutto il Sud Sardegna. La situazione più grave è, ancora una volta, quella che sta vivendo Capoterra, sul cui territorio si sono verificati diversi cedimenti, tra questi quello del ponte sul rio Santa Lucia lungo la statale 195 che collega la cittadina a Cagliari. Poco prima aveva ceduto la strada vicino al pontile della Rumianca, provocando una voragine che ha costretto la Polizia municipale a chiudere la statale all’altezza del ponte sulla Scafa. Sul posto da alcune ore stanno operando vigili del fuoco, carabinieri e Protezione civile.

In meno di 24 ore, a Capoterra sono caduti 250 millimetri di acqua, le metà di quella normalmente registrata in un anno. Situazione critica anche nel Sarrabus-Gerrei, dove si sono recati vigili del fuoco da altre province. Molti sindaci hanno disposto la chiusura delle scuole per la giornata di domani, tra questi i sindaci di Cagliari, Sestu, Carbonia, Decimoputzu, Maracalagonis, San Giovanni Suergiu e Villasimius. A Cagliari sono state sospese fino alle 6.00 del mattino di venerdì 12 tutte le attività dell’Università: lezioni, esami, laboratori, lauree, segreterie e biblioteche.

La Regione, a causa dell’allerta per condizioni meteorologiche avverse, ha disposto, con una nota dell’assessore del Personale Filippo Spanu, la chiusura degli uffici regionali di Cagliari nelle giornate di oggi pomeriggio e domani ad eccezione di quelli che erogano servizi essenziali. La nota è stata emanata dopo aver preso atto dell’ordinanza emessa dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda che ha disposto la chiusura degli uffici pubblici del capoluogo.

Per gli uffici regionali situati nelle diverse sedi periferiche i direttori generali dovranno verificare l’esistenza di analoghe ordinanze emanate dai Sindaci competenti al fine di disporne la relativa chiusura.

Domani, giovedì 11 ottobre, anche gli uffici del Consiglio regionale rimarranno chiusi a seguito dell’ordinanza del sindaco di Cagliari che ha disposto la chiusura di uffici pubblici e scuole per le avverse condizioni meteo.

 

 

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Una manovra finanziaria da 8 miliardi e 200 milioni di euro che mette al centro le famiglie, progetta lo sviluppo per creare occupazione, azzera totalmente il decennale debito della sanità, protegge le fasce più deboli con il Reis e investe fortemente sugli enti locali anche per rilanciare le zone interne e contrastare lo spopolamento. Il tutto tenendo le tasse più basse d’Italia, quelle per le imprese (Irap) e quelle sulla persona (Irpef). In una Sardegna che conta 40mila occupati in più rispetto al 2014, con il Pil cresciuto in media dell’1,2% all’anno fra 2015 e 2017, il tasso di disoccupazione sceso al 15,8% e settori in forte crescita come turismo, export e start up, l’ultima Finanziaria della Giunta Pigliaru vuole tirare la volata a una ripresa che i dati confermano sempre più stabile. Approvata ieri dalla Giunta, è stata presentata oggi a Villa Devoto dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore del Bilancio Raffaele Paci.

«Oggi presentiamo una Finanziaria di cui siamo davvero orgogliosi – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Una manovra da oltre 8 miliardi in cui inclusione e sviluppo sono le due parole chiave. I cambiamenti degli ultimi decenni hanno reso in fretta obsoleti molti lavori del passato e creato lentamente nuove opportunità. Noi abbiamo piena consapevolezza delle difficoltà del momento e del ruolo della politica e portiamo in Consiglio una manovra espansiva, di forte crescita, che mette al centro le famiglie e si occupa delle fasce più deboli. Per questo accompagniamo con politiche di inclusione chi si trova in posizione di fragilità e debolezza aumentando le risorse per le politiche sociali, confermando il Reis da 45 milioni – siamo una delle prime e poche regioni ad averlo introdotto – e le leggi di settore, e contemporaneamente incentiviamo lo sviluppo di nuove competenze investendo ulteriormente in tutta la filiera dell’istruzione, fino alla università e formazione professionale. La manovra, che azzera il debito della sanità con 600 milioni, mette anche solide basi per creare sviluppo e occupazione e per far crescere ancora la Sardegna: aiutiamo le imprese ad essere innovative, lavoriamo per riformare i Centri per l’impiego, rifinanziamo il Piano Lavoras e ci occupiamo dei territori e dello spopolamento. Inoltre rafforziamo gli interventi su infrastrutture, bonifiche, protezione del territorio, stanziamo 28 milioni sulla rete del gas metano. E poi finanziamo fortemente i Comuni non solo con il Fondo unico da 600 milioni ma anche con i 50 milioni per le situazioni di dissesto finanziario e i 75 della programmazione territoriale per le politiche antispopolamento nelle zone interne – conclude Francesco Pigliaru  garantiamo servizi ai cittadini e stipendi alle famiglie con 15 milioni alle Province.»

Tutti gli stanziamenti sono in aumento rispetto agli anni passati. Ecco il dettaglio: Istruzione e diritto allo studio 196 milioni (e ancora tanti investimenti su Iscol@ che conta già 1.200 cantieri, 3.000 posti di lavoro, 250 milioni spesi); Cultura e Sport 99 (con risorse in aumento del 36%); Turismo 80 (si punta soprattutto alla specializzazione dell’offerta con nuovi prodotti tematici anche per allungare la stagione turistica che mettono al centro identità e tradizione); Territorio ed edilizia abitativa 80 (oltre 30 milioni sono destinati a edilizia residenziale pubblica e locale e a piani di edilizia economico-popolare); Ambiente 664 (tutela delle foreste, infrastrutture verdi, piano dei rifiuti); Trasporti e mobilità 671 (95 solo per viabilità e infrastrutture stradali), Politiche sociali e famiglia 382 (incremento dei fondi per disabili, malati cronici e non autosufficienti); Salute 3.736 (riorganizzazione delle cure territoriali e attuazione della riforma della rete ospedaliera), Sviluppo economico, Competitività ed energia 189 (forti investimenti per esempio nelle aree di crisi di Sassari, Nuoro e Ogliastra), Politiche per il lavoro e formazione 182 (cantieri comunali con i 50 milioni di Lavoras e in generale potenziamento delle politiche per l’occupazione), Agricoltura e pesca 379 milioni (particolare sostegno all’ovicaprino e alle attività dell’Oilos, Organismo interprofessionale agricolo). 

«Abbiamo fatto tanto e tanto continuiamo a fare per le imprese (abbiamo 18 bandi per un totale di 255 milioni e tutte le tipologie di investimento), ci siamo occupati costantemente delle fasce più deboli e disagiate e continueremo a farlo (la politica sociale in Sardegna con 382 milioni è la più finanziata d’Italia), abbiamo creato un piano per il lavoro da 128 milioni senza precedenti per i disoccupati. Ora, con questa Finanziaria, vogliamo occuparci in particolare delle famiglie. Le famiglie del cosiddetto ceto medio, quello di cui mai nessuno si occupa perché appunto sta proprio nel mezzo. Abbiamo 40 milioni disponibili – annuncia l’assessore Raffaele Paci – non li abbiamo vincolati perché vogliamo fare scelte condivise con il Consiglio ma la nostra proposta è di destinarli alle famiglie, attraverso misure ancora da definire che possono spaziare da politiche fiscali a incentivi per la natività ad aiuti per la vita di tutti i giorni soprattutto quando ci sono figli a carico, non solo piccoli. Sono sicuro che il Consiglio, al quale lasciamo anche disponibili 22 milioni per il Fnol ovvero il fondo che serve a finanziare le nuove leggi, condividerà la nostra linea e insieme troveremo la miglior formula possibile. Intanto continuiamo a investire molto sulla programmazione territoriale, che stanzia 500 milioni e vede coinvolti il 100% dei Comuni che possono partecipare, con grande entusiasmo da parte dei sindaci che hanno imparato a fare rete e unire le forze per il bene del territorio: lasciamo finanziati tutti i progetti che abbiamo avviato, anche quelli che non riusciremo a chiudere. Infine, vorrei sottolineare un aspetto estremamente importante: rispetto a quando siamo arrivati abbiamo – con un duro, quotidiano lavoro – rimesso in ordine i conti pubblici, dimezzando i debiti e lasciando una situazione decisamente migliore di quella che abbiamo trovato. Non si può costruire una casa senza fondamenta solide – conclude Raffaele Paci -, e oggi la Regione può contare su una base molto più  affidabile per proseguire il suo operato.»

Grazie alla decisione di impugnare le ultime tre Finanziarie nazionali che prevedono un ulteriore incremento degli accantonamenti, quest’anno la Regione riuscirà a ridurre gli accantonamenti e pagare 535 milioni invece dei 684 previsti. Un risparmio che si aggira sui 500 milioni nel triennio 2017-2019. La Giunta è pronta a mettere in atto ogni sua ulteriore prerogativa per difendere i diritti dei sardi, dopo il silenzio dei Governi precedenti e dell’attuale che non hanno mai risposto alle richieste della Regione di riaprire una trattativa per raggiungere un nuovo accordo su durata e cifra. «Non abbiamo avuto risposte, silenzio assoluto – conferma Raffaele Paci -. Di certo, non resteremo a guardare». Al momento, dunque, lo Stato non solo non applica le sentenze della Corte Costituzionale sull’obbligo di trovare un’intesa politica fra le parti, ma ha di fatto unilateralmente modificato lo Statuto stabilendo nei fatti che nelle casse regionali debbano arrivare i 5 decimi e non più i 7 decimi dell’Irpef.

La Finanziaria sarà ora trasmessa al Consiglio regionale, discussa in terza commissione e poi messa all’ordine del giorno del Consiglio. Obiettivo della Giunta è approvarla entro l’anno.

 

 

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Il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile, visto il bollettino di criticità n. BCR/283/2018 del 10/10/2018, ha diffuso stamane un nuovo avviso di allerta per rischio idrogeologico con criticità elevata – allerta rossa- allarme – comunica, valido dalle ore 12.00 di oggi, mercoledì 10/10/2018, sino alle ore 23.59 di domani, giovedì 11/10/2018, nelle zone dell’Iglesiente, del Campidano e del Flumendosa-Flumineddu.

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Prosegue, a Nuoro, il progetto storico culturale denominato “Trincee profonde del ‘900”, promosso dal Comando Militare Esercito Sardegna, realizzato in collaborazione con Comitato Sardo Grandi Eventi, di concerto con Regione Autonoma Sardegna, Club modellismo storico Cagliari e Ufficio Scolastico Regionale Sardegna, per commemorare il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.

L’incontro con gli studenti della città di Nuoro, programmato per domani, giovedì 11 ottobre 2018, alle ore 10.00, presso la sala conferenze della Camera di Commercio, avrà inizio con l’introduzione e presentazione del progetto storico da parte del Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Divisione Giovanni Domenico Pintus, e proseguirà con l’intervento della professoressa Marina Moncelsi, che terrà una conferenza dal titolo “I nuoresi nella Grande Guerra”, e del professor Aldo Accardo, che intratterrà gli studenti sul tema “Gli intellettuali e la Grande Guerra: Attilio Deffenu”.

L’incontro sarà l’occasione per una riflessione storica a favore degli studenti degli Istituti Superiori di secondo grado della città di Nuoro e un momento per commemorare i tanti nuoresi che hanno partecipato al primo conflitto mondiale che hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di intimo attaccamento al dovere.

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha rassegnato al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, le proprie dimissioni dalla commissione d’inchiesta sulle vicende relative alle politiche industriali nell’area di Ottana.

Lo ha fatto con una lettera argomentata nella quale ricorda come – fin dall’insediamento della stessa Commissione, avvenuto a Luglio inoltrato – avesse rappresentato le sue perplessità sull’avvio dei lavori su un oggetto così complesso e delicato a pochi mesi dal termine della Legislatura.

«Ritengo che su Ottana, luogo simbolo del disagio e del disastro industriale delle zone interne – scrive Daniela Forma nella sua lettera di dimissioni – ci sia già stato troppo sciacallaggio e non ne meriti quindi di ulteriore in questa delicata fase elettorale. Il Consiglio regionale in tutti questi anni ha a più riprese sensibilizzato e responsabilizzato il Presidente e la Giunta regionale affinché dedicassero alle vicende di Ottana e di tutta la Sardegna Centrale un’attenzione particolare che si è da ultimo concretizzata nella costituzione di una cabina di regia unitaria e di importanti risorse che stiamo mettendo a disposizione del territorio, in sinergia con le rappresentanze istituzionali ed il parternariato socio-economico locale. Personalmente ho inoltre intrapreso una costante battaglia sulle questioni sanitarie e ambientali legate al sito in oggetto che, faticosamente, ho provato a portare avanti con serietà, lontano dalle scadenze elettorali.»

«Questo lungo percorso poteva essere, a mio avviso, rafforzato dai lavori – anche se tardivi – della nostra Commissione di Inchiesta su Ottana che, per il tramite di una relazione conclusiva, sentiti tutti i soggetti portatori di interesse e in grado di poter offrire un contributo informativo, avrebbe potuto colmare alcuni punti oscuri sulle vicende del sito industriale in oggetto. Ma la smania di far trapelare notizie ad impatto, peraltro anche datate e già conosciute, non credo sia funzionale alla causa e al lavoro di cui ci siamo fatti carico, specie in un momento in cui è già avviata la campagna elettorale per le prossime imminenti elezioni regionali. Pertanto – conclude Daniela Forma – ribadisco la mia indisponibilità a continuare a far parte della Commissione di inchiesta su Ottana.»