CNA Sardegna: «Giudizio positivo sulla Finanziaria, ma occorrono scelte più coraggiose a sostegno delle pmi».
[bing_translator]
E’ positivo il giudizio della Cna Sardegna sulla Finanziaria 2019-2021, ma – pur promuovendo l’impianto complessivo della manovra – l’associazione artigiana chiede alla Regione Sardegna scelte più coraggiose per sostenere il mondo della produzione ed in particolare le piccole imprese. E’ quanto è emerso questa mattina durante l’audizione dei vertici dell’associazione artigiana, il presidente regionale Pierpaolo Piras ed il segretario regionale Francesco Porcu, presso la Terza Commissione Bilancio del Consiglio regionale.
«La Cna ritiene necessario marcare la manovra finanziaria con un profilo più orientato a sostenere la crescita economica e la ripresa dell’occupazione stabile – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu – questa condizione è possibile solo se si rilanciano le attività produttive.»
Per questo, durante l’audizione i vertici dell’associazione hanno ribadito la richiesta di utilizzare e orientare le risorse “manovrabili”, circa 100 milioni di euro, verso investimenti ad alto impatto di sviluppo, che coinvolgano soprattutto le imprese locali. La Cna sarda propone in particolare di far confluire i 40 milioni di euro non impegnati dalla Giunta e i 50 milioni destinati ad incrementare LavoRas verso un piano a regia regionale per la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle scuole. «A questi – hanno spiegato i vertici CNA -, potrebbero aggiungersi 10 milioni stornati dagli incentivi occupazionali del Piano LavoRas, non utilizzati perché privi di “tiraggio”».
In particolare dalla Cna è arrivata, soprattutto, la richiesta di inserire nella manovra finanziaria un vero e proprio Piano 4.0 per le PMI sarde, cioè un pacchetto di misure appositamente pensate per favorire le piccole e medie imprese isolane e aiutarle a creare occupazione. Le misure proposte consistono in un rifinanziamento della legge sull’apprendistato e stanziamenti per sostenere le imprese nell’acquisizione di quei requisiti e certificazioni necessari per esercitare la loro attività e operare sul mercato, nonché per sostenere il processo di rafforzamento delle competenze degli imprenditori artigiani e delle loro maestranze.
«Tra le cause della crisi della minore impresa in Sardegna vi è il venir meno dei tradizionali strumenti di supporto – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu -: pensiamo alle leggi regionali di settore con il corollario di misure che le caratterizzava, sostituite da un processo di riconfigurazione degli strumenti che fin qui ha disatteso le promesse di assicurare equilibrio, pari opportunità e risorse congrue ai sistemi produttivi dell’imprenditoria minore.»
La Cna sarda ritiene che la manovra finanziaria 2019-2021 offra una ghiotta occasione, anche utilizzando l’importante lavoro compiuto dalla Commissione Speciale presieduta da Roberto Deriu, per mettere finalmente in campo «azioni e strumenti capaci di parlare al mondo delle piccole imprese, mitigandone il disagio ancora elevato, supportandone lo sforzo di qualificazione e crescita, in un mercato sempre più competitivo».
«Si possono, a nostro avviso, individuare misure concrete, immediatamente applicabili, dotandole di risorse certe immediatamente spendibili, capaci di offrire alle imprese un reale sostegno economico – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu illustrando alcuni provvedimenti che per l’associazione artigiana – sarebbero capaci di produrre effetti e incidere sui processi di rafforzamento delle competenze, facilitando il riposizionamento qualitativo e la crescita dimensione delle imprese artigiane sarde.»
Nel dettaglio la Cna sarda ha chiesto innanzitutto che venga rifinanziata con uno stanziamento di 2 milioni di euro all’anno la legge 12/2001 che prevede contributi in conto occupazione per l’assunzione di apprendisti. «Questa misura ha ben funzionato negli anni, sostenendo un istituto, l’apprendistato, che nel comparto è la prima e più importante via d’accesso al mondo del lavoro per i nostri giovani – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu –. Circa il 40% dei giovani che conseguono la qualifica vengono confermati in azienda e assunti a tempo indeterminato. Si tratta inoltre di un incentivo noto e apprezzato dalle imprese artigiane, al contrario del sistema di premialità sulle assunzioni previsto dal piano LavoRas che pur dotato di una ricca dotazione finanziaria, allo stato è ignorato dalle imprese».
L’associazione artigiana ha chiesto inoltre che siano previsti in Finanziaria uno stanziamento di 2 milioni di euro per le annualità 2019/20/21 per sostenere il processo di qualificazione e riposizionamento qualitativo delle imprese per l’acquisizione dei requisiti e delle certificazioni previste dalla legislazione per esercitare l’attività ed operare sul mercato, nonché uno stanziamento di un milione e mezzo, sempre per le annualità 2019/20/21, per sostenere il processo di rafforzamento delle competenze degli imprenditori artigiani e commerciali e delle loro maestranze.
Pierpaolo Piras e Francesco Porcu hanno inoltre espresso l’auspicio che nel confronto con lo Stato, sul tema degli accantonamenti, «si realizzi il più ampio fronte di unità e condivisione tra le forze politiche e sociali, condizione per affermare gli interessi della Sardegna a concorrere in maniera equa e non penalizzante al processo di risanamento dei conti pubblici nazionali».
NO COMMENTS