Cresce il fenomeno delle vendite online. Oggi 285mila sardi acquistano beni e servizi on line: 30mila in più rispetto al 2017.
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Sono 285mila i sardi che negli ultimi 12 mesi hanno acquistato on line, il 32,5% degli utenti internet della Sardegna. Cresciuti di 30mila unità, l’11,8% rispetto all’anno precedente, gli e-shoppers isolani occupano l’8a posizione nazionale.
Sono questi i dati salienti del rapporto su “E-commerce -Acquirenti on line in Sardegna”, analisi condotta dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat tra il 2017 e 2018.
Anche i dati nazionali confermano il trend isolano. L’analisi generale dice, infatti, che se da una parte il vincitore è il web, dall’altra il commercio tradizionale fatica. Nell’e-commerce, le vendite sono cresciute del 10,3% nell’ultimo anno e del 30% nell’ultimo triennio. Al contrario, il valore delle vendite al dettaglio ristagna, con una variazione del -0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con la tenuta della grande distribuzione (+0,8%) e il calo delle vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%)
«Tanti sono gli artigiani che offrono i propri beni e servizi on line – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – parliamo, per esempio, dei manufatti tipici e tradizionali, venduti sulle più importanti piattaforme di commercio, oppure dei prodotti agroalimentari che, attraverso dei piccoli portali, raggiungono qualunque tavola del Mondo, oppure ancora i servizi che le imprese digitali offrono a migliaia di clienti in ogni angolo del nostro Pianeta.»
«Dall’altra parte, purtroppo – aggiunge Antonio Matzutzi – ci sono le piccole attività commerciali e artigiane, quelle che troviamo sotto casa, che si trovano ad affrontare momenti estremamente difficili. Per questo continuiamo a ribadire come per le aziende sia fondamentale la presenza sul web: l’innovazione è una delle ricette vincenti per superare la difficile congiuntura. Gli artigiani hanno tanto da offrire in termini di qualità e di unicità dei prodotti e non devono limitarsi all’utenza locale: grazie al web i potenziali acquirenti sono moltissimi.»
«Certamente, con la vendita on line, ci sono anche tanti problemi da risolvere – conclude Antonio Matzutzi – parliamo, in particolare, del crescente peso assunto dalle megapiattaforme estere di intermediazione di beni e servizi, che necessitano, sempre di più di interventi sulla web tax, in relazione agli squilibri tra ricavi e prelievo fiscale.»
Le imprese sarde che vendono on line.
Buona anche la presenza delle imprese sarde che vendono prodotti on line: gli ultimi dati disponibili, del 2016, dicono come la Sardegna sia la quarta regione italiana attiva nel settore. Infatti, in quel periodo il 17% delle aziende sopra i 10 dipendenti ha venduto i propri beni e servizi sul web. La percentuale è cresciuta del 13,2% in soli 4 anni; solo nel 2012 appena il 3,8% delle attività produttive era attiva nel commercio elettronico. Le imprese che vendono via web nell’81,2% dei casi utilizza siti web o app dell’impresa, ma più di una su due (53,8%) utilizza piattaforme di eCommerce di terzi (emarketplace) o app utilizzati da più imprese.
Le criticità segnalate dalle aziende.
Nonostante questi buoni numeri, tra le imprese è ancora bassa propensione a effettuare vendite mediante il commercio elettronico. Tra le criticità segnalate tra quelle che vendono on line, il 20,2% denuncia i costi connessi all’avvio dell’e-commerce superiori ai benefici attesi. Inoltre, in un caso su dieci, pesano la logistica (10,8%), il quadro legislativo di riferimento (10,3%) e i problemi dei pagamenti online (9,1%). Le imprese che non hanno effettuato vendite via web nel corso dell’anno precedente – oltre a indicare l’inadeguatezza dei propri beni alla vendita via web (53,2%) – segnalano un ventaglio ampio di criticità: la logistica (trasporto, spedizione e consegna delle merci vendute via web) nel 29,4% dei casi, il rapporto costi/benefici nel 27,4%, i problemi relativi ai pagamenti online nel 21,9% dei casi, la sicurezza informatica e la protezione dei dati nel 18,5% dei casi e il quadro legislativo di riferimento nel 17,9% dei casi.
I prodotti acquistati.
La maggiore presenza di acquirenti online si riferisce a Viaggi e trasporti (40,9%) e Abiti e articoli sportivi (40,2%), seguiti da Informatica e tecnologia (31,5%), Articoli per la casa (30,5%), Libri, giornali, riviste (inclusi e-book), materiale per la formazione a distanza (28,5%) e Film, musica, biglietti per spettacoli (25,8%). Quote più contenute di acquirenti online per Servizi di telecomunicazione (10,8%) e Prodotti alimentari (8,6%).
Va peraltro segnalato che per i prodotti che maggiormente interessano l’offerta delle imprese artigiane si sono registrati i tassi di crescita a doppia cifra degli acquirenti online: quelli di Prodotti alimentari salgono del 31,9%, con una variazione di 1,3 punti della quota di 7,3% del 2015, gli acquirenti di Abbigliamento sono in aumento del 18,2% (+2,3 punti di quota), quelli di Articoli per la casa in aumento del 17,8% (+1,7 punti la quota).
Il valore delle transazioni on line (dato nazionale)
In parallelo alla crescita dell’e-commerce, sale il valore delle transazioni con carte di credito per operazioni con carte personali o familiari che nel 2017 ammonta a 55.318 milioni di euro e registra una crescita del 7,1% rispetto all’anno precedente, pari a 3.699 milioni in più.
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