Il governatore Pigliaru al congresso CGIL: «Il terreno comune è vasto, e ora più che mai dobbiamo enfatizzare i percorsi fatti e da fare insieme».
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Il governatore della Regione Sardegna Francesco Pigliaru è intervenuto stamane al congresso regionale della CGIL, nella sala convegni dell’aeroporto di Cagliari..
«Il terreno comune è vasto, e ora più che mai dobbiamo enfatizzare i percorsi fatti e da fare insieme – ha detto Francesco Pigliaru -. Aiutiamoci a capire meglio, ognuno per la sua parte, ma insieme, come ricostruire un punto di vista condiviso delle forze progressiste. È la condizione essenziale per ridare fiducia alle persone, per elaborare una visione che parli alla gente. Il centrosinistra in questi anni, a Roma come qui da noi, non ha saputo cogliere abbastanza le incertezze e le paure che si sono andate diffondendo a grande velocità, spinte da una crisi che si è rivelata ben più lunga e più pesante delle previsioni. Per questo noi, maggioranza e giunta, abbiamo lavorato per adeguare il programma iniziale, consapevoli che al necessario e urgente cammino di riforme, di modernizzazione, bisognava affiancare un’azione sociale importante, con politiche mirate all’inclusione», ha aggiunto Francesco Pigliaru, ricordando passaggi cruciali realizzati in corso di legislatura. Nella sua relazione ha citato alcuni dei percorsi intrapresi e delle azioni realizzate, dalle riforme di Sanità ed Enti locali – imprescindibili e complesse, fatte non pensando a perseguire interessi di parte ma il benessere collettivo e che iniziano ora a mostrare le ricadute positive, a bonifiche e industria, «e basti pensare a partite che sembravano definitivamente perse e invece sono state risolte come Igea e Alcoa», per andare avanti con i cantieri sbloccati di La Maddalena, le risorse specifiche per mitigare gli svantaggi dell’insularità ottenute attraverso il Patto per la Sardegna, la programmazione territoriale, la lotta «senza quartiere alla peste suina, tra i principali nemici dello sviluppo delle zone interne, piaga che nessuno in quarant’anni aveva avuto il coraggio di affrontare e che noi stiamo combattendo con successo crescente», il lavoro essenziale portato avanti sul fronte della Protezione civile, «oggi un sistema che è diventato un modello per le altre regioni d’Italia e non solo». Ancora, Francesco Pigliaru si è soffermato sulle politiche per il lavoro a partire da LavoRas, ricordando che la disoccupazione è calata dal 19 al 15,8% e quella giovanile dal 56 al 47%, sul Reis, il reddito di inclusione sociale che la Sardegna ha istituito prima in Italia «e che abbiamo irrobustito arrivando a raggiungere ben 20mila famiglie», sul diritto allo studio «per tutti, perché ora le borse di studio raggiungono il totale degli aventi diritto e sono molti più di prima, perché abbiamo ampliato la platea», e naturalmente su Iscol@ “il grande investimento sui nostri ragazzi, sulla nostra istruzione e sul loro futuro, che è il futuro della Sardegna. Poi l’agricoltura, con le terre date ai giovani, l’archeologia e, soprattutto, il metano, «su cui siamo riusciti ad andare finalmente avanti e che nessuno deve sognarsi di bloccare, perché significa poter dare alle famiglie e alle imprese sarde l’energia alle stesse condizioni degli altri. Abbiamo fatto molto, avremmo potuto certo fare di più e ancora meglio, tutti, ed è giusto che in un confronto come quello di oggi affrontiamo anche le reciproche criticità. Ma attraversiamo una stagione difficile e credo sia nostro dovere enfatizzare ciò che ci unisce – ha ribadito il Presidente -, ragionare uniti su come costruire e rilanciare una visione comune della nostra comunità di progressisti. La storia ci dice che quando si è di fronte a grandi crisi, a profondi cambiamenti, si è sempre ad un bivio: chiudersi, resistere, provare inutilmente a rendere il futuro uguale al passato, oppure impegnarsi per governare il cambiamento, far sì che produca i suoi frutti, le sue innovazioni, ma distribuendone i benefici in modo ampio ed equo. Questo è il ruolo della buona politica davanti ai grandi cambiamenti: creare istituzioni sociali che favoriscano il cambiamento diffondendone i benefici. In passato i progressisti lo hanno fatto inventando l’istruzione obbligatoria e lo stato sociale, istituzioni che hanno migliorato la vita di tutti noi. Ecco, oggi negli sconvolgimenti creati da globalizzazione e tecnologia, rischiamo di ignorare la lezione della storia. Oggi sta vincendo la chiusura, la reazione che vuole bloccare il cambiamento, non governarlo. Dobbiamo rispondere, e credo che in Sardegna il modo giusto per farlo, ora, sia essere consapevoli di ciò che in questi anni abbiamo portato a termine, chiederci se quanto credevamo fosse sufficiente nel 2014 lo è ancora oggi e aggiornare le nostre idee, il nostro programma. Ma farlo insieme, noi progressisti come comunità, come forza coesa, ora più di sempre chiamati a dimostrare di essere all’altezza del ruolo che la storia ci assegna. Il dibattito sull’ultima finanziaria è una grande occasione – ha concluso il presidente Pigliaru –, ci offre l’opportunità di andare insieme nella direzione giusta, quella dell’inclusione, condividendo azioni e scelte mirate al sostegno dei più deboli.»
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