18 July, 2024
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La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha approvato all’unanimità il Piano triennale dell’emigrazione 2018-2020.

Nella sua relazione l’assessore del Lavoro Virginia Mura ha illustrato la rimodulazione degli interventi effettuata dopo la presentazione preliminare del documento. Le modifiche riguardano in particolare i progetti per la promozione della cultura sarda nel mondo, con stanziamenti che passano da 90.000 a 150.000 euro, e la promozione del turismo, le cui risorse sono state incrementate da 90.000 a 140.000 euro.

«La rimodulazione – ha precisato Virginia Mura – ha consentito di sostenere in modo più incisivo i progetti di qualità più elevata, con maggiore capacità di essere portati a termine in tempi brevi.»

Assente l’assessore della Sanità Luigi Arru per impegni istituzionali fuori Regione, la commissione ha deciso di rinviare ad una seduta successiva i punti dell’ordine del giorno riguardanti la sanità.

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«Il recente accordo fra Regione ed Infratel apre prospettive nuove, e molto concrete, per i piccoli comuni della Sardegna.»

Lo ha dichiarato il consigliere di Art. 1 – Sdp Eugenio Lai secondo il quale «si tratta di un’intesa strategica per la Regione, che diventa la prima in Italia per la copertura del territorio con reti digitalizzate nelle aree rurali, e di un grande risultato raggiunto dalla maggioranza di centrosinistra che, con questo intervento, abbatte le distanze e l’isolamento dei piccoli centri, consentendo inoltre alle aziende che vi operano di accedere in modo competitivo ai mercati».

«Nei primi mesi dell’anno prossimo – ha aggiunto Eugenio Lai – i piccoli Comuni sardi compresi nel progetto riguardante le cosiddette aree a fallimento di mercato saranno dotate della nuova infrastruttura in fibra.»

«Ciò significa – ha concluso Eugenio Lai – che tutti i sardi, compresi quelli residenti nelle zone più marginali, avranno uguali diritti e parità di accesso alla banda larga, supporto tecnologico indispensabile per favorire la crescita delle nostre piccole comunità.»

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Alle prime luci dell’alba i carabinieri della stazione dei carabinieri di Cagliari San Bartolomeo, nel corso di una mirata attività investigativa antidroga del quartiere Sant’Elia, hanno arrestato in flagranza di reato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, una donna di 35 anni, P.M.T, ed il figlio 17enne convivente.

I carabinieri, su delega delle autorità ordinaria e minorile, hanno eseguito una perquisizione presso l’abitazione dei due arrestati, in via Schiavazzi 4C, dove hanno rinvenuto e sequestrato:

• 179,58 grammi di eroina, suddivisa in 9 ovuli e 116 involucri termosaldati;

• 15,24 grammi di cocaina, suddivisa in 2 involucri termosaldati;

• 592,38 grammi di hashish, suddivisa in 7 panetti;

• 125 euro in banconote di diverso taglio, presunto provento dell’attività illecita;

• 1 bilancino di precisione;

• 1 coltello del tipo “Opinel”;

• materiale vario per il confezionamento della sostanza stupefacente.

La donna, dopo le formalità di rito, è stata tradotta presso la casa circondariale di Uta, mentre il figlio minorenne è stato trasferito nell’Istituto di pena minorile di Quartucciu.

I sequestri di oggi sono l’esito di un attento monitoraggio di una delle aree più degradate di Cagliari, che vede ogni giorno i carabinieri impegnati in una costante attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti.

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Varato dalla Giunta regionale un programma di interventi per 1,9 milioni di euro per la difesa fitosanitaria delle sugherete.

«Proseguiamo il contrasto ai defogliatori della sughera, cioè Lymantria dispar e Malacosoma neustria, attraverso trattamenti aerei con prodotto biologico nel rispetto delle stesse piante – dice l’assessore dell’Ambiente, che mette in evidenza l’interesse economico legato all’estrazione del sughero -. Abbiamo sottolineato l’importanza della filiera del sughero anche in occasione di Eustafor, la conferenza internazionale dedicata alle politiche forestali in Europa, che abbiamo ospitato in Sardegna lo scorso maggio. Il programma di difesa fitosanitaria ha l’obiettivo di trattare circa 30 mila ettari, confermando l’impegno assunto già lo scorso anno, e di proseguire il monitoraggio su tutto territorio regionale».

Il soggetto attuatore sarà l’agenzia Agris Sardegna tramite il Servizio ricerca per la sughericoltura e silvicoltura e le superfici da trattare saranno. «Come lo scorso anno – conclude l’assessore Donatella Spano – proseguiranno le attività di ricerca per una migliore efficienza dei trattamenti con la sperimentazione di nuovi prodotti in grado di abbattere i costi e permettere un’alternanza nell’uso dei ceppi, così ridurre la possibilità di manifestazioni di resistenza al prodotto da parte delle popolazioni sarde di Lymantria».

La campagna di contrasto ai defogliatori della sughera condotta nel maggio 2018 ha interessato una superficie di 29mila ettari nei seguenti territori: Berchidda-Monti (4.400 ettari); altopiano di Abbasanta (2mila ettari); Area Goceano (4mila euttari); Alà dei Sardi (5.400 ettari); Nuoro-Orune (4.400 ettari); area Foresta Fiorentini (4.400 ettari); Buddusò-Bitti (4.400 ha). Le osservazioni effettuate sulla mortalità larvale hanno dato valori medi variabili da un minimo del 82 per cento nell’area di Berchidda Monti a un massimo dell’97,9 per cento nelle stazioni di Buddusò Bitti, riscontrando un risultato altamente soddisfacente.

 

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Una delibera approvata dalla Giunta regionale semplifica l’iter dei panificatori per ottenere il contrassegno regionale del “Pane fresco”. La delibera, proposta dell’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas, stabilisce che la richiesta all’uso del marchio dovrà essere inoltrata attraverso il SUAPE (Sportello Unico per le Attività Produttive e Edilizia), secondo la modulistica predisposta dall’Assessorato.

«Nelle scorse settimane – spiega Barbara Argiolas – i primi 76 produttori e rivenditori sono stati autorizzati all’utilizzo del contrassegno, ma abbiamo anche fatto tesoro delle osservazioni e delle richieste della categoria: con la delibera di oggi eliminiamo l’inoltro delle domande attraverso le Camere di Commercio, prevista dalle linee di attuazione della legge 4 del 2016. Era un passaggio burocratico che non favoriva lo snellimento dei tempi. In questi mesi abbiamo interloquito con le associazioni di categoria per trovare una soluzione che facilitasse la diffusione del contrassegno tra quanti hanno diritto a utilizzarlo. Entro pochi giorni, sarà disponibile il nuovo modulo, così che produttori e rivenditori di pane fresco potranno avere il marchio con pochi e rapidi passaggi.»

Contestualmente alle nuove modalità di rilascio del contrassegno, la delibera ha previsto che il “Manuale di identità visiva”, approvato dalla giunta il 10 gennaio scorso, sia suddiviso in due parti, una normativa ed una applicativa. «Anche questa modifica va nella direzione della semplificazione – sottolinea Barbara Argiolas – e fornisce tutte le indicazioni per il corretto utilizzo del contrassegno Pane fresco e le molteplici soluzioni di utilizzo a disposizione».

«Il contrassegno della Regione vuole tutelare dagli abusivi i produttori di pane fresco della Sardegna e aiutare i consumatori a trovare un prodotto sano, fresco e di qualità. Stiamo dando così piena attuazione alla legge n. 4 del 21 marzo 2016, con la quale la Regione ha normato e disciplinato in maniera organica l’attività di produzione e di vendita del pane, sostenendo e valorizzando l’intera filiera della Sardegna e delle sue tipologie tipiche, con l’obiettivo di modernizzare e rendere più efficiente un settore nel quale l’eccellenza dell’agroalimentare sardo si esprime in una molteplicità di produzioni tipiche conosciute anche al di fuori dell’isola. Infatti, il pane non è solo un alimento base del nostro mangiare, un pilastro dell’identità culturale delle comunità sarde e del nostro vivere quotidiano ma anche un motore di sviluppo sociale ed economico soprattutto nelle nostre zone interne, dove i panifici e le piccole attività artigianali e commerciali ricoprono il ruolo di autentici presidi del territorio.»

 

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, ha ripartito per l’anno 2018 un milione di euro a favore degli Enti gestori dei Centri antiviolenza delle Case di accoglienza, applicando gli stessi criteri utilizzati per il 2017. Il 70% delle risorse sarà destinato alle Case di accoglienza ed il restante 30% ai Centri antiviolenza. Per la prima volta la gestione dei centri assistenza del Medio Campidano e del Sulcis Iglesiente saranno direttamente gestiti dai PLUS di Sanluri e di Carbonia, accogliendo così le richieste dei due territori. In entrambi i casi verranno finanziati un Centro antiviolenza ed uno Sportello operativo ad esso collegato.

Con un’altra delibera sono stati ripartiti i fondi a destinazione vincolata provenienti dal Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, per un totale di circa 515mila euro per l’annualità 2015-2016: 177mila euro serviranno per l’istituzione di nuovi Centri antiviolenza e nuove case rifugio da individuare attraverso procedure di evidenza pubblica. Altri 338mila euro circa saranno così suddivisi: 33.196 euro quale finanziamento aggiuntivo agli interventi regionali già operativi, volti ad attuare azioni di assistenza e di sostegno alle vittime di violenza; 152.350 euro per il finanziamento dei Centri antiviolenza pubblici e privati già esistenti sul territorio regionale; 152.350 euro per il finanziamento delle case rifugio già esistenti. Inoltre, con riferimento alle somme sopraindicate ma non ancora utilizzate nel 2017, circa 77mila euro andranno ai Centri antiviolenza già esistenti e 10mila euro quale finanziamento aggiuntivo agli interventi regionali già operativi. Si potranno così adottare gli atti per individuare e finanziare i centri che ancora non sono parte della rete regionale ma che già svolgono la loro attività in diverse aree della Sardegna.

«A tutti gli enti che gestiscono le Case di accoglienza e i Centri antiviolenza della Sardegna – sottolinea l’assessore Luigi Arru – destineremo le risorse finanziarie previste nel ‘Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale’, pari a 384mila 800 euro: in questo caso privilegeremo, all’interno delle quattro azioni previste dal ministero della salute, l’implementazione della formazione e dell’autonomia abitativa e l’inserimento lavorativo, attraverso un Avviso pubblico a cura della Direzione generale delle Politiche Sociali, così da ripartire le risorse tra gli enti gestori interessati sulla base dei progetti che saranno presentati dalle Case di accoglienza e dai Centri antiviolenza.»

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Ieri mattina, nell’ambito del rafforzamento dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale di Cagliari, i carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Quartu Sant’Elena, impegnati in un normale servizio perlustrativo, mentre effettuavano un posto di controllo alla circolazione stradale in quel viale Marconi, hanno notato un’autovettura Opel Zafira che alla vista dei militari cambiava repentinamente corsia. Insospettiti dall’insolita manovra i carabinieri hanno proceduto prontamente a bloccare l’autovettura.
Durante le fasi dell’accertamento della genuinità dei documenti personali e del veicolo, è stato accertato che il conducente, identificato nel 40enne cagliaritano Manolo Secci, era sprovvisto di patente di guida perché revocata dalla Prefettura. Condotto in caserma per procedere al fermo amministrativo dell’auto, l’uomo ha palesato un atteggiamento strano, dimostrandosi intimorito ed ansioso per l’azione dei militari. A quel punto, i militari hanno deciso di approfondire il controllo anche nella considerazione del fatto che dalla banca dati era emerso che il soggetto era gravato da numerosi precedenti penali, tra cui alcuni specifici reati in materia di armi. Alla richiesta se avesse qualcosa da dichiarare prima di approfondire le ricerche all’interno dell’auto (smontargliela), l’uomo ha ammesso di avere qualcosa di illecito nel bagagliaio.
Enorme è stato lo stupore dei carabinieri quando dal bagagliaio sono emersi quattro scatoloni al cui interno erano custoditi ben 90 kg. di sostanza stupefacente tipo hashish, suddivisi in panetti da 500 grammi cadauno. Al termine degli accertamenti, il 40enne è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e su disposizione del Pubblico ministero della Procura della Repubblica di Cagliari è stato condotto presso il carcere di Uta.

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Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Roma, Viterbo e Varese, carabinieri della Compagnia di Carbonia, in collaborazione con i reparti territorialmente competenti, hanno eseguito 5 ordinanze di applicazione di misure cautelari personali emesse dalla DDA di Cagliari (GIP Dott. Casula; PM Dott. Pili) nei confronti di altrettanti soggetti pregiudicati, quattro italiani (di cui uno già detenuto per altra causa) ed un albanese, ritenuti responsabili di “associazione a delinquere finalizzata al traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope, da destinarsi allo spaccio anche a minori (art. 74 del D.P.R. 309/1990)”.

I provvedimenti scaturiscono dagli esiti dell’attività investigativa, convenzionalmente denominata “ICHNOS”, condotta da agosto 2017 a poco tempo fa dal Nucleo Operativo della Compagnia CC di Carbonia, che ha fatto emergere l’esistenza di un’articolata compagine criminosa operante in Sardegna, Lazio e Lombardia (collegata a più note organizzazioni criminali di livello azionale ed internazionale), per lo più dedita sistematicamente al traffico e spaccio di stupefacenti e che ha fatto girare decine di kg di stupefacente, fornito dai destinatari delle misure di cui trattasi.

L’attività investigativa, ha consentito di effettuare, nel corso del suo sviluppo, diversi arresti in flagranza di reato e di intercettare e/o sequestrare significativi quantitativi di stupefacenti, denaro e armi.

E’ in corso una conferenza stampa presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri di Cagliari per i dettagli dell’operazione.

 

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La straordinaria storia del quotidiano palermitano L’Ora, negli anni più intensi di denuncia della mafia, tra il 1954 e 1975, durante la direzione di Vittorio Nisticò, è stata raccontata dal regista Antonio Bellia, in un docufilm che, per la sua suggestione, ha raccolto unanimi consensi e la vittoria ai Nastri d’argento 2018.

Il docufilm verrà riproposto a Cagliari giovedì prossimo 29 novembre alla Cineteca Sarda, in Viale Trieste 126, nel corso di un evento formativo dal titolo “La corsa de l’Ora: informazione e mafia”, nell’ambito della formazione continua dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Interverranno Antonello Bellia (regista), Antonello Zanda (scrittore e critico), Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna), Celestino Tabasso (presidente Associazione Stampa Sarda). L’appuntamento è dalle 14.00 alle 17.00. Ai giornalisti partecipanti verranno assegnati tre crediti formativi.

Nato all’inizio del Novecento come progetto della famiglia Florio, il quotidiano L’Ora ha sempre conservato la sensibilità al progresso sociale e ai tentativi di trasformazione dei vecchi equilibri, non solo siciliani: decisamente di sinistra; difensore dell’autonomia siciliana come strumento di libertà e di progresso; strettamente legato alle ragioni della crescita civile di Palermo; sempre attento a quanto di nuovo maturava in Italia e nel resto del mondo.

Dopo una strenua lotta contro il fascismo (che riuscì per il periodo del regime a governare il quotidiano), L’Ora ritornò ad essere, nel dopoguerra, un importante riferimento culturale della sinistra. Divenne, nel 1954, di proprietà del Partito Comunista. Il direttore Vittorio Nisticò, per vent’anni fino al 1975, riuscì a farne un punto di riferimento contro il dilagare della Mafia in Sicilia. Posizione che costò al giornale e ai suoi giornalisti pesanti minacce mafiose, concretizzate il 19 ottobre del 1958, in un grave attentato, che non riuscì comunque a spegnerne la voce. Tuttavia, alle prese con una lunga crisi economica, il quotidiano cessò definitivamente le pubblicazioni nel maggio del 1992.

 

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E’ un pari positivo quello ottenuto ieri sera dal Cagliari, nel posticipo della 13ª giornata, contro il Torino. Una partita senza grandi squilli, che ha visto il Torino più vicino al goal, negatogli da alcuni grandi interventi di Alessio Cragno nel secondo tempo. Il tecnico rossoblu, Rolando Maran, comunque, è soddisfatto del risultato e, soprattutto, della prestazione della sua squadra che, una volta resasi conto delle difficoltà, l’ha gestita per conseguire quel pari che muove la classifica e porta la squadra a quota 15 punti, 4 punti avanti alla quota salvezza.

«E’ stata una partita strana, falsata dalle condizioni atmosferiche – ha detto a fine partita Rolando Maran -. Il Torino non ci ha fatto ragionare, ha attaccato i nostri punti di riferimento concedendoci poco palleggio. Non siamo riusciti a fare circolare la palla con velocità, altre volte abbiamo fatto meglio: però la squadra ha tenuto bene il campo, con caparbietà, senza sbagliare nulla, contro un avversario costruito per andare in Europa League. Penso che sia stata una prova di maturità, la crescita passa anche attraverso questi momenti·»

«Avevamo giocatori fuori da tempo, siamo stati squadra sino all’ultimo – ha aggiunto il tecnico rossoblu -. Mi è piaciuta la capacità di soffrire, abbiamo disputato una partita di sacrificio ma senza rinunciare a cercare di vincere. Vero che il Torino nella seconda parte di gara ha intensificato la pressione specie dopo l’ingresso di Zaza, però la partita è rimasta sempre in equilibrio ed anche noi ci siamo resi pericolosi col tiro di Daniele Dessena in pieno recupero. Non ci dobbiamo mai accontentare, poi alcune partite possono risultare più complicate di altre.»

Soddisfatto anche il presidente Tommaso Giulini.

«La squadra ha fatto una buona gara – ha detto il presidente rossoblu -. Abbiamo affrontato una compagine costruita per andare in Europa League come il Torino con una formazione rimaneggiata; i ragazzi erano scioccati per l’infortunio occorso a Castro ed anche le condizioni atmosferiche hanno condizionato l’andamento di una partita molto bloccata sul piano tattico. Ci siamo guadagnati il nostro punto con grande volontà.»