E’ stato presentato oggi il libro “Never Lose Hope. Mai perdere la Speranza” del generale di Corpo d’Armata (in quiescenza) Carmine Adinolfi.
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Nella sala di rappresentanza del Comando Legione Carabinieri Sardegna (via Sonnino – Cagliari), il generale Carmine Adinolfi, già comandante della medesima Legione dal 2007 al 2010, ha presentato oggi il suo nuovo libro di racconti il cui ricavato delle vendite andrà interamente devoluto alla Fondazione Città della Speranza, realtà veneta di eccellenza internazionale che si occupa di ricerca nella specialità medica di oncologia pediatrica (una parte andrà anche all’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari dell’Arma dei Carabinieri).
La presentazione è stata aperta dal ‘padrone di casa’, il generale di Divisione Giovanni Truglio (comandante della Legione Carabinieri Sardegna) che ha introdotto, oltre all’autore del libro, il dottor Gianni Filippini (storico giornalista dell’Unione Sarda), che ne ha curato la prefazione, e le dottoresse Stefania Fochesato e Lara Mussolin, rispettivamente referente e ricercatrice della Città della Speranza.
All’iniziativa, cui hanno aderito numerosi militari di ogni ordine e grado dell’Isola, hanno partecipato autorevoli rappresentanti del mondo della medicina e della cultura cagliaritana.
Il libro consta di sei racconti di fantasia ambientati negli Anni Cinquanta in un piccolo paese del Trentino, dove, in pochi mesi, una serie di particolari episodi turba la serenità della comunità locale, abituata ad una vita semplice e tranquilla, nella cui circostanza emergono dei personaggi depositari di una saggezza il cui contributo, con un approccio investigativo e un pizzico di ironia, porta alla conclusione dei ‘casi’.
Il generale Carmine Adinolfi, che non ha le pretese di definirsi uno scrittore nel senso letterario del termine, nel suo intervento ha sottolineato lo scopo benefico dell’iniziativa, ultima di una lunga serie iniziata nel 2015, quando, in qualità di vertice del Comando Interregionale Carabinieri “Pastrengo” (Padova), all’atto di una visita guidata alla sede della citata Fondazione, rimase fortemente colpito dall’unicità dei piccoli pazienti che ha avuto modo di incontrare e capì quanto importante potesse essere non tanto la ricerca in quanto tale ma il sostegno di cui ha sempre bisogno.