20 July, 2024
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Il comune di Carbonia ha pubblicato il bando finalizzato alla concessione delle agevolazioni tariffarie a carattere sociale per il Servizio Idrico Integrato, il “Bonus Idrico”, per l’annualità 2017.

«Si tratta di una misura importante di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito, che consiste in rimborsi tariffari a favore delle cosiddette “utenze deboli”, ossia nuclei familiari – residenti nel Comune di Carbonia – che versano in condizioni socioeconomiche disagiate» ha detto il sindaco Paola Massidda.

«Possono beneficiare dell’agevolazione le famiglie in possesso di una certificazione ISEE – in corso di validità – di importo inferiore o uguale a 20mila euro, e in possesso di fatture per il Servizio Idrico Integrato (Abbanoa), pagate o non pagate, inerenti al consumo maturato nell’anno 2017», ha specificato l’assessore dei Servizi sociali Loredana La Barbera.

La misura delle agevolazioni per gli utenti aventi i requisiti previsti non potrà superare gli importi massimi indicati: 60 euro per ogni componente del nucleo familiare, in presenza di un indicatore ISEE minore o uguale a 9mila euro; 40 euro per ogni componente del nucleo familiare, in presenza di un indicatore ISEE maggiore di 9mila euro e minore o uguale a 20mila euro.

La domanda di partecipazione al rimborso tariffario “Bonus Idrico” dovrà pervenire all’Ufficio Protocollo del Comune di Carbonia, sito in piazza Roma 1, oppure trasmessa all’indirizzo Pec comcarbonia@pec.comcarbonia.org entro e non oltre il 15 dicembre 2018.

La modulistica è disponibile presso:
1. la Portineria della sede dei Servizi Sociali, sita presso l’Ex Tribunale di via XVIII Dicembre, nei seguenti giorni e orari: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 13.00, il martedì pomeriggio dalle 15.30 alle 17.30;
2. gli uffici Circoscrizionali di Bacu Abis e Cortoghiana;
3. sul sito Internet del Comune di Carbonia, consultando il seguente link: http://www.comune.carbonia.ci.it/urbiportal/content/it_IT/11571.html .

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Un milione di euro sull’annualità 2018, che vanno ad aggiungersi ai 4 milioni già ripartiti nel triennio 2017-2019 per mettere in sicurezza o rendere agibili edifici di culto. E 3,5 milioni per i Comuni che hanno necessità di ampliare o costruire cimiteri che vanno ad aggiungersi ai 3,4 milioni già assegnati, permettendo così lo scorrimento della graduatorie in essere a favore dei comuni beneficiari. Gli stanziamenti sono stati deliberati ieri dalla Giunta a seguito di due proposte dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini. 

«Sono tante le richieste che continuano a pervenire da parte dei Comuni per interventi sugli edifici di culto e sui cimiteri – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici -. Con la prima delibera permettiamo lo scorrere della graduatoria ammettendo comuni inizialmente esclusi per insufficienza di risorse o integrando quelli che lo erano stati solo parzialmente. Fino a oggi sono 51 gli interventi finanziati, ma sono previsti altri fondi nella nuova finanziaria che andranno a scorrere ulteriormente le graduatoria.»

A proposito degli interventi sui cimiteri, l’assessore, aggiunge: «Complessivamente questa giunta ha finanziato ad oggi 43 interventi su cimiteri e sono previsti altri fondi nella nuova finanziaria che andranno a scorrere ulteriormente la graduatoria». 

Allegate le schede con tutti gli interventi previsti.

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«Per combattere la violenza di genere è necessario puntare sull’educazione dei giovani a partire dall’infanzia.»

Lo ha sostenuto ieri, a Cagliari, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis aprendo i lavori del seminario “Il rispetto dei diritti dei minori: un veicolo di contrasto alle diseguaglianze”, organizzato in occasione della Giornata mondiale dei diritti dei bambini e degli adolescenti.

«Solo rendendo già dalla più tenera età le persone consapevoli dei propri diritti ma anche dei doveri – ha aggiunto la Garante – è possibile formare un adulto consapevole e un buon cittadino».

Il seminario si inserisce tra gli eventi “Viva la libertà! Cagliari contro la violenza” programmati dalla commissione Pari opportunità del comune di Cagliari. Alla tavola rotonda hanno partecipato Stefania Bandinelli (avvocata), Michelina Masia (sociologa), Roberta Melis e Daniela Idili (docenti nella scuola dell’infanzia), Tiziana Puddu e Graziella Posadino (docenti nella scuola media), la regista Monica Zuncheddu e la pediatra Maria Francesca Vardeu che hanno portato le esperienze vissute nel loro impegno professionale con i minori. Il panorama emerso testimonia che in Sardegna si sono già raggiunti alti e positivi livelli di coinvolgimento nelle scuole facendo ben sperare per il futuro.

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Ancora raccontiamo la storia di Desirée.
Anche se, più che alla piccola Desirée, in questo momento l’attenzione corre al mondo sommerso che la sua vicenda ha rivelato. Una condizione che denunciamo con forza ormai da anni, con grandi evidenze e significativi risultati, come dimostrano i numerosi arresti e sequestri avvenuti e la crescente attenzione istituzionale sul tema.

Di cosa stiamo parlando? Della nuova e autentica “versione” della fine di Desirée. Quella che era una storia di abuso, consumata all’interno di un ghetto per disperati e migranti, si è trasformata in ciò che noi abbiamo sempre sostenuto: in una storia di pusher – italiani o stranieri – ma soprattutto nell’evidente connivenza tra “droghe di strada” e “droghe di Stato”: il business dell’azienda psichiatrica in Italia.

Tempo fa avevamo chiesto dove fosse Marco, quel ragazzo che distribuiva psicofarmaci ai tossicodipendenti perché – com’è noto tra i giovani che fanno uso di droga – gli psicofarmaci potenziano l’effetto delle sostanze.
Cosa significa questo?
Innanzitutto che il consumo degli psicofarmaci sia un consumo che viene indotto in questa fascia di popolazione. E poi che questi milioni di persone tossicodipendenti rappresentino un nuovo, enorme bacino per il marketing degli psicofarmaci.

I ragazzi, dunque, usano droghe esattamente come usano psicofarmaci.
Questo crea quella tristemente nota doppia dipendenza voluta e determinata dal sistema psichiatrico che, all’interno della filiera diagnostica, costruisce ragazzi fragili sin dalla tenera età. Attraverso un sistema di stigma che parte già dalle scuole elementari, passa attraverso l’adolescente cibernetico, per arrivare al giovano tossicodipendente che, qualora volesse mai uscire dalla sua dipendenza da stupefacenti, si troverà a dover affrontare anche quella da psicofarmaci, che però non gli è nota.
Il ragazzo sa che, per uscire dal consumo delle droghe, esistono alcune soluzioni (poche quelle buone); per uscire dagli psicofarmaci – proprio perché vengono erroneamente considerati farmaci – invece no. Rappresentano quella parte di dipendenza oscura che il ragazzo non sa affrontare o non sa di dover affrontare.

E la doppia dipendenza è esattamente ciò che si voleva ottenere, secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM). Un tossicodipendente, malato cronico e recidivante, con doppia diagnosi: legata all’uso delle droghe e legata ad una possibile patologia antecedente all’uso delle droghe stesse.
Ma è proprio questo a essere falso. Perché non sempre dietro la tossicodipendenza troviamo una patologia. È falso perché tutti i ragazzi arrivati da noi con una doppia diagnosi l’avevano ricevuta, in effetti, a seguito di una sindrome allucinatoria. Ma sappiamo bene come le sostanze psichedeliche inducano allucinazioni: è proprio quello lo scopo per cui i ragazzi le assumono!
Quindi, considerare una patologia mentale quella che è una reazione all’uso di una droga, è solo la logica che la Psichiatria ha voluto consolidare per creare un ulteriore bacino di utenza. Un bacino che è sempre ricompreso in quella filiera che citavamo prima e che li porta non nelle comunità per soli tossicodipendenti, ma nelle comunità per doppia diagnosi dove il tossicodipendente è costretto a continuare ad assumere psicofarmaci, imprigionato ancora e sempre nel gioco del grande Marketing.
La dolorosa storia di Desirée ha fatto conoscere una realtà fino a questo momento negata.

Dov’è allora, oggi, Marco? Marco è in prigione. Ma in prigione dovrebbero esserci anche le farmacie compiacenti che rilasciano psicofarmaci senza ricetta e le case farmaceutiche che cedono quintali di psicofarmaci a chi li vende online; dovrebbero esserci quei chimici che producono psicofarmaci “taroccati” la cui assunzione comporta enormi rischi sin dalla prima dose.

Finalmente oggi, anche se con dolore, si parla di questo.
Noi siamo parte di questa denuncia. Ma siamo anche parte della soluzione nel momento in cui siamo qui, coraggiosamente, a denunciare e accogliere le vittime di questo sistema anche attraverso il Programma Vivere Senza Psicofarmaci: perché si tratta – come abbiamo ribadito anche nei precedenti comunicati sull’argomento – di un unico business.

I Signori delle droghe, delle Case Farmaceutiche e i Signori della Guerra abitano tutti la stessa zona del mondo e si irradiano nelle altre zone sociali, alla ricerca di quei disperati che – a loro volta – cercheranno altri più disperati di loro, di qualunque colore essi siano, alimentando il marketing della follia, dell’abuso e della negazione dei Diritti.

Passeranno attraverso leggi e Governi, forti dell’aver legiferato.
Ma ci troveranno in ogni angolo del Palazzo, nella stampa libera, nella cultura, nella Scuola e sulla rete. Ci troveranno nelle Aule, pronti a contrastarli e vincerli.
A soffiare il vento forte dei Diritti irrinunciabili per tutti. Senza sosta.

Vincenza Palmieri

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Una firma per trasferire dalla Provincia alla Regione il Carmelo di Sassari in comodato d’uso per trent’anni e poter così procedere all’allestimento di quello che sarà, nello stabile pregiato dell’ex convento, un importante Museo per l’arte del Novecento e del Contemporaneo. L’accordo,  siglato questo pomeriggio nella sala della Provincia dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal commissario della Provincia Guido Sechi alla presenza del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, impegna la Regione a realizzare, gestire e assicurare il funzionamento del Museo nei locali dell’Ex Carmelo. 

L’iter era stato annunciato lo scorso 30 agosto, dallo stesso presidente Pigliaru in visita a Sassari al Padiglione Tavolara e all’Ex Carmelo. Dopo il recupero completo del Padiglione Tavolara, grazie alle risorse dedicate al completamento della ristrutturazione, alla manutenzione e la gestione, oggi si chiude l’altro, importante capitolo, per la vita culturale di Sassari e per la visione integrata della rete dei musei del nord ovest della Sardegna, relativo al Museo regionale per l’arte del Novecento e del contemporaneo.

Dopo la firma dell’accordo Francesco Pigliaru, Guido Sechi e Gianfranco Ganau hanno visitato, nell’ex Carmelo, la mostra dedicata a Maria Lai, in corso di allestimento, che sarà inaugurata domani. 

«Lo scorso agosto abbiamo preso un impegno e oggi siamo di nuovo qui per dire che lo abbiamo mantenuto, nel pieno rispetto dei termini che ci siamo dati – ha detto il presidente Francesco Pigliaru, che ha ringraziato i presenti e quanti, come loro e l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena hanno lavorato per raggiungere l’obiettivo -. Aprire un museo non è cosa semplice, abbiamo affrontato passaggi burocratici complicati ma ora, con la firma di questo accordo, siamo arrivati alla soluzione che permetterà di spendere i quasi 3 milioni che la Regione ha stanziato per fare del Carmelo lo straordinario contenitore d’arte che merita di essere – ha aggiunto il Presidente -. Il raggiungimento di questo obiettivo, insieme alla restituzione del Padiglione Tavolara, non solo è un grande risultato per Sassari e per la sua grande tradizione artistica, ma è anche il tassello cruciale di una rete metropolitana dei musei che vogliamo vedere realizzata in tempi brevi. Il nord ovest della Sardegna ha attrattori di altissimo livello, pensiamo alla cultura catalana di Alghero, al patrimonio archeologico di Porto Torres, alla ricchezza medioevale di Castelsardo – ha concluso Francesco Pigliaru -, eccellenze che possono essere valorizzate al meglio solo facendo rete». 

Con la disponibilità dell’Ex Carmelo, la Regione potrà avviare i lavori utili all’implementazione del polo museale sassarese. Per il museo del Novecento e del Contemporaneo sono previste risorse per 2 milioni 841mila euro, inoltre sono stati stanziati 200mila euro per il piano di gestione e quello di comunicazione. 

A seguito di apposito restauro, risanamento conservativo e rivisitazione degli impianti, l’ex struttura conventuale del Carmelo si avvia finalmente a diventare la sede del Museo per l’Arte del ‘900 e del Contemporaneo, destinato all’esposizione del “Fondo Biasi”, parte rilevante dell’opera del pittore sassarese Giuseppe Biasi. Gli interventi hanno riguardato anche il restauro delle opere pittoriche del pittore sassarese, che in Sardegna costituiscono la collezione pubblica più importante del primo ‘900. 

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Nascono in Sardegna i primi imput del giornalismo televisivo italiano. Un gruppetto di professionisti della Radio crea dal nulla un linguaggio completamente nuovo per parlare all’Italia del boom economico. “Quelli di via Teulada” (Graphofeel) scritto dall’autrice televisiva Daniela Attilini racconta l’evento che cambiò le abitudini degli italiani: la nascita del giornalismo televisivo, attraverso gli occhi di uno dei suoi protagonisti. Gianni Attilini, collaboratore di Radio Cagliari, approda alla Rai assieme a Tito Stagno. Con l’entusiasmo dei pionieri, quando ancora non esistono macchine digitali né repertorio girato, si ricercano in velocità le immagini più adatte e precise per commentare le parole dei giornalisti. Un’ avventura incredibile che narra alcuni degli eventi che hanno segnato la nostra società: dallo sbarco sulla Luna di Tito Stagno, al rapimento di Aldo Moro e le stragi delle Brigate Rosse, passando per i “dietro le quinte” della messa in onda del primo TG e molto altro, descritti con ricchezza di particolari, grande brio, e un pizzico di nostalgia. Con i contributi di Tito Stagno e Angela Buttiglione.

Daniela Attilini, è nata a Roma nel 1970. Autrice televisiva, è stata inviata e curatrice di programmi radiofonici per RadioUno e RadioDue. È tra i responsabili del programma di RaiUno “La vita in diretta”. Tra le sue pubblicazioni: Cuba l’Isola Sospesa (2002), Accendi la TV Sono le otto (2003), Il Ciuccio in Gola (2004), Cotone Nero (2006), Piatto Freddo (2009), La Vendetta Pret a Porter (2009).

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Il Circolo Soci Euralcoop presenta, nei locali di Piazza Marmilla, a Carbonia, venerdì 23 novembre, alle 21.00 “Facciamo finta che….” chistu è Pippinu, un omaggio a Peppino Impastato, il giovane attivista siciliano assassinato a Cinisi il 9 maggio 1978.

Dalla irriverente, sarcastica e geniale scelta di un brano “normalizzante e rassicurante” (che cantava Ombretta Colli) come sigla di Onda Pazza dalle frequenze antimafiose (o antimafiopoli) di Radio Aut, inizia un percorso intorno ai temi e alla figura di Peppino Impastato a 40 anni dal suo massacro che prende spunto dal libro “Peppino Impastato, un giullare contro la mafia” (edizioni Becco giallo), di cui vengono proiettate alcune tavole a fumetti e che si evolve con un percorso musicale declinato da Gerardo Ferrara (voce e percussioni) e dal maestro Tonino Macis (chitarra e mandoloncello) in cui si incrociano sonorità e canti “innestati” in una sorta di “ragionamento” sulle condizioni avverse e antidemocratiche che stiamo vivendo, oggi, nel nostro paese. 

“Facciamo finta che tutto va ben….”, perché la mafia è una stato d’animo, è uno stato dell’essere, è vivere in uno Stato comafioso.

Il lavoro è impreziosito da una testimonianza video su Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato di Cinisi, realizzata da Salvatore Bandinu dell’Ass. Antimafia Peppino Impastato di Cagliari.

“Facciamo finta che….” È una produzione Street Books e Circolo dei lettori Mieleamaro di Cagliari e di Radio Brada.

Il pubblico avrà inoltre la possibilità di visitare la Mostra fotografica “In Bianco e Colore” del fotografo Alessandro Spiga che sarà esposta nei locali del Circolo fino a sabato 1° dicembre.

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La Giunta regionale ha incrementato con un altro milione di euro i 2,5 milioni già stanziati per gli aiuti in conto interessi per operazioni di credito a breve termine (di durata fino a 12 mesi) destinati alle Piccole e Medie Imprese (PMI) operanti nel settore della produzione agricola primaria e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Rispetto al fondo iniziale, stanziato per le annualità 2016-2018, le nuove risorse interverranno sia per abbattere gli interessi sui prestiti di conduzione e sia, questa la novità, per abbattere i costi delle garanzie emesse dai confidi. Tale integrazione all’intervento originario è stata prevista per venire incontro alle difficoltà che le PMI interessate dal provvedimento hanno dovuto affrontare durante le calamità naturali intercorse negli anni 2017-2018.

«Abbiamo pensato di continuare a sostenere le nostre PMI, con adeguate misure di accesso al credito volte a favorire lo sviluppo e la competitività, poiché sono tutt’ora fortemente presenti alcune dinamiche negative originate dalla crisi economica che ha portato alla fase recessiva degli ultimi anni – ha detto Pier Luigi Caria -. Favorire l’accesso al credito per le attività di conduzione assicura un supporto importante per tali realtà produttive che purtroppo pagano alcuni gap strutturali di presenza sui mercati e numerosi cali di liquidità dovuti agli interventi di ristoro aziendale seguiti agli eventi calamitosi di queste ultime due stagioni.»

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La Regione, con tutte le sue amministrazioni, negli avvisi di mobilità per le figure professionali previste nei piani del fabbisogno per l’acquisizione del personale non dirigente, darà priorità al personale ex Esaf attualmente negli organici di Abbanoa. La società che gestisce il servizio idrico, dal canto suo, si impegna a rilasciare i relativi nulla osta alla cessione del contratto. Lo prevede l’intesa quadro sottoscritta dall’assessore del Personale Filippo Spanu e dal direttore generale Maria Giuseppina Medde con l’amministratore unico ed il direttore generale di Abbanoa, Abramo Garau e Sandro Murtas.

«Entro la fine del 2018 – ha detto l’assessore Filippo Spanu che ha fatto il punto della situazione con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – sarà pubblicato il bando per le procedure della mobilità alle quali parteciperanno i lavoratori ex Esaf. L’intesa è il frutto di un’azione orientata al raggiungimento di un obiettivo condiviso e per questo ringrazio l’amministratore unico di Abbanoa Abramo Garau.»

La Giunta, nel Piano del Fabbisogno dell’Amministrazione regionale approvato lo scorso mese di luglio, ha previsto il reclutamento con procedure di mobilità di 57 lavoratori ex Esaf.(9 per la categoria D, 43 per la C e 5 per la categoria B).

«I contingenti da destinare alla mobilità – ha spiegato l’assessore del Personale – saranno sicuramente ampliati nel prossimo Piano del Fabbisogno.»

Queste procedure rappresentano ulteriori fasi attuative dei processi di inquadramento del personale ex Esaf nelle amministrazioni del Sistema Regione in base alla legge 10 del 2005.

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Il 92% dei sardi dichiara di essere troppo stressato, sottoposto a un carico di pressioni, incombenze e preoccupazioni che riduce la qualità della vita e arriva molte volte a incidere negativamente sulla salute, il lavoro e le relazioni sociali.

È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare.

Le principali fonti di stress per gli abitanti della Sardegna sono le difficoltà economiche (78%) e il lavoro (63%). Seguono, in terza posizione, i problemi di salute (56%), ma anche la relazione con il partner (24%) e la gestione e l’educazione dei figli (20%).

Tra i disturbi correlati allo stress che più condizionano la vita dei sardi, l’eccessiva stanchezza, spesso generata da insonnia (69%), gli sbalzi d’umore (49%), la tensione muscolare (31%) e la tachicardia o l’emicrania (27%).

Come gestire, allora, tutto questo stress? In generale, per il 49% dei sardi, il rimedio principe è un’attività fisica regolare, ideale per scaricare la tensione e ritrovare il proprio equilibrio. Tra le discipline considerate più efficaci, il 52% si affiderebbe ad attività rilassanti come yoga, pilates e meditazione, mentre il 46% sceglierebbe la corsa e il 41% il nuoto.

Ma oltre allo sport, secondo gli abitanti della Sardegna è possibile combattere gli effetti negativi dello stress anche attraverso sedute di fisioterapia e massaggi (51%), l’alimentazione, ad esempio bevendo infusi e tisane rilassanti (47%), ma anche frequentando centri termali (32%).

Capitolo lavoro. Se l’attività lavorativa è fonte di stress secondo quasi due sardi su tre, la prima causa scatenante è l’insoddisfazione economica (58%), dovuta a una remunerazione insufficiente e comunque non in linea con le proprie aspettative, seguita dalla mancata realizzazione professionale (54%), che aumenta il senso di inadeguatezza e di insuccesso, e dalla carenza di tempo per sé (42%). Tra le altre fonti stress, i carichi e ritmi di lavoro spesso pressanti (41%), ma anche il clima competitivo all’interno dell’azienda (39%), che porta a vivere in modo non sereno l’ambiente di lavoro, e il pendolarismo (37%).

L’azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e mettere in campo misure di welfare per affrontare e gestire lo stress lavoro correlato. In cima ai desiderata dei sardi, la flessibilità oraria e lo smartworking (56%), che permettono una migliore conciliazione dei tempi e degli impegni lavorativi con quelli della vita privata. Il 39% vorrebbe poi che venisse messa a disposizione dei dipendenti un’apposita sala relax e un ulteriore 31% vorrebbe usufruire di un abbonamento a un centro fitness.

«La tutela della salute passa anche dalla gestione di tutti quei fattori, come lo stress, che sono sempre più parte integrante della quotidianità e, in dosi eccessive, possono condizionare in molti modi il benessere psicofisico delle persone – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo -. Insieme all’adozione, in generale, di uno stile di vita sano, che tutti possiamo impegnarci a mettere in pratica, anche il welfare aziendale ricopre un ruolo importante in questo senso. Anche perché, evidenzia la nostra ricerca, il lavoro è uno dei fattori di influenza sullo stato psicofisico. Per noi si tratta di un tema centrale: come Reale Mutua, infatti, siamo da sempre a fianco degli italiani e delle imprese con una serie di soluzioni, anche tecnologiche, per curare e tenere sotto controllo la propria salute e incentivare l’attività fisica.»