25 November, 2024
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«La Brexit per noi è, soprattutto, garantire i diritti dei cittadini, preservare la pace in Irlanda del Nord, salvaguardare i lavoratori e le aziende europee». Questo il messaggio del presidente Tajani sull’accordo raggiunto con il Regno Unito da parte dal capo negoziatore per la Brexit, Michel Barnier. 

«Crediamo fermamente nella democrazia e nella necessità di rispettare la decisione dei cittadini britannici. La strada da percorrere è ancora lunga, ma sono fiducioso che questo accordo possa porre le condizioni per un nuovo legame con il Regno Unito, che abbandona l’Unione Europea, non l’Europa», ha aggiunto Antonio Tajani a seguito della Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo, ai quali Barnier ha presentato i termini dell’accordo.

«Vorrei ringraziare Michel Barnier per il suo lavoro e per lo spirito costruttivo che ha caratterizzato le nostre relazioni. Tengo anche a sottolineare l’apporto essenziale del Gruppo direttivo sulla Brexit del Parlamento europeo.»

«L’accordo sembra rispettare le condizioni poste dal Parlamento europeo: il Regno Unito non potrà godere degli stessi benefici dei Paesi che restano nell’Unione e saranno tutelati pienamente gli interessi dei cittadini europei. E’ un’ulteriore dimostrazione della solidarietà e dell’unità d’intenti che caratterizzano gli Stati Membri dell’Ue.»

«Il Parlamento dovrà approvare l’accordo ed avrà, dunque, l’ultima parola. Continueremo a seguire da vicino tutti gli sviluppi per assicurarci che gli interessi di tutti i cittadini europei siano tutelati», ha concluso il presidente Antonio Tajani. 

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Venticinque consiglieri regionali del centrodestra hanno sottoscritto una mozione (primo firmatario Luigi Crisponi – Riformatori sardi) contro l’Anas sul contenzioso apertosi con i frontisti delle strade statali sulla materia relativa ai passi carrai e agli access ai poderi ed alle aziende agricole e commerciali disseminate lungo gli assi viari statali.

«Da qualche tempo – ha dichiarato Luigi Crisponi -, l’Anas sta immotivatamente inviando diffide e sanzioni a centinaia di utenti che hanno l’accesso ai propri terreni ubicati lungo le strade statali, dove si stanno aprendo centinaia di contenziosi che sono andati addirittura a colpire come accaduto lungo la SS 129 anche l’amministrazione comunale di Oliena in quanto proprietaria di strade vicinali che si innestano sulla strada statale  che nel loro sviluppo offrono accesso ad una infinita serie di  aziende agricole.»

Dal mondo delle campagne si son levate proteste per il metodo vessatorio seguito da Anas gravato dalla iniquità e dall’incomprensibile fermezza adottata nei confronti dei titolari dei passi carrai sottoposti alla ferma risoluzione dell’ente che richiede costi esorbitanti per sanzioni e ben cinque anni di canoni arretrati con importi rilevantissimi. Insomma i cittadini si ritrovano a dover pagare canoni esosi per accedere al proprio terreno senza avere alcun tipo di contropartita in termini di manutenzioni o sicurezza da parte di Anas.

«Per assurdo – ha aggiunto Luigi Crisponi -, i sistemi di calcolo delle concessioni sono stabilite in modo discrezionale dall’Ente stradale in base  a tabelle e a coefficienti di calcolo incoerenti per applicazione e per ammontare. Ancor più grave è la minaccia di impedire gli accessi con l’apposizione di barriere senza che sia prima reso possibile il contraddittorio fra le parti. Al momento, ha insistito l’esponente politico, di sicuro c’è che frontisti e agricoltori si stanno rivolgendo in massa a tecnici e legali di fiducia con un ulteriore significativo esborso in termini economici oltre alla preoccupazione di vedere negato da un momento all’altro l’accesso alle proprie pertinenze. La Giunta regionale intervenga su Anas – ha concluso Luigi Crisponi – ed apra un tavolo di confronto per tutelare i piccoli proprietari e assicuri loro protezione ed equità rispetto agli atteggiamenti  iniqui dell’ente stradale, peraltro già dichiarati in varie occasioni in contrasto con i princìpi fondamentali dell’ordinamento giuridico.»

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In commissione “Attività Produttive” si sono svolte stamane diverse audizioni su tre diverse tematiche: legge finanziaria 2018, crisi del settore pesca e situazione dei lavoratori avventizi dei Consorzi di Bonifica.

La soluzione per i 180 lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica di Oristano e della Sardegna Meridionale potrebbe arrivare con la prossima legge finanziaria. L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria ha infatti annunciati in Commissione la presentazione di un emendamento per la stabilizzazione dei lavoratori. «E’ un’operazione che non comporta costi aggiuntivi per le casse della Regione – ha detto Pier Luigi Caria – la Giunta intende dare attuazione a quanto previsto dalla legge 6 del 2008».

Sulla vertenza degli avventizi dei Consorzi di Bonifica, la Commissione ha sentito in mattinata anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Da tutti è arrivata la richiesta di procedere in tempi rapidi alla stabilizzazione dei lavoratori: «Il ruolo dei Consorzi di bonifica, alla luce degli ultimi eventi calamitosi, è sempre più importante sul fronte della prevenzione ambientale e della mitigazione del rischio idrogeologico – ha detto Manuele Incani della Fai Cisl – attualmente i Consorzi di Oristano e della Sardegna Meridionale hanno organici carenti e ricorrono a lavoratori avventizi. Molti di questi prestano la loro opera da oltre 25 anni. E’ arrivato il momento di riconoscere il loro lavoro. Sarebbe un atto di giustizia e un passo in avanti per garantire servizi più efficienti».

«E’ un’operazione a basso costo – ha aggiunto Gaia Garau della Uila-Uil – attualmente i lavoratori precari impiegati per 8 mesi percepiscono un’indennità superiore rispetto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Il loro passaggio nella pianta organica dei Consorzi comporterebbe un esborso minimo, circa 800mila euro per 180 lavoratori. La stabilizzazione consentirebbe inoltre di garantire le attività di manutenzione del territorio per tutto l’anno.»

«C’è una legge vecchia di 10 anni (la n.6 del 2008 ndr) che non è mai stata applicata – ha affermato Gabriele Virdis della Flai Cgil – la Regione ha il dovere di applicarla e di procedere alle stabilizzazioni previste. Chiediamo che i lavoratori precari, impegnati attualmente per 8 mesi all’anno, vengano assunti a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre di dare certezza anche agli operai che vengono chiamati saltuariamente (escavatoristi, saldatori, etc.).»

A favore della stabilizzazione si sono espressi tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione Gianluigi Rubiu e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia, Antonio Solinas, Mario Tendas, Valerio Meloni, Piero Comandini ed Alessandro Collu del Pd.

La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti degli armatori di Porto Torres, Lorenzo Nieddu e Costantino Cossu.

«Da tre anni non riceviamo gli indennizzi per il fermo biologico – hanno detto Cossu e Nieddu – subiamo inoltre il peso dei vincoli regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Il nostro settore è in forte difficoltà, serve un intervento urgente della Regione.»

Secondo i rappresentanti degli armatori turritani, le attuali norme sulla pesca a strascico penalizzano fortemente i pescatori sardi: «Le prescrizioni nazionali ci impediscono di pescare entro le 3 miglia dalla costa, la Regione impone un ulteriore limite che porta il divieto a 4 miglia. Così è troppo».

L’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi è intervenuto nel dibattito per chiarire la questione degli indennizzi: «L’Unione Europea vieta i risarcimenti per il fermo biologico perché li considera aiuti di stato. L’unica possibilità di intervento è rappresentata dai fondi erogati con il regime de minimis – ha detto Oscar Cherchi – quanto ai limiti, si possono apportare delle modifiche ma serve un pronunciamento del Comitato regionale della Pesca nel quale credo che anche voi siate rappresentati».

Più attenzione per il settore ha invocato il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu: «La competenza è attualmente in capo all’assessorato dell’Agricoltura già oberato da mille incombenze – ha detto Gianluigi Rubiu – da tempo chiedo di istituire un Dipartimento per la Pesca che si occupi dei problemi specifici del settore».

Sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018, la Commissione ha sentito gli assessori dell’Agricoltura e dell’Industria Pierluigi Caria e Maria Grazia Piras.

«Le esigenze del mio assessorato hanno trovato quasi tutte copertura finanziaria – ha detto Pier Luigi Caria – in particolare abbiamo reperito i 17 milioni di euro necessari al funzionamento di tutti i Gal della Sardegna. In questo modo potranno essere recuperati anche i due Gal della Romangia e dell’Anglona inizialmente esclusi dai Piani di azione locale 2014-2020.»

Pier Luigi Caria ha poi espresso rammarico per l’esito della partita sugli accantonamenti. «Senza quei soldi da restituire allo Stato avremmo potuto soddisfare tante altre richieste. In ogni caso presenteremo alcuni emendamenti per ottenere risorse aggiuntive per i piani integrati di filiera (10 milioni di euro), per il primo insediamento dei giovani in agricoltura (25 milioni) per il bando sulle strade rurali (15 milioni). Se accolto, l’emendamento sul primo insediamento in agricoltura consentirebbe di evadere tutte le domande presentate e non finanziate a causa dell’esaurimento dei fondi del Psr».

L’assessore Maria Grazia Piras invece ha spiegato che una grossa fetta degli stanziamenti per l’industria previsti nella manovra 2018 anche quest’anno andranno a coprire le spese delle società partecipate (Igea, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius). «Abbiamo poi previsto uno stanziamento per la miniera di Olmedo – ha detto Maria Grazia Piras – l’avviso di vendita è purtroppo andato deserto. Ora, in attesa di un’eventuale interessamento all’acquisto, è necessario mettere il sito in sicurezza e garantire le attività di  sorveglianza».

L’assessorato, infine, ha inserito in bilancio anche le risorse per la metanizzazione dell’Isola: «Abbiamo rifinanziato il capitolo che lo scorso anno era stato svuotato per coprire le emergenze del settore ovicaprino».

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I consiglieri regionali del gruppo dei Riformatori sardi (Michele Cossa, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Alfonso Marras) hanno presentato una proposta di legge ideata insieme ai professionisti del settore, Sergio Sorgi (fondatore di Progetica) e Francesco Mastino (vice presidente dell’associazione Socrate) finalizzata ad accrescere il benessere sociale con l’educazione economica e finanziaria dei giovani e degli adulti. Nove articoli con uno stanziamento previsto di 500.000 euro l’anno, per favorire la promozione e la diffusione delle competenze in materia finanziaria e formare così cittadini-risparmiatori più responsabili.

«Il livello di conoscenza dell’economia e della finanza anche in Sardegna – ha dichiarato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – è sempre più carente, nonostante gli effetti della crisi su famiglie e imprese siano stati devastanti. A dieci anni dal fallimento della Lehman Brothers – ha aggiunto Michele Cossa – è fondamentale favorire la consapevolezza nella gestioni dei diversi strumenti finanziari». A giudizio del capogruppo, Attilio Dedoni, la materia deve trovare spazio nelle scuole e nelle Università, per completare il sistema culturale e della formazione, aiutando i sardi a comprendere e a difendersi dalle insidie della finanza. «Sono norme che impattano direttamente con la vita reale dei nostri concittadini – ha affermato Alfonso Marras – che meritano una migliore informazione e una più approfondita conoscenza del sistema bancario che, purtroppo, è ancora percepito come un “nemico” piuttosto che come un’opportunità».

«Servono competenze e un’appropriata divulgazione degli strumenti e delle iniziative del sistema bancario – ha concluso Luigi Crisponi – per permettere alle imprese e alle famiglie di saper cogliere e valorizzare le proposte del sistema creditizio e della finanza».

«Aiutiamo le famiglie, i giovani e gli adulti – hanno spiegato Sorgi e Mastino – a migliorare la loro qualità di vita, educandoli a gestire il budget familiare e anche le difficoltà nei conti, il risparmio e la spesa, per far crescere e salvaguardare il proprio patrimonio e il livello di benessere sociale.»

L’educazione economica e finanziaria è normata da una legge quadro statale ed alcune Regioni, ad incominciare dal Veneto, si sono dotate di specifiche leggi per favorirne la promozione anche in collaborazione con enti locali, scuole, università e associazioni sia pubbliche che private.

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Sardegna protagonista, in questi giorni a Barcellona, dell’edizione 2018 del Bioregions Forum, dedicato al tema della bioeconomia forestale. A rappresentare la Regione, insignita lo scorso marzo dell’European Forest Island Award 2018, il riconoscimento del maggior network europeo per la ricerca forestale, è stata l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, intervenuta nella sessione conclusiva insieme alla ministra catalana Teresa Jordà e all’assessore dei Paesi Baschi Bittor Oroz. Il Forum, organizzato dalla Generalitat de Catalunya in collaborazione con numerose istituzioni, tra cui il Comitato europeo delle Regioni, riunisce annualmente amministratori, regionali e locali, specialisti, responsabili di Centri di ricerca e Università, imprese e rappresentanti del settore finanziario, con l’obiettivo di mettere a confronto visioni, approcci ed esperienze su temi ambientali.

Nel corso dei lavori, sono stati approfonditi differenti aspetti della bioeconomia, il nuovo paradigma di sviluppo basato sull’uso di risorse biologiche rinnovabili per la produzione di beni, servizi, cibo ed energia. Un contesto in cui le  foreste giocano un ruolo essenziale. “Per poter arrivare all’utilizzo della biomassa per la produzione di energia e materia prima per quella dei bioprodotti, siamo chiamati a garantire la gestione attiva delle nostre foreste”, ha detto l’assessore Donatella Spano, ricordando l’importante passaggio normativo realizzato dalla Giunta Pigliaru con la prima legge forestale regionale del 2016, «pensata e realizzata in puntuale coerenza con l’indirizzo europeo. La nostra legge – ha evidenziato Donatella Spano – mette al centro la tutela, anche in termini di difesa della biodiversità, protezione dai rischi ambientali e cura del territorio, così come la valorizzazione, la razionalizzazione e la conoscenza. Se il ruolo delle foreste è sempre  essenziale, lo è ancora di più in un territorio insulare, il cui equilibrio è particolarmente delicato e per questo abbiamo elaborato regole di gestione sostenibile che mettono la massima attenzione sui cambiamenti climatici, riconoscono il valore della ricerca e tengono al centro la multifunzionalità dei sistemi forestali».

Illustrando le azioni portate avanti dalla Sardegna, Donatella Spano ha fatto il punto su alcune buone pratiche, soffermandosi tra l’altro sulla politica degli acquisti pubblici ecologici (green public procurement, GPP). «La Sardegna è stata ed è all’avanguardia su questo fronte – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente -. Il mercato rappresenta, senza dubbio, una potente leva per stimolare la transizione verso il nuovo paradigma. Il settore pubblico ha un grande potere d’acquisto che può usare per influenzare le decisioni del sistema produttivo orientandolo verso i bioprodotti», ha aggiunto, ricordando che è anche un modo efficace per creare nuove opportunità di lavoro ‘green’, dando impulso all’innovazione.

«Siamo stati la prima regione d’Italia – ha sottolineato Donatella Spano – ad applicare e sviluppare volontariamente lo strumento del GPP, ora diventato obbligatorio poiché nel codice degli appalti.»

Ai lavori è seguita una proficua riunione tra Donatella Spano e la ministra catalana Teresa Jordà in cui si sono affrontate questioni di Protezione civile, tra cui la gestione dell’emergenza incendi, altro fronte su cui le buone pratiche della Regione Sardegna sono particolarmente apprezzate. Le due esponenti degli esecutivi sardo e catalano hanno approfondito il confronto delle reciproche normative trovando, come Regioni autonome, rilevanti punti di convergenza da cui partire per attivare un lavoro comune. Con l’assessore dei Paesi Baschi Bittor Oroz si è inoltre condivisa la necessità di rafforzare il ruolo e la cooperazione tra le regioni per la graduale transizione verso la bioeconomia.

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Il governatore della Regione Sardegna Francesco Pigliaru è intervenuto stamane al congresso regionale della CGIL, nella sala convegni dell’aeroporto di Cagliari..

«Il terreno comune è vasto, e ora più che mai dobbiamo enfatizzare i percorsi fatti e da fare insieme – ha detto Francesco Pigliaru -. Aiutiamoci a capire meglio, ognuno per la sua parte, ma insieme, come ricostruire un punto di vista condiviso delle forze progressiste. È la condizione essenziale per ridare fiducia alle persone, per elaborare una visione che parli alla gente. Il centrosinistra in questi anni, a Roma come qui da noi, non ha saputo cogliere abbastanza le incertezze e le paure che si sono andate diffondendo a grande velocità, spinte da una crisi che si è rivelata ben più lunga e più pesante delle previsioni. Per questo noi, maggioranza e giunta, abbiamo lavorato per adeguare il programma iniziale, consapevoli che al necessario e urgente cammino di riforme, di modernizzazione, bisognava affiancare un’azione sociale importante, con politiche mirate all’inclusione», ha aggiunto Francesco Pigliaru, ricordando passaggi cruciali realizzati in corso di legislatura. Nella sua relazione ha citato alcuni dei percorsi intrapresi e delle azioni realizzate, dalle riforme di Sanità ed Enti locali – imprescindibili e complesse, fatte non pensando a perseguire interessi di parte ma il benessere collettivo e che iniziano ora a mostrare le ricadute positive, a bonifiche e industria, «e basti pensare a partite che sembravano definitivamente perse e invece sono state risolte come Igea e Alcoa», per andare avanti con i cantieri sbloccati di La Maddalena, le risorse specifiche per mitigare gli svantaggi dell’insularità ottenute attraverso il Patto per la Sardegna, la programmazione territoriale, la lotta «senza quartiere alla peste suina, tra i principali nemici dello sviluppo delle zone interne, piaga che nessuno in quarant’anni aveva avuto il coraggio di affrontare e che noi stiamo combattendo con successo crescente», il lavoro essenziale portato avanti sul fronte della Protezione civile, «oggi un sistema che è diventato un modello per le altre regioni d’Italia e non solo». Ancora, Francesco Pigliaru si è soffermato sulle politiche per il lavoro a partire da LavoRas, ricordando che la disoccupazione è calata dal 19 al 15,8% e quella giovanile dal 56 al 47%, sul Reis, il reddito di inclusione sociale che la Sardegna ha istituito prima in Italia «e che abbiamo irrobustito arrivando a raggiungere ben 20mila famiglie», sul diritto allo studio «per tutti, perché ora le borse di studio raggiungono il totale degli aventi diritto e sono molti più di prima, perché abbiamo ampliato la platea», e naturalmente su Iscol@ “il grande investimento sui nostri ragazzi, sulla nostra istruzione e sul loro futuro, che è il futuro della Sardegna. Poi l’agricoltura, con le terre date ai giovani, l’archeologia e, soprattutto, il metano, «su cui siamo riusciti ad andare finalmente avanti e che nessuno deve sognarsi di bloccare, perché significa poter dare alle famiglie e alle imprese sarde l’energia alle stesse condizioni degli altri. Abbiamo fatto molto, avremmo potuto certo fare di più e ancora meglio, tutti, ed è giusto che in un confronto come quello di oggi affrontiamo anche le reciproche criticità. Ma attraversiamo una stagione difficile e credo sia nostro dovere enfatizzare ciò che ci unisce – ha ribadito il Presidente -, ragionare uniti su come costruire e rilanciare una visione comune della nostra comunità di progressisti. La storia ci dice che quando si è di fronte a grandi crisi, a profondi cambiamenti, si è sempre ad un bivio: chiudersi, resistere, provare inutilmente a rendere il futuro uguale al passato, oppure impegnarsi per governare il cambiamento, far sì che produca i suoi frutti, le sue innovazioni, ma distribuendone i benefici in modo ampio ed equo. Questo è il ruolo della buona politica davanti ai grandi cambiamenti: creare istituzioni sociali che favoriscano il cambiamento diffondendone i benefici. In passato i progressisti lo hanno fatto inventando l’istruzione obbligatoria e lo stato sociale, istituzioni che hanno migliorato la vita di tutti noi.  Ecco, oggi negli sconvolgimenti creati da globalizzazione e tecnologia, rischiamo di ignorare la lezione della storia. Oggi sta vincendo la chiusura, la reazione che vuole bloccare il cambiamento, non governarlo. Dobbiamo rispondere, e credo che in Sardegna il modo giusto per farlo, ora, sia essere consapevoli di ciò che in questi anni abbiamo portato a termine, chiederci se quanto credevamo fosse sufficiente nel 2014 lo è ancora oggi e aggiornare le nostre idee, il nostro programma. Ma farlo insieme, noi progressisti come comunità, come forza coesa, ora più di sempre chiamati a dimostrare di essere all’altezza del ruolo che la storia ci assegna. Il dibattito sull’ultima finanziaria è una grande occasione – ha concluso il presidente Pigliaru –, ci offre l’opportunità di andare insieme nella direzione giusta, quella dell’inclusione, condividendo azioni e scelte mirate al sostegno dei più deboli.»

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Libretti per l’accoglienza in sette lingue, una biblioteca dedicata alle mamme e ai bambini con 850 volumi e poi, ancora, un progetto con l’Istituto comprensivo “Pasquale Tola” per portare una ventata di colori ed allegria in Neonatologia e Terapia intensiva neonatale. Sono le tre iniziative che la struttura complessa di viale San Pietro, situata al primo piano del palazzo Materno infantile dell’Aou di Sassari, metterà in campo in occasione della Giornata mondiale della prematurità, in programma sabato 17 novembre. E a queste si aggiungerà, proprio sabato, l’open day, l’apertura dalle 12.00 alle 17.00 delle porte della Neonatologia a genitori e bambini, ed il libro delle firme e dei pensieri.

Per la struttura guidata da Giorgio Olzai si tratta della seconda edizione della manifestazione che, realizzata per la prima volta nel 2008 da Efnci, European foundation for care of newborn infants, quest’anno compie dieci anni.

La giornata è stata presentata questa mattina nella sede della direzione aziendale dell’Aou di Sassari alla presenza del direttore sanitario aziendale, Nicolò Orrù, del direttore della Neonatologia e Tin, Giorgio Olzai, della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo “Pascquale Tola” Maria Grazia Falchi e della rappresentante della libreria Giunti di Sassari Maria Antonietta Carboni.

«A Sassari, l’obiettivo della giornata internazionale del neonato pretermine, in linea con la mission aziendale – ha detto Giorgio Olzai – sarà quello di migliorare le cure globali al neonato e alla famiglia, per dare ai bambini un futuro con una vita “normale”». E nella struttura al primo piano del Materno infantile, nella quale lavorano 10 medici, 1 neuropsichiatra infantile e 32 infermieri, si punta a dare la massima accoglienza ai genitori e a fare in modo che il tempo passato in reparto sia di qualità e consenta loro di riconoscere i bisogni dei loro bambini e a prendersene cura. Con questo spirito nascono le iniziative che quest’anno arricchiscono la giornata che si caratterizza per l’apertura della struttura al pubblico, visitare la terapia intensiva neonatale, la terapia sub-intensiva, la patologia neonatale, la sezione balie, in grado di ospitare 12 mamme per il soggiorno notturno e altre ancora per il soggiorno diurno, e conoscere le attività svolte.

È stato il direttore sanitario Nicolò Orrù a sottolineare l’importanza delle terapie intensive neonatali «che – ha detto – non si trovano in tutti gli ospedali ma soltanto in quelli hub e in Sardegna sono due: a Sassari e a Cagliari. Oggi noi a Sassari abbiamo in fase di accreditamento 12 posti in terapia intensiva neonatale e 12 in neonatologia».

In primo piano gli operatori della Neonatologia, medici e infermieri, hanno voluto mettere il tema della multiculturalità e il superamento delle barriere linguistiche, così da garantire una migliore accoglienza. Ecco allora, i manuali-guide per i genitori tradotti in sette lingue, italiano-sardo, inglese, francese, spagnolo, tedesco, rumeno e arabo, con il contributo di operatori e familiari dei piccoli ricoverati in reparto (dei medici Elena e Giovanni per il sardo, dei medici in formazione Laura e Will con il contributo di Maria Laura per l’inglese, della studentessa spagnola Erasmus Claudia, della tirocinante Hafsa per l’arabo, della mamma Lydia per il francese, ancora, di Ines mamma di una bimba italo-tedesca, di Felicia per il rumeno). Piccoli volumi di trenta pagine e poco più, con immagini e illustrazioni, che presentano la struttura, le attività, che contengono consigli, indicazioni sul lavaggio mani, sul corredino e sui cambi quindi sui servizi quali il Lactarium, l’alloggio per le mamme, gli ambulatori per il follow-up e i numeri di telefono utili. Una iniziativa originale e unica nel suo genere nell’azienda che mette al centro il neonato e i suoi genitori.

Sono 850 i volumi raccolti dalla libreria Giunti di Sassari, grazie alla generosità dei lettori e che costituiranno patrimonio librario della Neonatologia. Libri di favole, racconti brevi, libri sulla genitorialità, sul tempo libero e temi vari che potranno essere presi in prestito. I volumi, temporaneamente, sono disponibili nella biblioteca del reparto e a breve, una volta consegnate le nuove librerie, saranno spostati nell’area antistante l’ingresso alla terapia intensiva neonatale (Tin). La biblioteca sarà inaugurata sabato mattina alle ore 11,30.

Proprio quest’area sarà interessata dal progetto artistico che sarà realizzato dai ragazzi delle scuole medie di via Monte Grappa, che fa parte dell’istituto comprensivo Pasquale Tola, sotto la guida della professoressa Aline Spada. «Quattro pannelli che riprodurranno disegni e colori legati all’infanzia, come un caldo abbraccio – ha detto Maria Grazia Falchi – che accomuna i nostri alunni a questi piccoli bimbi».

A queste iniziative si aggiunge quella dei libri delle firme e dei pensieri. I libri serviranno a riportare pensieri, suggerimenti, esigenze dei genitori che vivono l’esperienza della prematurità dei loro figli. Non solo, saranno un registro firme sul quale anche i nonni e gli altri familiari potranno riportare le loro emozioni. Un esempio di ulteriore interazione con genitori e familiari.

I libri saranno posizionati sempre nella zona di ingresso alla Tin e arricchiranno l’iniziativa già partita lo scorso anno, quella dell’angolo dei ricordi che raccoglie fotografie e lettere, semplici e commoventi, di mamme e papà che con i loro piccoli hanno vissuto l’esperienza della Neonatologia.

Secondo i dati della Società italiana di neonatologia, in Italia nel 2017 sono nati 464mila bambini e di questi circa il 10 per cento erano prematuri. A Sassari lo scorso anno sono nati 1165 bambini e, sempre nello stesso periodo, la struttura complessa di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale ne ha ospitati 414. Una media più elevata quella sassarese rispetto a quella nazionale che, spiegano dalla struttura, è riconducibile al fatto che nella clinica di Ostetricia dell’Aou, vengono seguite anche le gravidanze a rischio del bacino di utenza della Neonatologia. Piccoli bimbi grandi tanto da stare quasi nel palmo di una mano e dal peso che, nella maggior parte delle volte, non supera il chilo.

E se ancora non sono spiegati i motivi di molte nascite pretermine, – secondo gli esperti di Epicentro, il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità – nei Paesi ad alto reddito il loro incremento risulta associato all’aumento dell’età materna al parto, al maggiore ricorso alle tecniche di procreazione assistita con conseguente maggiore frequenza di gravidanze gemellari e, in alcuni Paesi, ai tagli cesarei effettuati prima della 38ª settimana di gestazione.

Il tasso di sopravvivenza per i neonati prematuri è, per fortuna, in continuo miglioramento grazie ai progressi compiuti dalla scienza.

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Presso il Municipio di piazza Roma, è possibile apporre la propria firma a favore della proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione dell’ora di “Educazione alla Cittadinanza” come materia curricolare nelle scuole di ogni ordine e grado.

All’iniziativa, portata avanti dall’ANCI (Associazione Regionale dei Comuni della Sardegna), ha aderito il comune di Carbonia, nella consapevolezza che l’insegnamento scolastico possa rappresentare sempre più un pilastro per la formazione di “buoni cittadini”, rispettosi delle regole alla base del vivere civile e sociale.

«L’obiettivo è accrescere nelle nuove generazioni il senso civico e di appartenenza alla comunità – spiega il sindaco Paola Massidda -. Lo svolgimento di un’ora di lezione di educazione alla cittadinanza consentirà ai giovani di incrementare la loro conoscenza della Costituzione, del principio di eguaglianza, di educazione alla legalità e al rispetto dell’altro, nonché dell’educazione ambientale, digitale e alimentare.»

È possibile firmare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione dell’ora di “Educazione alla Cittadinanza” recandosi presso l’Ufficio Segreteria del comune di Carbonia, sito in piazza Roma, al secondo piano, nei seguenti giorni e orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

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Il coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente ha organizzato per lunedì 19 novembre, alle ore 17,30, presso la Sala Eventi di via Roma 48, a Carbonia, un incontro che sarà incentrato sulla presentazione del libro di Pierpaolo Vargiu “I Riformatori di Massimo Fantola dal mio punto di vista”.

Il programma prevede gli interventi di Roberto Gibillini, coordinatore circolo di Carbonia; Francesco Loi, coordinatore Sulcis Iglesiente; Peppino La Rosa, componente del coordinamento regionale.

Per la presentazione del libro, Pierpaolo Vargiu verrà intervistato dai giornalisti Stefania Piredda dell’Unione Sarda e Giampaolo Cirronis de La Provincia del Sulcis Iglesiente. Chiusura la serata, l’intervento di Massimo Fantola.

 

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Si aprono le porte del mercato globale per la cantina Siddùra, dopo la vittoria della medaglia di platino al Decanter Asia Wine Award con Spèra. Il Vermentino di Gallura, dopo aver  conquistato 97 punti nella competizione mondiale, è stato selezionato per una masterclass,  svoltasi in Asia, riservata alle eccellenze enologiche mondiali: un’opportunità offerta solo a sei vini. Anche James Suckling, l’enologo di riferimento del mercato cinese, ha promosso a pieni voti i vini della cantina di Luogosanto. Suckling, fondatore dell’omonimo e autorevole sito specializzato, è rimasto colpito dai vitigni autoctoni espressione pura del terroir gallurese e sardo. L’enologo americano ha recensito tutti i vini rossi di Siddùra e in particolare  il Cagnulari Bàcco, il Cannonau Fòla ed il blend di uve rosse sarde Èrema. La medaglia di platino di Spèra e le recensioni favorevoli di Suckling consentono ai vini prodotti dalla cantina sarda di entrare in un mercato da 140 milioni di dollari. L’esportazione del vino italiano in Cina, infatti, è in continua crescita. Un successo dovuto anche all’aumento della fascia della popolazione con più alto reddito, sempre più interessata ai vini di qualità superiore e considerato il mercato del futuro a livello mondiale per l’export enoico. Secondo il tradizionale rapporto stilato dall’Istituto del Vino dell’Università di Geisenheim per il Prowein Business report 2018, da qui al 2021 il popolo cinese sarà quello che contribuirà maggiormente all’acquisto di vino a livello mondiale.