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Il grande numero di domande presentate, l’urgenza di dare risposte rapide alle istanze e la necessità di estendere il Microcredito a tutti i soggetti non bancabili, non solo i disoccupati. In risposta a tali esigenze è stata varata lo scorso martedì dalla Giunta una delibera che incrementa le risorse disponibili del Fondo Microcredito per complessivi 16 milioni di euro. Il provvedimento, che mette a correre gli importi restituiti dai beneficiari nel corso della precedente Programmazione, 2007-2013, fa in modo che la Sfirs, la società in house della Regione che gestisce lo strumento finanziario, possa procedere ad istruttorie più rapide.
«Il Microcredito è uno strumento che esiste in Sardegna da tempo – ha spiegato l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, nell’incontro con il giornalisti oggi a Villa Devoto -. Per farlo decollare abbiamo attinto al Fondo Sociale Europeo, rispettando tutti i limiti e paletti che lo stesso impone. Nato come intervento in favore dei soli disoccupati ha finanziato nell’Isola quasi 4 mila persone, delle quali il 49% donne, che restituiscono il finanziamento meglio di quanto fanno i soggetti bancabili. Essendo il Microcredito un fondo di rotazione, siamo riusciti a rifinanziare l’avviso 2018, e, procederemo alla fine di quest’anno a bandire un nuovo avviso, esteso, quest’ultimo, anche ai soggetti già occupati, dato che rispetto alle somme restituite non si applicano i limiti del Fondo Sociale Europeo: a titolo esemplificativo, potranno accedere al prestito partite IVA e lavoratori precari.»
Sui tempi rapidi delle nuove istruttorie Mura ha dichiarato: «In collaborazione con la Sfirs abbiamo previsto anche di fare in modo che la finanziaria regionale possa dare risposta alle domande ammesse dal bando 2018 in tempi molto rapidi: l’arco di tempo non superiore a 45 giorni è il nostro obiettivo». E sull’impatto occupazionale dello strumento finanziario ha spiegato: «Il Microcredito è uno strumento molto importante per dare una risposta in termini occupazionali, non solo in riferimento ai titolari delle nuove imprese, al lavoro autonomo, che ha aiutato diversi target di persone: quelle non giovani passate attraverso il programma Flexicurity, ma anche gli under 29 che hanno aderito a Garanzia Giovani. Indirettamente favoriamo il lavoro dipendente, perché i neoimprenditori hanno bisogno di assumere personale. Per la stima dell’impatto occupazionale – ha concluso Virginia Mura – ci confortano gli studi dell’Ente Nazionale per il Microcredito e i rapporti di un Valutatore indipendente chiamato a stimare l’impatto del Microcredito a livello regionale e ci incoraggiano nell’intenzione di rafforzare ulteriormente la misura. È in programma da parte dell’Assessorato una giornata seminariale nella quale daremo i dati precisi dell’occupazione complessiva generata dal Microcredito in Sardegna, reperiti dal SIL».
La delibera incrementa con 4 milioni di euro la dotazione dell’avviso pubblicato nel mese di gennaio e chiuso lo scorso giugno. L’incremento delle risorse allocate nel bando 2018 (finanziato con 6 milioni di euro a valere sui rimborsi del POR FSE 2007-2013) consentirà di soddisfare tutte le richieste istruite positivamente, tenuto conto del rilevante numero delle domande pervenute: più di 800.
La delibera finanzia inoltre, con ulteriori 12 milioni di euro, anche un nuovo avviso, rivolto anche coloro che, pur avendo un’occupazione, hanno un’idea d’impresa ma non sono “bancabili” e necessitano di un sostegno per l’avvio di un’iniziativa imprenditoriale.
Lo strumento finanziario è una misura di sostegno per l’avvio d’impresa che consente l’erogazione di prestiti da 5 a 25mila euro a tasso di interesse nullo a soggetti “non bancabili”. Al via nel 2009, con risorse del POR 2007-2013, il fondo ha raggiunto una dotazione finale pari a 78,5 milioni di euro e ha erogato complessivamente 93 milioni di euro. Dal primo bando, del 2010, all’ultimo chiuso lo scorso giugno, il Fondo Microcredito FSE ha finanziato in Sardegna 3921 progetti, dei quali il 49% presentati da donne. L’impatto positivo della misura nel contesto socio economico regionale ha permesso all’esperienza sarda di ottenere un prestigioso riconoscimento a livello internazionale: è stata individuata come buona pratica da European Microfinance Network nell’ambito del progetto ATM for SMEs, disponibile sulla piattaforma del Programma Interreg Europe.
Sono 12.300 le domande presentate dal 2010 ad oggi per 3921 progetti finanziati. Dal 2012 al 2017, sul totale delle imprese ammesse al finanziamento (3890, escluse le 112 domande ammesse in base all’avviso del 2018), 822 hanno restituito il prestito regolarmente e integralmente. I microprestiti ancora in essere sono 2.400, mentre le revoche sono state 840 (metà per cessata attività dell’impresa, metà per uno stato di sofferenza del debito da parte di imprese ancora in vita).
A livello nazionale, secondo l’Ente Nazionale per il Microcredito, che ha analizzato i dati di attuazione dal 2011 al 2014, ogni operazione di microprestito genera 2,43 posti di lavoro (oltre all’imprenditore risultano occupate un’altra persona full time e una terza part time). Se si sottrae al numero delle domande finanziate in Sardegna il numero delle posizioni revocate, o in fase di avvio di procedura, e si moltiplica il risultato ottenuto per il coefficiente 2,43, si può stimare che nell’Isola il Microcredito FSE abbia generato oltre 7.400 nuovi occupati.