25 November, 2024
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All’interno del progetto di sviluppo, nel territorio del Sulcis Iglesiente, delle politiche cineportuali legate all’attivazione di luoghi artistici e culturali, volti ad ospitare attività didattiche in ambito cinematografico e culturale, finanziate dalla L.R. 11 gennaio 2018, N. 1, art. 8 comma 12, il Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, con il supporto dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A., in collaborazione con Ultima Onda Produzioni proponeAnim…azione! – Corso base di cinema d’animazione” diretto e curato da Luca Ralli.

Il corso consentirà agli studenti di sperimentare le varie tecniche di animazione, spiegate e illustrate da professionisti del settore, applicandole direttamente alla creazione di piccole storie, scene o sequenze animate. Si propone quindi di fornire ai partecipanti le conoscenze e le capacità tecniche di base per la realizzazione di animazioni e di offrire loro la possibilità di verificare sul campo le proprie capacità e motivazioni.

Il corso sarà diviso in più moduli, alcuni dei quali potranno prevedere la divisione in gruppi e, in caso di interesse specifico verso l’uno o l’altro ambito, l’applicazione pratica specifica di parte degli studenti in quello stesso (esempio: realizzazioni scenografiche, character design, ecc.).

Le lezioni saranno tenute da quattro animatori: Luca Ralli, Giuseppe Maggiore, Valerio Paolucci, Francesco Esposito.

Il corso si svolgerà da mercoledì 21 novembre a martedì 18 dicembre 2018, con eventuale recupero ore entro venerdì 22 dicembre.

Il corso avrà una durata complessiva di 80 ore, articolate in venti incontri pomeridiani di 4 ore ciascuno. Ad eccezione della prima e dell’ultima settimana, le lezioni si svolgeranno dal lunedì al venerdì. Eventuali variazioni saranno comunicate ai partecipanti via mail o durante le lezioni.

Il corso sarà ospitato presso l’IIS Angioy di Carbonia (via Costituente, Carbonia).

Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione, a coloro che avranno frequentato un minimo di 68 ore delle 80 previste dal workshop.

Il corso sarà aperto a tutte le persone di età compresa tra i 19 e 35 anni, residenti o domiciliate in uno dei comuni della provincia del Sud Sardegna (territori delle ex provincie di Carbonia Iglesias, Medio Campidano e Cagliari) o della Città Metropolitana di Cagliari, che abbiano già dimestichezza con il disegno, e, considerato che la parte pratica del corso si avvarrà principalmente di tecniche di animazione digitali, almeno in parte con il disegno digitale.

Nello specifico, è richiesta una conoscenza quantomeno di base di Adobe Photoshop (interfaccia, disegno, uso dei livelli, trasformazioni, ecc.) e una certa dimestichezza con la tavoletta grafica.

Le candidate e i candidati dovranno spedire, entro e non oltre le ore 22.00 di venerdì 16 novembre 2018, una mail di presentazione all’indirizzo animazione.carbonia@gmail.com , allegando una lettera motivazionale e il proprio curriculum vitae. Nell’oggetto della mail dovranno essere indicate le diciture: “Nome e Cognome del Mittente” e “CANDIDATURA CORSO ANIM…AZIONE!”. A insindacabile giudizio dell’organizzazione del workshop verrà selezionato un gruppo di max 15 partecipanti. Ai candidati selezionati verrà inviata una mail entro domenica 18 novembre. La partecipazione al corso sarà del tutto gratuita ad eccezione di eventuale materiale didattico, il quale sarà a carico dei partecipanti.

Per informazioni sul workshop sarà possibile contattare il CSC Carbonia della Società Umanitaria, piazza Sergio Usai snc, Loc. Ex Miniera di Serbariu, 09013 Carbonia (SU) (tel. +39 0781 671527) oppure spedire una mail all’indirizzo animazione.carbonia@gmail.com , indicando nell’oggetto le diciture: “Nome e Cognome del Mittente” e “INFO CORSO ANIM…AZIONE!”.

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Il Parlamento europeo ha chiesto un meccanismo per imporre sanzioni agli Stati membri dell’UE che violano le regole comuni in materia di esportazione di armi.

Nonostante ci siano regole concordate congiuntamente che stabiliscono chi può ottenere la licenza di esportazione delle armi, gli Stati membri hanno omesso sistematicamente di applicarle. Il Parlamento chiede pertanto un meccanismo per imporre sanzioni agli Stati membri dell’UE che violano le regole.

Per i deputati, avere norme comuni sulle esportazioni di armi è essenziale per evitare abusi dei diritti umani e impedire l’utilizzo di armi europee contro le stesse forze europee.

I deputati hanno riportato alcuni esempi particolari, come quello dell’Arabia Saudita: nonostante il Paese violasse sei degli otto criteri stabiliti comunemente, quasi tutti gli Stati membri hanno dato il via libera all’esportazione di armi, compromettendo così l’intero sforzo europeo di controllo degli armamenti.

I deputati sottolineano che le navi da guerra esportate hanno contribuito a rafforzare il blocco navale nello Yemen, mentre gli aerei e le bombe sono state fondamentali per la campagna aerea, causando sofferenze continue alla popolazione dello Yemen.

Si sono quindi congratulati con la Germania e con l’Olanda, che hanno cessato di vendere armi all’Arabia Saudita e hanno criticato gli Stati membri che ancora non l’hanno fatto.

I deputati chiedono anche un embargo nei confronti di tutti gli altri membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen.

I deputati affermano di essere «sconvolti per la quantità di armi e munizioni di fabbricazione europea trovate nelle mani di Da’esh in Siria e in Iraq». Secondo la posizione comune dell’UE, gli Stati membri devono garantire che le licenze di esportazione non siano dirottate verso utenti finali indesiderati. Tuttavia, alcuni Stati membri dell’UE, come la Bulgaria e la Romania, non applicano efficacemente questa disposizione.

Per evitare il rischio che le armi finiscano nelle mani sbagliate, i deputati chiedono a tutti gli Stati membri di “rifiutare in futuro trasferimenti simili, in particolare verso gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita”.

La risoluzione sul controllo delle esportazioni di armi è stata approvata con 427 voti in favore, 150 voti contrari e 97 astensioni.

La relatrice Sabine Losing (GUE/NGL, DE) ha dichiarato: “Le esportazioni di armi non stabilizzano i Paesi o le regioni straniere, né contribuiscono a creare la pace. Le armi amplificano i conflitti. Le armi europee sono fondamentalmente responsabili della guerra in corso nello Yemen. La posizione comune sulle esportazioni di armi deve essere attuata efficacemente. Ciò include, tra l’altro, un meccanismo di sanzioni”.

Secondo la 19ª relazione annuale sulle esportazioni delle armi, l’UE è il secondo maggior fornitore di armi al mondo (27% delle esportazioni mondiali di armi), dopo gli Stati Uniti (34%) e prima della Russia (22%). Nel 2016, il 40,5% delle licenze di esportazione delle armi è stato concesso a paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. L’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) rappresentano la maggior parte di tali esportazioni (57,9 miliardi).

La posizione comune dell’UE sulle esportazioni di armi è l’unico accordo giuridicamente vincolante a livello regionale sulle esportazioni di armi convenzionali. Essa elenca otto criteri che gli Stati membri devono applicare quando prendono una decisione sulla licenza di esportazione di armi.

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Il consigliere regionale Stefano Coinu (FI) ha presentato un ordine del giorno per garantire il futuro dell’Agenzia Forestas. «Pensiamo che il nuovo inquadramento all’interno del sistema regionale del personale dell’ente sia un grande passo avanti per i lavoratori ma non sufficiente a garantire il futuro dell’agenzia soprattutto in considerazione delle ulteriori funzioni e compiti che ad essa si vogliono attribuire. Questa proposta mira oltre a stabilizzare i lavoratori a tempo determinato anche e, soprattutto, a rinnovare la forza lavoro all’interno dei cantieri. Con lo sblocco del turnover il personale dell’Agenzia sarà rinnovato scongiurando la fine dell’agenzia a causa dell’anzianità del personale. Si ristabilirà così l’equilibrio tra territori concessi all’agenzia e la forza lavoro necessaria a garantire la valorizzazione degli stessi previsto originariamente nelle convenzioni. L’agenzia, infatti, non può e non deve perseguire fini assistenzialistici – conclude Stefano Coinu – ma deve rappresentare un volano per la valorizzazione ambientale e il conseguente sviluppo turistico dei territori».

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Le segreterie sindacali territoriali della Funzione pubblica hanno dichiarato lo stato di agitazione dei dipendenti della provincia del Sud Sardegna e del comune di Carbonia, con richiesta di incontro di conciliazione e raffreddamento previsti all’art. 2 comma secondo della legge 146 del 1990 e successive modificazioni e integrazioni.

Per quanto riguarda i dipendenti della provincia del Sud Sardegna, le organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP, UIL-FPL e CSA sottolineano la mancata approvazione, alla data del 31 marzo scorso, del bilancio di previsione per l’anno 2018 e che, «nonostante le rassicurazioni ricevute, di fatto alla data odierna non è stato ancora approvato e, anzi, il progetto di bilancio così come presentato con delibera n° 71 del 16 ottobre 2018 ha raccolto il parere negativo del Collegio dei Revisori dei Conti»; e che «questa situazione del tutto anomala ed estranea alle procedure codificate dal decreto legislativo 267/2000 desta severa preoccupazione, non soltanto nelle organizzazioni sindacali, ma soprattutto in ogni lavoratore sia per le difficoltà di assicurare quotidianamente i servizi ai cittadini, sia per la precarietà delle condizioni di lavoro che si prospetta nel breve termine».

Per quanto riguarda i dipendenti del comune di Carbonia, i segretari generali di FP CGIL, CISL FP e UIL-FPL Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti sottolineano che «le ragioni che, in mancanza di accordo, porteranno alla dichiarazione dello sciopero, risiedono nell’assenza di iniziative da parte del comune di Carbonia per risolvere i problemi di sicurezza ed incolumità del personale e, in particolare, di quello operante presso i Servizi sociali comunali della sede ex Tribunale di Carbonia. Infatti, nonostante gli impegni assunti nell’incontro sindacale dello scorso 11 maggio 2018 e, nonostante i ripetuti solleciti da parte della RSU aziendale – concludono Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti – ad oggi nulla è cambiato se non la crescente sensazione di pericolo che vivono i lavoratori operanti nel predetto Servizio».

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La Aou di Sassari ha diffuso una nota nella quale spiega che «uno spiacevole equivoco nella comunicazione tra medico e familiari sulle condizioni cliniche della paziente ricoverata al Santissima Annunziata di Sassari, è questo quanto avvenuto in questi giorni in uno dei reparti di degenza dell’ospedale di via De Nicola prima del trasferimento della stessa nel reparto di terapia intensiva».

«E per questo ci scusiamo con la famiglia della signora che ora si trova ricoverata in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione». Così interviene il direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù che precisa: «Per questo motivo nessuna richiesta di donazione è mai stata fatta alla famiglia. Mentre, considerate le gravissime condizioni della signora, l’ipotesi prospettata dal medico del reparto che ha comunicato con la famiglia è stata presa come un dato di fatto che, nell’interesse della paziente e dei familiari, ci auguriamo non avvenga». Come prevede la procedura, infatti, la richiesta di disponibilità alla donazione può essere fatta soltanto in presenza di una diagnosi di morte cerebrale. Che non si è mai verificata».

«Questa – spiega Paola Murgia, rianimatore dell’Aou e referente per i trapianti a Sassari – avviene attraverso un percorso di accertamento che vede impegnata una commissione apposita, formata da un anestesista, un neurologo e un medico di direzione medica o medico legale. Nel caso specifico al momento non sussistono i criteri clinici e strumentali per una diagnosi di questo tipo.»

Una procedura codificata quindi che non lascia spazio a nessun dubbio.

«La disponibilità della popolazione alla donazione è assolutamente importante – aggiunge il direttore del dipartimento Emergenza e Urgenza dell’Aou Pier Paolo Terragni -. C’è una tutela del malato e, la tutela viene dal fatto che l’osservazione di morte cerebrale viene fatta in una Rianimazione.»

«Siamo il primo ospedale in Sardegna per donazioni – rimarca Nicolò Orrù – proprio perché questa procedura ha sempre caratterizzato l’operato dei nostri sanitari della Rianimazione, deputati ad avviare l’osservazione di morte cerebrale e a richiedere la disponibilità alla donazione.»

«Possiamo soltanto pensare che possa essere nato uno spiacevole fraintendimento tra le parti – afferma ancora – cioè il medico del reparto di degenza e la famiglia. Abbiamo comunque un audit interno per chiarire la vicenda. A questo, aggiungeremo una intensificazione dei corsi destinati ai nostri operatori sanitari, per altro già avviati in azienda e alcuni anche già conclusi, sulle modalità di donazione e sulla comunicazione degli eventi avversi.» 

Ad oggi, a Sassari, sono state fatte 21 segnalazioni di morte cerebrale, 15 sono stati i donatori effettivi (donatori dei quali è stato prelevato almeno un organo) e solo due opposizioni. Numeri che evidenziano la grande generosità della popolazione sarda. 

 

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Sono continuate per tutta la giornata odierna le ricerche di P.S., 76 anni, disperso da ieri pomeriggio in località Genn’e Cannas.

Riprese stamattina con le prime luci dell’alba, le operazioni sono proseguite in tutta l’area partendo dal punto in cui è stato fatto l’ultimo avvistamento, ed hanno coinvolto tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna con unità cinofila per la ricerca di superficie, i Carabinieri con un unità cinofila molecolare, i Vigili del fuoco ed il Corpo forestale di Vigilanza ambientale.

Purtroppo, le condizioni meteo di scarsa visibilità non hanno consentito di effettuare alcun sorvolo con l’elicottero.

Il coordinamento delle operazioni, effettuato dal Centro di Coordinamento mobile del Soccorso alpino presente sul posto, è stato svolto congiuntamente con i Vigili del fuoco.

Le operazioni di ricerca riprenderanno domani mattina con le prime luci.

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Si è tenuto oggi all’assessorato regionale dell’Industria, un incontro sulla vertenza della miniera di Olmedo, tra l’assessore Maria Grazia Piras ed i sindacati, una delegazione dei lavoratori, rappresentanti della società IGEA e il sindaco di Olmedo. L’assessore Maria Grazia Piras ha reso noto che, alla scadenza dell’avviso di procedura di evidenza pubblica per il conferimento della concessione di coltivazione del giacimento di bauxite nella miniera, non è stata presentata nessuna offerta. La scadenza era fissata al 5 novembre scorso. Nonostante il bando sia andato deserto, c’è ancora la possibilità che soggetti imprenditoriali interessati alla concessione possano presentare le istanze. Questa possibilità sarà esaminata quanto prima con gli uffici regionali competenti. In previsione di tale opportunità, e in prosecuzione di quanto già si sta attuando, l’assessore Maria Grazia Piras ha ricordato che nella prossima manovra finanziaria è previsto un nuovo stanziamento di risorse per garantire la gestione della miniera, in termini di sicurezza e sorveglianza, al momento affidata ad IGEA che dal maggio scorso utilizza una buona parte dei lavoratori del sito.

Nei prossimi giorni sarà convocato un nuovo incontro, al quale sarà invitato anche l’assessorato del Lavoro, per approfondire i diversi temi e verificare anche le opportunità degli strumenti offerti da Lavoras.

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Il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione sul prossimo bilancio UE a lungo termine, inclusi gli importi esatti destinati per ogni programma europeo.

Il Parlamento sottolinea la sua “unità e disponibilità” per i prossimi negoziati con i ministri dell’UE sul quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027 e si rammarica che gli Stati membri non abbiano “compiuto progressi significativi” nella ricerca di una posizione comune.

I deputati ritengono che la proposta di QFP presentata dalla Commissione europea sia un punto di partenza, ma il livello proposto «non consentirà all’UE di mantenere i suoi impegni politici e rispondere alle importanti sfide future». Il Parlamento ha quindi confermato le seguenti priorità (elenco non esaustivo):

  • Fissare la dotazione finanziaria del programma di ricerca Horizon Europe a 120 miliardi di euro in costi 2018 (Commissione: € 83,5 miliardi);
  • Rafforzare il piano strategico europeo di investimenti (“Piano Juncker”);
  • Incrementare i finanziamenti per le infrastrutture di trasporto e le PMI;
  • Mantenere il finanziamento delle politiche agricole e di coesione a lungo termine;
  • Raddoppiare le risorse per affrontare la disoccupazione giovanile, triplicare le risorse per Erasmus+;
  • issare il contributo dell’UE per gli obiettivi climatici a un minimo del 25% della spesa del QFP, per portarla al 30% il prima possibile, al più tardi entro il 2027.

Per quanto riguarda la riforma delle entrate finanziarie dell’UE (“risorse proprie”), i deputati sottolineano che il sistema attuale è «molto complesso, ingiusto, non trasparente e del tutto incomprensibile per i cittadini dell’UE».

Un nuovo sistema semplificato dovrebbe ridurre sostanzialmente i contributi diretti degli Stati membri basati sul PIL e garantire un adeguato finanziamento delle spese dell’UE nell’ambito del nuovo QFP. Il Parlamento vuole inoltre l’abolizione di tutte i meccanismi di riduzione e di correzione accumulati nel tempo.

I deputati chiedono l’introduzione di nuove risorse proprie, basate, ad esempio, su un nuovo regime di tassazione delle imprese (compresa la tassazione delle grandi imprese del settore digitale), sui proventi del sistema di scambio delle quote di emissione e su una tassa sulla plastica.

Infine, sottolineano che le entrate e le spese dovrebbero essere trattate come un unico pacchetto. Pertanto, tutti gli elementi del pacchetto QFP/risorse proprie e, in particolare, gli importi del QFP, dovrebbero rimanere sul tavolo dei negoziati fino al raggiungimento di un accordo definitivo.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, competente anche su Pesca e Acquacoltura, Pier Luigi Caria ha incontrato oggi in Assessorato, a Cagliari, una delegazione di pescatori di riccio di mare che lamentavano la necessità di poter rinnovare, per una parte di loro colleghi e attraverso l’individuazione di un percorso tecnico burocratico più veloce, le licenze di pesca assegnate 5 anni fa e ad oggi scadute.

«Gli uffici – ha spiegato Pier Luigi Caria – erano già al lavoro da alcuni giorni per superare una criticità che era emersa nel rilascio del rinnovo delle autorizzazioni di pesca. Oggi ci siamo quindi confrontati con una delegazione di pescatori e con i tecnici dell’Assessorato e in accordo abbiamo definito la chiusura di un decreto con il quale sono stati fatti alcuni chiarimenti rispetto ai precedenti provvedimenti e individuate misure di semplificazione delle procedure. Da domani, nel rispetto di norme, potranno partire con regolarità le attività di raccolta in mare.»

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«Continuiamo a essere convinti che la legge sull’inquadramento del personale di Forestas dovesse essere migliorata perché la formulazione definitiva presenta, a nostro parere, diverse significative criticità. Abbiamo concordato sugli obiettivi generali: dare maggiore certezza ai dipendenti all’interno del contratto pubblico con la copertura normativa della legge 31 e affrontare la questione dei precari per ridurre al massimo le incertezze legate alla posizione dei lavoratori a tempo determinato. Per questa ragione abbiamo da subito assunto una posizione dialettica per migliorare il testo della legge e conseguentemente rimesso all’aula i passaggi che comunque ci vedevano pienamente favorevoli. Pensiamo che dovesse essere individuato un contratto pubblico regionale specifico, di comparto idraulico-agrario-forestale, un contratto che poteva essere attuato in pochi mesi di trattativa sindacale in maniera coerente ed adeguata alle esigenze del personale.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu a seguito dell’approvazione  della legge sull’inquadramento contrattuale dei lavoratori dell’agenzia Forestas.

«D’accordo con il presidente Francesco Pigliaru, con cui sono rimasto in continuo contatto, ho formulato molteplici proposte per individuare soluzioni che, pur perseguendo l’obiettivo che il Consiglio si era dato, togliessero ogni elemento di incertezza contrattuale, organizzativa, di rappresentanza sindacale, finanziaria e di tempi legato al dispiegarsi della nuova normativa. Incertezze che la legge non risolve. Sottolineiamo che si tratta di una legge di grande impatto sull’amministrazione perché modifica la posizione contrattuale della metà dei dipendenti pubblici di amministrazione, enti e agenzie regionali. Noi abbiamo cercato, con uno spirito di leale collaborazione, non condizionato da logiche di schieramento, di favorire la presentazione di emendamenti per fare definitiva chiarezza sull’inquadramento dei lavoratori dell’agenzia. Abbiamo insistito su questo punto: inserire i dipendenti di Forestas all’interno di un contratto amministrativo genera incertezze e problematiche. Probabilmente in tempi brevi non sarà possibile dare concreta attuazione al nuovo sistema, che per altro lascia aperti rischi di oneri finanziari superiori anche agli oltre 9 milioni già previsti nella legge. Era necessario delimitare meglio gli ambiti contrattuali distinti (tra amministrativi ed operai) sempre all’interno della legge 31. Con maggiore chiarezza su questo aspetto, la contrattazione avrebbe avuto la possibilità di dispiegarsi immediatamente a partire dall’individuazione dei soggetti rappresentativi. Alla fine di questa parte del percorso – aggiunge l’assessore Filippo Spanu – siamo convinti di aver condotto una buona battaglia e continuiamo a essere convinti della bontà di tutte le azioni sino a oggi intraprese sia con l’approvazione della legge forestale che con le soluzioni politiche e organizzative finalizzate alla valorizzazione del ruolo dei lavoratori di Forestas che, è bene specificarlo, già prima erano dipendenti pubblici e tutelati dall’impianto normativo della legge regionale 31 del 1998 nelle sue parti più rilevanti. Affronteremo – conclude Filippo Spanu – con eguale lealtà i difficili passaggi che si presenteranno, consapevoli che i tempi non saranno né brevi né riducibili. Manterremo comunque un metodo identico a quello finora adottato, basato sulla concertazione sindacale e su leali rapporti con le istituzioni.»