18 July, 2024
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Il comune di Carbonia ha organizzato per martedì 20 novembre, alle ore 16.30, nella sala polifunzionale di piazza Roma, un convegno intitolato “Devianza giovanile e Comunità educante”, che vedrà la partecipazione straordinaria di don Ettore Cannavera, pedagogista e responsabile della Comunità “La Collina”, fondata nel 1994 al fine di ospitare e rieducare i giovani a cui il magistrato di Sorveglianza concede una misura alternativa alla detenzione. E proprio il tema della devianza giovanile sarà il filo conduttore del convegno organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia.

«Si tratta di un’occasione che ci consentirà di studiare e analizzare approfonditamente il fenomeno del disagio giovanile sotto molteplici punti di vista, espressi da qualificati esperti del mondo della Chiesa, delle forze delle Ordine, della pedagogia, della psicologia e della psicoterapia», ha detto il sindaco Paola Massidda.

I principali destinatari dell’incontro sono i genitori dei ragazzi, le insegnanti, gli educatori, il settore dell’associazionismo civile, sociale, culturale e sportivo.

Come ha precisato l’assessore dei Servizi sociali e delle Politiche giovanili Loredana La Barbera, principale promotrice dell’iniziativa, «l’incontro pubblico sulla devianza giovanile e sul lavoro profuso in tale contesto dalle comunità educanti si inserisce nel solco di una lunga serie di dibattiti organizzati dall’Amministrazione comunale per analizzare alcuni fenomeni negativi molto diffusi tra i giovani, in particolare il bullismo e il cyberbullismo».

All’incontro di martedì 20 novembre interverranno il sindaco Paola Massidda, l’assessore dei Servizi sociali e delle Politiche giovanili Loredana La Barbera, l’assessore della Pubblica istruzione e dello Sport Valerio Piria, il dirigente del Commissariato di Pubblica sicurezza di Carbonia Gabriella Chiara Comi, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia Lucia Dilio, la psicoterapeuta Roberta Speziale e don Ettore Cannavera.

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Giovedì 15 novembre, a Iglesias, le squadre di Abbanoa attiveranno le condotte appena realizzate in via Veneto angolo via Baracca e via Carrara angolo via Veneto. Per eseguire i collegamenti tra le 8.30 e le 16.30 sarà necessario sospendere l’erogazione nel distretto di via Isonzo delimitato dalle vie Crocifisso, Roma, Isonzo, Cairoli, Lubich, Giotto, Terni, Metalla, Caduti sul Lavoro e Santa Barbara. Il servizio sarà ripristinato anticipatamente qualora gli interventi dovessero richiedere tempi minori rispetto a quanto preventivato. Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.

Complessivamente Abbanoa sta realizzando a Iglesias quasi quattro chilometri di nuove condotte e centinaia di allacci grazie a un investimento di quasi un milione di euro. I lavori sono iniziati ad Agosto e seguono il piano completato l’anno scorso con un primo investimento di 761mila euro e ulteriori quattro chilometri di reti sostituite.

Il piano è finalizzato, oltre che a una drastica riduzione delle perdite, all’ammodernamento delle reti tenendo conto delle problematiche riscontrate negli ultimi anni. Riguardano principalmente la realizzazione di nuove condotte nei tratti dove sono stati registrati frequenti disservizi all’utenza e notevoli perdite di risorsa. Le vecchie tubature erano state realizzate decenni fa con materiali inadatti oppure ormai del tutto deteriorati: ci sono tratti di rete addirittura in materiale plastico, altri in acciaio soggetto a fenomeni di corrosione e altri ancora in ghisa grigia che tende a rompersi in presenza di forti escursioni termiche. Tutte le nuove condotte, invece, saranno realizzate in ghisa sferoidale, materiale che garantisce la migliore tenuta. Saranno rifatti integralmente anche gli allacci alle utenze servite che potranno contare, in questo modo, su un servizio più efficiente e pressioni adeguate.

Nel dettaglio le vie interessate sono via Belgio, via De Gasperi, via Einaudi, via Castello di Salvaterra, via Svizzera, via Olanda, via Amsicora, via Attilio Gambula, via Tenente Emilio Cacciarru, via Metalla, via Argentiera, via Veneto, via Carrara, via Don Graziano Muntoni e via Francesco Baracca. A queste si sono aggiunti interventi in via Arrigo Boito, via Ponchielli, via Mascagni, via Alfredo Catalani, via Domenico Scarlatti, via Gaetano Donizetti, via Giovanni Battista Viotti, vicolo Domenico Scarlatti, via Giacomo Grimaldi, via Giovanni Giolitti, via Marco Minghetti e via Raimondo Piredda.

La città di Iglesias è inserita anche nei primi trenta Comuni della Sardegna dove sarà attuato il programma di ingegnerizzazione delle reti idriche. Si di un modello innovativo basato sull’azione combinata di misure di campo, studi specialistici sull’assetto di rete, regolazioni e progressivi interventi strutturali sugli asset. Il processo di ingegnerizzazione si svolge a partire da un’indagine sulla rete ammalorata con installazione di misuratori portatili per l’esecuzione di prove idrauliche diurne e notturne e con ispezioni mirate per la localizzazione delle perdite. A tale fase segue la diagnosi, ovvero la definizione delle criticità e delle cause di malfunzionamento della rete, con successivi rilasci di prescrizioni sempre più evolute e dettagliate per le soluzioni tecniche ottimali da adottare, tra le svariate combinazioni possibili, al fine di efficientare la rete dal punto di vista idraulico, energetico e gestionale. Gli interventi gestionali e strutturali si inseriscono in questo processo sempre continuativamente e progressivamente.

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Nuova tappa itinerante del progetto“Noi-Insieme” che, grazie al sostegno della LR 46/90 Regione Sardegna Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza, promuove attività culturali, artistiche, di aggregazione e di conoscenza reciproca della comunità immigrata russofona in Sardegna.

La scorsa domenica 11 novembre, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Gonnesa, nella bellissima cornice del Parco comunale S’Olivariu, l’Associazione Cittadini del Mondo ha presentato le varie attività che caratterizzano il progetto “Noi-Insieme”, tutte offerte gratuitamente, che creano importanti momenti di aggregazione e conoscenza reciproca:

· i laboratori “Impariamo il russo giocando” dedicati ai bambini delle seconde generazioni, figli di coppie miste e bambini italiani desiderosi di avvicinarsi a questa lingua,

· i laboratori di canto e musica dove si insegnano vari strumenti fra i quali lo xilofono, la chitarra, la tastiera, vari strumenti a percussione,

· i laboratori di cucito e creatività sartoriale nell’ambito dei quali sono stati prodotti alcuni costumi nazionali, bielorussi, russi, ucraini, uzbeki, kirgizi, appartenenti a diverse epoche,  

· le varie attività di aggregazione, artistiche amatoriali e approfondimento culturale.

Sono tutte attività che coinvolgono non solo la vasta comunità immigrata post-sovietica, ma anche tantissimi sardi amanti della cultura slava, trasformando così il progetto in una grande occasione di conoscenza reciproca e scambio culturale, un servizio di arricchimento culturale che partendo dalla comunità russofona abbraccia la cittadinanza nel suo insieme.

L’incontro e saggio “Noi-Insieme” è stato preceduto dai saluti del sindaco di Gonnesa Hansal Cabiddu, alla presenza inoltre dell’assessore del Turismo Simone Franceschi e l’assessore delle Politiche sociali ed Istruzione Federica Olla.

Grande interesse hanno suscitato, in particolare i costumi nazionali della comunità multinazionale russofona che ha visto la presentazione di costumi russi, ucraini, bielorussi, uzbeki, infine, la musicista Tatsiana Syravezhkina ha presentato gli tsymbaly, antico strumento tradizionale bielorusso, presente in diverse varianti anche in altre culture dell’oriente slavo ed ha eseguito alcuni pezzi di grande pregio artistico appartenenti alle tradizioni folcloriche dei popoli slavi dell’Europa Orientale.

La Giornata ha rappresentato una vera e propria occasione di scambio culturale, sono stati personalmente il sindaco Hansal Cabiddu e l’assessore Simone Franceschi ad accompagnare  gli operatori e volontari del progetto “Noi-Insieme” alla scoperta di uno dei gioielli del territorio, il “Complesso Nuragico di Seruci”, che ha affascinato i visitatori per la sua magnificenza e per una location che domina per tre lati il mare circostante, che lo rende contemporaneamente gioiello archeologico, storico e naturalistico, un unicum di grande pregio e dalle enormi potenzialità anche da un punto di vista turistico. Un particolare ringraziamento va anche ai giovani che con grande professionalità svolgono il ruolo di guide del complesso nuragico, rendendo ancora più coinvolgente la visita.

Proprio in prossimità del tramonto, quando i raggi del sole calante, regalano giochi di luce fiabeschi e magici sul Nuraghe di Seruci, i costumi nazionali della comunità immigrata russofona creati dal progetto “Noi-Insieme” hanno potuto usufruire di un palcoscenico che ne ha esaltato la bellezza, degno finale di una bellissima giornata vissuta nel segno dell’amicizia e della conoscenza reciproca.

In questi mesi è fortemente cresciuto l’interesse nelle varie cittadine della Sardegna per organizzare incontri con il Progetto NOI-INSIEME, le prossime tappe in programma toccheranno Selegas e Oristano.

Le fotografie sono state realizzate da Roberta Boi che le ha messe a disposizione dell’associazione.

 

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Centri radiologici: la situazione in Sardegna

Non è un segreto, né un concetto nuovo quello secondo cui chi decide di affidarsi al servizio sanitario nazionale deve munirsi di pazienza, molta pazienza. Anche in Sardegna come in quasi tutto il resto dello stivale le attese per gli esami diagnostici sono estremamente lunghe anche quando la situazione non è rassicurante, a meno che non si tratti di una vera e propria urgenza. In quel caso, per fortuna, il posto libero si trova.

Quando va bene per un’ecografia c’è da aspettare dai 3 ai 5 mesi. Insomma, i controlli sembrano un miraggio, per non parlare della prevenzione gratuita.

La situazione sarda non è certo un’eccezione, sono molte infatti le altre realtà territoriali che non permettono di sottoporsi a esami diagnostici in breve tempo.

Per questo motivo sempre più persone decidono di rivolgersi a studi radiologici privati (spesso convenzionati con il servizio sanitario nazionale) in cui non solo prenotare una visita o un esame non è un’impresa impossibile, ma è anche possibile ritirare i referti entro le 24 ore.

Centri radiologici: i vantaggi

Il motivo per cui molti si rivolgono a centri radiologici privati convenzionati è la riduzione dell’attesa per esami e visite che il servizio sanitario nazionale non permette di effettuare in tempi brevi, ma non è il solo. Il personale medico e tecnico specializzato rassicura e permette di affidarsi senza ansie ai loro servizi.

È possibile sottoporsi a un’ecografia addome completo che rappresenta uno degli esami diagnostici di base innocuo e non invasivo, senza attendere mesi e ricevere i risultati in tempi brevissimi, solitamente entro le 24 ore. Tutto questo se ci si affida a realtà serie e affidabili come il centro radiologico Dimaraggi

Se si cerca un centro radiologico a Cagliari è possibile sceglierlo tra i molti presenti sul territorio che permettono di eliminare le code e le attese estenuanti che per motivi sanitari dovrebbero essere ridotte al minimo se non eliminate. Ed è proprio per questo motivo che molti utenti decidono di protestare e far sentire la loro voce.

Centri radiologici: un’alternativa efficace

Non è possibile attendere mesi e mesi per sottoporsi a un esame, eppure è questo lo scenario che si presenta in Sardegna come nel resto dell’Italia. I motivi sono tagli al personale e mancanza di fondi, ma gli utenti sono in perenne e continua attesa. Motivo per cui un’ecografia a Cagliari è sempre più frequentemente prenotata nei centri radiologici privati in cui è possibile sostenere non il costo per l’intera prestazione privata ma soltanto il ticket sanitario o gratuitamente se sulla ricetta medica è riportata l’esenzione.

Anche la legge va incontro alle esigenze degli utenti. Se le liste d’attesa vanno oltre i 60 giorni è possibile rivolgersi a un privato (pagando il ticket sanitario se non si è esenti) purché si compili un’istanza in cui si richiede la prestazione in regime di attività libero professionale che va intestata all’Azienda sanitaria di competenza allegando la ricetta medica oltre che la prescrizione del cup. In questo modo è possibile accedere più rapidamente agli esami diagnostici.

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Sabato 17 novembre 2018 con inizio alle ore 9.00 e conclusione alle 13.00 presso il salone della Cooperativa L’Albero Amico – Via Umbria, 22,  a Carbonia, si terrà il “Corso di Primo Soccorso Pediatrico”, che verrà replicato dalle ore 14.00 alle ore 18.00 per coloro che sono impossibilitati a seguire la mattina. 

La mancata conoscenza del Primo Soccorso costituisce un grosso svantaggio in caso di evento acuto che mette in pericola la vita di tuo/a figlio/a, alunno/a, nipote etc. I partecipanti impareranno a gestire il problema se il bambino o il lattante mentre mangia o gioca manifesta un’ostruzione completa della via aerea e non riesce a respirare o tossire. Sapranno intervenire se si ferisce e se sanguina vistosamente da un’arteria di un arto; conosceranno il C-A-T che potrebbe salvargli la vita. Sapranno come comportarsi se viene folgorato, se si ustiona, se una medusa inocula la sua tossina urticante, se si tratta di uno scorpione, o una tracina o una vipera mentre è in vacanza, se morsicato da un ragno, se ha assunto dei farmaci o un prodotto per la pulizia della casa, se manifesta una crisi convulsiva, se punto da un’ape e manifesta uno shock anafilattico, se riporta un trauma, se perde coscienza e non respira. E’ prevista, inoltre, una parte pratica e, tra i ventidue manichini “lattante” e “bambino”, saranno disponibili i più recenti ed innovativi manichini dotati di monitor che indicano la correttezza delle manovre.

Il docente del corso è il dottor Sergio Rassu che ha un’esperienza di oltre quarant’anni, in particolare nel settore dell’emergenza, avendo lavorato presso il Pronto Soccorso di Sassari per vent’anni, quindi è stato chiamato nel 2000 a dirigere il Pronto Soccorso e l’Osservazione Breve Intensiva del Presidio Ospedaliero di Ozieri e nel 2010 è stato richiamato per dirigere il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza del Presidio Ospedaliero di Sassari che ha diretto sino al 2015. Attualmente è impegnato nella realizzazione di corsi di formazione, tra cui un progetto formativo di medici ed infermieri di un importante ospedale, nella provincia dello Yunnan, in Cina, che conta 1.800 posti letto, 48 reparti e oltre 2.250 dipendenti.

 

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Il Banco di Sardegna ha stanziato un plafond di 50 milioni di euro denominato, per il suo scopo, “Reazione e Rilancio”, per sostenere le imprese e le famiglie isolane danneggiate dalle recenti calamità naturali.

In questo modo, il Banco di Sardegna vuol dare un segnale tempestivo e tangibile di grande vicinanza al territorio in cui opera, la Sardegna tutta, attivando una serie di interventi volti ad agevolare una rapida ripresa delle attività economiche della Regione dando, allo stesso tempo, un sostegno anche alle famiglie.

Al fine di velocizzare e semplificare la tempistica e le modalità di concessione ed erogazione, la richiesta per l’ottenimento degli interventi in questione dovrà essere accompagnata da una semplice autocertificazione dei danni subiti che, per le imprese, potrà essere veicolata, per una completa assistenza, per il tramite delle principali associazioni di categoria. Ove necessario, i consorzi fidi di settore interverranno con garanzia diretta nell’ambito delle convenzioni in vigore.

Per le famiglie, il Banco ha previsto la possibilità di chiedere sia una moratoria di sospensione, fino a 12 mesi, del pagamento delle rate del mutuo casa, sia la concessione di un prestito personale per la riparazione o la sostituzione dei beni danneggiati.

Per le imprese, il Banco ha previsto la possibilità di chiedere:

1) una moratoria di sospensione, fino a 12 mesi, delle rate di pagamento dei mutui;

2) un finanziamento a medio termine di liquidità per la ricostituzione delle scorte, per la sostituzione e/o riparazione dei beni danneggiati e per qualsiasi altro intervento legato alla propria attività produttiva.

I finanziamenti in questione non richiedono alcun tipo di garanzia ipotecaria e, per effetto della finalità specifica legata agli eventi calamitosi, prevedono condizioni di tasso ridotte e non comportano spese di istruttoria.

Proprio per andare incontro con velocità alle esigenze delle piccole imprese che sono quelle maggiormente bisognose di un sostegno finanziario immediato, sono stati previsti singoli  interventi  che potranno essere più agevolmente concessi direttamente dalle strutture decentrate sul territorio.

Gli interventi in questione non potranno essere estesi a prenditori che versavano già in stato di difficoltà prima dei recenti eventi calamitosi.

Nei prossimi giorni verranno presi accordi con le associazioni di categoria e con i consorzi fidi e saranno, quindi, diffuse le norme operative alle filiali, alle quali la clientela si potrà rivolgere per assistenza a partire dal prossimo 26 novembre.

Il Direttore Generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese ha dichiarato: «Abbiamo voluto dare una risposta immediata a tutti coloro che hanno, purtroppo, subìto gravi danni, proprio nel momento, in molti casi, di massima vulnerabilità. Ci siamo concentrati con priorità sul tessuto dei piccoli imprenditori, senza ovviamente dimenticarci delle realtà più grandi che, avendo subito danni maggiori per importo, seguiremo con interventi ad hoc. Faremo il possibile – ha concluso Giuseppe Cuccurese – per semplificare i processi e ridurre al minimo i tempi, poiché l’urgenza è, in questo caso, una prescrizione essenziale. Contiamo molto anche sulla collaborazione che ci daranno le associazioni di categoria».

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Giovedì 15 novembre, dalle ore 15.00 alle ore 17.30, nella sede di Sassari dell’Ance in via Alghero 49 (Villa Mimosa), si terrà la presentazione dell’accordo quadro per l’esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria negli immobili del Sistema Regione alla quale sono invitati a partecipare gli operatori economici nel campo dell’edilizia. L’iniziativa informativa fa seguito a quella già tenuta a Cagliari lo scorso 8 novembre.

Si tratta del primo Accordo quadro centralizzato per l’esecuzione di lavori, predisposto dalla Centrale Regionale di Committenza, con procedura completamente informatizzata attraverso la piattaforma SardegnaCAT. L’accordo, del valore complessivo di oltre 23 milioni di euro, è suddiviso in 10 lotti distinti in 5 aree geografiche e in due classifiche di lavori della categoria OG1 (I e II) e nasce dall’analisi del fabbisogno di tali tipologie di interventi nel patrimonio immobiliare della Regione e di tutti gli enti, aziende e agenzie del Sistema Regione. È uno strumento innovativo, non solo perché centralizzato e telematico, ma anche perché strutturato con la riapertura del confronto competitivo tra gli operatori economici aggiudicatari dell’Accordo quadro per l’attivazione degli appalti specifici. Trattandosi di una procedura aperta, tutti gli operatori economici possono partecipare e presentare la propria offerta.

Nel corso dell’incontro, saranno illustrati le modalità di utilizzo della piattaforma SardegnaCat per partecipare alla procedura e le peculiarità dell’Accordo quadro. Dopo la registrazione dei partecipanti, aprirà i lavori Cinzia Laconi, direttore generale della Centrale regionale di Committenza ed interverranno: Aldo Derudas, direttore del Servizio Interventi inerenti il patrimonio edilizio e Gianfranco Perseu per SardegnaCat. Dalle 16.45 spazio riservato agli operatori ed alle associazioni di categoria.

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Ogni giorno che passa crescono le possibilità che il sindaco di Cagliari Massimo Zedda accetti di guidare da candidato governatore la coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni regionali. In una fase di grande difficoltà del centrosinistra, emersa chiaramente alle elezioni politiche della scorsa primavera, Massimo Zedda è considerato una carta importante in grado di trainare la coalizione al recupero delle posizioni perdute, da qui l’invito rivoltogli da più parti a scendere in campo e la sua attenta riflessione, rafforzata dalla disponibilità ad affrontare anche eventuali primarie di coalizione.

Nel 2009, all’età di 33 anni, si candidò alla elezioni regionali nella lista “La Sinistra”, risultando eletto con 947 preferenze. Dopo soli due anni rinunciò al seggio nell’Aula di via Roma per candidarsi a sindaco di Cagliari, accettando la sfida delle primarie, nelle quali, indicato da SEL, superò clamorosamente uno dei big del PD, il senatore Antonello Cabras. E venne poi eletto sindaco di Cagliari, risultando il più votato al primo turno con il 45,15% dei voti ed eletto al ballottaggio con il candidato della coalizione di centrodestra Massimo Fantola, con il 59,43% dei voti. Cinque anni dopo è stato rieletto al primo turno con il 50,86% dei voti.

Nel 2001 Massimo Zedda lasciò il Consiglio regionale per approdare a Palazzo Bacaredda da primo cittadino di Cagliari; otto anni dopo, a due anni e mezzo dalla conclusione della seconda consiliatura, dunque, potrebbe fare il percorso inverso, per affrontare la corsa verso la carica di governatore della Sardegna.

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Il vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru (Forza Italia) è il promotote di una mozione che imprgna la Giunta regionale alla sospensione della revoca per la convenzione con il Policlinico sassarese.

«La priorità è la tutela dei lavoratori della casa di cura – spiega Antonello Peru -. L’unica cosa da evitare sono i processi eterni. La Regione sopprima subito la cancellazione dell’accreditamento, rimettendo in pista l’attività del presidio sanitario». Un messaggio che è stato ribadito nel corso del sit in che si è tenuto oggi a Sassari, ai piedi della struttura: «E’ urgente garantire la salvaguardia dei posti di lavoro degli operatori all’interno della casa di cura e i livelli di assistenza per i pazienti. Non si illudano di poter toccare i posti letto e il budget. Viale Italia, un tempo cuore pulsante del capoluogo tra commercio e servizi, vive oggi una situazione sospesa tra degrado e desertificazione. L’epilogo del presidio sanitario decreterebbe una catastrofe». Serve una svolta decisa e immediata: «Un nuovo partner, che la classe dirigente aveva trovato». La società Habilita (del gruppo Rusconi) sarebbe pronta ad acquisire il complesso. «L’intenzione è quella di mantenere la vocazione della struttura in regime di convenzione con il sistema sanitario regionale. Ecco perché è assolutamente necessario sospendere la revoca della convenzione – aggiunge Antonello Peru -. Non si comprende l’atteggiamento della Regione dal momento che è stata individuata una compagine affidabile e sicura, tra i leader in Italia della sanità privata». L’ipotesi di salvataggio del Policlinico consentirebbe di assicurare un futuro anche ai duecento lavoratori, garantendo così il mantenimento delle prestazioni: «Si tenga conto – conclude Antonello Peru – che la società ha già il piano per la riqualificazione della struttura, con un intervento di messa in sicurezza e organizzazione interna del complesso. Senza accreditamento, però, la clinica non sarebbe più appetibile. Ecco perché la giunta regionale deve cancellare la revoca della convenzione».

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«Prendiamo atto dell’ulteriore rinvio del 9 novembre da parte di Sider Alloys Italia, dell’incontro decisivo sull’avvio del progetto di rilancio del sito ex Alcoa di Portovesme. Nonostante siano passati oltre 9 mesi dalla cessione dello smelter dalla multinazionale americana dell’alluminio Alcoa a quella svizzera di Sider Alloys le organizzazioni sindacali e tutti i lavoratori attendono di conoscere un Piano industriale definitivo per l’avvio ed il rilancio del sito industriale del Sulcis.»

Lo scrive, in una nota, la UILM nazionale.

«Dopo numerosi incontri tenuti in questi ultimi mesi in cui sono stati solo annunciati investimenti e riassorbimenti degli ex lavoratori Alcoa, ad oggi registriamo fortissimi ritardi nella realizzazione del Piano – aggiunge la UILM nazionale -. L’azienda avrebbe già dovuto affidare nel mese di maggio di quest’anno (secondo la tempistica annunciata) i lavori per il revamping degli impianti ad un Main Contractor per avere una produzione a regine (147.000 tonn/anno) ed un’occupazione di 380/430 addetti diretti entro il 2020. Già nel mese di settembre, avrebbero dovuto riassorbire i primi 50 lavoratori del bacino degli ex Alcoa. Ad oggi, registriamo solo la sostituzione dell’insegna all’ingresso dello stabilimento. Nel frattempo, nonostante i ritardi rispetto alla dichiarata tabella di marcia, Sider Alloys prosegue con assunzioni di lavoratori, che solo in parte appartengono al bacino di ex Alcoa, e che non si comprende a cosa siano adibiti a svolgere e le cui professionalità non sembrerebbero essere riconducibili alla ripartenza dell’impianto.»

«Resta per noi incomprensibile anche la costituzione di una società riconducibile a Sider Alloys a cui andranno affidate le attività di manutenzione in house – sottolinea ancora la UILM nazionale -; anch’essa  ha già provveduto ad assumere personale (comprensivo di segretarie) che, anche in questo, non riusciamo a cosa al momento debbano “manutenere” con impianti fermi dal 2012. Nell’incontro del 3 maggio scorso, la UILM aveva già espresso la necessità di capire la tempistica e le scelte impiantistiche che Sider Alloys avrebbe adottato per il revamping degli impianti. Avevamo soprattutto chiesto all’AD di Sider Alloys Italia di adottare la massima “trasparenza” e criteri oggettivi nelle assunzioni visti il clima, la situazione sociale e le legittime aspettative dei lavoratori ex Alcoa che, da ormai troppi anni, permangono in una condizione di sofferenza con il solo sostegno al reddito degli ammortizzatori sociali di anno in anno in proroga.»

«Tutte le questioni qui rappresentate ci preoccupano tantissimo ed accrescono le perplessità sul rilancio dello smelter. Il destino dell’ex Alcoa non rappresenta solo quello di una fabbrica, ma il futuro di un intero territorio. Riteniamo, quindi, che nel prossimo incontro, previsto entro fine mese, si debba fare chiarezza su tutti gli aspetti della gestione di avvio del progetto, dei finanziamenti messi a disposizione e finora utilizzati, ed avere tempi certi sulla realizzazione del riavvio degli impianti. Non accetteremo nessun altro rinvio – conclude la UILM nazionale -. Basta giocare sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini di Portovesme!!! Il rilancio dell’ex Alcoa deve rappresentare un’occasione per creare “Lavoro” e non “posti di lavoro”.»