23 November, 2024
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25 richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, che vivono nei centri di Accoglienza di Oristano e Solanas (nel territorio del comune di Sinnai), hanno curato la pulizia dell’area d’ingresso della Cittadella della Salute, a Cagliari. Sono intervenuti l’assessore degli Affari Generali con delega sui flussi migratori Filippo Spanu, il direttore dell’Assl di Cagliari Luigi Minerba e la responsabile del dipartimento di Prevenzione di Ats Sardegna – Servizio Promozione della Salute Silvana Tilocca.

Help to help” (“Aiuta per aiutare”) è il titolo del progetto inserito nel quadro delle attività di volontariato sociale promosse dalla Regione e rivolte ai giovani ospiti dei Centri di Accoglienza della Sardegna. Attualmente sono operativi 15 progetti. Oltre 250 richiedenti asilo stanno svolgendo in forma gratuita servizi di pubblica utilità: dalla cura e tutela delle aree verdi e dell’arredo urbano alla custodia del patrimonio artistico e culturale e degli spazi dedicati al tempo libero e allo sport. L’obiettivo è quello di favorire l’inclusione e l’integrazione di ragazzi che in questo modo attuano interventi che sostengono e promuovono in termini molto concreti il processo di inclusione e integrazione. Tutti gli interventi vengono svolti su base volontaria e gratuita e ogni singolo progetto deve avere una durata di quattro mesi dalla firma con l’Osservatorio interregionale cooperazione e sviluppo (Oics) che agisce in nome e per conto della Regione.

«Dall’iniziativa di oggi – spiega l’assessore Filippo Spanu – scaturiscono segnali molto incoraggianti. Il processo di integrazione si sviluppa gradualmente con la reciproca conoscenza e il superamento dei pregiudizi e queste azioni vanno proprio in questa direzione. Con grande impegno e dedizione 25 giovani si sono dedicati alla cura di un’area pubblica in cui sono operative strutture sanitarie di grande importanza per la collettività. Non casualmente questo progetto viene attuato in un ambito strettamente legato ai compiti dell’ATS che svolge un ruolo essenziale nel quadro del sistema di accoglienza.»

Filippo Spanu ha inoltre chiarito che è molto grave «pensare di ridurre drasticamente le risorse statali a favore dell’accoglienza di persone che sono richiedenti protezione internazionale e quindi con particolari tutele. Ridurre le risorse pregiudica la possibilità di fare azioni di integrazione come quella di oggi con inevitabili ripercussioni per l’attività di molti sardi laureati che operano nell’ambito dei Cas e della rete Sprar. Tutto questo significa non accettare l’idea che ci siano tutele specifiche, previste dal diritto internazionale, per le persone che cercano rifugio. Noi vogliamo trasformare tutti i progetti finalizzati all’inclusione in azioni positive e continueremo su questa strada anche perché abbiamo stipulato accordi con il Governo che devono essere rispettati».

Il Dipartimento di prevenzione di ATS Sardegna – Servizio Promozione della Salute, diretto da Silvana Tilocca, ha messo a disposizione, in questi anni, professionalità e competenze per gestire l’accoglienza e garantire l’assistenza sanitaria di primo e di secondo livello a tutti i richiedenti protezione internazionale durante  le operazioni di soccorso.

Il progetto, portato avanti dall’Associazione Help for You, vede impegnati, a partire da oggi, 25 richiedenti asilo in attività svolte su base volontaria e gratuita, con un impegno tra le 6 e le 15 ore settimanali per la cura, la pulizia, la manutenzione e la valorizzazione delle aree verdi delle strutture di ATS ASSL Cagliari. «Molti ragazzi impegnati nel progetto di volontariato sociale – ha spiegato Silvana Tilocca – sono stati accolti e visitati al momento degli sbarchi nell’Isola dagli operatori sanitari del Dipartimento di Prevenzione e oggi, con un profondo senso di gratitudine e in una logica di collaborazione reciproca, sono fisicamente presenti alla Cittadella della Salute per offrirci il loro lavoro».

«L’iniziativa è finalizzata al raggiungimento di uno scopo sociale volto a promuovere le relazioni fra migranti e cittadini – ha aggiunto il direttore della ASSL di Cagliari Luigi Minerba – nel settore di salvaguardia dell’ambiente e cura del verde. Un primo passo concreto che mira all’integrazione degli stranieri nella nostra città.»

Alle attività di oggi hanno preso parte anche gli scout dell’Assoraider della sezione di Elmas. Tra loro otto richiedenti asilo ospiti del Cas di Villaspeciosa che da qualche mese indossano la divisa di ”rover’‘.

La giornata alla Cittadella della Salute si è conclusa con la degustazione di piatti tipici africani cucinati e offerti a tutti i presenti dall’associazione Help for you.

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Transistor – nuove generazioni e.mo.ti.con (memoria emotiva), giornata numero tre, ancora densa di appuntamenti. Il festival dedicato alle giovani generazioni ideato e organizzato da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’associazione Cultarch e con “I libri aiutano a leggere il mondo”, e diretto da Mauro Mou, propone per domani, sabato 3 novembre, al Teatro La Vetreria di Pirri, un menù ricco e variegato.

Si parte dalla mattina, quando, dalle 10.00 alle 13.00, Antonio Catalano porterà a termine Piccoli diari sentimentali, il suo laboratorio di costruzione poetica per re-imparare a meravigliarsi!
L’artista artigiano piemontese ritorna anche nella sessione serale, a partire dalle 21.00, al Teatro La Vetreria, proprio con “Piccoli diari sentimentali”, installazione collettiva con la direzione musicale del maestro e compositore Daniele Ledda (Casa degli Alfieri/ Antonio Catalano/ TiconZero). Daniele Ledda utilizzerà il suo sistema “Snake”, un vocabolario gestuale nato per guidare le improvvisazioni musicali, per creare delle composizioni istantanee del gruppo, coordinando corpi, suono, parola, movimento e visione.

Subito dopo “Tessiture tipografiche”, con Stefano Asili (Associazione CAP09), laurea in Fisica, grafico, docente alla Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari, si occupa di identità visiva, design, di allestimenti e architettura di interni. Le Tessiture Tipografiche sono un modo nuovo di raccontare la Sardegna, l’amore per la propria terra, attraverso la lettura e le lettere, rispettandone l’anima e la storia ma inventando qualcosa che prima non c’era per cercare di sorprenderla.

Sarà poi Pierpaolo Piludu, attore storico di Cada Die Teatro, a salire sul palco del Teatro La Vetreria con Pòsidos. Molto legato alle tematiche della Sardegna, per oltre un mese ha ascoltato ininterrottamente, mattina, sera e talvolta anche di notte, storie e leggende del Montiferru.  

Infine, alle 23.00, ma al Muzak – genuine music, in via Stretta 3 a Cagliari, Eleonora Marroccu, in arte Su Fogu, giovane fotografa sarda, originaria di Pimentel, presenta Tempus – Diario fotografico emotivo con didascalia -, con la partecipazione di Francesco Bachis, antropologo, e musicista, e Marco Trincas, educatore.

 

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Sarà “Su Connottu” – un classico del teatro sardo, scritto nel 1972 dal poeta, romanziere, drammaturgo nuorese Romano Ruju e portato in scena per oltre 300 recite dalla cooperativa Teatro di Sardegna – il primo spettacolo in cartellone a essere rappresentato domani, sabato 3 novembre, alle 21.00, nella Sala Bancri dello spazio Fucina Teatro nel centro culturale La Vetreria di Pirri.

A qualcuno il nome di Pasqua Selis Zau, nota Paskedda Zau, non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese, madre, vedova, di dieci figli, che il 26 aprile del 1868 scatenò la sommossa popolare contro gli effetti della Legge delle Chiudende (il provvedimento legislativo emanato nel 1820 durante la dominazione sabauda in Sardegna, che autorizzava la recinzione dei terreni fino ad allora considerati, per tradizione, di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata), quando contadini e pastori  protestarono contro la volontà del Consiglio comunale di Nuoro di voler privatizzare le terre pubbliche. Quella rivolta  è passata alla storia come “Su Connottu”, dal grido levato da Paskedda, “A su connottu, torramus a su connottu!”, al “conosciuto”, alla consuetudine. Nell’opera di Ruju, poi arricchita dalle ballate di Francesco Masala e riscritta per la scena dal regista Gianfranco Mazzoni, la narrazione è affidata principalmente agli uomini. Nel racconto al femminile pensato dal Crogiuolo, a dare lettura del testo, adattato, saranno Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, due attrici storiche del Teatro di Sardegna, e Gisella Vacca: «Un tentativo, senza stravolgere i contenuti della narrazione, di riportare equilibrio alla vicenda, almeno sul piano interpretativo delle voci in scena”», specifica Rita Atzeri.

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Sale alla ribalta la musica dal vivo, domani (sabato 3 novembre) a Cagliari, nella terza giornata di Creuza de Mà, il festival di musica per il cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, quest’anno alla sua edizione numero dodici, in corso fino a domenica nel capoluogo sardo (dopo la prima parte che si è tenuta a metà settembre a Carloforte)

Doppio appuntamento in serata all’Auditorium del Conservatorio (in piazza Ennio Porrino): protagonista del primo, alle 21.30, Max Viale, videomaker, sound designer, compositore e cofondatore del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, artefice della colonna sonora di “Nico, 1988”, il film di Susanna Nicchiarelli, in visione al festival la sera prima, che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, la cantante ricordata soprattutto per le sue esperienze con i Velvet Underground e con Andy Warhol. Organizzatore della produzione musicale sul set e interprete nel film nei panni del musicista Max Davies, Max Viale proporrà il visual set “Don’t Call me Icon (Nico/Christa 1938-1988)”: un focus sul suono e sulla colonna sonora originale di “Nico, 1988” (candidature David di Donatello; Nastri d’Argento 2018) supportato da immagini inedite e rielaborate in tempo reale che tracciano la storia della vita della poliedrica artista e delle fasi di lavorazione del film.

La seconda parte della serata vedrà invece di scena i Dancefloor Stompers, gruppo cagliaritano fondato dal bassista Gianmarco Diana, con Danilo Salis alla chitarra elettrica, Andrea Schirru alle tastiere, Frank Stara alla batteria e percussioni, e Juri Orrù alla chitarra acustica e voce. In programma Stompers 68, un reading-concerto che ripercorre la rivoluzione sessantottina – uno dei temi principali di questa edizione del festival Creuza de Mà – utilizzando la produzione cinematografica americana ed europea come canovaccio per un racconto artistico, sociale e politico delle nuove dinamiche giovanili, con la nascita degli hippies, la diffusione delle droghe lisergiche, il flower power e i movimenti studenteschi, l’overdose musicale dell’Estate dell’Amore e i suoi riverberi nel cinema e nella cultura di massa italiana. Un viaggio che si snoda lungo le autostrade e le grandi città degli Stati Uniti, come nelle campagne e le città della provincia borghese italiana, dove cinema, musica e narrazione si fondono: nelle immagini di film come “Il Laureato”, “Easy Rider”, “Fragole e sangue”, “Zabriskie Point” o “Woodstock“, ma anche in quelle di “Teorema”, “La Cina è vicina”, “Grazie zia”, “Il sesso degli angeli”, “Z – L’orgia del potere”, come nelle canzoni di Simon & Garfunkel, Electric Flag, Jimi Hendrix, Sly & The Family Stone, Pink Floyd, Beatles e The Band o nelle composizioni per il cinema di Giovanni Fusco, Miki Theodorakis ed Ennio Morricone.

La serata di domani (sabato 3) all’Auditorium del Conservatorio suggellerà un’altra giornata densa di impegni per Creuza de Mà, che si apre in mattinata nella Sala “Nanni Loy” dell’E.R.S.U., con il consueto appuntamento con le mastercalss di Musica per cinema: protagonista dell’incontro con studenti e pubblico, con inizio alle 10.30, Max Viale.

Alle 16.00, sempre all’E.R.S.U., partono le proiezioni con un altro film della retrospettiva che il festival dedica al ’68: “Zabriskie Point”, pezzo storico dell’epoca firmato nel 1970 da Michelangelo Antonioni, e ambientato tra Los Angeles e la Death Valley nell’era dei figli dei fiori e delle università in fermento.

A seguire, alle 18.30, “Fino alla Fine”, cortometraggio di 15 minuti di Giovanni Dota – che firma anche la sceneggiatura insieme a Giulia Martinez, con musiche di Federico Ciompi -, presentato quest’anno in concorso alla trentatreesima Settimana Internazionale della Critica nell’ambito del Festival del cinema di Venezia: cresciuto nella periferia di Napoli, assistente alla regia per la serie televisiva “Gomorra”, Giovanni Dota racconta una storia di camorra, tra personaggi grotteschi, tragici equivoci e segreti.

Alle 19.00, chiude le proiezioni in programma per domani (sabato 3) “Saremo giovani e bellissimi”, primo lungometraggio della regista barese Letizia Lamartire (presente all’appuntamento) che ha ottenuto il premio dedicato alla colonna sonora del miglior film in concorso alla Settimana Internazionale della Critica del Festival del Cinema di Venezia per le musiche di Matteo Buzzanca: e la musica è centrale nella trama del film stesso, in cui la protagonista, ex star del pop degli anni Novanta, ormai decaduta, vive un legame unico e a tratti morboso col figlio, anche lui musicista.

 

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Un terzo posto che vale 6 punti nella corsa per la cintura nera. Lì ha portati a casa Mario Piu che, nella categoria juniores kg 60, si è distinto al Grand prix U18-U21 di judo che si è disputato nei giorni scorsi al PalaCatania.

Il giovane atleta sassarese del Centro sportivo “Guido Sieni”, durante i combattimenti sui tatami siciliani, ha dimostrato una buona tecnica, frutto anche dell’assidua preparazione estiva.

Per lui, adesso, la conquista della cintura nera è soltanto questione di pochi punti. Sono 4 quelli che dovrà ancora raccogliere per passare di grado. Uno score che potrebbe già mettere nel carniere domenica 4 novembre quando, ad Arborea, salirà sui tatami per la prova del Campionato regionale esordienti A – Juniores – Master.

Con Mario Piu a Catania sono volati anche i cadetti del “Guido Sieni” accompagnati da Stefano Urgeghe: Andrea Spano (50 kg), Marco Battino (60 kg), Carlo Fusco (66 kg), Carlo Santoni (66 kg) e Matteo Virgilio (73 kg).

Per loro si è trattato di una verifica delle prestazioni che ha messo in luce un netto miglioramento fisico dello squadra e la necessità di una maggiore concentrazione dal punto di vista della tattica.

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Manca esattamente una settimana al via della 45ª edizione del Trofeo Nico Sapio in programma da venerdì 9 a sabato 11 novembre. Il conto alla rovescia per l’ evento internazionale curato alla Piscina Sciorba da Genova Nuoto e My Sport, in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto e con il patrocinio di Regione Liguria (ente promotore) e comune di Genova, sta per terminare. C’è attesa per vedere all’opera una numerosa e qualificata squadra azzurra, capitanata da Federica Pellegrini che tornerà a gareggiare nei “suoi” 200 stile libero facendo così partire da Genova la rincorsa verso la sua quinta Olimpiade. 

E’ ufficiale anche la presenza del ventitreenne Santo Condorelli. Quarto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nei 100 stile libero nuotati con i colori del Canada, una medaglia sfumata per soli 3 centesimi, anche l’italo-canadese va alla ricerca del tempo di qualificazione per i Mondiali in vasca corta di Hangzhou (Cina), programmati dall’11 al 16 dicembre. Condorelli, dopo aver saltato i Mondiali di Budapest 2017, ha avviato le pratiche per cambiare nazionale sportiva, in ragione dei suoi avi siciliani, e poter così gareggiare alle prossime Olimpiadi con la nostra Nazionale.

Il programma prevede venerdì e sabato le sfide per le categorie Juniores (100 metri e 200 misti) e Assoluti con inizio eliminatorie alle 9.00 e finali alle 16.30. Domenica si confronteranno gli Esordienti A e i Ragazzi. L’evento godrà, venerdì e sabato, di un totale di 3 ore di diretta su RaiSport.

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Questo pomeriggio i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari e della Compagnia del carabinieri dello stesso capoluogo, al termine delle ricerche e delle indagini sull’accoltellamento avvenuto ieri in piazza Amendola, hanno deferito in stato di libertà per lesioni aggravate e per porto abusivo di armi, A.Z., nato in Marocco nel 1983, in Italia senza fissa dimora, con precedenti, in possesso di permesso di soggiorno.

L’uomo, rintracciato questa mattina a seguito delle citate attività di ricerca e indagine scattate subito dopo il fatto e mai interrotte, è stato univocamente individuato come il responsabile del ferimento di Diego Sozadra, brasiliano, classe 1983, residente a Firenze, il quale, dopo aver avuto una discussione (sostanzialmente per futili motivi) con il citato A.Z., è stato da questi aggredito con un coltello e ferito alla gamba destra in zona aorta femorale, motivo per cui ha perso molto sangue e inizialmente sembra anche più grave.

Subito dopo A.Z. è scappato ed ha fatto perdere le proprie tracce. Il brasiliano ferito è stato quinti trasportato d’urgenza all’ospedale Brotzu, è stato sottoposto ad intervento chirurgico e ricoverato con una prognosi di 10 giorni di cure senza complicazioni.

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I carabinieri della stazione di Carbonia, questo pomeriggio, hanno arrestato, in flagranza di reato, A.S., 66 anni, di Carbonia, resosi responsabile di atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, danneggiamento, violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale.
Alle 12.00 di oggi, infatti, è pervenuta alla centrale Operativa 112 della Compagnia di Carbonia, la richiesta di aiuto da parte di una donna di 61 anni, residente a Carbonia, la quale, rientrando a casa, ha sorpreso l’ex compagno convivente nella propria abitazione, che tentava di appiccare un incendio nell’immobile. La donna ha riferito all’operatore di centrale, di aver subito l’ennesimo maltrattamento da parte del suo persecutore che in questa occasione la aveva anche percossa. I militari perciò sono immediatamente intervenuti arrestando l’azione violenta dell’uomo che ha opposto resistenza ai militari nel tentativo di darsi alla fuga. Dopo aver definitivamente bloccato il 66enne pensionato, gli investigatori hanno raccolto la testimonianza disperata della donna, avviando i primissimi accertamenti investigativi dai quali è emersa l’effettiva pericolosità dell’ex compagno. In particolare, i comportamenti aggressivi e persecutori, sempre più insistenti, erano originati qualche mese fa, da quando la donna ha deciso di interrompere la relazione, innescando la reazione distruttiva del compagno che, non rassegnandosi alla fine della storia, ha assunto atteggiamenti di violenza nei confronti della donna e delle sue proprietà: qualche giorno fa, infatti, aveva danneggiato l’auto della donna, dandola alle fiamme; oggi è stato fermato dai militari mentre tentava di bruciarle l’appartamento. I militari hanno verificato che quotidianamente lui la terrorizzava, tanto che la
vittima era stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, allontanandosi da quell’abitazione, trovando ospitalità tra amici e parenti. Oggi, di fronte all’ennesimo atto di ingiustizia nei confronti della donna, sono scattate le manette nei confronti del persecutore, posto a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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Canada chiama Sardegna. E l’Isola risponde. Gli studi e le ricerche sui misteri dell’universo, dalla materia oscura alle energie sconosciute che regolano il cosmo, uniscono la nostra regione e il Nord America grazie al Progetto Aria, coordinato dall’Istituto di Fisica Nucleare (INFN) e ospitato nella miniera della Carbosulcis a Nuraxi Figus. Nei giorni scorsi, una delegazione sarda, composta dall’amministratore della Carbosulcis, ing. Antonio Martini, da due ingegneri della società partecipata dall’Assessorato dell’Industria, Massimiliano Cabiddu e Stefano Farenzena, nonché da una rappresentanza del sistema della ricerca, composta dal prof. Cristiano Galbiati, docente alla Princeton University e ricercatore ai Laboratori del Gran Sasso, e dal prof. Alberto Devoto, dell’Università di Cagliari, hanno visitato a Sudbury, nella provincia dell’Ontario, gli impianti di SNOLAB, il laboratorio scientifico sotterraneo specializzato in fisica dei neutrini e della materia oscura, ospitato a 2 chilometri sotto la superficie della miniera di nickel di Vale Creighton, la miniera più profonda del Canada dove ogni giorno si estraggono migliaia di tonnellate di tout venant di nickel. SNOLAB, diretto dal fisico Nigel Smith, è una struttura scientifica di livello mondiale e il programma di ricerca è attualmente incentrato sulla fisica subatomica, in gran parte sulla fisica dei neutrini e della materia oscura. Si tratta di un’espansione delle strutture esistenti costruite per l’esperimento sui neutrini solari dell’Osservatorio di Sudbury SNO, di cui è stato direttore il premio Nobel 2015 per la fisica, Arthur McDonald, anch’egli coinvolto nel Progetto Aria e che l’anno scorso è stato in visita in Sardegna. Il laboratorio, distribuito su una superficie di oltre 8mila metri quadrati, di cui 5mila in sottosuolo, occupa oltre 100 persone tra scienziati, ricercatori e dipendenti.

«Abbiamo creduto da subito sul Progetto Aria, sin dal 2015, finanziandolo e investendo importanti risorse, anche umane, perché la Sardegna ha tutte le potenzialità per portare avanti iniziative legate all’innovazione e alla ricerca tecnologica – ha commentato il Presidente della Regione, Franceso Pigliaru -. La Regione è un partner affidabile e in grado di soddisfare le esigenze che arrivano dal mondo scientifico. Il progetto ARIA è soltanto un pezzo del nostro programma di ricerca e innovazione, dagli esperimenti alla Sotacarbo, alle attività previste nella miniera di Sos Enattos a Lula, a quelle del radiotelescopio di San Basilio. Alla Carbosulcis è in atto una ristrutturazione importante, a seguito del Piano di chiusura della miniera. Grazie alla tradizione mineraria, con il Progetto Aria oggi la Sardegna è agganciata a un network mondiale di altissima ricerca e innovazione. L’auspicio è che non sia solo ricerca di base ma che si traduca anche in produzione con alto valore industriale per creare più lavoro di quanto ne sta creando adesso. Occupazione di qualità, basata su competenze e professionalità, che rappresentano il futuro dei nostri giovani.»

«Impegni istituzionali in Sardegna non mi hanno consentito purtroppo di partecipare alla missione in Canada e illustrare di persona quello che stanno facendo la Regione e l’Assessorato per la riconversione industriale della Carbosulcis – ha detto l’assessore Maria Grazia Piras –. Ci sono due aspetti di grande rilevanza: il primo è legato proprio alla ‘nuova vita’ della società partecipata. Esaurito il ciclo di estrazione del carbone, si ha bisogno di realizzare progetti coraggiosi e all’avanguardia. Il nostro sforzo in tal senso è stato ripagato. Con le attività previste dal piano industriale della Carbosulcis, in particolare attraverso i programmi di ricerca, abbiamo messo le basi per costruire opportunità di lavoro per i giovani altamente qualificati presenti nella società. Il Progetto Aria significa aprirsi al mondo dell’innovazione e della scienza, significa affrontare sfide decisive per il futuro di un territorio dalle grandi potenzialità. Il secondo aspetto riguarda il lavoro che l’Assessorato e tutta la Giunta hanno svolto in questi anni sul fronte delle società partecipate. Ne abbiamo chiuso tante, razionalizzando così i costi, e nel contempo ci siamo concentrati sulle realtà societarie che invece hanno un ruolo e una missione precisa, e garantiscono una gestione sana e corretta dei bilanci. La Carbosulcis è una di queste.»

«È stata una visita significativa, e soprattutto formativa, in una miniera in produzione dove è presente e convive un laboratorio importante a livello mondiale – ha osservato l’amministratore della Carbosulcis, Antonio Martini -. La nostra miniera è in chiusura ma stiamo realizzando importanti progetti di riconversione, come l’impianto per la produzione di Argon in collaborazione con l’INFN, il primo di questo tipo in Europa e il primo al mondo realizzato con tecnologia innovativa. Il nostro prodotto sarà usato per fare esperimenti nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e poi potrebbe anche trovare utilizzo in laboratori come lo SNOLAB. L’auspicio è che si creino le condizioni per una più forte collaborazione tra la compagine INFN-Carbosulcis e il sistema di ricerca canadese. La visita, inoltre, ci ha permesso di approfondire le procedure e la logistica necessarie per realizzare alcuni laboratori che abbiamo intenzione di ospitare nel sotterraneo della miniera della Carbosulcis in relazione ad altri progetti. Uno di questi è il Progetto Ulisse, promosso con la Sotacarbo, che ci permetterà di approfondire gli studi sullo stoccaggio della CO2 e avviare programmi connessi alla geofisica in sottosuolo. La collaborazione con grandi istituti e centri di eccellenza è di vitale importanza. Quando si investe in conoscenza e tecnologia i tempi sono più lunghi ma lo sviluppo è più concreto e duraturo. In Italia abbiamo tanti esempi, noi siamo convinti che anche il Sulcis possa giocare le sue carte.»

La visita allo SNOLAB ha consentito alla delegazione italiana di verificare le potenzialità di una struttura scientifica all’interno di una miniera in attività. Si tratta di un modello che potrebbe essere replicato anche a Nuraxi Figus dove, oltre al Progetto Aria, si lavora ad altri programmi, sempre nell’ambito della riconversione del sito industriale, con l’obiettivo di trasformare l’ex miniera in un centro di alta tecnologia impegnato in progetti di ricerca. SNOLAB studia prevalentemente la fisica delle astroparticelle, un campo incrociato che esamina le particelle subatomiche da fonti astronomiche. I laboratori sono situati in profondità proprio per proteggere i rivelatori usati negli esperimenti sensibili dalla radiazione cosmica che cade incessantemente sulla superficie della Terra. Anche alla profondità di SNOLAB arrivano raggi cosmici, ma la quantità è 50 milioni di volte inferiore a quella che si avrebbe se l’esperimento fosse localizzato in superficie. La dislocazione unica del laboratorio consente inoltre di avviare progetti e programmi scientifici in diversi campi. Tra questi, in particolare, c’è il progetto DEAP-3600, che vede coinvolti ricercatori di 10 istituzioni in Canada, Regno Unito e Messico. Si tratta di un esperimento che utilizza 3,6 tonnellate di argon liquido per cercare interazioni con particelle di materia oscura.

La Sardegna è coinvolta a pieno titolo nella ricerca mondiale legata ai misteri della materia oscura. L’obiettivo del progetto Aria, inaugurato ufficialmente lo scorso mese di settembre, è la separazione degli isotopi dell’argon. In particolare, uno di questi componenti, l’argon-40 (40Ar), permetterà lo sviluppo di una innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN, progettata e realizzata dalla collaborazione scientifica dell’esperimento DarkSide. L’infrastruttura per la separazione dell’argon-40 e di altri isotopi di interesse commerciale consiste in una torre criogenica di distillazione alta 350 metri, che sarà installata nel Pozzo 1 dell’area di Seruci dell’ex miniera della Carbosulcis. La torre è costituita da 28 moduli collaudati nel CERN di Ginevra, e poi trasportati temporaneamente nei cantieri di Nuraxi Figus. Qui, i moduli vengono parzialmente assemblati in superficie per i primi test propedeutici all’installazione dell’intera colonna all’interno del Pozzo 1, dove già dallo scorso anno si stanno svolgendo le attività di adeguamento. L’altezza e il diametro dei pozzi, la loro configurazione, con accessi multipli e sistemi di sicurezza integrati e, soprattutto, la disponibilità di un’autostrada camionabile dalla superficie fino alla profondità di 500 metri, sono condizioni ideali per l’installazione in sicurezza di un impianto che avrà dimensioni uniche al mondo. Grazie alle sue infrastrutture d’avanguardia, realizzate quasi interamente all’interno di un pozzo minerario preesistente, ARIA sarà in grado di abbassare notevolmente i costi energetici di produzione, rendendo più accessibili e fruibili i preziosi elementi ottenuti con la distillazione criogenica, il metodo più efficace per la produzione di isotopi stabili. La torre di distillazione, oltre a produrre l’isotopo stabile 40Ar di interesse per i programmi di ricerca sulla materia oscura, servirà inoltre a realizzare studi pilota per la produzione degli isotopi 76Ge, 82Se, e 136Xe, di interesse per i programmi di ricerca sul neutrino svolti sempre ai Laboratori INFN del Gran Sasso. Inoltre, ARIA permetterà la sperimentazione e lo sviluppo della nuova tecnologia per la successiva produzione su larga scala di isotopi stabili di interesse commerciale, come 13C, 15N, e 18O, che trovano impiego per esempio in medicina e hanno un mercato internazionale di grande rilievo.

«Quello tra Italia e Canada è un legame speciale perché ospitano, al Gran Sasso e a Sudbury, i laboratori più noti e funzionali, a livello internazionale, nel campo della ricerca delle astro-particelle, in particolare sui neutrini e la materia oscura – ha detto Cristiano Galbiati, coordinatore del Progetto Dark Side -. Il legame è destinato a rafforzarsi grazie al Progetto Aria. È il progetto di separazione dell’argon più importante al mondo, ed è cruciale per tutti i laboratori che in futuro utilizzeranno argon per la ricerca di materia oscura. Il primo esperimento è DarkSide-20K, che avrà luogo nei Laboratori del Gran Sasso. Non stupisce, quindi, che ci sia grande interesse da parte dello SNOLAB per ciò che si sta realizzando in Sardegna. L’infrastruttura ospitata nella miniera della Carbosulcis è infatti assolutamente strategica. Tutto ciò non farà che accrescere la collaborazione in atto tra i gruppi internazionali statunitensi, canadesi e italiani interessati a cercare la materia oscura attraverso l’argon. DarkSide-20K è un progetto del quale fanno parte 350 scienziati e 60 istituti, e uno degli elementi chiave è proprio il trattamento dell’argon attraverso il Progetto Aria. Ma l’orizzonte è più ampio se si guarda a un altro grande esperimento per la ricerca della materia oscura, che sarà avviato tra dieci anni e che prevede l’uso di almeno 500 tonnellate di argon purificato in Sardegna.»

«Per esperimenti come quelli in atto qui allo SNOLAB, è fondamentale individuare le migliori tecnologie per raggiungere gli obiettivi – ha sottolineato il direttore del laboratorio di Sudbury, Nigel Smith -. L’argon che utilizziamo deve essere assolutamente puro e nel rivelatore ci deve essere una radioattività bassissima. L’interesse per quanto si sta facendo in Sardegna è molto alto perché sappiamo che l’argon che sarà prodotto alla Carbosulcis avrà le migliori caratteristiche. Dobbiamo sempre avere la certezza che i test siano ‘puliti’, cioè che si svolgano in un ambiente privo di quei rumori di fondo che potrebbero essere in grado di rovinare l’ esperimento. Tutto ciò implica collaborazioni a livello globale con il coinvolgimento dei laboratori e dei centri di ricerca più importanti, ed è quanto sta avvenendo tra Canada, Italia, USA e molti altri Paesi.»

La missione è stata caratterizzata anche dall’incontro con l’ambasciatore italiano in Canada, Claudio Taffuri. L’incontro, organizzato dall’Addetto Scientifico dell’Ambasciata, Anna Galluccio, si è svolto nella residenza dell’Ambasciatore, a Ottawa dove hanno partecipato anche esponenti del Governo canadese, del mondo accademico del Paese del Nord America e i dirigenti dello SNOLAB di Sudbury. È stata l’occasione per illustrare le attività dei diversi laboratori scientifici e quanto si sta attuando in Sardegna con il Progetto Aria. L’ambasciatore Claudio Taffuri ha mostrato particolare interesse per le iniziative che riguardano l’Isola, in special modo il Sulcis, dove l’unione fra tradizione, scienza e tecnologia rappresentata dal Progetto Aria consente di creare le basi per un rilancio dell’economia, dello sviluppo e dell’occupazione. Un’esperienza dalle grandi potenzialità, è stato detto, da replicare anche in altre realtà territoriali.

       

 

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Domani sabato 3 novembre 2018, presso il Comando Militare Esercito Sardegna, via Torino 21, a Cagliari, con inizio alle ore 18.00, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione della mostra storica “I Vessilli della Vittoria. Le Bandiere di Guerra della Brigata Sassari e della Brigata Reggio in Sardegna nel centesimo anniversario della conclusione della Grande Guerra”.

In via del tutto eccezionale saranno esposte al pubblico le Bandiere di Guerra e le relative Frecce dei Reggimenti 151°, 152°, 45° e 46°, attualmente conservati presso il Sacrario delle Bandiere ubicato nel Complesso del Vittoriano in Roma, concessi dal Ministero della Difesa, Comando del Raggruppamento Autonomo, Direzione del Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate al Vittoriano.

L’evento, che si inquadra nel programma di manifestazioni volto a commemorare il centenario della fine della Grande Guerra, è organizzato dal Club Modellismo Storico Cagliari, dal Comando Militare Esercito Sardegna, dal Comitato Sardo Grande Guerra con la preziosa collaborazione del Museo Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate al Vittoriano in Roma ed il sostegno della Fondazione di Sardegna.

L’alto valore storico e morale di tali drappi, che sventolarono sul Carso, sull’Altopiano di Asiago, sul Piave e a Trieste redenta, è insito nel ricordo di tutti coloro che vissero i giorni della Grande Guerra e nel sacrificio degli oltre 14.000 soldati sardi caduti nel corso del conflitto.

Accanto alle storiche bandiere dei reggimenti “sardi” saranno esposte per la prima volta una rarissima Drappella del Reggimento “Cavalleggeri di Sardegna”, custodita dalla Famiglia Cadeddu di Villafranca di Verona e il Tricolore che sventolò a Gorizia liberata il 4 novembre 1918, custodito nella prestigiosa Collezione Fiorucci di Alghero.

In pieno spirito di pace e concordia e quale omaggio ai caduti avversari, sarà altresì esposta per la prima volta la straordinaria bandiera del Consolato d’Austria Ungheria di Cagliari, fra i pochissimi esemplari sopravvissuti al conflitto e al crollo dell’impero asburgico, oggi custodito dalla Famiglia Lucchese – Delitala con il corredo consolare appartenuto al Console d’Austria Ungheria a Cagliari, don Enrico Sulis.

L’esposizione si colloca nell’ambito di una mostra storica di ampio respiro che intende illustrare i principali eventi bellici del 1918, el corso dei quali i reparti sardi ebbero modo di coprirsi di gloria. La ricostruzione di fatti ed eventi si avvarrà di un’ampia documentazione d’archivio proveniente in larga misura dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito ma anche da importanti raccolte private. Fra i documenti iconografici si segnala per rarità e rilevo una collezione di fotografie inedite della “Sassari” realizzate tra il 1915 e gli anni del primo dopoguerra.

Alla cerimonia di inaugurazione saranno presenti il Generale di Divisione  Giovanni Domenico Pintus, Comandante Comando Militare Esercito Sardegna, prof. Aldo Accardo, il professore ordinario di Storia Contemporanea – Università degli Studi di Cagliari, dott. Francesco Paolo Tronca, il commissario straordinario dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano al Vittoriano in Roma, il dott. Alberto Monteverde, storico militare e curatore scientifico della mostra.

Nel corso della cerimonia il coro polifonico “Stella Maris” di Magomadas, diretto dal musicista Luciano Sechi, colonnello dell’Esercito Italiano, autore del popolarissimo brano musicale “Dimonios”, inno ufficiale della Brigata “Sassari”, eseguirà alcuni brani musicali appartenenti alla migliore tradizione musicale sarda.

Parte integrante dell’evento saranno un Convegno Nazionale, che avrà luogo a Cagliari venerdì 23 novembre presso la sala congressi della Fondazione di Sardegna e uno spettacolo teatrale e musicale che sarà messo in scena domenica 25 novembre presso il Comando Militare Esercito Sardegna.

La Mostra storica aperta al pubblico dal 3 novembre al 25 novembre (dal lunedì alla domenica) effettuerà i seguenti orari: 10,00-12,00 – 15,00-18,00.

Allo scopo di poter meglio organizzare le visite guidate, sarà gradito far intercorrere accordi preliminari con il Comando Militare Esercito della Sardegna per quanto attiene alle visite di scolaresche o gruppi di visitatori.