Silvia Messori (FLC CGIL) interviene sul caso della docente aggredita da alcuni suoi studenti in un istituto d’istruzione superiore di Carbonia.
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Venerdì 9 novembre 2018 una docente di un istituto d’istruzione superiore di Carbonia ha denunciato un’aggressione da parte di alcuni suoi studenti.
Non entriamo nel merito dello spiacevolissimo episodio che coinvolge minori poiché vi è un’indagine in corso che accerterà le responsabilità.
Occorre però stigmatizzare questi episodi che mostrano aggressività e violenza da parte degli alunni verso docenti anche se, come educatori, abbiamo il compito di cercare di comprendere il perché di simili episodi senza per questo giustificarli o tollerarli.
Le ragioni di tali dinamiche si possono comprendere e superare costruttivamente solo attraverso una stretta alleanza tra i diversi attori che operano all’interno della comunità educante: famiglie, studenti, docenti, personale ATA e dirigenti scolastici.
Il recente contratto nazionale di lavoro ha fatto un grande passo avanti recuperando il concetto di “comunità educante” funzionale al compito istituzionale della scuola in netta contrapposizione al concetto di scuola azienda tanto caro ad alcuni ambienti politici ed economici.
Le nuove linee di azione che ne derivano sono solo il punto di partenza affinché si ripristini esplicitamente il patto educativo fra scuola e famiglia. Esso un tempo era implicitamente e socialmente accettato ma ora viene drammaticamente messo in discussione da tali inaccettabili episodi.
Continueremo, con le prossime iniziative e con il contratto, a stare dalla parte della scuola statale e del suo personale (dirigente, docente e ATA). E ciò fino a che non si ripristinerà, al più alto livello possibile, il patto educativo messo in discussione da politiche sbagliate e da comportamenti genitoriali che talvolta mostrano difficoltà e debolezza nell’esercizio della propria funzione educativa.
Come FLC CGIL siamo SOLIDALI nei confronti della collega e continueremo a restare a fianco degli insegnanti per tutelarli, anche dal punto di vista legale se necessario, nella convinzione che condannare i casi di violenza con posizioni chiare e trasparenti serva a ridare senso e autorevolezza alla scuola.
Ed è per questo che diciamo NO a soluzioni sbrigative e superficiali che sminuiscano la gravità di tali situazioni o delegittimino le parti in gioco, tacciando gli studenti come delinquenti e i docenti che subiscono violenza come degli incapaci.
Diciamo NO all’inasprimento delle punizioni per gli studenti perché riteniamo, invece, che rimangano valide e sufficienti le norme vigenti per sanzionare adeguatamente i comportamenti scorretti da parte degli alunni.
Siamo convinti che, soprattutto in un contesto educativo, sono innanzitutto gli strumenti della comprensione, dell’indagine, della cultura, a dover essere messi in campo.
Ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza presidiano ogni giorno, spesso in solitudine e tra crescenti difficoltà, la prima frontiera contro le devianze, il disagio, le disuguaglianze sociali, l’intolleranza e il razzismo.
Silvia Messori
Segretaria Generale FLC CGIL Sardegna Sud Occidentale
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