23 November, 2024
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La Corte Suprema di Cassazione ha accolto il ricorso presentato ieri dal M5S contro l’esclusione di Luca Caschili dalle elezioni suppletive per il collegio uninominale della Camera di Cagliari, decisa per un errore formale nella presentazione del simbolo del Movimento.

I legali del Movimento 5 Stelle hanno presentato un meticoloso ricorso che è stato accolto. Tornano quindi ad essere quattro i candidati in corsa per le elezioni del 20 gennaio 2019: Daniela Noli (centrodestra), Andrea Frailis (centrosinistra), Enrico Balletto (CasaPound) e Luca Caschili (Movimento 5 Stelle).

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Nella giornata di martedì 18 dicembre circa 500 cittadini hanno voluto rendere memorabile l’80° compleanno di Carbonia acquistando le cartoline con l’annullo filatelico delle Poste Italiane.

L’Amministrazione comunale ha espresso soddisfazione per aver lanciato «un’idea che si è rivelata vincente, trovando l’apprezzamento di tante persone che potranno inviare in giro per il mondo le immagini che ritraggono la nostra città», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Gli specialisti filatelici delle Poste Italiane Giovanna Strabone e Cristina Arisci, presenti in sala consiliare, hanno dato alla cittadinanza la possibilità di acquisire, affrancare e bollare le cartoline raffiguranti gli edifici simbolici di Carbonia, in particolare la Torre Littoria, il Teatro Centrale, piazza Roma, il Municipio, la statua di Gio’ Pomodoro e l’edificio ex Dopolavoro.

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Governance del sistema turistico con la cooperazione tra pubblico e privato, diversificazione dell’offerta secondo il paradigma della sostenibilità, creazione di nuove stagionalità, digitalizzazione del marketing e della promozione: sono alcuni degli obiettivi operativi del Piano strategico “Destinazione Sardegna 2018-2021”, presentato oggi alla stampa nel Business Centre dell’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari-Elmas dall’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas e dal coordinatore del Piano Josep Ejarque, alla presenza di amministratori locali, rappresentanti delle Camere di Commercio isolane e dei tre aeroporti sardi.

«Arriva oggi al traguardo – dice Barbara Argiolas – il lungo processo di costruzione partecipata del Piano strategico, iniziato nella primavera scorsa e che ha visto impegnate in questi mesi più di 600 persone tra istituzioni, enti, imprese e semplici cittadini attraverso decine di incontri tematici territoriali, due sedute della Conferenza permanente del turismo a Milis e Cagliari e una consultazione online. Questo percorso, coordinato da Josep Ejarque, uno dei maggiori esperti internazionali di Destination Management e Destination Marketing, ha fatto emergere non solo criticità e debolezze del sistema turistico sardo ma anche vantaggi e opportunità che vogliamo sviluppare e cogliere.»

«Il turismo – spiega JosepEjarque – sta iniziando un nuovo ciclo segnato dall’incertezza per il mutato quadro geopolitico mondiale. Il piano che presentiamo oggi è impostato per preparare il sistema turistico sardo a sfruttare le nuove opportunità e posizionare la Sardegna come “Destinazione Premium”, ad alto valore aggiunto.»

Il PST, istituito dalla legge regionale del turismo, la 16/2017, approvata dal Consiglio regionale nel luglio dello scorso anno, è «lo strumento di aggiornamento della politica turistica regionale e per l’esercizio delle funzioni di programmazione, di indirizzo e coordinamento, con l’obiettivo migliorare la competitività ed attrattività della destinazione Sardegna in un’ottica di sostenibilità», spiega ancora l’assessore del Turismo.

Al centro c’è «il nostro capitale territoriale, cioè quei fattori naturali, sociali, organizzativi, che arricchiscono e rendono unici i territori della Sardegna», ma l’esigenza non è solo quella di «di consolidamento e potenziamento della destinazione Sardegna – dice Barbara Argiolas – ma anche di creare le condizioni economiche e sociali necessarie per contrastare lo spopolamento, creare occupazione e valorizzare le zone interne. Non esiste una destinazione turistica se questa non è attrattiva e accogliente per chi la abita: le comunità devono diventare l’asse portante di un nuovo sistema turistico che pone al centro il paesaggio declinato in tutte le sue più importanti accezioni: ambientale, umano, urbano, sociale, culturale, identitario e produttivo, per citarne solo alcune”».

Per strutturare la Sardegna come destinazione poli-prodotto organizzata in una rete interconnessa di offerta e servizi efficienti, il Piano strategico introduce quattro innovazioni: l’organizzazione del sistema turistico come network, la gestione pubblica della destinazione con la cooperazione di istituzioni e privati, lo sviluppo di nuovi prodotti che si affianchino al balneare e creino nuove stagionalità, un nuovo modello operativo e integrato della promozione che coinvolga anche le reti di prodotti e i cluster territoriali.

«Una delle parole chiave del Piano, insieme a sostenibilità e programmazione – spiega l’assessore del Turismo – è corresponsabilità, perché non si parla di turismo senza una visione condivisa del futuro dei nostri territori e delle regole con le quali stiamo insieme a attuiamo i programmi, ognuno nel proprio ruolo e responsabilità: pubblico (Regione e Comuni) e privati, cittadini e imprese. Il turismo è una sfida collettiva e possiamo vincere la sfida dei mercati internazionali soltanto se tutti remiamo nella stessa direzione e per gli stessi obiettivi.»

Due sono le direttive o “pilastri” per la crescita dell’isola: Sviluppo e gestione e Marketing e promozione della Destinazione, che si articolano in 14 assi strategici sui quali vengono sviluppati programmi e azioni prioritarie. Per il primo “pilastro”, gli assi sono: gestione coordinata; miglioramento dell’attrattività; accessibilità e mobilità; infrastrutture turistiche; intelligenza turistica; sostenibilità e inclusione; formazione e sensibilizzazione; strategia di prodotto-destinazione. Per quanto riguarda invece il Marketing della destinazione Sardegna, i restanti 4 assi si concentrano su: mercati e target; immagine, posizionamento e comunicazione; branding; marketing e promo-commercializzazione; commercializzazione e distribuzione.

«La sfida per il prossimo triennio – conclude Barbara Argiolas – è quella di mantenere le posizioni esistenti e conquistare nuove quote di mercato, con l’obiettivo strategico di uscire dall’attuale quadro di stagionalità che concentra le attività in circa 120-150 giorni nel periodo estivo per diventare una destinazione capace di soddisfare sempre più domande di viaggio in un arco temporale più ampio possibile. Ma è fondamentale focalizzarsi sulla qualità offerta e percepita della nostra proposta di destinazione, perché la concorrenza italiana, mediterranea e europea è molto forte. Serve uno sguardo lungo e un lavoro di programmazione e pianificazione che superi il monoprodotto e si incentri sullo sviluppo di un turismo di qualità e sulla creazione di filiera di proposte riconoscibili, originali e vendibili sui mercati che integrino cultura, agricoltura e artigianato.»

 

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Il comune di Sant’Antioco ha ottenuto la “menzione speciale” in qualità di comune costiero, alla prima edizione dell’EcoForum Sardegna promosso da Legambiente sulla raccolta differenziata. Nel 2017, la città (che nel territorio dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias continua a detenere il primato in riferimento alla percentuale di differenziato) ha raggiunto il 75%. Un dato che colloca Sant’Antioco in una posizione invidiabile, se si pensa che in Sardegna la media del rifiuto differenziato è del 62,78% e nel Sud Sardegna è del 70,7%.

 Il primo EcoForum in Sardegna sull’economia circolare dei rifiuti si è tenuto giovedì a Cagliari nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna: un focus a livello regionale sulle eccellenze e le potenzialità che l’Isola esprime in materia, nonché un’occasione di incontro e dialogo tra aziende, pubbliche amministrazioni, consorzi e operatori del settore sul tema della raccolta differenziata. Presente all’appuntamento anche Pasquale Renna, consigliere comunale di Sant’Antioco con delega all’Ambiente, che ha ricevuto il riconoscimento direttamente dalle mani di Annalisa Columbu, presidente Legambiente Sardegna.

«Siamo molto soddisfatti del risultato – commenta Pasquale Renna – ottenere la “menzione speciale” gratifica tutta la macchina che quotidianamente lavora per una migliore raccolta differenziata in città. E i risultati si vedono: la percentuale del differenziato cresce di anno in anno. Siamo consapevoli che c’è ancora tanto da fare, soprattutto in riferimento alla quantità pro-capite di kg di indifferenziato prodotti. Ma per un Comune costiero come il nostro, che ogni anno accoglie i turisti che producono una quantità di rifiuti notevole (e spesso anche non differenziati) smaltiti con costi che ricadono sull’intera cittadinanza, non è semplice. L’obiettivo che ci prefiggiamo per il futuro è proprio questo: diminuire i kg pro-capite di indifferenziato.»

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Il sindaco di Carbonia Paola Massidda ha firmato un’ordinanza (n. 444 del 21 Dicembre 2018) che vieta l’utilizzo di petardi, botti e artifici pirotecnici di qualsiasi genere nei luoghi sensibili nel periodo compreso tra il 24 dicembre 2018 e il 6 gennaio 2019.

Il divieto si applica per lo scoppio di petardi in prossimità e a una distanza inferiore a 200 metri da luoghi di culto, cinema, piazze pubbliche, giardini pubblici e ricoveri zootecnici.

Si tratta di una misura tesa ad evitare che l’esplosione di petardi possa determinare, per lo spavento indotto dal rumore e dagli effetti luminosi, conseguenze negative a carico di persone e animali, nonché fenomeni di degrado urbano e inquinamento. 

Per chi non rispetterà l’ordinanza, sono previste sanzioni dai 25 ai 500 euro.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha visitato stamane il Mater Olbia, per vedere lo stato di avanzamento dei lavori e verificare il funzionamento dei primi servizi erogati. Guidato dal direttore sanitario Marcello Acciaro e dal vicedirettore generale Carlo Maria Cellucci, il presidente Francesco Pigliaru ha cominciato il giro dai settori già in servizio, dagli ambulatori agli uffici, trattenendosi a parlare con il personale sanitario, con alcuni operatori e con gli utenti presenti. La visita è proseguita nella parte dell’edificio che attende gli arredi e ai piani più alti, dove i lavori sono ancora in corso. «L’impressione è stata molto positiva», ha commentato Francesco Pigliaru, sottolineando come la funzione del Mater Olbia sia «arricchire il ventaglio di servizi di qualità che il sistema sanitario sardo già offre. La Sardegna ha una migrazione sanitaria costosa e ingiusta che si combatte offrendo risposte adeguate ai bisogni delle persone, abbiamo ottimi ospedali, averne uno in più credo che farà bene a tutti. Oggi ho voluto valutare personalmente la corrispondenza concreta tra l’annunciato e il realizzato finora. Ho visto ambulatori aperti, ho constatato che stanno funzionando, e che i pazienti sono soddisfatti, e questo è un bel segnale. La Regione Sardegna ha fatto moltissimo perché questa struttura nascesse, perché avesse un ruolo sinergico nel sistema sanitario, soprattutto pubblico. In questi mesi continuiamo a lavorare per irrobustire quanto già fatto e per puntare sempre più sulla ricerca, che è una delle chiavi fondamentali: la condizione che al Mater Olbia si faccia ricerca e si lavori in sinergia con le Università, con i Centri di ricerca e con gli altri ospedali è  un passaggio cruciale, che abbiamo fortemente chiesto e ottenuto, nel protocollo con la Qatar Foundation – ha concluso Francesco Pigliaru – e mostra chiaramente che il Mater non nasce per fare concorrenza a nessuno ma, al contrario, per dare un’opportunità in più di crescita a tutti.»

Il presidente della Regione è stato accompagnato dal sindaco di Olbia Settimo Nizzi, dal responsabile investimenti di Qatar Foundation Endowment Lucio Rispo, dall’ex parlamentare Gianpiero Scanu e da alcuni consiglieri regionali del territorio.

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L’assessorato regionale dell’Industria prosegue il lungo processo che razionalizza la gestione dei Consorzi ZIR. Con delibera proposta dell’assessora Maria Grazia Piras, la Giunta ha approvato la chiusura del Consorzio ZIR Pratosardo di Nuoro ed il trasferimento del personale e delle proprietà in favore del comune di Nuoro. Il provvedimento autorizza il commissario liquidatore ad attivare le procedure per il passaggio dei dipendenti del Consorzio all’amministrazione comunale e di definire gli adempimenti necessari alla definitiva chiusura della ZIR, entro e non oltre il 30 giugno 2019. Al comune di Nuoro andranno anche i beni immobili destinati a finalità pubbliche.

«La delibera – commenta l’assessore Maria Grazia Piras – va nella direzione già tracciata in questi ultimi anni con altri provvedimenti in materia. In tal modo, i Comuni hanno un ruolo sempre più forte nella gestione del territorio. Nello specifico, il Comune di Nuoro entrerà in possesso di aree sulle quali sarà possibile promuovere un nuovo sviluppo delle attività produttive. Il tutto in una zona già fortemente caratterizzata da un polo imprenditoriale nel quale opera un numero consistente di aziende. Grazie al coraggio e all’azione politica della Giunta, dopo oltre otto anni di attesa è stato possibile iniziare a razionalizzare il sistema dei Consorzi ZIR. L’intera operazione – sottolinea l’assessore – ha obiettivi precisi: garantire i servizi alle imprese insediate, trasferendo ai Comuni le competenze ora esercitate dalle ZIR, e puntare al contenimento dei costi nel rispetto della tutela dei lavoratori.»

Il Consorzio di Pratosardo ha una superficie complessiva di circa 255 ettari, di cui circa 144 ettari sono di proprietà dello stesso Ente, mentre il resto è stato ceduto a terzi con atto pubblico. Tra le aree di proprietà sono ricompresi circa 31 ettari frazionati, 58 ettari non frazionati, 35 ettari destinati a strade e 20 ettari destinati a verde pubblico. Il personale a tempo indeterminato è pari a 6 unità, tra le quali anche un dirigente.

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E’ stato chiuso oggi, a Domus De Maria, il 15° progetto di programmazione territoriale della Regione. L’ultimo a tagliare il traguardo è “Nora e Bithia: l’accoglienza tra storia, mare e natura”, 5 milioni di nuova finanza che si intrecciano con i finanziamenti del Patto per lo sviluppo della città metropolitana di Cagliari per un totale di 27 milioni di euro. La particolarità di questa Unione è che, dei 5 Comuni coinvolti (Sarroch, Villa San Pietro, Pula, Teulada e, appunto, Domus de Maria), 3 sono dentro la città metropolitana e, dunque, usufruiscono dei finanziamenti dedicati, gli altri 2 sono fuori. «Quindi stiamo intervenendo per completare gli interventi previsti dal Patto per la città metropolitana. Abbiamo accolto la manifestazione d’interesse di questa Unione di Comuni per portare a termine una serie di interventi previsti e mettere in rete i sentieri degli attrattori turistici, degli attrattori culturali e archeologici di cui questa area è molto ricca: in questo modo è possibile costruire subito la rete», spiega l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci.

Alla base del Progetto, articolato in 3 azioni, c’è un’idea ben precisa: concepire il paesaggio dell’Unione di comuni di Nora e Bithia come l’insieme unitario di elementi storico-archeologici e ambientali, ottimizzando le relazioni con i territori vicini per valorizzare le peculiarità e le eccellenze del territorio, potenziare l’accesso a ulteriori servizi e l’attrazione di flussi turistici, sia in termini di mobilità che sul fronte dell’offerta turistico-culturale (per esempio il Cammino di Sant’Efisio) e ambientale (la connessione con il Parco del Gutturu Mannu). L’obiettivo è chiaro: favorire il consolidamento del ruolo come destinazione turistica “marino-balnerare” ed il progressivo potenziamento di specifici segmenti di offerta legati alla componente storico-culturale e ambientale. Allo stesso tempo si punta a migliorare la qualità della vita degli abitanti migliorando i servizi, la qualità dei trasporti e l’offerta scolastica.

«Questo è un territorio dalle grandi potenzialità, di grandi bellezze naturalistiche e ricchezze culturali e attraverso questo progetto si può creare un notevole, ulteriore sviluppo economico – dice l’assessore Raffaele Paci -. Potenziare l’offerta turistica, migliorare la fruibilità degli attrattori naturali e culturali con la rete museale e il parco archeologico a rete e i servizi al turista, incrementare la ricettività, il marketing territoriale e i servizi alla persona, migliorare la viabilità, l’infrastrutturazione tecnologica e la diportistica sono gli interventi giusti per valorizzare tutto il territorio. Si parte dalle innegabili ricchezze che ci sono per trasformarle in opportunità di sviluppo, e questo è il vero obiettivo della nostra politica: riuscire a valorizzare quelle che sono le caratteristiche uniche ed esclusive dei singoli territori e farli diventare il perno intorno a cui costruire sviluppo e ricchezza. In questi anni la nostra attenzione nei confronti dei paesi, in ogni zona della Sardegna, è stata massima, proprio perché crediamo che dalla valorizzazione delle caratteristiche di ognuno ci possa essere sviluppo e benessere per l’intero territorio.»

Dal 2016 ad oggi sono 15 i progetti firmati, 11 in corso (da qui alla fine della legislatura ne verranno chiusi altri 5),  per un totale di 26 progetti in campo. Per quelli che non si riuscirà a firmare entro febbraio è comunque garantita la copertura grazie ai 75 milioni appena stanziati con la Finanziaria approvata qualche giorno fa. Sono oltre 500 milioni le risorse messe in campo dalla Regione per la programmazione territoriale che coinvolge il 100% del territorio ammissibile, 37 Unioni e 295 Comuni. Il quadro delle politiche di sviluppo locale in Sardegna è completato dai 3 Iti da 15 milioni ciascuno (oltre Sassari, anche Cagliari e Olbia), dalle due Snai (Strategia nazionale per le aree interne) alta Marmilla e Gennargentu-Mandrolisai, dai Piani dedicati a Sulcis e Nuorese e, infine, dal Pon Metro. 

       

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Si è svolta ieri mattina, a Teulada, la cerimonia di commemorazione della Battaglia di Natale (Fronte Russo 25 – 31 dicembre 1941) presso l’aerocampo situato sulla strada statale 195, a circa 1,5 km in direzione Sant’Anna Arresi, dall’ingresso della Caserma “S. PISANO”, in località Sa Portedda. Erano presenti le massime autorità militari (con il comandante del Comando militare autonomo “Sardegna”, generale Giovanni Domenico Pintus), civili (numerosi sindaci, con in testa il primo cittadino di Teulada Daniele Serra, e i consiglieri regionali Paolo Dessì e Gianluigi Rubiu) e religiose (guidate dal vescovo della diocesi di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda).

Dopo l’intervento di saluto del comandante del 3° Reggimento Bersaglieri, colonnello Gabriele Cosimo Garau, e la proiezione di un filmato che ha ricostruito la vicenda storica della Battaglia di Natale, il vescovo della diocesi di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, ed il cappellano militare don Giancarlo Caria hanno celebrato la Messa. E’ stata poi letta la preghiera del bersagliere.

Nella seconda parte della cerimonia, sono state effettuate alcune esercitazioni dimostrative sul piazzale antistante l’aerocampo.

Nel mese di luglio 1941, il 3° Reggimento Bersaglieri partecipò all’occupazione di Spalato, alla Campagna contro la Jugoslavia, in Bosnia. Il 24 luglio, il Reggimento partì da Bardolino per la Russia, nell’ambito del Corpo di spedizione italiano in Russia (C.S.I.R.). Il 5 settembre, il Reggimento entrò in contatto con il nemico nella zona del fiume Dnieper. Il 28 settembre, partecipò alla prima battaglia combattuta e vinta da soli reparti italiani a Petrikovka, sul Don. Successivamente, proseguì verso il bacino del Donez, in condizioni ambientali proibitive, conquistando la testa di ponte di Uspenowka. Il 20 ottobre, conquistò il centro industriale e ferroviario di Stalino, precedendo la IV Divisione alpina tedesca. Il 1° novembre, i bersaglieri del leggendario col. Aminto Carretto si impadronirono del centro industriale di Rjkowo, con un ingente bottino di uomini e materiali. L’11 e 12 novembre, i bersaglieri del XX e quelli del XVIII Battaglione si lanciarono in aiuto dell’80° Reggimento fanteria, che riuscì così a sottrarsi all’annientamento. Il bilancio fu di 54 morti e 222 feriti. Il 18 novembre, il Reggimento occupò la linea Rassipnaja-Petropawlowka-Ivanowski, che mantenne per tutto l’inverno, contendendo il terreno a forze enormemente superiori. Il 25 dicembre, nella battaglia di Natale, il 3° Reggimento bersaglieri, posto a presidio del caposaldo di Petropawlowka, in tre giorni di furiosi combattimenti, contenne forze dieci volte superiori, finché non fu costretto a ripiegare sul caposaldo del XXV Battaglione. Il 28 dicembre, spronato dal colonnello Aminto Carretto, il Reggimento conquistò tutte le posizioni dopo una serie di contrattacchi.

Il 3° è il Reggimento bersaglieri più decorato (in qualità) d’Italia. Vanta, infatti, due Ordini Militari d’Italia, tre Medaglie d’Oro e tre d’Argento al Valor Militare, una d’Argento al Valore dell’Esercito, tre Medaglie di Bronzo al Valor Militare ed una di Bronzo al Merito Civile.

Con la profonda ristrutturazione dell’esercito italiano del 1976 che aboliva il livello reggimentale, il 3º Reggimento bersaglieri venne sciolto il 20 ottobre 1975 ed il suo comando si trasformò in Comando 3ª Brigata mec. “Goito”. La Bandiera di Guerra e le tradizioni vennero ereditate dal 18º battaglione bersaglieri “Poggio Scanno”. Sia il 18° che il 10º battaglione bersaglieri “Bezzecca”, stanziato a Solbiate Olona, presso la caserma “Ugo Mara”, vennero inquadrati nella 3ª Brigata mec. “Goito”, intanto costituitasi in seguito alla soppressione della Divisione “Centauro”. Tra il 1982 e 1983 alcune Compagnie del 18° Battaglione “Poggio Scanno” vennero aggregate al II Battaglione Bersaglieri “Governolo” per la missione di Pace in Libano.

Ricostituitosi nuovamente nell’agosto del 1991 in fase sperimentale come 3° Reggimento Bersaglieri “Goito”, dal 1° agosto 1992 assunse la denominazione attuale.

Nel quadro del processo di riordinamento dell’Esercito Italiano, nel 2002 il Reggimento è passato alle dipendenze della Brigata cor. “Ariete”. Il 30 novembre 2009 infine, con la cerimonia di chiusura della caserma “Mameli” di Milano, il Reggimento (dopo 46 anni di permanenza) è stato trasferito a “Sa Portedda” (Teulada), inglobando il disciolto 1º Reggimento Corazzato della Brigata Sassari.

Da ottobre 2011 ad aprile 2012, il Reggimento ha partecipato all’operazione ISAF XVII in Afghanistan, nell’ambito del “Provincial Reconstruction Team” di Herat.

                     

    

 

                            

                

 

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Si chiude oggi all’Aou di Sassari, con la firma sul contratto tra azienda e lavoratore, il percorso delle stabilizzazioni del personale precario in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 20, comma, 1 del decreto legislativo 75/2017. Sono 214 i dipendenti che passano dal tempo determinato al tempo indeterminato, pari all’8,44 per cento dei lavoratori alle dipendenze dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari (totale 2.534 al 21 dicembre 2018).

Nello specifico si tratta di 43 dipendenti della dirigenza, 171 dipendenti del comparto tra infermieri, Oss, amministrativi e tecnici.

La sigla dei contratti, che avranno decorrenza dal 1° gennaio 2019, è avvenuta questa mattina alla presenza del direttore generale Antonio D’Urso e dell’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, del direttore sanitario Nicolò Orrù, del direttore amministrativo Lorenzo Pescini e dei direttori delle strutture ospedaliere. Nella sala gremita dal personale della dirigenza medica e del comparto, il manager ha sottolineato come la giornata di oggi sia «un momento straordinario, che abbiamo perseguito con costanza, determinazione e volontà. Vi ringrazio perché avete avuto coraggio e fiducia in questa azienda che sa riconoscersi nelle persone. Le aziende non si fanno con atti ma attraverso la condivisione delle storie».

Quindi un invito: «Non perdete la freschezza nei confronti di questa azienda, perché è un valore lavorare in Sanità».

Non sono mancate quindi le testimonianze dei lavoratori, in particolare dei più anziani dal punto di vista lavorativo.

A chiudere è stato l’assessore Luigi Arru che ha sottolineato come si sia «fatto un percorso serio. Vi invito – ha detto – ad avere senso di appartenenza al servizio sanitario regionale pubblico e al lavoro in rete».

I 43 lavoratori della dirigenza sono così distinti: 34 della dirigenza medica, 5 dirigenti biologi, 3 dirigenti psicologi, 1 dirigente fisico.

I 171 dipendenti del comparto sono così divisi:

Sanitario: 92 infermieri, 8 tecnici sanitari di radiologia medica, 5 tecnici sanitari di laboratorio biomedico, 2 igienisti dentali, 12 ostetriche, 1 assistente sociale, 1 odontotecnico, 1 ausiliario specializzato, 1 logopedista, 1 audiometrista, 2 fisioterapisti, 2 neurofisiopatologi. Sono 18 gli Operatori socio sanitari.

Amministrativo: i 17 amministrativi sono così divisi: 9 assistenti amministrativi (categoria C), 8 collaboratori amministrativi (categoria D)

Tecnico: gli 8 tecnici sono: 2 assistenti tecnici (categoria C), 3 collaboratori tecnici (categoria D), 1 geometra, 1 perito elettronico, 1 perito meccanico.

Nella categoria dirigenti, la dipendente più anziana ha 61 anni, la più giovane 35 anni.

Nel comparto sanitario, la dipendente più anziana ha 63 anni, la più giovane 28 anni.

I lavoratori assunti oggi a tempo indeterminato, hanno trascorso in media in Aou, dalla nascita dell’azienda (1° luglio 2007), 8 anni con contratti a tempo determinato.

La sigla dei contratti di stabilizzazione quindi porta a conclusione un iter che l’Azienda ospedaliero universitaria ha seguito a partire da marzo scorso, dopo aver attivato il censimento interno per il monitoraggio dei lavoratori precari in possesso dei requisiti per la stabilizzazione. Un percorso che, secondo il crono-programma adottato dall’Aou, ha poi portato all’approvazione del piano di stabilizzazione entro il mese di giugno quindi alla rimodulazione della dotazione organica a settembre. Nello stesso mese, dopo il parere favorevole espresso dal collegio sindacale sulla compatibilità dei costi, sono stati adottati il piano delle stabilizzazione e la procedura di stabilizzazione.

Per partecipare alla selezione di stabilizzazione, oltre al possesso dei requisiti generali – cittadinanza italiana o di un paese della Ue, l’idoneità fisica all’impiego, il godimento dei diritti civili e politici, l’assenza di condanne penali e l’assolvimento degli obblighi di leva per gli uomini – era necessario possedere anche requisiti specifici.

E così, oltre al possesso della laurea, della specializzazione e dell’iscrizione all’albo professionale (dove esistente) i candidati dovevano essere stati in servizio, anche per un solo giorno, nel profilo oggetto della richiesta di stabilizzazione, successivamente alla data del 28 agosto 2015 con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso l’Aou di Sassari. Dovevano essere stati reclutati a tempo determinato, nel profilo e disciplina oggetto della richiesta di stabilizzazione, attingendo a una graduatoria, a tempo determinato o a tempo indeterminato, riferita a una procedura selettiva di reclutamento per esami e/o titoli, graduatoria espletata anche da amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all’assunzione. Infine dovevano aver maturato, al 31 dicembre 2017, alle dipendenze dell’Aou di Sassari, almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni (dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2017), nel profilo e disciplina oggetto della richiesta di stabilizzazione.