21 November, 2024
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Ieri notte i carabinieri della stazione di Cagliari-Sant’Avendrace hanno arrestato, nella flagranza del reato di rapina impropria, T.M., 37enne di Selargius. L’uomo, dopo essersi introdotto nell’ipermercato “Auchan”, ed aver rubato alcuni capi di abbigliamento che aveva preventivamente privato del dispositivo di antitaccheggio, ha oltrepassato la barriera delle casse senza pagare il corrispettivo e, al fine di assicurarsi la fuga, ha spintonato il personale addetto alla sicurezza, venendo bloccato dai carabinieri, nel frattempo intervenuti. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato trasferito presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, misura restrittiva confermata dal giudice all’esito del rito direttissimo.

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Intorno alle 7.00, a Cagliari, nell’ambito dei servizi predisposti per il controllo della circolazione stradale in prossimità dei festeggiamenti di fine anno, i carabinieri dell’aliquota radiomobile della Compagnia di Cagliari hanno deferito in stato di libertà, per il reato di guida in stato di ebrezza alcolica, un 31enne di Iglesias che, alla guida di una Fiat 500, è stato intercettato dai militari mentre percorreva contromano la strada statale 195, all’altezza del ponte della Scafa. Il giovane, sottoposto ad accertamento con etilometro, ha evidenziato un tasso alcolemico pari a 2,69 gr/l sia al primo sia al secondo accertamento. Immediato è scattato il ritiro della patente di guida, con il sequestro dell’autoveicolo, risultato sprovvisto della copertura assicurativa.

 

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Alle prime luci dell’alba, i carabinieri dell’aliquota radiomobile della Compagnia di Cagliari sono intervenuti in via Caprera, a Cagliari, dove, poco prima, ignoti, per motivi in corso di accertamento investigativo, avevano appiccato un incendio al portone d’ingresso del locale notturno “Donegal”. Le fiamme, che hanno causato il parziale danneggiamento del portone, sono state spente subito dai dipendenti del locale.

 

 

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Giorgio Madeddu.

Lettera aperta ai cittadini del Sulcis Iglesiente

Cari amici,

nei giorni scorsi la dirigenza Assl ha inaugurato i locali del nuovo Pronto soccorso dell’Ospedale CTO di Iglesias. Celebrazione patetica, fotocopia di quanto abbiamo ammirato in precedenza, nessuna auto critica sui ritardi biblici sulle promesse del passato, siamo stati spettatori di improbabili dichiarazioni, esaltanti, quasi maniacali dei dirigenti sul presente e futuro della nostra sanità. In perfetto stile sanità-partito inaugurazione di locali (mura per essere chiari), Barranu-Dirindin: Ospice al Santa Barbara? O come le stravaganti inaugurazioni di Maurizio Calamida: Triage Fast Track Infermieristico al CTO senza Pronto Soccorso, 118 al terzo piano dell’ospedale F.lli Crobu ed inaugurazione prenatalizia di poltrone ed audiovisivi nella pediatria del Santa Barbara, con l’allora presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Non ci sono dubbi l’aria natalizia, soprattutto se prossima alle elezioni, scatena le compulsioni inaugurative, e si festeggia il nulla, alcolizzando le vere carenze e responsabilità, bollicine di visibilità preelettorali.

Il resoconto de “L’Unione Sarda” sgomenta e indigna per la faccia tosta delle dichiarazioni: «Un traguardo importante-dichiara la d.ssa Giua…rilanciamo quest’ospedale», il rilancio di un ospedale non è garantito dai miglioramenti murari per quanto necessari, i pazienti fino ad ieri vergognosamente ricevuti in un accampamento medioevale che solo l’ammirevole premura e professionalità di medici e infermieri trasformava in Pronto Soccorso ma, germoglia, dall’entusiasmo e motivazione degli operatori, e dalla fiducia che la Comunità su questi ripone. Esaltare locali e tecnologie senza valorizzare il talento dell’Uomo è l’anticamera della decadenza. «Rilanciamo quest’ospedale.» Il CTO è stato riferimento e risorsa per l’intero Sulcis, oggi è un campo di battaglia simile alla Beirut bombardata, il Pronto soccorso anche dopo la recente cosmesi è, comunque, sprovvisto di affiancamento cardiologico e neurologico full time, parziale sostegno chirurgico, ortopedico e otorino, talenti questi umiliati dal week surgery di Onnis-Arru-Pigliaru. La d.ssa Giua come i precedenti (tutti) marziani di partito inviati da Cagliari per “stabilizzare” la devastazione della sanità del Sulcis Iglesiente, parla di rilancio del CTO? Stravagante! Eppure dovrebbe essere informata che prossimamente si concluderà la storia della Chirurgia pediatrica di cui non ha mai parlato. Raggiunto il pensionamento del primario e dell’aiuto anziano, accolto il trasferimento di un’apprezzata chirurga pediatrica, il reparto dopo 37 anni di straordinaria avventura scientifica ed umana, chiude miserevolmente i battenti, non per sconfitta professionale ma perché i politici si sono dimostrati quaquaraquà, dilettanti, superficiali. La Chirurgia pediatrica del F.lli Crobu orgoglio del Sulcis, muore non per mancata professionalità dell’equipe iglesiente, non perché improduttivi, ma perché gli illuminati partiti sardi hanno deciso da Soru-Dirindin, Cappellacci-De Francisci a Pigliaru-Arru, che il talento chirurgico-pediatrico del Sulcis dovesse morire. Il CTO di Iglesias è risorsa che merita una difesa territoriale, riteniamo dilettantistiche le difese di campanile e le immature, sterili e divisorie avanguardie solitarie, proponiamo alleanze ragionevoli dell’intero territorio finalizzate alla qualità sanitaria locale. Nei prossimi mesi l’ortopedia del CTO di Iglesias, dopo una storia di straordinaria professionalità da riferimento regionale morirà, gli ortopedici sopravvissuti perderanno per pensionamento il primario dott. Porqueddu, stimato professionista, ed il mitico Traumatologico del Sulcis, sarà cancellato, altro che Unità complessa, forse un ambulatorio part time, forse. Anche il servizio otorino, baluardo dell’intero Sulcis, presenta criticità e sofferenze, da riferire alla gestione e carenza del personale, la d.ssa Giua quando parla di rilancio pensa al poker di fine settimana ma francamente per il Sulcis il rilancio sanitario decollerà quando la sanità non avrà nulla a che fare con i partiti politici ed i talenti saranno premiati per quanto valgono nelle sale operatorie e negli ambulatori. Alla marziana d.ssa Maddalena Giua si affianca l’astronauta d.ssa Viviana Lantini, la sua dichiarazione impertinente «Ci siamo fatti un bel regalo di Natale…» meritava una pernacchia dei presenti senza sponsor ma, nel mondo degli equilibri politici ed anestesia ormonale, l’ipocrisia supera l’orgoglio. L’articolo si concludeva con la dichiarazione eccessivamente ottimistica del sindaco di Iglesias Mauro Usai sul futuro del CTO, è scontato, infatti, che dopo la cura dimagrante Calamida-Onnis-Giua, il CTO non sarà in tempi ragionevoli «…un presidio rispondente alle esigenze del territorio». 

Gli amministratori del Sulcis Iglesiente uniti e motivati alla difesa della sanità della loro Comunità non hanno altra chance, devono unirsi, superare i campanilismi ed i personali narcisismi oggi palpabili, difendere i bisogni dei loro cittadini e, se non si realizzano prima delle elezioni regionali, consegnare le schede elettorali. Noi non festeggiamo un bel niente, siamo seriamente preoccupati per il tracollo annunciato dal dilettantismo, mancata programmazione, del tirare a campare fino alle prossime elezioni e così via. A tanti forse è sfuggito un piccolo dettaglio, assenti i sindaci del territorio, assenti Pigliaru, Arru e Moirano che, normalmente, timbrano il cartellino anche per inaugurare fonendoscopi e cateteri vescicali. L’atmosfera di disinteresse e solitudine che aleggia attorno al CTO merita riflessione, umiltà ed inversione di marcia.

Cari Amici del Sulcis Iglesiente,

a seguire troverete alcune riflessioni sulla Chirurgia pediatrica da noi divulgate nel gennaio 2012, casistica fino al 2015, consegnatele ai consiglieri regionali che avete sostenuto e stimate, chiedete loro cosa hanno fatto, coinvolgeteli, come può il Sulcis risalire la china della decadenza morale, economica e politica se non riusciamo a trattenere, difendere e valorizzare i pochi talenti che abbiamo?

Iglesias, 24 dicembre 2018

Giorgio Madeddu

 

30 anni di Chirurgia Pediatrica

La vigilia di Natale del 1981 la sala operatoria dell’Ospedale Pediatrico F.lli Crobu, ospitava tra l’emozione generale, il primo intervento di Chirurgia Pediatrica. Nasceva nella nostra città la più significativa realtà chirurgica regionale sul piccolo paziente ma, considerando le stravaganze della politica sanitaria sarda, quale presente e quale futuro si prevede per questo nostro “Talento sanitario”?

24 dicembre 1981

L’avvincente storia della Chirurgia pediatrica del Crobu è stata protagonista di una nostra precedente divulgazione (novembre 2006) quando i lanciafiamme regionali nella bozza del Piano Sanitario Regionale avevano cancellato il Reparto dalle risorse sanitarie della Sardegna.

I nostri interventi spesso recidivanti, vuoi perché non molliamo la presa vuoi perché orgogliosamente liberi non possediamo affinità e prossimità con i linfonodi del potere (sanitario in questo caso) ai quali ricordiamo costantemente doveri e responsabilità. Caparbi perseveriamo, fiduciosi che il tempo sia assolutamente galantuomo.

Sintesi storica

1978: L’Ente Ospedaliero F.lli Crobu di Iglesias presenta alla Regione un progetto per adeguarsi alle nuove esigenze sanitarie. Il nosocomio nacque nel 1958 per contrastare l’emergenza tubercolosi tra i bambini della nostra regione; era infatti particolarmente diffusa tra i figli dei minatori del Sulcis drammaticamente colpiti in quegli anni da silicosi e tubercolosi.

1979: La Regione accoglie la proposta e sul Lago Corsi planano: Pediatria, Chirurgia pediatrica, Anestesia e Rianimazione, Neuropsichiatria Infantile, Otorinolaringoiatria, Centro trasfusionale.

1981: In piena estate dott. Francesco Cossu primario anestesista organizza l’ equipe che affiancherà per quasi un ventennio le discipline chirurgiche del F.lli Crobu.

1981: 24 dicembre, il prof. Candido Daniele Pinna effettua il primo intervento.

Le fondamenta della Chirurgia pediatrica ad Iglesias hanno origini lontane, precedono l’applicazione in Sardegna della Riforma sanitaria e dello strapotere dei politici in sanità, prima nelle USL e dopo la legge 502 del 1992 nelle Aziende sanitarie locali. Germoglia dall’esigenza, rivendicata da più parti, di una chirurgia dedicata al bambino spesso reclutato impropriamente tra gli adulti e non certo dal famelico appetito clientelare che ultimamente rileviamo.

La Divisione diretta dal dott. Barletta, sostenuta da anestesisti dedicati all’assistenza pediatrica, conquista la fiducia dei sardi, da Teulada a La Maddalena raggiungono Iglesias piccoli pazienti e famiglie al seguito. Cresce, anno dopo anno, il numero dei ricoveri e degli interventi anche dei più impegnativi grazie alla passione, competenza e generosità di chirurghi e anestesisti che nei momenti più delicati si organizzano e condividono i dubbi e le sfide che la professione quotidianamente presenta.

Unico reparto di Chirurgia pediatrica della Sardegna ha ricevuto consensi e gratitudine dalla Comunità quanto disinteresse dagli amministratori ASL e dai politici regionali.

Nei suoi gloriosi 30 anni la Chirurgia pediatrica ha trattato oltre 15.000 bambini, negli anni ’90 si registravano 800 interventi all’anno per poi ridursi e attestarsi attualmente a 400.

L’ultimo decennio il reparto, diretto brillantemente dal dott. Licciardi, ha sperimentato il disinteresse e il dilettantismo delle intercambiabili gestioni della ASL 7.

Il primo grande attacco alla Chirurgia pediatrica?

La gestione stravagante del Servizio di anestesiologia!

Il primario dott. Cossu dal suo arrivo a Canonica sollecitava l’Azienda sanitaria a dotarsi di una Rianimazione pediatrica; lo riteneva un supporto fondamentale per il futuro non solo della Chirurgia pediatrica e della Pediatria ma anche dell’Otorinolaringoiatria che nell’’84 comincia come servizio e nell’’89 si trasformerà in reparto diretto dal dott. Medda ma anche dell’Ortopedia del CTO che negli anni 80 assisteva una buona percentuale di bambini. La proposta non verrà mai accolta e dott .Cossu avvertendo conclusa la sua missione chiederà il trasferimento a Cagliari, lo seguiranno i suoi collaboratori più anziani.

Servizio di Anestesiologia:

1998: 1 primario + 7 anestesisti. Esperienza media per medico: 13 anni

2000: 5 anestesisti. Esperienza media per medico: 4 anni

Come già denunciato nel 2006 l’Anestesiologia del Crobu, perfezionatasi prevalentemente sul bambino fu abbandonata senza ricevere rinforzi programmati. Le carenze d’organico, costantemente colmate da neospecialisti e consulenti esterni, non garantivano più il sostegno e la sicurezza del passato. Espletato il concorso per sostituire Dott. Cossu, la vincitrice chiede aspettativa ma agli inizi del 2002 rinuncia. La ASL effettua una scelta incomprensibile, smentisce se stessa, non promuove uno tra gli anestesisti idonei al primariato presenti nella stessa graduatoria ma, centralizza le anestesie dei tre ospedali cittadini preferendo ricompensare, generosamente, consulenti esterni e non investire su un primario anestesista dedicato alla Chirurgia pediatrica e all’Otorino.

2006: la bozza del Piano sanitario regionale prevedeva due U.O. di Chirurgia pediatrica inabissando, in perfetto stile battaglia navale sanitario, la divisione iglesiente, unica realtà sarda operativa allora da 25 anni. L’incomprensibile proposta dell’assessore Nerina Dirindin venne modificata da un emendamento che non decapitava la nostra Chirurgia pediatrica, ma secondo le nostre previsioni decretava la lenta agonia della Chirurgia Pediatrica Sarda. Le realistiche previsioni che comunicavamo nascevano dalla sfiducia nel sistema sanità inaffidabile e schizofrenico, poco avvezzo al rispetto e valorizzazione dei talenti autoctoni ma compulsivamente orientato a sostenere e premiare i rassicuranti portaborse in càmice.

Proposta di Amici della Vita per la Chirurgia pediatrica

Istituzione al CTO del Dipartimento pediatrico del Sulcis Iglesiente: Chirurgia Pediatrica, Pediatria, Neonatologia, Neuropsichiatria Infantile, Ginecologia e punto nascite (basta con i doppioni!)

Team di anestesisti dedicati al bambino e 2 posti letto di Rianimazione pediatrica (la ASL 7 ha 2 rianimazioni per adulti nessuna accoglienza pediatrica)

1 Cardiologo pediatra (la ASL 7 annovera 20 Cardiologi per l’Adulto, O ZERO! per i bambini),

1 Radiologo-Ecografista Pediatrico.

Pronto soccorso pediatrico.

L’investimento a sostegno di una squadra di Chirurghi validi e appassionati, sarebbe stato certamente modesto, in grado di soddisfare pienamente le richieste della Sardegna interrompendo la mobilità passiva extraregionale, sarebbe stata razionalizzazione vera!

Non pensavamo minimamente di difendere una nostra proprietà, desideravamo salvaguardare una risorsa indispensabile ai bambini della nostra regione. Ipoteticamente nell’interesse generale il personale tutto della Chirurgia pediatrica del Crobu avrebbe potuto essere trasferito a Cagliari, Oristano, Nuoro e altrove adeguatamente potenziato riconoscendogli impegno, passione e capacità, avremo applaudito chiunque avesse sposato la linea della funzionalità ed efficienza ma abbiamo rilevato invece: clientelismo, campanilismo, gassosa maldestramente mimetizzata.

Piano sanitario regionale

2007: il 19 gennaio viene approvato il Piano sanitario regionale, prevede tre Chirurgie pediatriche: Iglesias e le due Aziende Ospedaliere-Universitarie di Cagliari e Sassari ma ancor oggi dopo cinque anni non esiste un riferimento regionale alternativo alla Chirurgia pediatrica di Iglesias. Il 2007 doveva essere l’anno del trasferimento al CTO quasi pronto ad accogliere tutti i reparti per acuti di Iglesias.

L’esodo in effetti ci fu ma la carovana raggiunta Piazza Sella incocciò il semaforo che perentorio intimò: contrordine compagni, tutti al Santa Barbara dove l’anestesiologia è di ottimo livello, esperta sull’adulto ma con scarsa esperienza pediatrica. I chirurghi trovano subito limitazioni e patologie un tempo affrontabili nello storico Crobu saranno inviate a reparti della penisola con gravi disagi ai pazientini ed alle famiglie; certamente secondarie ma non trascurabili le ingenti spese regionali per i viaggi che alcuni battezzarono della speranza ma riteniamo più opportuno definirli del dilettantismo e dell’ignavia.

Il Direttore generale della ASL (dott. Benedetto Barranu) affermò pubblicamente che alcuni anestesisti avrebbero perfezionato nelle eccellenze continentali le conoscenze neonatologico-pediatriche, si sbilanciò, fece addirittura il nome della prima candidata con valigia pronta. Qualche mese dopo gli ricordammo, affettuosamente e pubblicamente, che l’anestesista aveva ottenuto un trasferimento (peraltro definitivo!!!) ad altra realtà nazionale e suggerimmo per il futuro di investire i denari della nostra Comunità per specializzare e valorizzare professionisti stanziali e non transeunti.

I risultati della Chirurgia pediatrica sono stati straordinari se consideriamo le difficoltà e gli ostacoli incontrati nei 30 anni di attività. Carenza cronica d’0rganico, salti mortali per garantire l’attività di reparto, di sala e ambulatoriale. Eterne guardie interdivisionali, prima con l’Otorinolaringoiatria poi con la Chirurgia generale e recentemente con la Pediatria, fanno pensare ad una equipe sempre in emergenza, pletora di reperibilità, impossibile l’aggiornamento e il confronto con le realtà nazionali e internazionali, riposi e ferie quasi impossibili, rischio significativo di burn-out e malpractice.

Non scordiamo che stiamo tratteggiando la storia dell’unica accoglienza di chirurgia pediatrica in Sardegna, non di un sotto utilizzato doppione sanitario, non di un’Unità operativa a mobilità passiva per la ASL 7 come tante altre (1400 visite ambulatoriali nel 2011 il 60% delle quali a provenienza extra ASL); ebbene, malgrado quanto abbiamo evidenziato è stata abbandonata al suo destino!

Come precedentemente riportato la maggioranza di centro sinistra alla regione sarda sostenne la proposta dell’assessore della Sanità per cui: Chirurgia pediatrica a Iglesias, Sassari e Cagliari.

La Dirindiniana fatica, presentata come brillante esempio di razionalizzazione sanitaria (massima efficacia a costi contenuti, eliminare i doppioni e i servizi sotto utilizzati o parassitari), al capitolo Chirurgia pediatrica si è dimostrata superficiale, irrazionale, disinformata! Le sarebbe bastato visitare il sito www.chped.it della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (S.I.C.P.) per evitare tanto dilettantismo. Fosse stata più umile e curiosa avrebbe appreso quanto da anni emergeva:

Italia: 57 Centri di Chirurgia Pediatrica istituiti tutti prima del 1983 in virtù del baby boom nazionale.

Il T.O.L. (tasso occupazione letti) delle Chirurgia pediatrica negli anni novanta è mediamente in Italia del 64% parametro che il legislatore considera premessa alla riduzione dei posti letto, o addirittura alla chiusura del reparto.

La S.I.C.P. prendendo atto della denatalità nazionale e dell’inappropriatezza dei ricoveri (bambini normalmente ricoverati in chirurgie per adulti in contrasto alle direttive del Piano sanitario nazionale 1994!) inviò nel marzo 1999 al ministro della Sanità un rapporto dettagliato concludendo che: istituire nuovi Centri di Chirurgia pediatrica. avrebbe favorito la dispersione delle patologie più importanti, impoverimento professionale degli Operatori e ulteriore riduzione del T.O.L.

La S.I.C.P., condividendo le conclusioni della British Association of Paediatric Surgeons sul rapporto tra numero reale e ottimale delle Chirurgia pediatrica in Europa, ritiene per l’Italia necessari 22 Centri ben organizzati: 1/2,5 milioni di abitanti.

La scelta dell’assessore Nerina Dirindin, mal si adattava a quanto sostenevano le Società scientifiche internazionali di Chirurgia pediatrica; per queste la nostra Regione avrebbe necessità al massimo di una Chirurgia Pediatrica. La singolare decisione di eliminare Iglesias e incoraggiare Sassari e Cagliari da inventare ex novo, insospettì anche quanti come noi ricercano l’essenzialità e detestano il facile campanilismo che nelle rivendicazioni sanitarie fa emergere squallidi egoismi di quartiere e condominio. Il passaggio successivo: garantire la sopravvivenza di Iglesias dopo le pressioni di un territorio sensibile più alla parrocchia che alla qualità del servizio regionale, spianò la strada a 3 Chirurgie pediatriche quindi 1 Centro/550.000 abitanti! Questa decisione, considerata una vittoria epica del centro sinistra sulcitano protagonista dell’emendamento di Pirro, portò la Sardegna alla più grande densità di Chirurgie pediatriche per popolazione del mondo che se realizzata determinerà contestualmente il ridimensionamento professionale delle tre equipe e per finire il fallimento economico dell’operazione. Le tre realtà saranno sicuramente motivo di inaugurazioni e assunzioni blindate ma numerosi saranno i letti ben rimboccati, nessuna svilupperà eccellenze e talenti (a meno che non sia stato già deciso chi deve ricevere i sostegni tecnologici e multi specialistici e chi no), i viaggi per la penisola non si arresteranno! La malinconia di assistere alla disintegrazione della straordinaria esperienza dei chirurghi del Crobu ci suggerì allora come oggi di assumere posizioni decise contestando le scelte regionali. Rinnoviamo oggi il nostro dissenso dopo aver rilevato che al Microcitemico di Cagliari sembra imminente l’avvio della Chirurgia pediatrica e in Gallura la stampa ci informa del feeling tra il San Raffaele, la giunta regionale e l’intero arco costituzionale dei politici sardi per il possibile decollo di un polo pediatrico d’eccellenza. Non è ben chiaro se nascerà la 4ª Chirurgia pediatrica lievitando a 1/400.000 abitanti (barzelletta interplanetaria) o se stiamo per convenzionarci e trasferire qualche milione di euro alle banche della sanità privata.

Abbiamo delegato la Sanità ai dilettanti!

La Sardegna ha bisogno di una sola Chirurgia pediatrica di ottimo livello capace di:

1. affrontare le problematiche delicatissime che i nostri neonati e bambini presenteranno.

2. scordare i viaggi della disperazione costosi e umilianti.

3. pensare con orgoglio di poter essere utili anche a quelle migliaia di bambini che dal nord africa si affacciano sulla nostra terra pieni di speranza.

Il polo Chirurgico pediatrico regionale non può prescindere dalla esperienza del F.lli Crobu, potrebbe non essere Iglesias la sua postazione futura ma quella storia non può essere accantonata.

Le responsabilità dei politici del passato sono evidenti ma ancora più palese è la superficialità e l’invisibile propensione alla programmazione sanitaria degli attuali governanti. Ridicoli, incoraggiano per la costante ansia clientelare la moltiplicazione di servizi (dirigenti medici, infermieri e amministrativi) destinati al fallimento assistenziale ed economico. Riteniamo ancora attuale la proposta avanzata un lustro addietro, proiettata a difendere un patrimonio professionale, culturale, umano, di accoglienza e solidarietà al bambino malato e al suo mondo. Valori ai quali non possiamo rinunciare, che travalicano il semplice campanilismo che possono eventualmente essere trapiantati altrove ma non possono andare dispersi per l’inconsistenza di quanti non hanno niente di più significativo che inaugurare intonaci, letti, soprammobili, ecografi. Crediamo si debbano festeggiare le imprese umane, le guarigioni dei pazienti, gli anni di sobrietà degli alcolisti e tossicodipendenti, la sopravvivenza dei malati tumorali. Ci emozioniamo davanti all’eroismo dei tanti operatori sanitari liberi che si impegnano in silenzio per la Comunità, insensibili al fascino mortale delle sirene, faranno certamente poca carriera ma danno significato pieno ad una nobile professione che la politica vuole subalterna e asservita ai propri interessi. Siamo disponibili a festeggiare il 100° malato terminale accolto nell’Hospice di Iglesias, il 1.000° intervento di Chirurgia pediatrica al CTO, il 1.000° bambino nato al CTO, la riapertura della Cardiologia ad Iglesias.

Si celebrano le opere realizzate dall’Amore e dall’Impegno dell’Uomo.

La sanità pubblica ha bisogno di riscoprire il senso della sua missione, accettare le sfide che la sofferenza costantemente presenta, avvicinarsi con maggiore umiltà alla malattia non sempre dominabile, ma in primo luogo deve affrancarsi dalla politica, cancro infiltrante e parassitario.

Riteniamo sempre più attuale e indifferibile prima della devastazione del Servizio Sanitario Nazionale sottrarre il controllo gestionale delle ASL ai partiti riportando alla Comunità responsabilità e autodeterminazione. Proponiamo da tempo:

Elezione popolare dei Direttori generali delle ASL (abrogazione art. 3 D.L. 502/92)

Designazione tra professionisti qualificati candidati a gestire la sanità territoriale sottoponendosi alla valutazione degli assistiti. Elezione contemporanea al presidente della Provincia e dove questa non si identifica al territorio della ASL con il sindaco della città capofila.

La Comunità elegge il proprio Direttore generale che riconfermerà o destituirà per la qualità del lavoro svolto e non per il servilismo ai partiti. Si otterrebbero due risultati straordinari:

Sanità pubblica calibrata sull’Uomo

Riportare i partiti politici, che dalla Sanità pubblica attingono il 75% del potere e della loro arroganza, alla reale percezione dei bisogni e delle necessità sociali.

In Sardegna alcuni sindaci, amministratori, partiti e associazioni giudicano i 10 referendum popolari utili a ridimensionare il potere della casta, riteniamo questi aspiranti dermatologi degli illusi, se non sottraiamo la linfa vitale del clientelismo e dell’assistenzialismo, di semplice cosmesi si tratta.

Ringraziamo tutto il personale della Chirurgia pediatrica di Iglesias per l’impegno, la professionalità e l’amore dimostrato ai Bambini sardi nei 30 anni della sua storia.

Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.

Assistiamo passivi ad una decadenza globale del nostro tessuto sociale, la sanità pubblica è solo uno degli aspetti. La rassegnazione che i gestori della sanità vorrebbero inocularci merita reazioni composte ma decise dell’intera comunità.

Chirurgia pediatrica 2015

Nel dicembre 2012 il reparto è stato trasferito al CTO e fa sorridere che potrebbe festeggiare l’Assunta nuovamente al Santa Barbara qualora le indiscrezioni sulla “chiusura per ferie” troveranno conferma. La Chirurgia pediatrica di Iglesias ha subito negli ultimi 10 anni il più terroristico attentato politico ad un reparto ospedaliero che in Sardegna si sia mai visto:

a) Soru Dirindin; 3 Chirurgie pediatriche

b) Cappellacci De Francisci: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (San Raffaele)

c) Pigliaru Arru: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (Mater Olbia)

Due transumanze di operatori ma soprattutto di bambini e famiglie disorientate in 5 anni ma non escludiamo la terza nelle prossime settimane. Chi ha rallentato e ridimensionato il volume di interventi e solidarietà al Bambino è stata la gestione clientelare dei partiti orientati a premiare i grandi elettori piuttosto che i grandi talenti.

Interventi Chirurgia pediatrica: 1988/1989 media 800

2010/2011 media 400

2013: 278

2014: 248

2015: 94 (1 gennaio/31 maggio)

I risultati della Chirurgia pediatrica di Iglesias sono ancor oggi straordinari, se interpretati nel contesto del boicottaggio della Regione ma che i politici nostrani hanno alimentato. La devastazione della sanità del Sulcis è stata merce di scambio per carriere politiche, vantaggi ed equilibri di partito che non possiamo accettare né avallare.

La Chirurgia pediatrica di Iglesias è certamente la migliore realtà sarda, solo i partiti politici (tutti!!!) non sono al corrente della qualità e sicurezza che questi operatori garantiscono. Al dott. Onnis, che spesso propone numeri per avallare i sega-reparti della Regione, proponiamo una riflessione:

A fine maggio 2015, si è tenuta a Costa Rei una convention di chirurgia, dove si valutava la percentuale per reparto di trattamenti video laparoscopici nell’appendicite acuta, per le Chirurgie pediatriche i risultati sono stati: Cagliari: 11,3%, Sassari: 0, Iglesias: 43,9%.

Il reparto in Sardegna con le tecniche più all’avanguardia è quello di Iglesias, ha ridotto il numero di interventi per motivi politici non certo per stanchezza o demotivazione, mettiamoli nelle condizioni di lavorare attrezziamoli per essere competitivi (fu necessaria una sollecitazione popolare e giornalistica per acquistare lo sterilizzatore del gastroscopio), chiudiamolo se non tiene il confronto. Oggi, considerando la modestia delle Chirurgie pediatriche cagliaritana e sassarese, non sostenerlo è autentica follia, ingiustizia e danno sociale. Chiudere il reparto per ferie o come si paventa ambulatorio al CTO e 4 posti letto al Santa Barbara riducono inevitabilmente l’attività operatoria. Francamente è inaccettabile la scelta di interdire l’accesso estivo ai reparti di Ortopedia e Chirurgia pediatrica per le difficoltà oggettive che l’intero Sulcis sperimenterà, in una ASL con mobilità passiva impressionante, in una comunità dove la parola d’ordine di tutte le campagne elettorali è “avanti con il turismo” ridimensioniamo l’accoglienza sanitaria nei mesi di maggior affluenza turistica? Le scelte e le argomentazioni della ASL non convincono, del resto i rappresentanti dei medici ed infermieri del CTO sabato mattina hanno ribadito che la programmazione delle ferie non compromette la regolare attività dei reparti.

E’ arrivato il momento di assumerci responsabilità nuove e significative, impegnarci in prima linea, partecipare attivamente alla rinascita del Sulcis.

Iglesias, 13 giugno 2015

Giorgio Madeddu

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Interesse, gradimento e forte presenza di pubblico non potevano suggellare con maggior entusiasmo la nuova edizione delle “Passeggiate di Enrico Costa”, che il 28 dicembre hanno richiamato in Piazza Fiume un gran numero di curiosi nonostante le altalenanti sferzate di pioggia. L’evento organizzato dal Circolo Aristeo è stato occasione per inaugurare la straordinaria esposizione “Una Piazza per Enrico” nelle sale della Biblioteca universitaria: fino al 16 gennaio sono in mostra rarità inedite, testi autografi e pezzi unici di inestimabile valore facenti parte fondo autografo del “cantore di Sassari”.

Sotto la guida dell’attore Daniele Monachella nei panni di un elegante viaggiatore in abiti d’epoca con tanto di cilindro per cappello, la manifestazione ha preso il via lungo “le appendici di Sassari”, a pochi passi dall’ultima dimora del Costa ubicata in via Cavour, “in faccia all’ospedale e le carceri nuove a mano manca”.

A dare un tocco di magia ottocentesca all’atmosfera sono stati i figuranti in costume delle associazioni Vittoriani itineranti e Itinerari nel tempo, a rievocare il quadretto familiare della scena del tè nel giardino di casa Costa, così come ritratta nell’ormai celebre scatto del figlio fotografo Guido Costa. Cornice suggestiva delle narrazioni di Daniele Monachella, le comparse hanno simulato in piazza l’ora del tè, per poi trasferirsi accanto al monumento inaugurato nei giorni scorsi, accompagnati dalle note del “David Rizio”, l’opera lirica di cui Costa aveva curato il libretto per le musiche del maestro Luigi Canepa, suo cugino.

Tra i momenti più toccanti c’è stato il ricordo dell’arrivo a Sassari del poeta, ancora ragazzino, “con un fagotto di panni in una sera livida”, per recarsi da solo a casa del nonno dopo aver affrontato trentasei ore di viaggio in diligenza. Poi la descrizione delle “immagini corrosive” degli anni della “còllara” (il colera), in cui si scorgevano già le doti di un giovane narratore dotato di fervida passione per la storia e la scrittura, che sarebbe divenuto emblema di un raro spirito di senso civico.

Le “Passeggiate”, infine, sono confluite all’interno della Biblioteca universitaria, conducendo i presenti verso l’allestimento curato dal Circolo culturale Aristeo d’intesa e in collaborazione con la Biblioteca Universitaria. Il percorso espositivo si dispiega tematicamente lungo il filo del microcosmo familiare e del percorso di vita e morte di Costa (affettuosamente custoditi dalla figlia Maria, che detenne in gran parte l’eredità paterna), e del grande archivio letterario, giunto quasi integro sino ai giorni nostri: dalle note autobiografiche agli studi preparatori, al piano editoriale del “Sassari”, ai progetti in embrione. In evidenza l’Album di costumi sardi, con dedica dei figli dell’editore Dessì, l’originale dell’“Album delle Ore d’ozio”, che dà spazio alle più grandi passioni dell’autore, come l’arte, il disegno e la musica. E ancora, gli album fotografici, i disegni dei giudici turritani, il carteggio con la casa reale, il lavoro in fieri poi confluito nell’Archivio pittorico cittadino, l’adattamento teatrale della “Bella di Cabras”, e tanto altro. Non ultimi, i cimeli personali, tra i quali il cappello immortalato in una celebre foto di famiglia e l’immancabile bastone con pomo d’avorio.

Notevole soddisfazione è stata espressa dalla direttrice della Biblioteca, Viviana Tarasconi: «Finalmente, grazie a questa mostra riusciamo a presentare al pubblico l’archivio letterario acquisito dalla Biblioteca nel 2013. E non poteva esserci un’occasione migliore per ricordare questo grande personaggio».

«La mostra riannoda quindi i fili con il grande allestimento del 2009, ospitato allora presso l’Archivio storico comunale – ha specificato Simonetta Castia di Aristeo -. Il doppio appuntamento ha l’obiettivo di condurre il pubblico verso le celebrazioni del 2019, nella ricorrenza dei 110 anni dalla morte dello scrittore, quando sarà dato ampio risalto alla vasta eredità di scritti inediti, attraverso un’intera giornata di studi, un’esposizione delocalizzata in vari spazi della città (a partire dalla Biblioteca universitaria), manifestazioni artistiche e la presentazione di una nuova parte di testi autografi.»

A grande richiesta, le “Passeggiate di Enrico Costa” andranno in replica il 4 gennaio, alle 16.30, sempre a partire da piazza Fiume.

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Nella mattinata di oggi i tecnici delCorpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è stato attivato dai carabinieri di Mogoro per una persona scomparsa a Gonnoscodina, in provincia di Oristano.

E.A. di 85 anni, si è allontanato l’altra mattina dalla casa per anziani “Il giardino verde” e, da quel momento, non si hanno più notizie.

Le ricerche si sono svolte nell’agro attorno al paese ed hanno visto coinvolti 15 tecnici della stazione alpina di Cagliari e del Medio Campidano, due Unità Cinofile ed un tecnico di soccorso in forra che ha perlustrato le anse di un corso d’acqua presente in tale zona.

Il coordinamento è congiunto con il C.N. Vigili del fuoco del Comando provinciale di Oristano. Presenti anche i carabinieri della stazione di Gonnoscodina e della stazione di Mogoro. Le ricerche, sospese purtroppo, senza esito, alle 20.00 di stasera, proseguiranno domani mattina alle prime luci dell’alba.

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La Sardegna centra l’obiettivo di spesa obbligatoria (N+3) dei fondi europei Por Fesr per il 2018, riuscendo addirittura a certificare 13 milioni in più di quanto era richiesto. Tutte le risorse assegnate all’Isola sono dunque al sicuro: le ferree regole europee prevedono infatti che chi non riesce a raggiungere l’obiettivo N+3 perda automaticamente i fondi non spesi. Dal 2015 dunque, anno di approvazione del Por Fesr (fondo europeo per lo sviluppo regionale), la Regione ha certificato complessivamente 161 milioni e 500mila euro a fronte dei 147 milioni e mezzo richiesti entro dicembre 2018, data del primo tagliando ufficiale di verifica con l’Europa sull’andamento della spesa.

«È un risultato di cui siamo molto soddisfatti, che ci riempie di orgoglio e ci stimola a procedere con ancora più rapidità per destinare tutti i fondi a nostra disposizione a progetti  di qualità – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci –. La novità, introdotta in questo ciclo, dei controlli in itinere sugli obiettivi senza aspettare la fine della programmazione, è un ulteriore impulso a lavorare bene e in fretta: siamo contenti dei risultati raggiunti e lavoriamo per migliorarli, a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi, perché i nostri sono progetti concreti, con ricadute reali nella vita quotidiana di tutti cittadini, migliorandola. Ringrazio per questo risultato l’Autorità di gestione Graziella Pisu e tutti coloro che con il loro lavoro e impegno quotidiano negli assessorati, negli enti locali e nelle agenzie, ne hanno permesso il raggiungimento.»

Il Fesr, con 930 milioni di euro, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. A luglio scorso in occasione del Comitato di Sorveglianza alla presenza del Rapporteur della Commissione europea per la Sardegna, Silvia Rescia, e dei rappresentanti della Agenzia per la Coesione territoriale, del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Presidenza del Consiglio dei ministri, era già emerso notevole apprezzamento per l’andamento della spesa e la qualità dei progetti.

21,7 milioni sono stati spesi per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione; 33,2 per l’agenda digitale; 32,2 per la competitività del sistema produttivo; 23,1 per energia sostenibile e qualità della vita; 10,8 per la tutela dell’ambiente e prevenzione dei rischi; 22,5 per la valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici. Infine, 7 milioni e 700mila euro sono stati spesi per la promozione del l’inclusione sociale e della lotta alla povertà e 10,4 per assistenza tecnica. Totale, 161 milioni e mezzo, ovvero 13 più dei 147,5 richiesti. Per superare l’esame europeo, in questa fase viene considerato soltanto il totale della spesa, senza il dettaglio dei singoli assi, che saranno invece monitorati e analizzati uno per uno in occasione del “Performance framework”, previsto a maggio 2019, per poter avere diritto a una quota di premialità. 

«Stiamo dimostrando di essere una Sardegna dinamica, che si sta muovendo, pronta a cogliere le nuove sfide dell’innovazione e dell’alta tecnologia – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Quando ci siamo insediati abbiamo fatto una corsa contro il tempo pazzesca per recuperare i ritardi della precedente programmazione e siamo riusciti a non perdere neanche un euro. Oggi siamo ancora più forti di questo risultato, in cui abbiamo sempre creduto e per il quale ci siamo impegnati ma che non era affatto scontato. I fondi europei sono un’occasione preziosa, dobbiamo essere capaci di sfruttarla al meglio e fino in fondo – conclude Raffaele Paci – : la Sardegna, in questi 5 anni, ha dimostrato di esserne capace.»

 

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L’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea) ha firmato ieri sera un nuovo decreto di pagamento da 1 milione 64mila e 818,39 euro destinato al comparto agropastorale sardo. Le risorse serviranno a soddisfare 966 domande presentate per la Misura 13 del Programma di sviluppo rurale (PSR) sull’Indennità compensativa per le aziende ubicate in zone montante o in zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici. Nelle ultime due settimane, Agea ha licenziato decreti di pagamento, per il comparto sardo, da oltre 74,5 milioni di euro.

Il PSR è cofinanziato al 48% da risorse stanziate dall’Unione europea, al 36,4% da economie nazionali e per il 15,6% dalla Regione Sardegna.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore Luigi Arru, ha approvato ieri i bilanci delle ASSL e i documenti di programmazione, che contengono anche i Piani degli investimenti. Per la prima volta la Regione ha approvato, in pareggio, i bilanci previsionali delle Aziende del Servizio sanitario regionale ed il bilancio consolidato che evidenzia l’equilibrio economico generale di sistema. Il 99% degli investimenti risulta finanziato con risorse nazionali e comunitarie. In particolare, il Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013 e 2014-2020 contribuisce alla realizzazione della maggior parte degli interventi inseriti nella programmazione quali ampliamento e completamento delle strutture; messa a norma strutturale ed impiantistica; messa a norma antincendio e realizzazione delle Case della Salute.

La previsione del pareggio di bilancio nel triennio 2019-2021 ha inoltre consentito l’approvazione dei piani triennali dei fabbisogni di personale 2019-2021 di tutte le Aziende del servizio sanitario regionale che prevedono, tra stabilizzazioni e nuove assunzioni, oltre 250 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato.

Saranno inoltre programmate le risorse messe a disposizione sul bilancio regionale, pari a oltre 250 milioni di euro nel triennio 2019-2021.

L’assessore Luigi Arru rileva che «l’andamento della spesa regionale dal 2013 ad oggi mostra per il fondo sanitario un sovra finanziamento del servizio sanitario regionale negli anni 2013 e 2014, una inversione di tendenza nel 2015, anno in cui l’assegnazione scende sotto lo standard, ed una tendenza al riallineamento tra i due fondi a partire dal 2016. È bene sottolineare – aggiunge Luigi Arru – che i maggiori finanziamenti delle annualità 2016 e 2017 hanno sopperito alla mancanza delle risorse destinate all’acquisto dei farmaci ad alto costo che, per le regioni a statuto ordinario, sono garantiti da assegnazioni statali ad hoc. Per il disavanzo la spesa è stata riportata, a partire dal 2017, al disotto di quella del 2013. Nel 2015 – conclude Luigi Arru – il fondo sanitario regionale è sceso sotto lo standard, mentre l’incremento della spesa del 2018 rispetto al 2017 è dovuto ai rinnovi contrattuali del comparto (euro 19 milioni circa), in assenza di tale costo si sarebbe registrato un ulteriore decremento».

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In vista del concerto di Capodanno, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha emesso un’ordinanza, la n. 449 del 28 dicembre 2018, che prevede, dalle ore 20.00 di lunedì 31 dicembre, fino alle ore 5.00 del mattino del giorno successivo, nell’area prossima agli 800 metri dalla piazza Roma, il divieto di vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione e di ogni altra bevanda contenuta in bottiglie, recipienti di vetro e lattine.

La ratio del provvedimento mira a porre in essere tutte le azioni necessarie a tutelare la sicurezza delle persone, preservare l’ambiente e nel contempo contribuire a creare le condizioni affinché vi sia maggiore garanzia di ordine pubblico.