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«Prima dobbiamo stare bene nei luoghi in cui siamo nati e poi fare ulteriori esperienze di vita in altri luoghi del mondo. Questo progetto di cooperazione territoriale, di cui cominciano a vedere i risultati, va in questa direzione: assicurare a tutti voi nuove opportunità in Senegal.»
Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali, con delega sui flussi migratori, Filippo Spanu rivolto ai circa 250 giovani senegalesi che hanno partecipato all’assemblea pubblica che si è svolta a Pikine Est, comune di 30mila abitanti, nell’area di Dakar. Filippo Spanu è tornato in Senegal, dove nel maggio del 2017 aveva sottoscritto un altro accordo con la regione di Matam, per fare il punto sull’attuazione del progetto di cooperazione territoriale che sta offrendo appunto nuove opportunità a ragazze e ragazzi che vivono nella città alle porte della capitale.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Isskha Diop che ha sottolineato i rischi connessi ai viaggi verso l’Europa: «Costruite qui il vostro futuro e non affrontate i pericoli di percorsi che spesso hanno una conclusione tragica. Restate in Senegal per garantire un futuro a voi e al vostro Paese».
La Regione Sardegna ha il coordinamento del partenariato a cui hanno aderito i comuni di Cagliari e Oristano e che rientra in un intervento più ampio, finanziato dal ministero dell’Interno, di cui è capofila la Regione Piemonte rappresentata in questa occasione dal responsabile della cooperazione internazionale Giorgio Garelli.
40 giovani senegalesi, che hanno avuto nel corso dell’assemblea pubblica la meritata ribalta, sono coinvolti nella creazione di nove start up nei campi dell’informatica, della sartoria e dell’installazione e manutenzione degli impianti fotovoltaici.
Con una dotazione iniziale di 5 mila euro faranno crescere nel territorio del comune di Pikine Est le loro creature nate dal partenariato territoriale. L’assessore Filippo Spanu, prima dell’affollato incontro che ha avuto luogo davanti al Municipio, ha donato al sindaco Isskha Diop il “telaio” dell’artista Maria Lai.
L’assessore ha messo in evidenza che «la Sardegna e le altre istituzioni coinvolte hanno trasferito conoscenze consolidate per la crescita di una comunità che ha bisogno di esprimere le grandi potenzialità di cui dispone. La strategia che stiamo perseguendo è quella di valorizzare l’azione del sistema regionale nell’ambito della cooperazione. A Pikine stiamo lavorando, con la massima unità di intenti, insieme alla regione Piemonte e con i comuni di Cagliari e Oristano. Abbiamo trovato entusiasmo e voglia di fare, il cuore dell’Africa, pur tra mille difficoltà, continua a dare segnali di grande vitalità. Siamo impegnati a creare rapporti forti con i territori dell’Africa perché siamo convinti che la Sardegna debba essere aperta e coltivare la cultura del dialogo e del confronto con la sponda sud del Mediterraneo e con i paesi subsahariani da cui partono i flussi migratori. Inoltre, da queste relazioni nascono interessanti opportunità per le nostre imprese che possono trovare occasioni di crescita in mercati in cui c’è tanto da fare nei campi dei lavori pubblici, del turismo, dell’agroalimentare».
Le iniziative imprenditoriali avviate a Pikine sono scaturite dai corsi di formazione professionale che hanno coinvolto 200 persone e creato le basi delle nuove imprese. Inoltre, è stato realizzato, davanti alla sede del Comune, il centro informatico che, oltre a essere stato spazio destinato alla formazione, costituisce un punto di riferimento per i giovani della città che possono utilizzare gratuitamente i computer, navigare su internet, incontrarsi e discutere.
Particolarmente significativa la testimonianza di Bassirou Sow che, dopo molti anni trascorsi in Sardegna, è rientrato in Senegal per mettere a disposizione del suo Paese le conoscenze acquisite attraverso gli studi nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sassari. Ora offre il suo contributo alla realizzazione dei progetti di cooperazione che uniscono i territori del Senegal e la Sardegna.
Su questo aspetto Filippo Spanu ha spiegato che «è urgente lavorare sui senegalesi della diaspora per favorire il loro ritorno a casa. Riteniamo sia importante creare le condizioni in Sardegna e in Senegal per il rientro in patria di giovani che mettono in moto energie preziose per lo sviluppo del loro Paese».
Sono oltre 4 mila i senegalesi che vivono in Sardegna. I primi gruppi sono arrivati oltre 30 anni fa per dedicarsi al commercio ambulante. Alcuni di loro hanno studiato e si sono laureati come il mediatore culturale Abdou Ndiaye, che ha partecipato all’incontro che si è svolto a Pikine. Abdou Ndiaye è il primo rappresentante della comunità senegalese nell’isola a raggiungere, nel 2001, il traguardo della laurea (in scienze politiche).
Passi avanti anche nel partenariato tra la Sardegna e Matam, nel nord-est del Senegal, che riguarda gli ambiti della lotta agli incendi, il rimboschimento, lo sviluppo dei comparti agricolo e florovivaistico La Regione ha donato a Matam 6 automezzi antincendio, già utilizzati dall’agenzia Forestas nel contrasto ai roghi nella nostra isola. «Oltre a trasferire questi mezzi – ha chiarito Filippo Spanu – facciano in modo che possano essere usati nel miglior modo possibile. Per questo abbiamo organizzato un corso di formazione rivolto a 12 persone che possono così acquisire maggiore padronanza con le tecniche di spegnimento delle fiamme in una zona del Senegal in cui l’avanzare del processo di desertificazione rappresenta una vera e propria emergenza». I tecnici dell’agenzia regionale stanno operando in stretto contatto con i referenti locali del progetto che è stato finanziato dal ministero degli Esteri attraverso l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo. In questa fase effettuano i rilievi tecnici necessari ai fini della realizzazione delle opere di sistemazione agraria e idraulica che dovranno sostenere l’attività di circa 600 imprenditrici che operano nel territorio.