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Le donne di Campo Progressista Sardegna hanno pubblicato oggi il «Manifesto per il Cambiamento» a sostegno della candidatura di Massimo Zedda a governatore della Sardegna.
Di seguito, il testo integrale.
La disponibilità di Massimo Zedda a guidare il movimento promosso dai Sindaci rappresenta un’opportunità per ricostruire un’area riformista, progressista e democratica nella nostra Regione e nel nostro Paese. Occorre ripartire dalle identità, dalle relazioni, dalle comunità, dai luoghi e dal confronto tra appartenenze e fare della Sardegna un’Isola protagonista in un Mediterraneo di pace, un laboratorio politico per tutto il Paese per una politica finalmente al servizio delle persone, per il bene comune, soprattutto dei più deboli.
Vogliamo sconfiggere con l’unità delle forze democratiche chi fa della discriminazione sociale, etnica, religiosa e politica i propri cavalli di battaglia. Decisivo è e sarà il ruolo delle donne nella costruzione di un progetto concreto e condiviso di società, che dia risposte vere e realizzabili ai problemi delle persone.
Oggi la parola cambiamento è abusata e stravolta: per noi donne cambiare significa affrontare i problemi e le difficoltà con un approccio diverso, basato non sulla retorica e sulle false promesse ma sulle competenze, le capacità e le opportunità delle persone e dei territori. Cambiare significa modificare e rinnovare valorizzando le conoscenze e le esperienze fatte.
Noi donne di Campo progressista lanciamo un progetto per il riscatto dei territori, fondato su pari opportunità, inclusione sociale, progresso solidale, lavoro, istruzione e formazione, ricerca, cultura, economia ecologica e sostenibile, tutela dell’ambiente come via fondamentale per un processo di cambiamento e transizione. La Politica può e deve esistere solo partendo dalle persone, attraverso percorsi di ascolto costante, confronto e comunicazione, perché nessuna resti indietro.
Confidando che l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale garantisca l’accesso di un gran numero di noi all’interno del Consiglio regionale, intendiamo promuovere una nuova stagione di diritti delle donne e promuovere politiche di parità. La nostra Regione si deve dotare di strumenti che pongano fine alla drammatica condizione di soprusi e violenze a cui troppe donne sono quotidianamente sottoposte.
Noi donne conosciamo molto bene il valore del lavoro come arma di riscatto e di dignità e crediamo che dal lavoro sia necessario ripartire, perché è attorno al lavoro che si costruisce il patto sociale e si misura la qualità di una democrazia, contro la precarietà, contro il ricatto del bisogno.
Vogliamo costruire un piano speciale contro lo spopolamento attraverso un progetto basato sulle economie locali, sulle vocazioni dei territori, sul rispetto dell’ambiente, con un sistema di trasporti capillare e un supporto alle attività produttive locali, nuove ed esistenti, con bonifiche e riconversioni in chiave produttiva dei beni industriali o militari dismessi, derogando al piano di razionalizzazione sanitaria regionale (con particolare riferimento ai punti nascite e alle guardie mediche) e al piano di dimensionamento scolastico imposto da Roma, favorendo anche l’accoglienza e l’integrazione di migranti attraverso percorsi di cittadinanza attiva.
Rendiamo la Sardegna terra di pace e di amicizia fra i popoli. Non possiamo più tollerare passivamente la permanenza sull’isola di installazioni militari finalizzate a eventi di guerra, ma piuttosto dobbiamo pretendere l’immediata cessazione di ogni forma di asservimento territoriale e di esercitazione militare a scopo bellico.
Vogliamo potenziare la stagione dei diritti: per le persone più fragili, per le donne, per la comunità LGBT, per gli stranieri, per tutti tutti coloro che rischiano di essere risucchiati dalla spirale dell’esclusione. Dobbiamo attivare supporti sociali, che passino dal diritto alla casa a quello alla salute, dal diritto all’istruzione a quello al lavoro e alla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro. Vogliamo costruire una società di diritti, fondata sulle pari opportunità e sulla consapevolezza dei doveri di partecipazione e solidarietà.
Vogliamo costruire un nuovo sistema di trasporti e infrastrutture, con il potenziamento dei collegamenti interni e dei collegamenti con la penisola e l’Europa per rendere operativa la continuità territoriale della Sardegna al fine di agevolare gli spostamenti delle persone e gli investimenti sull’Isola. È un’esigenza imprescindibile per i territori: per chi li abita e per chi vuole creare un’economia del turismo diffusa.
Vogliamo incrementare e migliorare le azioni di supporto alla crescita del settore turistico nell’ottica di destagionalizzare il settore e valorizzare i patrimoni storico culturali, paesaggistici, ambientali ed enogastronomici delle zone interne, con la massima attenzione alla sostenibilità e alla accessibilità per tutte le persone.
Vogliamo rafforzare le autonomie: dei territori, delle città e delle periferie. La nostra Autonomia speciale deve essere una condizione da difendere e da ampliare ma soprattutto da applicare per trasformare l’attuale situazione di svantaggio in politiche di sviluppo. Dobbiamo, quindi, impegnarci perché anche a livello normativo la Sardegna si doti di strumenti che promuovano e tutelino le specificità della nostra terra, a partire dalla sua cultura, dalla sua lingua e dal suo ambiente pretendendo il riconoscimento dell’insularità.
Per fare tutto questo dobbiamo sfruttare le opportunità che l’Europa ci offre, sia in termini culturali che in relazione all’accesso ai fondi, con l’obiettivo di rendere la Sardegna un luogo che offra a tutte e tutti la possibilità di restare e non l’obbligo di partire.
La Sardegna e i sardi hanno bisogno di rincominciare a credere nel proprio futuro. Insieme a Massimo Zedda vogliamo che ogni comune sia al centro dell’Isola e siamo certe che con il contributo di tutte e tutti possiamo farcela!