27 November, 2024
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Saranno oltre cinquecento i volontari sardi che il prossimo 30 novembre verranno ricevuti in Vaticano in udienza speciale da Papa Francesco. Il Pontefice, infatti, ha accolto la richiesta del Centro di Servizio per il volontariato Sardegna Solidale, che così festeggerà i suoi primi vent’anni di attività.

Per illustrare i particolari della macchina organizzativa che porterà i 500 volontari a Roma, è stata convocata una conferenza stampa, che si terrà a Cagliari venerdì 23 novembre, a partire alle 10.30, presso la sede della Facoltà Teologica in via Sanjust, alla quale parteciperanno l’arcivescovo di Cagliari ed il presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Arrigo Miglio, il preside della Pontifica Facoltà Teologica della Sardegna, Padre Francesco Maceri, il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, il presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau, padre Salvatore Morittu, ed il presidente del Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli.

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«E’ necessario che il Consiglio regionale metta all’ordine del giorno questo provvedimento per trovare soluzioni politiche che diano risposte per l’assistenza dei pazienti e la tutela dei lavoratori. Occorre che i rappresentanti del Nord Sardegna si ribellino contro decisioni che decretano la desertificazione del capoluogo turritano. I provvedimenti adottati dall’assessorato contrastano con gli impegni presi e si indirizzano uno svuotamento del complesso, sancendo l’epilogo di un centro di riferimento per la sanità del territorio.»

Lo sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru, primo firmatario del documento che indica una via d’uscita alla situazione del presidio di viale Italia.

«l nostro appello, finalizzato alla sospensione della revoca per la convenzione, è caduto nel vuoto – aggiunge Antonello Peru -. Ancora peggio. L’assessorato ha decretato anche la revoca delle prestazioni all’interno della struttura. Scelte assurde ed incomprensibili che trascinano nel baratro la sanità di Sassari e dintorni, con la chiusura di un’eccellenza dell’universo socio assistenziale. Abbiamo invocato una misura atta per far partire almeno i dipartimenti (così da fare in modo che il nuovo partner possa immediatamente adeguare a moduli le strutture) nel Policlinico Sassarese, perché non sia azzerata – conclude Antonello Peru – l’attività assistenziale verso i pazienti e si salvaguardino le professionalità presenti all’interno del complesso.»

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Annuntio vobis gaudium magnum, abemus Mater Olbia!

Così con un sobrio annuncio dal balcone della Nuova Sardegna l’Assessore Arru comunica al colto e all’inclita l’imminente apertura del nuovo ospedale di Olbia, il tanto atteso super nosocomio di proprietà della Fondazione Qatar ma gestito dal Policlinico Gemelli di Roma, a sua volta proprietà del Vaticano.

A dicembre si comincia con qualche ambulatorio, a marzo via ai ricoveri.

L’accreditamento regionale? Sta arrivando assicura Arru, solo un ultimo passaggio tecnico e tutto sarà a posto.

In realtà sta arrivando solo per gli ambulatori, cioè una minima parte della struttura, per il resto agli uffici regionali non è neppure pervenuta la domanda e quindi le assicurazioni dell’assessore appaiono quanto menò precoci, per non dire.campate per aria.

Ma tutto sommato ad Arru non gliene potrebbe fregare di meno, lui a marzo non sarà più sulla poltrona di via Roma, ci penserà il suo successore.

Il quale avrà inoltre un altro compito un pochino più delicato che non concedere l’accreditamento ( che dopotutto resta un fatto meramente tecnico), cioè quello di trovare i 60 milioni che l’attuale Giunta,costretta dall’allora incontenibile Renzi, ha garantito alla Fondazione Qatar tre anni fa.

Noi Riformatori siamo e siamo sempre stati a favore di un nuovo ospedale di grande livello professionale in Sardegna, sia perché la competizione farà migliorare anche le strutture pubbliche già in attività sia perché vediamo in futuro una quadro complessivo di collaborazione costruttiva con la Fondazione Qatar che può essere utile sia a noi che a loro.

Ma siamo contro le ricostruzioni di parte, quelle di chi vuol far credere di aver risolto un problema della Gallura ma l’ha solo lasciato in eredità a chi verrà dopo di lui.

Insomma Arru se ne va tutto soddisfatto annunciando un nuovo trionfo dalla sua  disastrosa gestione, la Giunta che verrà trovi i soldi, li prenda a qualcun altro o faccia un altro mutuo, a lui cosa gliene importa?

Ormai ci sono le elezioni in vista, Arru sa bene che lui e la sua maggioranza saranno spazzati via dai Sardi, quindi ….. hakuna matata!

Michele Cossa, consigliere regionale

Franco Meloni, Centro studi Riformatori sardi

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«Le statue di Mont’e Prama devono stare a Cabras. Riteniamo che Cagliari debba ospitare il minimo indispensabile per fare da attrattore, senza sostituirsi ma, al contrario, favorendo e incentivando l’attenzione per Cabras. Il nostro confronto con il Mibac si è sempre svolto in questo senso e oggi ribadiamo convintamente la nostra posizione. Non credo che il Ministero abbia cambiato opinione sugli accordi presi. Verificheremo, ma è comunque chiaro che, nel caso l’abbia fatto, non l’abbiamo fatto noi.»

Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru in relazione al dibattito aperto in questi giorni sul tema.

«Nell’accordo che abbiamo firmato un anno fa con il Ministero e il Comune di Cabras si è stabilita la costituzione della Fondazione Mont’e Prama, la cui sede legale dovrà essere proprio presso il Museo archeologico di Cabras e alla quale spetteranno le azioni di sviluppo turistico-culturale e di valorizzazione delle statue, del Museo e di tutto il territorio del Sinis – aggiunge Francesco Pigliaru -. Il fine è creare un sistema unico di governance delle azioni da portare avanti, a partire proprio dalla riqualificazione del Museo di Cabras. Nessun passo indietro. Come abbiamo sottoscritto nell’accordo, la Fondazione, alla quale partecipano appunto la Regione Sardegna, il Mibac e il Comune di Cabras, è lo strumento che consentirà la realizzazione di questa visione integrata – conclude il presidente Pigliaru -, il luogo dove gli interessi di tutti soggetti coinvolti saranno equamente rappresentati. Continuiamo a lavorare per darle forma.»

L’assessore della Cultura Giuseppe Dessena aggiunge: «Lo stesso piano straordinario degli scavi, che vale 8,4 milioni di euro ed è stato pensato in una nuova ottica di messa in rete e a sistema, si basa sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale diffuso in tutto il territorio regionale: saranno infatti 76 gli interventi complessivi. Proprio questo elemento rappresenta un valore aggiunto culturale ed economico evidente – conclude Giuseppe Dessena – e nei ragionamenti fatti col Ministero uno degli obiettivi definiti era proprio dare la massima centralità alle statue di Mont’e Prama a Cabras».

«I Giganti di Mont’e Prama devono rimanere nel territorio di provenienza. Il ridimensionamento del Museo archeologico di Cabras sarebbe una iattura per la cultura sarda». Lo sostengono sei consiglieri regionali di maggioranza e opposizione eletti nel collegio di Oristano.

Antonio Solinas e Mario Tendas del Pd, Attilio Dedoni e Alfonso Marras dei Riformatori, Augusto Cherchi del Partito dei Sardi e Oscar Cherchi di Forza Italia hanno depositato in mattinata una mozione urgente per chiedere il rispetto degli accordi sottoscritti da Regione Sarda e Mibac sulla valorizzazione delle statue di Mont’e Prama.

«L’accordo del 2005 – ricordano i firmatari della mozione – prevedeva un finanziamento di 1,6 milioni di euro per il restauro delle sculture di Monte Prama e la costruzione ex novo del Museo dell’arte nuragica e contemporanea del Mediterraneo nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia. Il progetto del “Betile”, ideato dall’archistar irachena Zaha Hadid e finanziato con 83 milioni di euro dalla Giunta Soru, fu però cancellato dalla Giunta Cappellacci e non vide mai la luce. Successivamente, Regione e Mibac decisero di ampliare il Museo archeologico di Cabras per ospitare il complesso scultoreo originale di Mont’e Prama. In quell’intesa si stabilì di destinare alcuni reperti (tre statue e un modello di nuraghe) al Museo archeologico di Cagliari. Questo patto tra Stato e Regione viene oggi rimesso in discussione dai funzionari del Ministero. L’ipotesi di ridimensionamento del Museo di Cabras è per noi inaccettabile.»

Nel documento depositato in Consiglio si ricorda, inoltre, che il comune di Cabras, sulla base di un finanziamento di 2 milioni di euro ottenuto dal Cipe nel 2012, ha iniziato in lavori di ampliamento del Museo archeologico di Cabras per poter ospitare le statue restaurate.

«E’ un’opera fondamentale per lo sviluppo turistico ed economico del territorio su cui puntano il Comune di Cabras e l’Unione dei Comuni della Costa del Sinis – affermano i presentatori della mozione – il ridimensionamento del Museo sarebbe un errore colossale.»

Da qui la richiesta alla Giunta regionale: «Pigliaru apra subito un confronto col Mibac – afferma il primo firmatario della mozione Antonio Solinas – gli accordi del 2005 devono essere rispettati. La Regione sarda ha il dovere di porre in campo tutte le azioni possibili per la completa valorizzazione del museo archeologico di Cabras e del sito di Mont’e Prama».      

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L’obiettivo è quello di fornire ai partecipanti, attraverso un approccio multidisciplinare, linee guida, protocolli e procedure per il trattamento delle amiloidosi. Si tratta di gruppo di malattie in grado di compromettere la funzionalità di alcuni organi vitali quali reni, cuore, fegato, apparato gastrointestinale, sistema nervoso, fegato e cute.
Ecco perché, il convegno dal titolo “Approccio multidisciplinare delle amiloidosi”, in programma il 23 novembre a Sassari, alla Camera di commercio, mette attorno al tavolo esperti, sardi e della penisola, nelle varie discipline mediche: dalla nefrologia alla cardiologia, dalla neurologia alla endocrinologia, dalla medicina interna e generale alla ematologia, dalla gastroenterologia alla diagnostica per immagini, dalla anatomia patologica alla patologia clinica.
Si tratta di una patologia che si caratterizza per la deposizione, in sede extracellulare, di materiale proteico a ridotto peso molecolare e insolubile, detto amiloide. Al momento sono conosciute poco meno di una trentina di tipologie di amiloidosi e tra le più frequenti si possono ricordare laamiloidosi AL (da immunoglobuline/amiloidosi primaria sistemica), la amiloidosi AA (amiloidosi infiammatoria/reattiva/secondaria da infiammazione cronica) e la amiloidosi ATTR (amiloidosi da accumulo di transtiretina).
Il convegno, organizzato dalla struttura di Nefrologia dialisi e trapianto e dalla Ematologia dell’Aou di Sassari, si aprirà alle 9.00 e si dividerà in quattro sessioni, tre mattutine e una pomeridiana. Saranno gli esperti del policlinico San Matteo di Pavia, centro di riferimento internazionale per le amiloidosi, a descrivere lo stato dell’arte della patologia e la diagnostica. Sarà quindi la volta degli esperti isolani, Sassari, Cagliari e Nuoro, che si concentreranno prima sull’alterazione del repertorio cellulare e sulle malattie renali e cardiologiche, poi sui disturbi neurologici, sulle endocrinopatie e i problemi epatici. Nella parte conclusiva si dedicheranno allo studio dei casi clinici e ai nuovi scenari terapeutici.
All’evento sono stati assegnati 6 crediti formativi.

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In occasione della giornata mondiale del Diabete, giovedì 22 novembre, a partire dalla 10.30, si terrà a Carloforte – presso la Sala “EX ME”, in via XX settembre, l’incontro-dibattito “Il diabete coinvolge ogni famiglia”.

Esperti, specialisti, associazioni ed istituzioni, si confronteranno su questo tema, faranno il punto sulla rete assistenziale e sull’organizzazione dei servizi per il diabete in ATS. Si parlerà anche del ruolo della “famiglia” nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza alla persona con malattia diabetica: un ruolo fondamentale per favorire l’aderenza della persona con diabete al piano terapeutico stabilito con il medico e ai controlli raccomandati.

In contemporanea, si svolgerà, in ambiente attiguo, lo screening della popolazione generale con la compilazione del questionario di Tuomilehto.

 

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Alle 17.45, a Sanluri, carabinieri della locale stazione, unitamente a quelli del Radiomobile della Compagnia, sono intervenuti in via De Amicis, dove poco prima, a seguito del malfunzionamento di una stufa a gas alimentata da una bombola, quest’ultima avvolta dalle fiamme è deflagrata poco dopo. Fortunatamente l’esplosione, udita in buona parte dell’abitato di Sanluri, non ha causato danni. Il proprietario dell’abitazione, infatti, nonostante i suoi 90 anni, ha avuto la prontezza di portare la bombola all’esterno dell’edificio, procurandosi fortunatamente solo un’ustione alla mano destra, non grave. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fioco di Sanluri ed il 118.

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Venerdì 23 novembre, alle 18.00, nel Centro culturale “Antonio Pazzola”, in via Farina a Sennori, sarà presentato alla cittadinanza il progetto “In Mare Sicuri”. Si tratta di un’iniziativa cui il comune di Sennori partecipa come partner, insieme con i Comuni di Sassari e Macomer, per consentire a 210 ragazzi tra i 10 e i 16 anni di età, che si trovano in situazioni di disagio sociale o economico, di emarginazione, disabilità, o siano a rischio sociale, di avvicinarsi alle discipline acquatiche del nuoto, salvamento e vela.

Il progetto, arrivato terzo nella graduatoria nazionale di un bando del ministero dello Sport, è curato da Eleonora Palmas, che ne è anche l’ideatrice, da Asd Sporter Sassari Nuoto e Asd Centro velico Asinara. Tutti i ragazzi che aderiranno all’iniziativa potranno usufruire di un anno di attività gratuite che si svolgeranno a Macomer, nella piscina comunale, e a Sassari, nelle piscine di Lu Fangazzu, Latte Dolce e Canopoleno.

All’incontro di presentazione parteciperanno il sindaco, Nicola Sassu, l’assessore dello Sport e politiche giovanili, Salvatore Piredda, la consigliera con delega alla Cultura, Elena Cornalis, la coordinatrice del progetto, Eleonora Palmas, ed i rappresentanti della Sporter Sassari Nuoto e del Centro velico Asinara.

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«Da due settimane aspettiamo che l’assessore della Sanità, Luigi Arru, risponda alla nostra interrogazione sulla delicata vicenda del Policlinico sassarese, per il quale, in assenza dell’accreditamento regionale, revocatogli dall’assessorato, e dell’ingresso di nuovi soci, si paventa una drammatica chiusura, con 200 dipendenti messi sul lastrico ed il Nord Sardegna privato di servizi sanitari indispensabili.»

Il consigliere comunale del Partito dei Sardi, Roberto Desini, sollecita l’assessore della Sanità Luigi Arru a portare in aula la vertenza sul Policlinico sassarese, in modo da informare il Consiglio su ogni aspetto della vicenda e su quello che l’assessorato sta facendo per evitare la chiusura della casa di cura sassarese e salvare 200 posti di lavoro.

«L’assessore non solo ha evitato di rispondere alla nostra interrogazione, ma ha anche ignorato la richiesta di spiegare al Consiglio cosa stia succedendo e quali siano i piani della Regione in merito – aggiunge Roberto Desini -. Oggi si è appreso che l’assessorato ha chiesto ad Ats e Aou di farsi carico dei pazienti ricoverati al Policlinico. Siamo al paradosso: nei reparti delle strutture pubbliche non c’è spazio per ospitare pazienti, spesso costretti a sostare sulle barelle, nei corridoi, e si chiude l’unica struttura privata che nel nord Sardegna garantisce un’assistenza sanitaria ai cittadini – conclude il consigliere regionale del PdS -. Prima che un solo paziente sia spostato dal Policlinico, sarebbe bene che ad andare via fosse l’assessore, troppo occupato in questo periodo a enfatizzare l’apertura di nuove strutture a Olbia, per preoccuparsi di salvare quelle che già esistono a Sassari.»

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 I ritardi nei pagamenti per l’esecuzione dei lavori in alcuni lotti della nuova Sassari-Olbia sono stati al centro dell’audizione dei rappresentanti della Cooperativa Acanthus da parte della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale.

Il mancato versamento delle spettanze per il subappalto di alcuni lavori di risanamento ambientale ha provocato il dissesto finanziario della cooperativa, costretta nei mesi scorsi a licenziare 38 dipendenti.

«Siamo vittime di un cattivo sistema di gestione degli appalti pubblici – ha spiegato il direttore generale di Acanthus Vittorio Cadau – la nostra società fatturava 4 milioni di euro fino allo scorso anno ed aveva alle proprie dipendenze 120 lavoratori. Ora, a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della ditta appaltatrice, ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà. Non è esclusa l’adesione alla procedura di concordato preventivo in bianco.»

I responsabili di Acanthus hanno quindi denunciato l’atteggiamento omissivo da parte di Anas che, in qualità di stazione committente per gli appalti della SS-Olbia, ha il dovere di vigilare sui pagamenti dei lavori e, in caso di inadempimento da parte della ditta appaltatrice, di soddisfare direttamente le richieste dei creditori. «Quello per la realizzazione della Sassari-Olbia è un appalto da 938 milioni di euro, il più grosso tra quelli in esecuzione in Sardegna – ha aggiunto Vittorio Cadau – non è possibile che una partita di queste dimensioni venga gestita con queste modalità. A causa dei criteri adottati, molte imprese come la nostra si trovano in difficoltà. Nei giorni scorsi il tribunale di Roma ci ha dato ragione. I giudici hanno emesso, infatti, il primo decreto ingiuntivo a carico di Anas, condannata a pagarci 180mila euro per alcuni lavori. E’ una decisione importanti che apre la porta ai ricorsi delle altre ditte subappaltatrici nei confronti di Anas».

«E’ una situazione molto difficile, l’ennesima in un territorio lacerato come il Nord Sardegna – ha detto il consigliere di Forza Italia Marco Tedde – i 938 milioni di euro per la Sassari-Olbia sono stati stanziati per la Sardegna e non per l’Anas. E’ assurdo che appalti di questa portata vengano assegnati con il sistema del massimo ribasso. Chi ha lavorato deve essere pagato.»

Marco Tedde ha quindi proposto l’adozione di una risoluzione che impegni il Presidente della Giunta Francesco Pigliaru ad intervenire nei confronti di Anas per ottenere l’immediato pagamento delle spettanze dovute alle ditte subappaltatrici.

Richiesta a cui si è associato il consigliere del Pd Raimondo Cacciotto che ha invitato la Commissione a programmare un’audizione dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori sulla Sassari-Olbia.

Una diversa gestione degli appalti, infine, è stata sollecitata dai consiglieri del Pd e di Art. 1 – Mdp, Mario Tendas e Paolo Zedda.

Al termine dell’audizione, il presidente del parlamentino delle “Attività Produttive” Luigi Lotto ha assicurato un intervento nei confronti della Giunta: «Valuteremo se procedere con una risoluzione, in ogni caso faremo pervenire le nostre considerazioni al presidente Francesco Pigliaru – ha detto Luigi Lotto – la speranza è che le pressioni della politica, unitamente alle recenti decisioni del Tribunale di Roma, riescano a far smuovere le acque e a far rispettare i diritti delle imprese e dei lavoratori».