24 July, 2024
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La proposta di legge n.550 in materia di attività di cava e miniera non è stata discussa dal Consiglio regionale. Il testo, entrato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’art.102 del Regolamento era stato rinviato in Commissione la scorsa settimana per alcuni approfondimenti.

Nella seduta odierna del parlamentino delle “Attività Produttive”, maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo sulle proposte emendative presentate dalla Giunta. La minoranza ha quindi chiesto il rispetto dei termini previsti dal Regolamento (10 giorni) per presentare la propria relazione alla legge.

Il presidente Luigi Lotto, sentito il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, ha deciso di aggiornare i lavori della.

Deluso il consigliere di Art.1 – Mdp Luca Pizzuto, ispiratore del provvedimento: «Prendo atto della decisione – ha detto – oggi si decide di rinviare la discussione nonostante gli accordi raggiunti in Aula. In ogni caso non avremmo accolto gli emendamenti della Giunta che andavano contro lo spirito originario della proposta. Il nostro intento era quello di riempire un vuoto normativo che impedisce alla Regione di intervenire nel caso in cui una società titolare di una concessione non rispetti i diritti dei lavoratori». Come nel caso della Polar, azienda di Piscinas da tempo al centro di una dura vertenza sindacale: «Oggi in Sardegna può accadere che un’azienda licenzi 13 dipendenti e non rispetti l’obbligo di reintegro deciso dal Tribunale del Lavoro – ha aggiunto Luca Pizzuto – questa norma serve per evitare che si ripetano situazioni simili».

Contro la proposta di legge si sono invece schierati tutti i rappresentanti della minoranza Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (FdI) e i forzisti Marco Tedde ed Alberto Randazzo. Secondo gli esponenti dell’opposizione la legge interviene su un caso specifico e non rispetta il principio di generalità e astrattezza: «Per risolvere un singolo caso si rischia di mettere in difficoltà decine di aziende e migliaia di lavoratori – hanno detto – la materia, oggi regolata da leggi ormai superate, ha bisogno di una revisione organica». Per i consiglieri di minoranza, inoltre, la proposta contiene profili di illegittimità costituzionale che la espongono a un’impugnazione certa da parte del Governo.

Dubbi sono stati espressi anche dall’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, che ha illustrato alla Commissione gli emendamenti della Giunta. «Abbiamo cercato di riscrivere la legge per evitare che alcune norme vadano in contrasto con la normativa nazionale – ha affermato Maria Grazia Piras – la Regione ha l’obbligo di vigilanza sull’attività di cava e miniera che esercita attraverso la polizia mineraria. Nel caso in cui non vengano rispettate le prescrizioni contenute nell’atto di concessione, l’azienda va incontro a pesanti sanzioni. La Regione può avviare la procedura di revoca della concessione ma non può chiudere l’attività. Sulla tutela dei diritti dei lavoratori, credo che la normativa vigente sia esaustiva. Ho paura che la proposta di legge faccia crescere i contenziosi, da parte nostra c’è la disponibilità a lavorare a una legge organica di settore».

Contro la proposta n.550 si sono schierate, infine, Confindustria, Confapi e Confartigianato sentite in audizione dalla V Commissione. I rappresentanti delle associazioni Federico Fiorelli (presidente della Commissione “Cave e miniere” di Confindustria), Silvana Manuritta (direttore generale di Confapi), Stefano Mameli (segretario regionale Confartigianato) e Marco Fuscello (presidente del Consorzio lapideo) hanno chiesto il ritiro della legge. «E’ un provvedimento che anziché proteggere i lavoratori rischia di lasciarli per strada – hanno detto in coro – le sanzioni contro le aziende che non rispettano le norme esistono già. Si lavori piuttosto a una legge di riforma organica che superi l’attuale normativa ormai non più adeguata ai tempi».

Il comune di Carbonia è sensibile al problema del randagismo, un’emergenza che può essere affrontata con gli strumenti della prevenzione e della sterilizzazione”. Così il sindaco Paola Massidda ha annunciato che il comune di Carbonia ha pubblicato un bando che mira a realizzare, attraverso la sterilizzazione, un programma di controllo delle nascite di cucciole indesiderate, in particolare delle femmine di proprietà. Sono a rischio, soprattutto, i cani che vivono in luoghi non confinati, in assenza di uno stretto controllo padronale, e i cani adibiti alla custodia di greggi o a guardia di fondi rurali.“Per limitare il fenomeno del randagismo verranno messi in campo 5.000 euro, di cui 2.500 euro di fondi comunali e 2.500 di fondi regionali. L’obiettivo è ridurre sensibilmente la diffusione del randagismo e il conseguente sovraffollamento dei canili”, ha precisato il sindaco Paola Massidda.
Il contributo concesso sarà commisurato alla taglia dell’animale e sarà così distinto:
• Massimo 120 euro per cane di taglia piccola;
• Massimo 150 euro per cane di taglia media;
• Massimo 180 euro per cane di taglia grande.
Ogni costo eccedente tale cifra sarà a totale ed esclusivo carico del proprietario del cane che provvederà a pagarlo direttamente al veterinario, dietro presentazione di fattura.
Le domande di partecipazione al bando dovranno essere presentate entro il 20 novembre. Le domande, redatte sul modulo “Allegato A”, correlate di fotocopia del documento di identità potranno essere consegnate a mano al Comando di Polizia locale – via Mazzini 68, o spedite tramite servizio postale o Pec entro il 20 novembre 2018. In caso di raccomandata, farà fede il timbro postale. Il Comando di Polizia locale, a seguito di valutazione delle richieste e a conclusione dell’iter amministrativo, pubblicherà l’elenco degli aventi diritto.

La conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale, guidata dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ed alla presenza dell’’assessore della Sanità Luigi Arru, ha ricevuto questa mattina una rappresentanza del Comitato di cittadini che si batte per la difesa dell’ospedale “Delogu” di Ghilarza. Alessandro Defrassu, sindaco della cittadina del Guilcer, ha rappresentato le preoccupazioni dell’intero territorio per la paventata riduzione dei servizi e delle strutture ed ha auspicato una efficace attuazione del programma di riordino della rete ospedaliera, così come approvato dal Consiglio regionale.

A nome del comitato che, in soli dieci giorni ha raccolto oltre undicimila firme per la salvaguardia del presidio sanitario e che minaccia la restituzione dei certificati elettorali, sono intervenuti Raffaele Manca e Gabriella Pinna. In sintesi, le specifiche richieste avanzate dai cittadini riguardano: garanzie sull’efficacia dell’istituendo centro di emergenza territoriale (Cet) in sostituzione del pronto soccorso, nonché la risoluzione delle problematiche inerenti le carenze nell’organico che obbligano, i medici impiegati a Ghilarza ed in particolare i chirurghi, a coprire turni in pronto soccorso e nel vicino ospedale di Oristano.

«Il tutto – hanno spiegato Manca e Pinna – a discapito dei servizi offerti nella struttura del Delogu che nel volgere di un breve periodo ha visto smantellato anche il sistema di prestazioni in day surgery (chirurgia di giorno) nonostante abbia rappresentato, per anni, un corretto modello organizzativo e gestionale per l’intero servizio sanitario isolano».

L’assessore della Sanità, dal canto suo, ha escluso intenti penalizzanti per le strutture ospedaliere dei piccoli centri («non c’è alcuna volontà di dismettere l’ospedale di Ghilarza») ed ha difeso le riforme che – a suo giudizio – hanno caratterizzato in positivo il suo mandato alla guida della sanità isolana: la costituzione della centrale unica di acquisto, l’istituzione della cosiddetta Asl unica (Ats), il progetto di riordino della rete ospedaliera, l’attivazione del servizio di elisoccorso. «Dobbiamo abbandonare vecchi concetti e visioni obsolete – ha insistito l’assessore – e comprendere che attraversiamo un momento di profonde riforme, così come affermo che per Ghilarza, piuttosto che insistere nella difesa di venti posti letto di medicina, sarebbe più utile individuare, nell’abito di un’organizzazione di rete ed alla luce dell’invecchiamento della popolazione, una specifica funzione rappresentata dalla creazione di una struttura destinata alle cure dei problemi legati alla demenza».

I consiglieri regionali, Pietro Cocco (Pd), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Oscar Cherchi (Fi) e Attilio Dedoni (Riformatori), seppur con differenti sottolineature critiche, hanno difeso l’ospedale di Ghilarza e chiesto, a salvaguardia delle strutture sanitarie operanti nei piccoli centri dell’isola, l’applicazione del piano di riordino della rete ospedaliera, lamentando nel contempo, il mancato rispetto delle disposizioni in essa contenute da parte del direttore generale dell’Ats.

A conclusione dell’incontro, il presidente del Consiglio ha sintetizzato i comuni impegni delle forze politiche rappresentante nell’assemblea sarda: difesa delle deroghe al noto D.M. 70 esplicitate all’interno del piano di riordino della rete ospedaliera; attivazione puntuale delle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera; nessuna chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Ghilarza senza la contestuale attivazione del centro di emergenza territoriale dell’Areus, procedere con le stabilizzazioni al fine di limitare le carenze di organico nel sistema della sanità sarda e ridurre così i disagi, soprattutto negli ospedali dei piccoli centri.

La sala convegni del THotel di Cagliari ospiterà domani mattina a partire dalle 10.00, una tavola rotonda sul tema: “Il prestito tra privati ai tempi della FinTech – Come la tecnologia sta trasformando il mondo della finanza e come i privati possono sfruttare le nuove opportunità”, organizzata dalla Cassa Mutuo Soccorso per i dipendenti pubblici della Sardegna, in collaborazione con la startup “Prestiamoci”.

Grazie a internet e alla digitalizzazione, negli ultimi anni si sono affacciati sul mercato finanziario nuovi attori e nuovi servizi che stanno cambiando radicalmente il modo con cui oggi facciamo pagamenti, stipuliamo contratti come assicurazioni e prestiti, investiamo il nostro danaro, raccogliamo capitale per i nostri progetti. La Fintech, finanza tecnologica, promette interessanti vantaggi sia per i cittadini sia per le imprese, ma allo stesso tempo rappresenta un’importante sfida rispetto alla tutela del risparmio, della legalità e della trasparenza dei mercati.

All’incontro di domani, moderato da Giuseppe Deiana, caporedattore dell’Unione Sarda, parteciperanno Giancarlo Giudici, professore associato, docente di finanza aziendale al Politecnico di Milano; Daniele Loro, CEO di “Prestiamoci”, startup del social lending; e, infine, Pasquale Biasioli, presidente dell’associazione CMS Sardegna.

Trasferta amara per la Sulcispes a Porto Torres, dove è stata sconfitta di misura, 81 a 76, dopo aver condotto a lungo ed aver chiuso il primo tempo avanti di 10 lunghezze: 42 a 32. Anche in avvio di ripresa la Sulcispes ha continuato a controllare l’avversario trascinata da un super Camillo Cuccu, alla fine miglior realizzatore con 24 punti.

La Sulcispes ha perso lucidità nei minuti finali e, dopo aver subito la rimonta della squadra turritana, ha perso Cuccu e Pintus per raggiunto numero di falli e non ha avuto più la forza, sia fisica sia psicologica, per ribaltare il punteggio.

Il coach sulcitano Paolo Massidda alla fine ha mostrato delusione per la grande occasione sciupata e per la perdita di Stefano Massidda, uscito dopo pochi minuti per un infortunio.

Nella classifica del campionato di serie D, la Sulcispes resta ferma a quota 4 punti dopo le due vittorie iniziali.

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Ines Pisano, magistrato del Tar del Lazio, è pronta a candidarsi a governatore della Sardegna in quota Lega.

«È arrivato il momento per un serio rilancio della nostra Regione – ha scritto oggi in una nota Ines Pisano –. E per tale ragione, sono disposta ad impegnarmi in prima persona.»

Ines Pisano, nata a Bosa, in provincia di Oristano, ribadisce che «è ormai improcrastinabile ridare un futuro alla Sardegna, partendo dal turismo, dall’agricoltura e dall’istruzione. Solo in questo modo – ha concluso Ines Pisano -, si può frenare lo spopolamento e ridare un avvenire certo alle nuove generazioni».

Il ministero del Lavoro ha autorizzato la proroga del trattamento di mobilità in deroga per gli ultimi 135 lavoratori delle aree di crisi complessa di Portovesme e Porto Torres, i cui trattamenti sono scaduti a partire dal 1 luglio di quest’anno. Nei prossimi giorni l’assessorato regionale del Lavoro inoltrerà all’INPS la richiesta di avviare la procedura di pagamento delle prestazioni.

La proroga degli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre del 2018 è stata disposta dal decreto legge, emanato lo scorso 8 maggio dal Governo Gentilini su proposta degli allora ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Giuliano Poletti e Carlo Calenda. L’atto legislativo riserva 9 milioni di euro per le sole aree di crisi complessa della Sardegna.
Alla gine dello scorso giugno, il ministero del Lavoro aveva dato l’ok alla proroga della mobilità in deroga, fino al 31 dicembre 2018, per un primo gruppo di 570 lavoratori delle due aree di crisi complessa sarde.

“Complessivamente, quindi, sono oltre 700 i lavoratori coperti dall’ammortizzatore sino alla fine dell’anno – ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura -. Siamo in attesa di conoscere il contenuto del decreto di proroga per il 2019, annunciato dal ministro Luigi Di Maio nell’ultimo incontro a Roma con gli assessori regionali del Lavoro.”

“Nell’ultimo quinquennio abbiamo assistito al più alto livello di investimenti pubblici mai registrati per opere di mitigazione del rischio idrogeologico”. Lo ha detto l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, nel suo intervento al convegno “Il rischio idrogeologico in Sardegna: passato, presente e futuro”, organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Cagliari a 10 anni dall’alluvione di Capoterra del 2008.

“C’è ancora tanto da fare – ha aggiunto l’assessore dei Lavori pubblici – ma non si può negare che l’intensa attività di coordinamento svolta dalla Struttura Commissariale, con a capo il presidente della regione e l’assessore dei Lavori pubblici, abbia dato risultati significativi, come ad esempio l’attribuzione, nell’ultimo anno, agli Enti locali, di oltre 11 milioni di euro per le sole attività di progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. È stata migliorata la condivisione, con le amministrazioni degli Enti locali, dell’esigenza di effettuare le manutenzioni dei corsi fluviali, per le quali la Regione ha trasferito risorse per oltre 30 milioni di euro, ed è attualmente all’esame del Consiglio regionale il disegno di legge 504, finalizzato a snellire le procedure riguardanti le autorizzazioni e le realizzazioni di opere idrauliche nel territorio regionale; se a queste azioni aggiungiamo gli investimenti in infrastrutture e il sempre più elevato livello organizzativo della Protezione civile regionale – ha concluso Edoardo Balzarini – possiamo dire che è stato davvero imponente lo sforzo rivolto all’obiettivo prioritario della salvaguardia della vite umane.”

È in corso di svolgimento, al PalAltoGusto del GeoVillage, a Olbia, BISFed2018, BOCCIAOlbia REGIONAL Open, torneo internazionale di boccia, sport paralimpico, organizzato con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e dell’assessorato dello Sport del comune di Olbia. È la prima volta che un torneo internazionale di boccia di questo livello, con la partecipazione di 80 atleti di ben 15 nazioni, si svolge in Italia.
Il torneo è stato presentato ieri mattina in una conferenza stampa al Museo dell’archeologia di Olbia e inaugurato ieri sera con una solenne cerimonia al PalAltoGusto del GeoVillage.

Le eliminatorie, con gironi all’italiana di 4 o 5 giocatori, sono iniziate questa mattina e si protrarranno fino a giovedì, venerdì le finali e le premiazioni.

I militari dell’aliquota radiomobile del Norm di Quartu Sant’Elena sono intervenuti questa mattina a Sinnai, presso il caseificio Cocco, dove hanno accertato che ignoti, dopo aver praticato un foro nella parete perimetrale, si erano introdotti per asportare circa 300 forme di formaggio, caricate a bordo di un mezzo della stessa azienda. Il mezzo è stato successivamente rinvenuto in una vicina località campestre. Le indagini sono in corso.