23 November, 2024
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La Sardegna fin dalla più remota antichità al centro degli scambi e degli spostamenti del Mediterraneo e avamposto delle connessioni tra le civiltà che si sono affacciate sul Mare Nostrum. È lo spunto da cui prende l’avvio la grande mostra internazionale “Le Civiltà e il Mediterraneo” – la cui inaugurazione è prevista il 31 gennaio 2019 al Museo Archeologico Nazionale e al Palazzo di Città di Cagliari – che ha l’obiettivo di dare lustro e visibilità a un patrimonio archeologico millenario e unico e dare slancio al turismo culturale nella nostra isola. L’esposizione è stato presentata alla stampa, oggi al Museo Archeologico Nazionale, con una piccola anteprima dei pezzi e della metodologia che verranno proposti.

La mostra, anticipata nel dicembre 2017 dal convegno internazionale ospitato all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari che ha riunito curatori e studiosi di importanti Musei italiani, europei e del bacino mediterraneo, rientra nell’Accordo di collaborazione pluriennale siglato lo scorso 21 giugno a San Pietroburgo tra l’assessorato regionale del Turismo, Museo Statale Ermitage, Polo Museale della Sardegna – MiBAC, Fondazione di Sardegna, Comune di Cagliari e il coinvolgimento di Ermitage Italia, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze, l’attuazione di momenti di approfondimento scientifico, lo studio e realizzazione di eventi ed esposizioni.

Sono 550 reperti che coprono un arco temporale dal Neolitico al primo millennio a.C. il fulcro del progetto espositivo curato da Yuri Piotrovsky del Museo Statale Ermitage, Manfred Nawroth del Pre and Early History-National di Berlino, in collaborazione con Carlo Lugliè, docente all’Università di Cagliari e Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e il coinvolgimento del Museo Nazionale Georgiano di Tbilisi, dell’History Museum of Armenia di Erevan e del MARQ di Alicante. 149 i pezzi provenienti in prestito dall’Ermitage, 149 arrivano dall’Archeological Museum di Salonicco, 97 in prestito dal Pre and Early History-National Museums di Berlino, 34 dal Mann di Napoli, 8 dal Musèee de Bardo di Tunisi, mentre i restanti 97 dalle collezioni dei musei di Cagliari, Sassari e Nuoro, per comporre un mosaico che parte dalle testimonianze archeologiche sarde, abbraccia le diverse culture e aree del Mediterraneo e del Caucaso per mettere in luce connessioni e differenze, in modo da restituire alla Sardegna la centralità nel panorama preistorico. La mostra è stata interamente finanziata coi fondi POR-FESR 2014-2020, asse “heritage tourism”.

«Ci sono molti motivi per cui questa iniziativa è così importante – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento – ringraziando quanti hanno lavorato “per raggiungere l’obiettivo ambizioso di questa mostra, che partita anni fa da un’idea lungimirante del comune di Cagliari ha intrecciato collaborazioni preziose diventando una chiave per aprire nuove prospettive. La Sardegna possiede un’eredità storica e archeologica tanto straordinaria quanto ancora poco conosciuta nel mondo – sottolinea -, e crediamo sia giusto impegnarci al massimo perché questo patrimonio così peculiare abbia una visibilità internazionale crescente, tale da intercettare ampie fasce di quel turismo che negli anni sta diventando sempre più colto, sempre più curioso, sempre più alla ricerca di qualità nel paesaggio, nel cibo, nella storia, nell’archeologia. D’altro canto la lezione del passato è un messaggio chiarissimo per il presente e per il futuro. La Sardegna nel Mediterraneo antico non era isolata ma, al contrario, avamposto centralissimo, luogo e intreccio di connessioni. Un ruolo importante che abbiamo avuto e che oggi, in questo particolare momento storico, siamo più che mai chiamati a continuare a svolgere – conclude il presidente Pigliaru -, per favorire il dialogo tra la sponda nord e la sponda sud.»

«Oggi – dice Barbara Argiolas, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio – presentiamo una prestigiosa mostra che partirà il 31 gennaio e con la quale vogliamo posizionare la Sardegna sulle rotte del grande turismo culturale. Abbiamo necessità di valorizzare, raccontare e promuovere il nostro straordinario patrimonio archeologico e storico, e con questa esposizione lo facciamo in rapporto alle civiltà che nei millenni sono sorte sulle sponde del mar Mediterraneo e con il coordinamento scientifico delle più importanti istituzioni internazionali. La cultura, materiale e immateriale, è sempre più capace di contribuire allo sviluppo sostenibile della nostra isola e creare benessere e occupazione nei territori. Infatti, insieme al paesaggio e alla qualità della vita, costituisce uno gli elementi strategici più importanti per accrescere il valore della nostra destinazione non solo nei mesi estivi, ma anche nei cosiddetti mesi di spalla. In questo senso, la sfida di “Le Civiltà e il Mediterraneo”, interamente finanziata con fondi europei, è proprio il suo arco temporale: da gennaio a maggio, mesi meno movimentati dal punto di vista turistico, per rendere Cagliari e la Sardegna ancora più attraenti per quei viaggiatori curiosi di conoscere la vera identità e cultura di chi li ospita e di vivere un’esperienza in luoghi accoglienti, ricchi di eventi e appuntamenti.»

«La partecipazione a un progetto – dichiara Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale della Sardegna – Mibac – che mette in primo piano la centralità culturale dell’isola ci inorgoglisce come Istituzione che ha da sempre posto questo aspetto tra i suoi compiti principali. Il Polo museale della Sardegna, infatti, racchiude al suo interno tutte le anime che, da un capo all’altro dell’isola, nella straordinaria varietà delle sue collezioni, raccontano una storia cultuale lunga oltre 6/7 mila anni.»

«Siamo orgogliosi – sono le parole di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari – di proseguire la collaborazione avviata nel 2015, in occasione di Cagliari Capitale Italiana della Cultura, con il Museo Ermitage di San Pietroburgo. La mostra “Le Civiltà e il Mediterraneo” costituisce una nuova e straordinaria occasione di confronto internazionale e di crescita per i nostri musei, un’altra testimonianza di quanto Cagliari e la Sardegna intera possano offrire con la nostra civiltà nuragica. Una rete di relazioni e rapporti che diventa nuovamente attuale a distanza di millenni e che l’evento espositivo racconterà ai visitatori. Un appuntamento ancora più importante in questo periodo storico, ulteriore prova di quanta importanza abbia avuto e abbia il Mediterraneo nello scambio di cultura, esperienze, arte e commercio.»

«In questo particolare momento storico – dice Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari – pieno di contraddizione e dove emerge il drammatico tema dell’immigrazione, il museo ancora una volta si apre alla socialità, all’integrazione attraverso la conoscenza, considerando il Mediterraneo una condizione che unisce e non isola.»

«Con questo progetto espositivo – è il commento del presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras – frutto dell’accordo di collaborazione firmato lo scorso anno, si afferma una lettura della storia della Sardegna, che si intreccia in maniera indissolubile alle vicende degli altri popoli del Mediterrano: al centro di scambi e relazioni che ne hanno plasmato fisionomia e identità, l’isola è da sempre terra votata alla specificità ma anche all’integrazione. Dalla riflessione, che si sviluppa dalla conoscenza attraverso le testimonianze del passato, nascono occasioni di condivisione e valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale.»

“Le Civiltà e il Mediterraneo” sarà visitabile dal 31 gennaio 2019 fino alla fine di maggio.

 

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Un passo avanti, determinante per l’emanazione dei bandi che dovranno sostenere la reindustrializzazione nelle Aree di crisi complessa di Porto Torres e Portovesme, è stato fatto a Roma. Questa mattina, in un incontro al MISE, nel quale la Regione era rappresentata dal direttore generale dell’Assessorato dell’Industria, Roberto Saba, in qualità di Referente per la definizione del Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale, i Gruppi di coordinamento e di controllo per la definizione dei Progetti hanno approvato i programmi dedicati alle due Aree. Le risorse finanziarie a disposizione ammontano a 30 milioni di euro (risorse del MISE), più 3 milioni di euro di fondi regionali, e sono destinate a coprire investimenti tra 1,5 e 20 milioni di euro. Proprio ieri, la Giunta regionale – su proposta degli assessori della Programmazione e dell’Industria, Raffaele Paci e Maria Grazia Piras – ha approvato una delibera che destina il cofinanziamento del programma di investimenti. I 3 milioni di euro saranno ripartiti proporzionalmente alla suddivisione delle risorse statali e potranno essere soggetti a revisione, qualora il ministero decida di aumentare il fondo destinato alle due aree di crisi.

«Dopo mesi di lavoro intenso, mettiamo un paletto importante nel percorso per restituire un futuro alle due più importanti aree industriali della Sardegna pesantemente colpite dalla crisi degli anni scorsi – afferma l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras. È il risultato di un’attività che ha visto la Regione, il MISE e Invitalia, unite per raggiungere un obiettivo che consentirà alle aree di Porto Torres e Portovesme di ottenere aiuti concreti allo sviluppo economico e sociale. C’è da sottolineare che tali dinamiche di sviluppo saranno guidate dalle imprese, proprio in virtù delle agevolazioni previste per gli investimenti. La risposta alle Call delle due aree di crisi complessa è stata molto positiva – ricorda l’assessore Maria Grazia Piras – ed è rilevante che abbiano riguardato un vasto ambito di settori produttivi, soprattutto in quello della ricerca e dell’innovazione, e in particolare del settore manifatturiero per Porto Torres. Lo stanziamento di 3 milioni di euro di cofinanziamento deliberato ieri dalla Giunta – conclude l’assessore dell’Industria – è il segnale ulteriore dell’attenzione e dell’impegno con i quali abbiamo portato avanti le iniziative per riqualificare le due aree, sostenere le imprese e creare le condizioni per far crescere l’occupazione. Molto dipenderà dalla risposta che daranno le imprese una volta pubblicati i bandi. Sarà un momento fondamentale per verificare la bontà e l’efficacia delle proposte in campo.»

I risultati delle Call di invito a manifestare interesse a investire nelle aree di crisi del Polo industriale di Porto Torres e di Portovesme (promosse dal Ministero dello sviluppo economico, dalla Regione e da Invitalia, e chiuse il 19 luglio scorso) sono stati ottimi. Le schede progettuali presentate per il Polo di Porto Torres (area che comprende i comuni di Porto Torres e Sassari, con oltre 11mila imprese e 36mila addetti) sono 59, per un totale di investimenti pari a 658 milioni e 886mila euro e una previsione di incremento occupazionale di 880 addetti. La maggiore concentrazione degli investimenti riguarda il settore manifatturiero (82%). Seguono le attività di gestione dei rifiuti (6%) e i progetti con finalità di ricerca e sviluppo sperimentale (5%). Circa la metà delle proposte riguarda progetti tra 1,5 e 20 milioni di euro (49% del totale), a cui si associano il 20% degli investimenti e il 34% delle previsioni di nuova occupazione. I progetti di riconversione potenzialmente coerenti con la normativa della legge 181/89 sono 15. Per quanto riguarda invece il Polo industriale di Portovesme (area che comprende ben 23 Comuni) le schede progettuali presentate sono 21, con un valore di investimenti pari a 381 milioni e 627mila euro e un’occupazione prevista di 1.112 addetti. I progetti ( sono stati inoltrati da 16 Piccole e Medie Imprese (346 milioni e 627mila euro di investimenti) e da 5 Grandi Industrie (35 milioni di investimenti). Il territorio, quindi, esprime un bisogno di investimento soprattutto da parte di imprese di medie e piccole dimensioni. Prevalentemente, gli investimenti hanno come finalità nuove unità produttive di beni e servizi e le attività di servizi di alloggio e di ristorazione. I progetti che si concentrano nella soglia compresa tra 1,5 e 20 milioni sono invece 17, cioè l’80% del totale.

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Questa mattina il Comitato contro la società di progettazione regionale, autore di un appello pubblico che ha raccolto in pochi giorni oltre duecento adesioni tra ingegneri, architetti, geologi, geometri e tanti altri professionisti che operano nel settore dei lavori pubblici in tutta la Sardegna, è stato convocato ad un tavolo di confronto con il vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci, gli assessori dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini ed dell’Agricoltura Pier Luigi Caria ed il loro staff.

Erano presenti per il Comitato il coordinatore Giorgio Angius, accompagnato da Noemi Migliavacca ed Alessia Vargiu, per un incontro che è durato due ore, dando la possibilità alle parti di approfondire le modifiche alla delibera di costituzione di Infrastrutture di Sardegna, che oggi pomeriggio approda in Giunta per la quarta volta.

Questo iter così incerto, insieme alla novità di oggi rappresentata dal ritiro del Piano Industriale dagli allegati alla delibera, dimostra chiaramente la scarso convincimento della stessa Giunta su un percorso che il nostro Comitato ha sempre definito sciagurato.

Pur ringraziando la Giunta per l’attenzione dimostrata, il Comitato ribadisce la propria contrarietà ad una società che neanche nelle intenzioni della Giunta potrà essere operativa in tempi brevi, mancando infatti di un Piano Industriale che indichi su quali opere pubbliche andrebbe ad agire e con quali risorse si dovrebbe reggere dopo un primo contributo pubblico.

«Una società pubblica che ricopre sia il ruolo del committente controllore, che quello del progettista da controllare, viola qualsiasi principio di buona amministrazione», ha ricordato Noemi Migliavacca, ingegnere ed architetto. «Il comitato ribadisce il proprio NO a questa società: la regione pensi a potenziare gli uffici tecnici pubblici per gli indifferibili compiti di natura procedurale e di controllo a loro assegnati, lasciando al mondo delle libere professioni le progettazioni e le attività connesse», ha detto Alessia Vargiu, ingegnere idraulico. «Infrastrutture di Sardegna, che ha nel suo statuto tutte le attività di engineering, dalle progettazioni ai collaudi, di ogni tipo di opera pubblica – ha riferito nel corso della riunione il coordinatore ed ingegnere Giorgio Angius – è un cannone puntato contro le libere professioni, perché le basterebbe in futuro una singola delibera di Giunta per acquisire tutte le progettazioni di interi ambiti, dalle sistemazioni idrauliche alle strade, lasciando di fatto senza lavoro decine di studi professionali in Sardegna, che oggi lavorano in un mercato libero, offrendo ottimi servizi a costi molto minori rispetto agli uffici tecnici pubblici».

La Giunta regionale ha espresso oggi la volontà a limitare il campo d’azione a singole importanti opere, ma lo statuto di Infrastrutture di Sardegna non riporta questa limitazione. Il Comitato ha invitato la Giunta a ritirare la delibera ed eventualmente a riproporla con radicali modifiche: limitando la sua attività ai soli aspetti procedurali e di controllo, limitandola ad una singola opera di importo superiore a 50.000.000 di euro e prevedendo la sua liquidazione alla fine di quel singolo lavoro.

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La comunità di Mamoiada ha accolto con grande calore le nove scuole della Sardegna premiate nell’ambito del concorso dedicato alla memoria di Graziano Deiana, che per 15 anni, sino al 2015, ha guidato il paese aprendo la strada alla sua rinascita. 200 studenti in arrivo da tutta la Sardegna, prima della cerimonia di premiazione, sono stati accompagnati dalle ragazze e dai ragazzi delle associazioni locali alla scoperta di siti culturali di grande interesse, a partire dal museo delle Maschere. All’iniziativa, promossa dalla Regione, sono intervenuti, nell’incontro moderato dal giornalista Giacomo Mameli, gli assessori degli Affari generali e della Pubblica istruzione, Filippo Spanu e Giuseppe Dessena, il sindaco Luciano Barone, i familiari di Graziano Deiana, il mediatore culturale Abdou Ndiaye, docenti e dirigenti scolastici ed alcuni giovani richiedenti asilo ospiti dello Sprar di Nuoro e dei centri di accoglienza di Girasole e Sassari.

«Abbiamo voluto rendere omaggio alla memoria di un grande sindaco, Graziano Deiana – ha spiegato Filippo Spanu – con slancio e passione ha contribuito in modo determinante alla crescita economica e sociale di Mamoiada. Ha dato impulso ai progetti culturali valorizzando al massimo le grandi potenzialità del paese custode di tradizioni legate alle antiche maschere e a un patrimonio enologico che ora ha conquistato la meritata ribalta internazionale. Graziano Deiana ha delineato un percorso virtuoso fatto di dialogo, confronto e apertura con il mondo esterno. E l’apertura è l’aspetto che più contraddistingue oggi il paese dei Mamuthones, in grado di richiamare ogni anno migliaia di turisti sulla base di una solida cultura dell’accoglienza. Proprio per questo abbiamo voluto dedicare al sindaco Graziano Deiana questo concorso rivolto agli studenti delle scuole superiori e incentrato sui temi dell’inclusione e dell’integrazione dei migranti arrivati in Sardegna al termine di viaggi drammatici. Abbiamo visto che le scuole hanno aderito con grande entusiasmo a questa sollecitazione proponendo idee molto interessanti che nei prossimi mesi saranno realizzate.»

«Gli studenti – ha dichiarato l’assessore Giuseppe Dessena – oggi hanno scoperto un mondo ricco di slanci ed energie positive. Hanno conosciuto e dialogato con i loro coetanei di Mamoiada e presentato progetti e contributi di grande valore didattico e formativo su temi essenziali come l’inclusione dei migranti che è un argomento di un’attualità straordinaria che riguarda il nostro presente e il nostro futuro. I giovani, che hanno partecipato al concorso dedicato a Graziano Deiana, hanno mostrato una grande capacità di riflettere sui valori dell’accoglienza e dell’integrazione e questa particolare sensibilità li potrà aiutare ad essere domani cittadini informati e consapevoli delle dinamiche migratorie e delle cause che portano migliaia e migliaia di persone a lasciare i luoghi di origine.»

Dopo le visite guidate si è svolta, nella palestra comunale, la cerimonia di premiazione delle 9 scuole che hanno presentato in totale 11 progetti che ora dovranno essere sviluppati.

I riconoscimenti sono stati assegnati agli istituti superiori “Garibaldi” di La Maddalena, “De Castro” di Oristano, “Levi” e “Brotzu” di Quartu, Nautico e Alberghiero di Tortolì, “Fermi” di Nuoro, “Pitagora” di Sassari e “Pacinotti” di Cagliari. Molto originali le idee proposte: dai murales che descrivono scenari di dialogo e confronto tra culture differenti al torneo di calcio a cinque con squadre formate da migranti e giovani sardi; dal video sui temi dell’inclusione all’installazione dedicata all’interculturalità sino alle lezioni sulle migrazioni tenute dagli studenti delle Superiori nelle scuole elementari e alla creazione di un sito Internet in cui far confluire informazioni sul tema dei flussi migratori.

Ogni scuola ha ricevuto un premio di 3 mila euro destinati alla realizzazione dei progetti da completare entro il prossimo 30 aprile.

   

 

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L’Amministrazione comunale e la Pro Loco di Sennori hanno deciso di annullare la manifestazione “Natale in Carrela”, organizzata per sabato 22 dicembre, in segno di lutto e rispetto verso la famiglia di un giovane sennorese prematuramente scomparso.

Si terrà solamente la festa dedicata i bambini, in programma alle 17.00, al Centro culturale di via Farina, dove la la compagnia “Danza Estemporada” metterà in scena la favola di Frozen “La regina del ghiaccio”, cui seguiranno giochi, balli e la visita di Babbo Natale, tutto a cura del Centro di aggregazione sociale. 

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E’ stato siglato oggi, presso l’assessorato del Lavoro, un protocollo d’intesa sull’adeguamento delle competenze professionali, in modo da agevolare il successivo reimpiego nell’Agenzia per il Lavoro Portuale della Sardegna srl, degli ex dipendenti della CLP – Compagnia dei Lavoratori Portuali, cessati dal rapporto di lavoro che, al momento, percepiscono la NASPI.

Grazie all’impegno dell’assessorato del Lavoro e  dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, l’accordo è un primo, importante passo, nella risoluzione di una complessa situazione di crisi occupazionale, derivata dal fallimento della storica Compagnia dei Lavoratori Portuali.

L’atto è stato sottoscritto dall’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, dal dirigente dell’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del lavoro Marcello Cadeddu, dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, Massimo Deiana e dal presidente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia per il Lavoro Portuale della Sardegna srl, Francesco Stara, e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali FILT CGIL, FIT CISL e UILTRASPORTI.

In base al protocollo di intesa l’Agenzia per il Lavoro Portuale della Sardegna srl manifesta l’intendimento di assumere a tempo indeterminato un primo contingente di lavoratori, al termine dell’attività formativa, e comunque entro il Primo aprile del 2019, secondo le indicazioni del ministero dei Trasporti. Un maggiore numero di unità potrà essere assunto, a seguito di un successivo e specifico accordo con le organizzazioni sindacali.

L’elenco dei lavoratori già dipendenti della CLP, dichiaratisi disponibili a migliorare le proprie competenze, è allegato al protocollo. Per gli interessati è prevista l’immediata erogazione di voucher formativi a cura dell’ASPAL.

Data l’importanza dell’iniziativa, che favorisce il reimpiego dei lavoratori, l’assessore Virginia Mura «invita l’Agenzia per il Lavoro Portuale, una volta che l’attività sia giunta a regime ed al termine del periodo cosiddetto “sperimentale”, ove l’andamento delle operazioni portuali lo consenta, ed alla luce degli accordi sindacali che interverranno in merito, ad adeguare l’organico aziendale sino a giungere al totale reimpiego dei lavoratori ex CLP».

«Oltre all’immediato intervento di erogazione dei voucher formativi funzionali all’assunzione – sottolinea l’assessore del Lavoro – la Regione proseguirà nel 2019 ad erogare i bonus assunzionali del programma LavoRas, secondo le modalità previste da specifici, futuri avvisi.»

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna e le organizzazioni sindacali si impegnano a vigilare e promuovere l‘obiettivo della piena rioccupazione dei lavoratori attualmente in stato di disoccupazione.

   

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Una delegazione di eurodeputate guidata dalla socialdemocratica Vilija Blinkevičiūtė si è recata a Roma e Napoli per fare il punto sull’implementazione della legislazione sull’aborto e sulle misure per proteggere le vittime di tratta e prostituzione.

L’obiettivo della delegazione, in Italia dal 17 al 19 dicembre, è stato quello di verificare eventuali abusi e violazioni alla Legge 194, con particolare attenzione all’obiezione di coscienza fra i medici, e di prendere atto della situazione di donne migranti vittime di tratta per la prostituzione al fine di trovare delle soluzioni condivise per migliorare le loro vite.

«La 194 – ha affermato oggi Blinkevičiūtė in conferenza stampa presso l’Ufficio del Parlamento europeo a Roma – è una buona legge ma che è implementata in maniera non adeguata. L’obiezione di coscienza – ha aggiunto la capodelegazione – coinvolge ginecologi ed anche anestesisti, con percentuali che arrivano in alcune regioni fino al 80%-90% dei medici, un livello che spesso impedisce alle donne di esercitare i propri diritti.»

Sul fronte del traffico di persone, Blinkevičiūtė ha sottolineato l’importanza della visita alle «case protette per le donne che riescono ad uscire dalla tratta e dalla prostituzione» a Mugnano (in provincia di Napoli), «siamo stati commossi – ha aggiunto – dalle loro testimonianze, da queste è emersa chiaramente la necessità di investire di più per l’inclusione e l’integrazione ad ogni livello, regionale, nazionale ed europeo». I membri della delegazione hanno inoltre ribadito l’importanza che il governo continui a sostenere il piano anti-tratta.

Durante la visita di tre giorni in Italia, i membri della delegazione hanno incontrato a Roma i medici e le ONG che si occupano di interruzione volontaria di gravidanza e, quindi, a Napoli, i rappresentanti locali e le Organizzazioni che affrontano il tema della tratta di donne migranti e del loro sfruttamento sessuale. In questo contesto si è inserita la visita a Casa Karabà e Casa Kirikù, due rifugi per donne vittime della tratta. 

La tre giorni si è conclusa nella Capitale con un incontro al Senato ed una visita alla Casa Internazionale delle Donne.

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E’ in programma giovedì mattina, a partire dalle 10.30, la cerimonia di commemorazione del 76° anniversario della Battaglia di Natale (fronte russo 25-31 dicembre 1941), presso l’aerocampo situato sulla strada statale 195, a circa 1,5 km – in direzione Sant’Anna Arresi – dall’ingresso della Caserma “S. Pisano” di Sa Portedda – Teulada.

Saranno presenti alla cerimonia, organizzata dal Comando del 3° Reggimento Bersaglieri, autorità militari, civili e religiose.

Allegato l’album fotografico della cerimonia svoltasi lo scorso anno.

                                                                                                                   

                                                                                                            

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É stato siglato questa mattina a Villa Devoto il protocollo d’intesa tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Comitato per il Trenino Verde della Sardegna. Con le firme apposte dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal coordinatore del Comitato Paolo Pisu, dal presidente dell’Arst Chicco Porcu, dei sindaci dei comuni interessati, del rappresentante di Legambiente Vincenzo Tiana, dei sindacati e degli operatori economici, si mira a promuovere, nell’arco di un anno, un Piano di Valorizzazione del Trenino Verde, all’interno di un ampio progetto pluriennale, e a definire una serie di interventi e iniziative per rendere l’antica infrastruttura un grande attrattore turistico della nostra Isola.

«Sono contento che si sia raggiunto questo risultato – ha spiegato Francesco Pigliaru –. Il turismo esperienziale è quello più in crescita e che vale di più. E noi abbiamo ben presente la necessità di organizzare e mostrare contenuti forti per valorizzare le zone interne. Il trenino di Lawrence è già un attrattore storicamente definito, con una visibilità altissima e che attraversa percorsi magnifici con la sua portata culturale, ambientale e architettonica. Andiamo avanti con convinzione ed entusiasmo – conclude il presidente della Regione -, come si evince dai dettagli di questo Protocollo.»

«Siamo soddisfatti del risultato raggiunto oggi con la firma di questo Protocollo d’Intesa, che traccia una prospettiva nuova per il Trenino verde della Sardegna, non solo per i territori interessati ma per tutta l’Isola – ha detto Paolo Pisu -. Rimane per noi chiaro che questo risultato arriva dopo anni di assiduo impegno e bisognerà vigilare e impegnarsi ulteriormente affinché questo Protocollo d’Intesa venga attuato, nei tempi prestabiliti in tutte le sue parti.»

Gli interventi, che terranno conto dei precedenti studi e progetti, dovranno garantire la sicurezza dell’esercizio su tutte le linee (Mandas – Arbatax, Isili -Sorgono, Macomer – Bosa e Sassari – Nulvi – Palau); l’attività di gestione e manutenzione della infrastruttura ferroviaria, il potenziamento e rinnovo del materiale rotabile, l’eventuale automazione o eliminazione dei passaggi a livello. Contemplato anche l’eventuale recupero e restauro delle stazioni che andranno concesse, ove possibile, agli Enti locali per la realizzarvi luoghi di accoglienza, punti ristoro, servizi igienici e turistici, esposizione e vendita dei prodotti locali, enogastronomici, artigianali e artistici. 

Il Piano Generale di Valorizzazione comprenderà anche uno specifico piano di marketing per restituire, alle tratte turistiche sarde, un elevato livello di visibilità e attrattività.

Per il 2019, primo anno di valenza del Protocollo, la Regione conferma i 5,3 milioni già previsti a fine 2017 e aggiunge ulteriori 5 milioni, a valere anche questi sul Fondi di Sviluppo e Coesione 2014-2020. Le risorse verrano assegnate ad Arst, soggetto attuatore degli interventi.

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Valorizzare l’accoglienza come opportunità per la crescita delle comunità e favorire il dialogo tra i giovani di culture diverse, in particolare tra i richiedenti asilo e gli studenti.

Su queste basi si svolgerà giovedì 20 dicembre a Iglesias l’iniziativa di informazione e sensibilizzazione “Sardos e Migrantes” promossa dalla Regione Sardegna in collaborazione con il comune di Iglesias e Casa Emmaus.

In mattinata, a partire dalle 11.00, all’Istituto Professionale “Galileo Ferraris”, l’assessore regionale degli Affari Generali Filippo Spanu incontrerà gli studenti della scuola, insieme ai docenti, al dirigente scolastico Massimo Mocci, al mediatore culturale Abdou Ndiaye e ai richiedenti asilo che vivono nella struttura gestita dall’associazione Casa Emmaus di Iglesias, che sarà rappresentata da Fernando Nonnis.

In contemporanea studenti e migranti saranno impegnati nei laboratori di cucina della scuola per la preparazione di piatti etnici che poi saranno offerti in degustazione.

Alle 15.30, nel Centro Culturale, in via Cattaneo, è previsto il convegno sul tema “Il ruolo dei comuni nei processi di integrazione e inclusione”. Interverranno l’assessore regionale Filippo Spanu, il sindaco di Iglesias Mauro Usai insieme all’assessore delle Politiche Sociali Angela Scarpa, Luca Di Sciullo, che presenterà il Dossier statistico sull’immigrazione curato dal Centro Studi e Ricerche Idos, la prefetta di Cagliari Romilda Tafuri, il presidente dell’Anci Emiliano Deiana e Fernando Nonnis di Casa Emmaus. La tavola rotonda sarà moderata dalla giornalista Alessandra Addari.

Alle 18.00, in piazza Sella, gli ospiti del centro di accoglienza di Casa Emmaus prepareranno e offriranno in degustazione alla popolazione piatti tipici dei loro paesi d’origine.

L’iniziativa “Sardos e Migrantes” si concluderà alle 21.00, al Teatro Electra, con lo spettacolo “C.arte d’imbarco”, ideato e realizzato dalla cooperativa Carovana.