29 July, 2024
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Centotrenta minuti a 100 all’ora (proprio come il titolo di una delle sue canzoni degli esordi), per 39 canzoni, un mix perfetto tra successi vecchi e nuovi, che hanno regalato una serata di inizio autunno da ricordare a lungo per migliaia di fans (una stima non ufficiale parla di quasi 10.000 presenze) di uno dei miti della musica leggera italiana. Gianni Morandi non delude mai e non ha deluso neppure questa volta, la seconda a Carloforte in 23 mesi (la prima risale al 30 ottobre 2016), comunità dalla quale è stato letteralmente conquistato da quando ha iniziato l’esperienza professionale con la fiction “L’Isola di Pietro”, ed alla quale, in segno di riconoscenza per l’ospitalità e l’affetto ricevuti, ha “regalato” la sua musica.

L’inizio del concerto era stato annunciato per le 21.00 e, alle 21.00 in punto, sul palco sistemato sul molo centrale del porto, si sono accese le luci ed è iniziato lo spettacolo, con l’impegno di concludere in tempo utile per rispettare gli orari dei traghetti, chiamati a riportare a Portovesme e Calasetta le migliaia di fans arrivati tra tante difficoltà (non sono mancati i disagi, nonostante l’istituzione di una corsa straordinaria per Portovesme alle 23.30 e la sostituzione della piccola motonave Eolo con la molto più capiente GB Conte, perché l’invasione è andata al di là di ogni più ottimistica previsione).

Gianni Morandi ha aperto il concerto con il suo ultimo successo, “Dobbiamo fare luce“, al quale sono seguiti subito due dei successi “storici“: “Se perdo anche te” e “Occhi di ragazza”. Il clima s’è acceso, la partecipazione del pubblico è salita canzone dopo canzone… Una dietro l’altra, canzoni vecchi e nuove o seminuove (della seconda stagione della sua ultracinquantenaria carriera): “Grazie perché”, “Una vita che ti sogno”, “Al bar si muore”, “La mia nemica amatissima”; poi cinque successi “storici” consecutivi: “Chimera”, “Giocattolo”, “La Fisarmonica”, “Ma chi se ne importa” e “Non son degno di te”.

L’età non è più verde ma l’energia che ha in corpo “l’eterno ragazzo di Monghidoro” è ancora straordinaria e le diverse fasi del concerto sono state tenute insieme da brevissimi interventi parlati. E, dopo ogni breve pausaa,, ha ripreso a cantare con un’energia sempre maggiore… Emozioni particolari, soprattutto per i meno giovani (il Gianni nazionale piace in tutte le fasce d’età, ma ieri sera anche sui traghetti erano tantissime le presenze di persone di mezza età giunte da ogni angolo della Sardegna, con carovane di autobus ed auto private) quando ha iniziato “Se non avessi più te”, “Solo insieme saremo felici“, “Scende la pioggia”, “Canzoni stonate” (la canzone che ha segnato l’inizio della seconda straordinaria fase della sua carriera) e “C’era un ragazzo“. Emozioni fortissime, anche per lui, quando ha interpretato due canzoni dell’amico che non c’è più, Lucio Dalla: Vita e Caruso.

E le emozioni si sono mischiate a non poca commozione, anche quando ha ricordato l’esperienza artistica e l’amicizia che lo hanno legato per alcuni anni all’indimenticabile Andrea Parodi, prima della formazione dei Tazenda, ed ha voluto ricordarlo con una toccante versione di “No potho reposare“.

La temperatura è salita ancora con alcune canzoni degli esordi: “Belinda”, “Andavo a 100 all’ora”, “Se puoi uscire una domenica“, “Fatti mandare dalla mamma”, “In ginocchio da te”… E dopo “In amore” e “Uno su mille”, ha presentato la sua band, la novità rispetto al concerto di due anni fa, che fu organizzato a sorpresa e lo vide protagonista da solo, accompagnato soltanto nel finale dagli attori della fiction…

La chiusura non ha deluso: prima “Un mondo d’amore”, poi tre bis, “Banane e lampone“, “Si può dare di più” e “Una vita che ti sogno”

Alle 23.10 i ringraziamenti ed i saluti, a tutto il pubblico e all’Amministrazione comunale che ha reso possibile l’organizzazione del concerto…

Il pubblico ha iniziato a sfollare, guadagnando gli accessi ai traghetti (durante il concerto Gianni Morandi ha invitato tutti a rispettare gli orari delle prenotazioni, per evitare confusione e disagi) e tutto si è svolto regolarmente, senza particolari disagi, anche se molti hanno dovuto aspettare le corse notturne per Calasetta ed altri, giunti nell’Isola da Portovesme, addirittura la prima corsa del mattino.

Carloforte non è nuova a grandi eventi (uno su tutti, negli ultimi tre lustri, il Girotonno) ma le presenze registrate ieri in una sola serata sono state una novità. Qualche disagio, lamentato ovviamente da coloro che lo hanno dovuto sopportare, era quasi inevitabile, e servirà d’esperienza per il futuro, ma certamente i più ricorderanno a lungo una serata quasi magica, regalata loro da un “giovane” artista di quasi 74 anni (li compirà l’11 dicembre), che non ha ancora smesso di divertirsi e di divertire il suo pubblico con la melodia delle sue canzoni, che tantissimi giovani e meno giovani conoscono a memoria ed hanno cantato insieme a lui per 130 minuti, vissuti “a 100 all’ora”!!!

Giampaolo Cirronis

                           

 

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Il girone A del campionato di Promozione regionale è iniziato nel segno di Christian Cacciuto. Tesserato dal Carbonia per sopperire all’anemia dell’attacco emersa nelle ultime stagioni, il 35enne ex bomber del Monastir, già in goal alla prima di Coppa Italia, su calcio di rigore, contro il Villamassargia, ha deciso la prima di campionato contro il Selargius con una zampata da grande attaccante a 11′ dalla fine, dopo aver sciupato un calcio di rigore (accordato per un fallo sul centrocampista Luca Orgiana) al 13′ del primo tempo.

La partita è stata molto complicata, la squadra di Fabio Piras (priva degli infortunati Cogotti, Sanna e Mastino) ha cercato di fare la partita ma dopo un buon primo tempo, nella ripresa ha fatto più fatica ed il goal del suo bomber è arrivato quando tra i tifosi (250 sulla tribuna del Comunale “Carlo Zoboli”) cominciava ad affiorare il timore di non farcela.

A fine partita abbiamo intervistato il tecnico biancoblu Fabio Piras.

Ha iniziato con il freno a mano tirato la Monteponi, tornata da Siurgus Domnigala con un punto, frutto dello 0 a 0 maturato con l’Andromeda. Un punto anche per la matricola Villamassargia che ha pareggiato 2 a 2 sul proprio campo contro l’Orrolese, con goal di Michel Milia e Andrea Iesu. Esordio amaro, infine, per il Carloforte, travolto in casa per 3 a 0 dal La Palma Monte Urpinu.

Sugli altri campi, altro pari per 2 a 2 tra Idolo e San Marco Assemini ’80; netta vittoria per il Vecchio Borgo Sant’Elia sul campo del Villasor, 3 a 1; pari tra Gonnosfanadiga e Seulo 2010, 1 a 1; netta vittoria per l’Arborea sul Sant’Elena Quartu, 2 a 0.

Domenica prossima, il Carbonia giocherà sul campo della San Marco Assemini ’80, la Monteponi esordirà in casa contro il Gonnosfanadiga, il Villamassargia giocherà sul campo del Vecchio Borgo Sant’Elia e, infine, il Carloforte renderà visita all’Orrolese.

 

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40 delegati in rappresentanza di Italia, Palestina, Algeria, Cipro, Egitto, Germania, Israele, Giordania, Lussemburgo, Malta, Marocco, Slovacchia, Spagna e Turchia a Cagliari per discutere di immigrazione e di rifugiati e della situazione euro-mediterranea. Si è riunita per la prima volta a Cagliari, questa mattina nell’Aula consiliare del Consiglio regionale, la Commissione politica, di sicurezza e dei diritti umani presieduta dall’europarlamentare Renato Soru. La commissione è una delle cinque in cui si articola l’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – Upm) che è stata istituita in occasione del vertice dei Capi di Stato e di Governo di Parigi del 13 luglio 2008. L’Assemblea, nel complesso, è formata dalle delegazioni parlamentari dei 28 Paesi membri dell’Unione europea, di quattro Paesi rivieraschi europei (Albania, Bosnia Erzegovina, Principato di Monaco e Montenegro), del Parlamento Europeo e di 11 paesi mediterranei (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Mauritania, Palestina, Siria, Tunisia e Turchia). Le altre quattro commissioni sono: la Commissione economica, finanziaria, per gli affari sociali e l’istruzione (presieduta dal Portogallo), la commissione per la promozione della qualità della vita, degli scambi umani e della cultura (presieduta dal Marocco), la Commissione per i diritti delle Donne del Mediterraneo (presieduta dalla Tunisia), la Commissione per l’energia, l’ambiente e l’acqua (presieduta dalla Giordania).

I lavori di questa mattina sono stati aperti dal presidente della Commissione, l’eurodeputato Renato Soru, che voluto e organizzato la seduta in Sardegna, e dal Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

«La Sardegna isola di pace nel Mediterraneo» protagonista in «Un’Europa che non costruisce muri ma affronta, per risolverli, i conflitti mediorientali». Sono queste, in sintesi, le dichiarazioni e gli auspici dell’europarlamentare del Pd, Renato Soru, e del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, a conclusione dei lavori, nell’Aula consiliare, della «commissione politica, di sicurezza e dei diritti umani» (è una delle cinque commissioni in cui si articola l’assemblea parlamentare dell’Ue per il Mediterraneo) presieduta da Renato Soru e che per la prima volta si è riunita in Sardegna.

Nel corso dell’incontro con la stampa, a cui hanno preso parte, oltre al presidente dell’Assemblea sarda, anche Abdallah Khiat e Mehmet Sukru Erdinc, in rappresentanza, rispettivamente, del parlamento algerino e di quello turco, l’eurodeputato dei democratici, ha riaffermato principi e valori contenuti nel «progetto di raccomandazione sul fenomeno migratorio e sullo stato dei rifugiati nel Mediterraneo», che sarà presentato al Parlamento europeo il prossimo gennaio. Trentuno punti che hanno raccolto una sostanziale condivisione da parte dei 40 delegati, in rappresentanza dei 14 Paesi, presenti a Cagliari.

«I contenuti della raccomandazione sono nelle corde del dibattito europeo e non c’è una emergenza migranti – ha dichiarato Renato Soru – il fenomeno va interpretato come una storia nuova con cui dovremo imparare a confrontarci e dopo una prima reazione rappresentata dalla paura, sono fiducioso perché nel prossimo futuro ci sia un momento di maggiore comprensione e di saggezza». «Il fenomeno delle migrazioni – ha aggiunto Gianfranco Ganau – ha come causa scatenante i conflitti in atto nei Paesi del Medio Oriente ed solo è attraverso una loro positiva risoluzione che passa la fine del problema.»

Un tema che, a giudizio della parlamentare algerina Abdallah Khiat, riguarda sì l’Europa ma soprattutto i paesi del Nord Africa, anch’essi interessati da imponenti flussi in arrivo dall’area Sud del Sahara: «Auspichiamo soluzioni condivise ad un problema di grande attualità e che deve essere risolto senza danneggiare i migranti, i loro paesi di origine né quelli di transito e tantomeno quelli che rappresentano la destinazione finale».

«La raccomandazione discussa oggi in Sardegna – ha aggiunto il rappresentante del parlamento turco che avrà la presidenza della commissione per il prossimo semestre, Mehmet Sukru Erdinc – offre spunti interessanti ma serve prevedere un coinvolgimento attivo anche della Lega araba, per affrontare con più efficacia e determinazione il tema dei migranti nell’area del Mediterraneo.»

 

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«La Sardegna nel quadro dell’Unione europea deve essere sempre di più un avamposto per le politiche di cooperazione e i progetti di partenariato con i paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Dobbiamo continuare a creare reti e l’esperienza molto positiva del programma euromediterraneo ENI CBC Med 2014-2020, di cui l’isola è Autorità di Gestione, dimostra che ci sono utili spazi d’azione per instaurare rapporti proficui in particolare con i territori a noi più vicini.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali, Filippo Spanu, nel suo intervento alla tavola rotonda organizzata dall’associazione Openmed e inserita nella quinta edizione del festival “Smart cityness” in programma all’Exmà di Cagliari.

Filippo Spanu ha aggiunto che «è necessario avere un atteggiamento aperto nella costruzione delle relazioni da cui possono scaturire benefici per tutti. La chiusura è contraria alla nostra storia e in stridente contrasto con la nostra posizione geografica».

Filippo Spanu ha poi ricordato i progetti già avviati dalla Regione in Africa, in particolare con la Tunisia ed il Senegal, e quello che sta per essere avviato in Uganda.

«Ma sono di vitale importanza – ha spiegato l’assessore degli Affari regionali – anche i rapporti con altre regioni europee con cui condividiamo la stato di insularità. Per questo la Giunta guidata da Francesco Pigliaru sta lavorando insieme a Corsica e Baleari con l’obiettivo di essere più forti nel confronto con i singoli governi e con l’Unione europea per il superamento degli svantaggi causati dalla condizione geografica

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Domani, lunedì 24 settembre, alle 10.00, nei locali dell’assessorato della Sanità, l’assessore Luigi Arru, l’Unità di crisi sulla West Nile Disease con tutti i suoi componenti ed il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, illustreranno ai giornalisti i dati epidemiologici aggiornati sulla diffusione della Febbre del Nilo nell’Isola. Nel corso della conferenza stampa, saranno fornite anche utili indicazioni di prevenzione da diffondere tra la popolazione.

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«Una protesta assurda e sconcertante motivata dal fatto che su circa 40 mila studenti che frequentano le università di Cagliari e Sassari poco più di 30 giovani rifugiati ricevano pass accademici sulla base di norme ben precise applicate dal ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Il progetto Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, attuato dagli atenei di Cagliari e Sassari, è stato promosso dal Consiglio d’Europa e sostenuto dal ministero dell’istruzione. La Regione Sardegna, senza comunque impegnare risorse finanziarie, ha dato il suo appoggio all’iniziativa che favorisce il processo di integrazione e consente ai richiedenti asilo di acquisire competenze specialistiche da sfruttare poi nei paesi d’origine. I rifugiati che hanno i requisiti per iscriversi all’Università di Cagliari sono 12. A Sassari verranno a breve consegnati pass accademici a 20 ragazzi. Numeri esigui in proporzione al totale degli iscritti nei due atenei: circa 26mila studenti a Cagliari, 12.500 a Sassari. È importante precisare che i rifugiati con i pass accademici rientrano nella quota che il ministero riconosce agli stranieri senza sottrarre posti o arrecare danno agli studenti sardi.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu rispondendo alle dichiarazioni degli esponenti politici che hanno dato vita a una manifestazione di protesta davanti al palazzo del Consiglio regionale.

L’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena ricorda  che «la Giunta guidata da Francesco Pigliaru ha notevolmente fatto crescere in questi anni gli investimenti sul fronte dell’istruzione e del diritto allo studio con concreti vantaggi per gli studenti sardi. Con l’aumento delle risorse regionali da 3 a 13 milioni di euro, le borse di studio e le azioni a sostegno di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi per il 2018-2019 diventano infatti più ricche e si amplia la platea dei beneficiari. Alle risorse regionali – chiarisce Giuseppe Dessena – si aggiungono quelle statali, europee e la tassa per il diritto allo studio universitario, incassato nel corso del 2018 direttamente dall’Ersu, arrivando alla cifra di circa 40 milioni. Nel 2018 9 mila studenti idonei potranno beneficiare della borsa di studio che sarà più ricca di prima. Il contributo economico massimo consentito è di 5.100 euro per i fuori sede. Il 25% degli iscritti alle nostre università ha la certezza di ricevere i contributi».

«Le università sarde – spiegano gli assessori Filippo Spanu e Giuseppe Dessena – sono aperte da molto tempo, ci sono centinaia e centinaia di studenti che vengono da tutto il mondo e che alimentano il confronto e il dialogo interculturale con i nostri giovani che a loro volta affrontano esperienze di studio all’estero. La Regione sta investendo la giusta quantità di risorse in questa direzione. Dobbiamo favorire gli scambi perché questa è la politica che farà crescere la Sardegna, il resto è rappresentato da polemiche localistiche che non servono ai sardi e alla crescita dell’isola.»

 

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«Crediamo talmente tanto nel futuro di questo settore e nelle migliaia di persone che ci lavorano che abbiamo organizzato 11 tavoli tematici, 6 tavole rotonde in cui sono stati coinvolti oltre 500 addetti ai lavori che hanno permesso agli Stati generali dell’Agricoltura 2018 di far incontrare portatori di interesse che neanche si conoscevano.»

Lo ha detto ieri l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, in occasione della chiusura della tre giorni di attività nel polo fieristico di Cagliari, dove numerosi attori del comparto si sono ritrovati per fare un bilancio dello stato di salute del mondo delle campagne e per ragionare su come costruire la futura programmazione agricola 2021-2027.

All’iniziativa hanno partecipato agricoltori e allevatori, rappresentanti della trasformazione cooperativa e privata, grande distribuzione e commercializzazione di più piccole dimensioni, centri di ricerca e università. E poi le strutture dell’Assessorato e delle Agenzie agricole Agris, Argea e Laore, di Forestas, ma anche i Consorzi di Bonifica ed i Gal, tecnici dell’ARA e della Sanità animale, i Consorzi di tutela e l’Enas, l’Autorità di bacino e le rappresentanze istituzionali di Unione europea, Stato e Regioni. Tutti hanno portato le loro esperienze e le hanno condivise, apprezzando la metodologia organizzativa messa in campo per i momenti di confronto e di elaborazione dei punti di forza e debolezza dei diversi comparti analizzati e delle possibili azioni da mettere in atto nel medio e lungo periodo. La prima giornata, dopo i saluti istituzionali e le relazioni introduttive, si era aperta infatti con 11 gruppi di lavoro tematici che hanno prodotto dei report finali su cui si è discusso, in plenaria, in 6 tavole rotonde.

«Ci è stato chiesto – ha osservato Pier Luigi Caria – che un appuntamento come gli Stati generali non sia una iniziativa isolata nel tempo, ma che abbia una continuità e una cadenza periodica da portare anche nei territori della Sardegna. Un modo per fare bilanci costanti sugli obiettivi raggiunti o ancora da perseguire.»

Entrando nel merito delle questioni affrontate tra giovedì scorso e oggi, l’assessore ha spiegato che «una delle criticità maggiori, che riguarda sostanzialmente quasi tutti i comparti, è la frammentazione delle produzioni e la difficoltà di mettere assieme le aziende per convogliarle verso mercati di largo consumo. Poi c’è il limite dell’insularità, il gap tecnologico e infrastrutturale che interessa tutta la filiera: dalla produzione alle vendite passando per la trasformazione. È necessario quindi programmare nuovi investimenti in termini economici, di conoscenza e formazione. Valorizzare ancora di più l’agricoltura istruita dove i nostri giovani siano al passo dei loro coetanei europei e mondiali. La chiave di volta dell’agricoltura dei prossimi decenni – ha detto Pier Luigi Caria – è nell’agricoltura di precisione: su quei processi che riducono i costi e su cui noi sardi dobbiamo investire garantendo però sempre la qualità delle nostre produzioni. Permettere ad agricoltori e allevatori di lavorare meglio e di massimizzare i profitti non deve portare affatto a rinunciare alle eccellenze agroalimentari: il vero punto di forza del brand Sardegna».

Nei tavoli è stato ribadito che il comparto agricolo sardo è sempre più inserito nelle dinamiche globali del mercato agroalimentare, dove la sfida sul cibo, da garantire a miliardi di abitanti del pianeta, sarà uno dei maggiori impegni che caratterizzeranno, per i prossimi decenni, le azioni politiche dei grandi Paesi e dell’Unione europea stessa.

Sul piano della gestione delle risorse in vista della PAC 2021-2027, l’esponente della Giunta ha ricordato che «è necessario iniziare da subito a pensare come costruire la prossima PAC. Dobbiamo innanzitutto aprire un confronto con Governo e Unione Europea su una accelerazione del riequilibrio del valore dei titoli PAC. Una battaglia da portare avanti su tutti i tavoli con il sostegno dei portatori di interesse. È infatti inaccettabile che il mondo delle campagne sarde percepisca risorse vergognosamente inferiori di due o tre volte rispetto ai colleghi di altre regioni italiane. Da questi Stati generali è inoltre emerso che agricoltura di precisione, filiere, innovazione tecnologica e delle pratiche colturali, ricambio generazionale nelle imprese sono le parole d’ordine che devono seriamente animare i processi di sviluppo futuri. Avessi avuto altre risorse del PSR da rimodulare e spendere – ha precisato il titolare dell’Agricoltura – le avrei destinate esclusivamente a queste voci».

Ieri mattina si è tenuta l’ultima tavola rotonda dedicata alla gestione delle risorse idriche, mentre nei cinque appuntamenti di ieri si era parlato di tutti i maggiori comparti agricoli, forestali e zootecnici, ma anche di Semplificazione legislativa e amministrativa, pagamenti in agricoltura, Organismo Pagatore Regionale – Sviluppo locale, GAL, SNAI, multifunzionalità delle aziende e diversificazione dell’attività agricola.

Il tema dell’acqua ha fatto da cornice alle attività di analisi e riflessione promosse dagli Stati generali. Si è ragionato su tutte le soluzioni possibili per garantire la risorsa primaria: da infrastrutture efficienti e interconnessioni più diffuse. Ma anche riduzione degli sprechi e delle perdite, agricoltura di precisione, riutilizzo dei reflui e desalinizzatori.

Il direttore generale dell’Assessorato, Sebastiano Piredda, ha poi illustrato una relazione tecnica sulle attività del Programma di sviluppo 2014-2020 tra misure in corso di pagamento, in ritardo e in via di conclusione.

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«La disorganizzazione degli ospedali cagliaritani Binaghi e Businco incide gravemente sulla qualità delle cure e sulla vita dei pazienti. Ma le cose sono destinate addirittura a peggiorare. Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru fermino la direttrice Graziella Pintus prima che sia troppo tardi.»

Lo ha detto Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.

«Nel reparto di Ematologia del Binaghi – ha aggiunto Michele Cossa – è stata occupato l’intero corridoio del terzo piano, facendone una grande sala d’attesa che ogni giorno ospita fino ad un centinaio di persone. Mi chiedo perché non si siano studiate soluzioni alternative, tali da favorire un utilizzo razionale degli spazi.»

«In un’ala contigua verrà trasferita la Neuroriabilitazione dall’ospedale Brotzu, in completo spregio delle esigenze dei reparti chirurgici. Basti pensare che al posto della Direzione della Chirurgia Oncologica ci sarà una palestra, e un’ala sarà trasformata con stanze di degenza che devono rispondere ai requisiti per i pazienti della Neuroriabilitazione – ha sottolineato ancora Michele Cossa -. Per di più si crea altro caos spostando medici e reparti seguendo criteri inconcepibili e schizofrenici: il reparto di degenza è al terzo piano, i medici che faranno le dimissioni al quarto, e le medicazioni al secondo piano. Senza contare i referti istologici che arriveranno al quarto piano, con le cartelle cliniche sistemate al piano di sotto.»

«Tutti i lavori previsti per questa razionalizzazione costeranno 390mila euro dalle tasche dei sardi, opere che saranno inutili fra 2 anni, dato che nel 2020 all’Ospedale San Michele è prevista l’apertura del Trauma Center con annessi unità spinale e, appunto, Neuroriabilitazione. Un’ambulanza sarà sottratta alla sua funzione per fare la spola continuamente tra il Brotzu e il Businco – prosegue Michele Cossa – per trasportare neurologi, urologi, neurochirurghi chiamati frequentemente in consulenza dalla Neuroriabilitazione.»

«Prima di buttare via soldi che sarebbero potuti servire per rimettere a posto le vetuste sale operatorie del Businco – ha concluso Michele  Cossa – la Giunta e l’assessore Luigi Arru si fermino a pensare quanta poca considerazione hanno per la qualità della degenza dei pazienti e delle condizioni di chi ci lavora.»

 

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La lunga attesa è finita, alle 16.00 iniziano i campionati dilettantistici regionali. Nel girone A di Promozione regionale, tra le squadre più attese ed ambiziose ci sono il Carbonia e la Monteponi. Il Carbonia ha cambiato guida tecnica (Fabio Piras ha rilevato il posto di Andrea Marongiu) e rinforzato notevolmente l’organico, in particolare il reparto offensivo (con Christian Cacciuto, Nicola Lazzaro e Giacomo Sanna); la Monteponi, ripescata dopo il 2° posto nel girone B del campionato di Prima categoria alle spalle del Villamassargia, ha affidato la guida tecnica ad Andrea Marras e rinforzato l’organico per puntare ai vertici. Le altre due squadre sulcitane, Villamassargia e Carloforte, con Giampaolo Murru e Giancarlo Leone in panchina, partono in posizioni più arretrate (come ha confermato il primo turno della Coppa Italia) e puntano alla salvezza.
Il calendario della prima giornata propone Carbonia-Selargius (dirige Andrea Senes di Cagliari, assistenti di linea Alberto Renna e Marco Navarra di Carbonia); Andromeda-Monteponi Iglesias (dirige Antonio Pergola di Cagliari, assistenti di linea Alessandro Matta di Cagliari ed Annamaria Sabiu di Carbonia); Carloforte-La Palma Monte Urpinu (dirige Luca Casula di Carbonia, assistenti di linea Diego Massa di Carbonia e Valeria Spizuoco di Cagliari); Villamassargia-Orrolese (dirige Federico Isu di Cagliari, assistenti di linea Stefano Siddi e Matteo Laconi di Cagliari).

Completano il programma della prima giornata, le partite: Arborea-Sant’Elena Qusrtu, Gonnosfanadiga-Seulo 2010, Idolo-San Marco Assemini ’80 e, infine, Villasor-Vecchio Borgo Sant’Elia.

Nel girone B del campionato di Prima categoria, al via sono presenti cinque squadre sulcitane. E’ subito derby tra Fermassenti e Cortoghiana, mentre l’Atletico Narcao, l’Atletico Villaperuccio e la ripescata Isola di Sant’Antioco , fanno il loro esordio in casa, rispettivamente contro Seui Arcueri, Tharros ed Atletico Sanluri.

Completano il programma della prima giornata, le partita Gergei-Circolo Ricreativo Arborea, Oristanese-Libertas Barumini, Villacidrese.Sadali e Virtus Villamar-Villanovafranca.

 

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«Prima erano i migranti, ora gli studenti. È singolare leggere le motivazioni fantasiose e surreali che i sardisti leghisti tirano in ballo per giustificare il sit-in sotto il Consiglio regionale. È una vecchia tecnica per avere visibilità e consenso. Si mette a correre una voce e poi si fanno manifestazioni e proteste, ben sapendo come stanno le cose: e cioè che  non esistono studenti idonei e non beneficiari di borsa di studio da circa 3 anni.»

Lo scrive, in una nota, Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.

«Oggi ci sono coloro che, inventando falsi favoritismi e false corsie preferenziali hanno deciso di anticipare la campagna elettorale inaugurando una deriva all’insegna del “prima i sardi”. Resta da chiarire un dubbio: i sardi che vanno a studiare in Lombardia, dal nuovo asse Lega/Psd’Az riceveranno lo stesso trattamento? – ha concluso Emanuele Cani – E i sardisti potranno entrare in Lombardia o sarà solo appannaggio dei lombardi?»