30 July, 2024
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Oggi, dopo la fiducia posta dal Governo alla Camera sul “Bando per le periferie”, ho scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio.

Illustre presidente del Consiglio dei ministri,

dopo varie interlocuzioni dirette ad ottenere una conclusione positiva per il comune di Carbonia in relazione all’emendamento 13.2 al decreto Milleproroghe, mi trovo costretta a scriverLe perché mi sembra che i rimedi che il Suo Governo ha proposto siano ben peggiori rispetto alle ragioni – pur capite e parzialmente condivise – che giustificano l’emendamento stesso. 

In questo periodo, io e la mia Amministrazione, ci siamo sentiti di riporre la giusta fiducia rispetto all’operato del Governo che, grazie alle molteplici interlocuzioni tecnico-politiche avvenute con lo staff del vice premier Di Maio, con alcuni parlamentari e con i sindaci “colpiti” dal decreto in oggetto, eravamo sicuri sarebbe stato corretto in maniera “accettabile”. Certi di un epilogo positivo della vicenda, abbiamo continuato a lavorare approvando i progetti esecutivi, approvando gli schemi di convenzione con i partner di progetto e ratificando gli accordi con i partner istituzionali e no. 

Abbiamo sempre rassicurato i nostri cittadini, gli abitanti dei quartieri coinvolti, gli enti e le istituzioni, i progettisti e chiunque sia interessato, a diverso titolo, dal programma sulle periferie che abbiamo faticosamente costruito. 

Oggi siamo, però, molto delusi perché sentiamo tradite le nostre legittime aspettative e perché, all’indomani dell’incontro tra Lei e i sindaci, non solo non si è concretizzato un percorso condiviso migliorativo e premiante per chi ha ben operato ma, allo stato, permangono tutte le preoccupazioni e le riserve in merito alle posizioni fin qui esposte e tenute dal Governo. 

Risulta incomprensibile come un contratto già scritto venga cancellato dall’oggi al domani senza precedenti accordi, senza preavviso, senza condivisione e senza che precisi criteri spieghino come e perché lo stesso sia stato abrogato o rinviato nella sua efficacia. Il panorama è confuso perché si mischiano legittimi interessi politici con questioni economico-finanziarie (necessità di reperimento di risorse) con una sentenza della Consulta che può essere rispettata con un’intesa successiva con le regioni interessate. Sembra inoltre che i benefici che genera l’emendamento non siano così chiari, monitorabili e valutabili perché non ci sono criteri utili a farlo e, inoltre, non solo si differiscono al 2020 i finanziamenti, ma si subordinano a una non meglio identificata valutazione da farsi a cura di un comitato ancora da costituire secondo criteri sconosciuti e quindi non valutabili.

Non è neanche chiaro il perché non ci sia copertura per un miliardo e seicento milioni da destinarsi ai 96 comuni beneficiari del finanziamento sul bando periferie, poiché 800 milioni sono stati stanziati sulla base di una delibera Cipe e altri 800 milioni attraverso il comma 140 della legge di bilancio del 2016. Bisognerebbe spiegare, inoltre, come mai tutte le convenzioni e gli atti amministrativi che ne conseguono avevano avuto il benestare della Corte dei Conti che aveva validato il tutto dal punto di vista contabile.

Il provvedimento, soprattutto per i modi utilizzati e per le scelte attuative, rischia di generare il malcontento e lo scontro tra istituzioni ma, soprattutto, di far sentire le amministrazioni e i cittadini delle sue periferie abbandonati, abbandonati e traditi nelle loro legittime aspettative per ciò che hanno faticosamente guadagnato sulla base di regole e accordi certi e sanciti con appositi contratti.

All’interno del panorama descritto la Sardegna, come noto, vive un ruolo di maggior isolamento e marginalità rispetto al resto delle regione italiane, tanto che il programma delle periferie è stato considerato di tale valenza e importanza strategica che la Regione Sardegna ha promosso un bando regionale (Programmi integrati di riordino urbano per le periferie) di “rinforzo” a quello Nazionale, prevedendo idonee premialità nella valutazione per i progetti maggiormente capaci di integrarsi con esso e che siano in grado di attivare azioni sinergiche, di potenziamento e integrazione rispetto appunto ai progetti del bando nazionale sulle periferie. In ambito sardo, la città di Carbonia, che insiste nella regione storica più povera e tra le più marginali e periferiche d’Italia e dell’isola, ha colto questa opportunità per promuovere un progetto e un programma strategico che fosse in grado di incidere a diverso livello nelle politiche urbanistiche, paesaggistiche, architettoniche, economiche, ambientali, culturali e sociali, riuscendo a costruire un programma e progetti partecipati e massimamente condivisi e maggiormente sentiti dai cittadini più fragili che vedevano in questa opportunità un’occasione di riscatto sociale.

La città di Carbonia e la sua amministrazione ha concorso al bando per le periferie mettendo in campo risorse materiali e immateriali e coinvolgendo massimamente i cittadini, gli amministratori locali, la struttura tecnica e altri enti e soggetti dentro un processo di reciproca collaborazione e fiducia. Su questa base il programma sulle periferie e i progetti che lo costituiscono sono stati strutturati a partire da una visione socio territoriale complessiva, strategica e sistemica, capace di guardare e programmare nel breve, medio e lungo periodo, attraverso azioni di ricucitura e promozione del tessuto territoriale, ambientale, urbanistico, architettonico, idrogeologico, della mobilità sostenibile e, soprattutto, culturale e sociale.

Per fare questo sono stati sottoscritti accordi con enti pubblici, sono stati presi impegni di spesa per azioni materiali e immateriali, sono state allocate risorse per cofinanziamenti di altri progetti sinergici e collegati e, in una parola, sono state generate aspettative concrete in una moltitudine di soggetti e partner, cittadini in primo luogo, che, nel caso in cui il finanziamento venisse perso o differito senza garanzie, genererebbero una reazione a catena i cui esiti nefasti sono difficili da prevedere e da quantificare.

Con questa nota, Le chiedo formalmente, a nome della comunità di persone che amministro, un personale impegno e una forte presa di posizione, affinché i comuni virtuosi come il nostro vengano reinseriti tra quelli da finanziare già da subito, per evitare che la periferia di una città inserita in un contesto periferico regionale e i suoi abitanti non si vedano fortemente penalizzati e non vedano il lavoro profuso fino ad ora come vano, finendo per perdere fiducia nelle istituzione e, in primis, in quella più vicina a loro che deve VALORIZZARLI, PROTEGGERLI E TUTELARLI.

Paola Massidda

Sindaco di Carbonia

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Un torneo di calcio a 5 unificato, con la partecipazione di ragazzi disabili e non, per festeggiare i 50 anni della Special Olympics e dei Lions Club Carbonia. Sono questi i contenuti della “Sulcis Inclusion Cup”, che verrà presentata ufficialmente nel corso di una conferenza stampa prevista per martedì 18 settembre, alle ore 18.30, all’Antica Tonnara di Portoscuso. All’iniziativa parteciperà anche il sindaco di Carbonia, Paola Massidda.

«Si tratta di un progetto meritorio teso a sensibilizzare le istituzioni, la società civile e i giovani a scendere in campo per giocare una partita a favore del rispetto, dell’integrazione e dell’inclusione dei ragazzi disabili. Tematiche sulle quali la nostra Amministrazione Comunale è attenta», ha spiegato il primo cittadino di Carbonia. L’evento consiste nello svolgimento di una serie di partite “speciali” negli impianti sportivi dei comuni di Carbonia, Portoscuso, Perdaxius, Masainas, Tratalias, Villaperuccio, Domusnovas, Nuxis, Santadi e Musei.
Il principale organizzatore della “Sulcis Inclusion” Cup è l’ASD Stella Speciale, i cui dirigenti e atleti sono stati ricevuti martedì scorso in Consiglio comunale dal sindaco Paola Massidda e dall’assessore dello Sport Valerio Piria. Un incontro finalizzato a rafforzare sempre di più il legame tra l’Amministrazione comunale e le associazioni che favoriscono l’aggregazione e la socializzazione dei ragazzi disabili.

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Il salone Giovanni Paolo II della parrocchia Beata Vergine Addolorata di Carbonia ha ospitato qualche giorno fa un convegno sul tema della maternità, con la partecipazione della dottoressa Maria Stella Leone, di Cagliari. Un tema che interroga tantissime donne sul valore profondo della vita nascente, in una fase storica in cui si registra un tasso di natalità molto basso.

La dottoressa Maria Stella Leone ha sottolineato l’importanza dei C.A.V. (Centro di Aiuto alla Vita) che opera, tra l’altro, anche nella parrocchia Beata Vergine Addolorata di Carbonia da oltre due anni. Lo scopo dei C.A.V. è quello di aiutare le mamme in difficoltà a portare avanti la gravidanza, a volte anche quella indesiderata. La strada da percorrere è aiutare le donne in difficoltà a riscoprire il valore del grembo che hanno in grembo.
La dottoressa Leone ha sottolineato, tra l’altro, che ogni figlio è una meraviglia, è un dono che viene dall’alto, fondamentalmente un dono di Dio.

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“Sul fronte dei fondi strutturali europei il Governo non ha nessuna intenzione di penalizzare la Sardegna, anzi. Sta alla Regione dunque impegnarsi perché le risorse vengano utilizzate nel migliore dei modi e questo non sempre è avvenuto negli anni di governo del centrosinistra. La retrocessione dell’Isola tra le regioni Obiettivo 1 – le più arretrate d’Europa – sta lì a ricordarcelo ogni giorno.»

Il candidato alla presidenza della Regione del MoVimento 5 Stelle Mario Puddu, ha commentato così l’esito dell’incontro tra i rappresentanti della Regione e il ministro della Coesione territoriale, Barbara Lezzi.

«Un conto – aggiunge Mario Puddu – è il puro rispetto dei parametri ragioneristici imposti dall’Unione europea, cioè il controllo sulla rendicontazione dei fondi, motivo della visita del ministro Lezzi, altro è come sono stati utilizzati quei soldi, e di questo è responsabile la giunta regionale. Sul fronte dell’efficacia siamo molto lontani dal raggiungere gli obiettivi, come è sotto gli occhi di tutti.»

«Rimanendo sul fronte dell’efficacia dell’azione di governo del centrosinistra, ci sono molte zone d’ombra inequivocabili, come i fondi dedicati alla competitività delle imprese: Francesco Pigliaru e Raffaele Paci hanno speso solo il 5 per cento, appena 11 milioni di euro rispetto ai 213 disponibili – conclude Mario Puddu -, mentre le nostre imprese rimangono in balia di bandi complessi, istruttorie infinite, procedure farraginose e avvisi spesso poco tarati sulle loro reali necessità:»

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La Fondazione bresciana Assistenza Psicolabili, la dott.ssa Paola Scagnelli di Lodi, il sacerdote don Virginio Colmegna di Milano ed il prof. Antonio Silvio Calò di Treviso, sono i quattro vincitori italiani dell’edizione 2018 del Premio Cittadino europeo.

Gli Archivi Storici della UE e l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo sono lieti di invitare i giornalisti alla cerimonia nazionale di consegna del  Premio Cittadino europeo 2018. L’evento si svolgerà a Firenze il prossimo venerdì 21 settembre, dalle ore 10.30 alle ore 13.30, nella sede degli Archivi Storici dell’Unione Europea – Villa Salviati, Via Bolognese 156, Firenze.

Tra le autorità presenti il 21 settembre a Firenze, gli eurodeputati Brando Benifei e Remo Sernagiotto, il vicesindaco del capoluogo toscano Cristina Giachi, il sindaco di Fiesole Anna Ravoni, il Direttore dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo Valeria Fiore, il capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Beatrice Covassi e il segretario generale dell’Istituto Universitario europeo Vincenzo Grassi.

A scandire la cerimonia di premiazione gli interludi musicali del Quartetto Shaborùz.

Il “Premio Cittadino Europeo” è stato lanciato dal Parlamento europeo nel 2008 come riconoscimento per i cittadini, associazioni ed organizzazioni che con le loro attività si sono distinti per l’eccezionale impegno nell’agevolare la cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell’Unione europea, promuovendo una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra gli abitanti degli stati membri. Il Premio è conferito anche per attività quotidiane che mettono in pratica i valori custoditi dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Per questa undicesima edizione sono cinquanta gli individui, le associazioni e le organizzazioni dei ventotto Stati membri ad aver ricevuto il riconoscimento a livello dell’intera UE, tra loro quattro italiani.

I vincitori italiani

Fondazione B.A.P. ONLUS

Sostiene e promuove il Centro abilitativo per minori Francesco Faroni, rivolto a ragazzi e bambini affetti da disturbo dello spettro autistico. Oggi in questo centro sono seguiti novanta minori a partire dall’età di due anni, a titolo completamente gratuito. Vengono sperimentati moduli di trattamento intensivi secondo gli standard delle più avanzate ricerche scientifiche internazionali.

Paola Scagnelli

La dott.ssa Paola Scagnelli è primario di radiologia dell’ospedale di Lodi. Durante i suoi periodi di ferie svolge il suo operato di medico a Tabora (Tanzania) presso una casa famiglia gestita dalle suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata. La casa famiglia si occupa di bambini albini che altrimenti, vivendo al di fuori della struttura, rischierebbero di essere venduti o uccisi per il biancore della loro pelle. 

Don Virginio Colmegna 

Presidente della Casa della Carità ed ex direttore della Caritas Lombardia, è attivo sin dagli anni Ottanta come fondatore di comunità di accoglienza nel campo della sofferenza psichica e dei minori. Si è anche contraddistinto per un forte impegno a favore del reinserimento lavorativo dei detenuti, in particolare con progetti nel carcere milanese di Opera.

Nel 2006 è stato nominato dal sindaco di Milano membro dell’Advisory Board del comitato strategico per affiancare l’amministrazione nell’affrontare i problemi della città. Il 4 dicembre 2014, l’Università degli Studi di Milano, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico, gli ha conferito una laurea honoris causa in Comunicazione pubblica e d’impresa.

Antonio Silvio Calò

Il prof. Antonio Silvio Calò, insegnante di storia e filosofia al liceo Canova di Treviso, da giugno del 2015 ospita nella sua abitazione sei immigrati africani. In seguito ai tragici eventi di Lampedusa del 2015 in cui centinaia di migranti persero la vita nel disperato tentativo di raggiungere la costa italiana, il prof. Calò, insieme alla sua famiglia, da semplice cittadino, si rese disponibile con la Prefettura ad accogliere presso la sua abitazione alcuni dei sopravvissuti del naufragio.

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Riunione questa mattina, a Villa Devoto, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. All’incontro hanno preso parte gli assessori Raffaele Paci, Maria Grazia Piras, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini, il direttore generale Alessandro De Martini ed i tecnici del dipartimento, della Regione e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

Dopo l’incontro dello scorso 14 giugno a Roma, in cui il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Barbara Lezzi avevano fatto un primo punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e l’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso, oggi il tavolo tecnico è entrato nel dettaglio, approfondendo anche la situazione relativa ai fondi europei e le questioni legate agli svantaggi causati dalla condizione di insularità.

«È stata una riunione utile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine dell’incontro – in cui sono emersi molti punti positivi. È stato certificato che la Sardegna sta spendendo nei tempi giusti le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione e quelle dei Fondi europei, e questo significa innanzitutto che non siamo a rischio di disimpegno e poi che stiamo utilizzando risorse importanti per interventi di cui la Sardegna ha concreto bisogno, dalle scuole al rischio idrogeologico sino alla ricerca. Naturalmente ci sono delle criticità e la ministra Lezzi è stata molto disponibile a ragionare insieme a noi su come si possono sbloccare le cose che stanno procedendo meno bene indipendentemente dalla nostra volontà. Il primo esempio è l’ANAS – ha spiegato il presidente della Regione -, con cui abbiamo problemi importanti e da cui ci aspettiamo tempi ben più rapidi su progettazione e aperture dei cantieri. Altro tema fondamentale è la ferrovia, su cui è necessario e urgente accelerare la spendita dei quasi 400 milioni programmati nel Patto, necessari per tagliare finalmente i tempi di percorrenza tra Cagliari, Sassari e Olbia, oggi del tutto inaccettabili. Infine, il problema energia. Nel Patto c’è l’impegno chiaro che lo Stato italiano ha preso con la Sardegna: portare finalmente il metano all’unica regione italiana che non ce l’ha. E abbiamo sottolineato il fatto che vogliamo complete rassicurazioni che il progetto per cui abbiamo lavorato così tanto arrivi nei tempi previsti – ha concluso Francesco Pigliaru – per far risparmiare alle imprese e alle famiglie della Sardegna 400 milioni l’anno. Non possiamo più aspettare.»

Nella riunione, essenzialmente tecnica, è stato esaminato lo stato di avanzamento del Patto a cominciare dalla gestione dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), esperienza che per la Regione Sardegna si è dimostrata un’innovazione positiva in quanto ha consentito di programmare, con piena responsabilizzazione, gli interventi utili a diminuire alcuni aspetti che contribuiscono a generare il gap determinato dall’insularità. L’Autorità di gestione del Patto, guidata dal Direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, ha confermato che i tempi concreti rispettano quelli previsti nei cronoprogrammi concordati con il Governo.

Il Patto per la Sardegna, che dispone di oltre 2,9 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione, contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente. È articolato in sei Aree tematiche: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura, Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, Occupazione inclusione sociale e lotta alle povertà, Rafforzamento PA. Complessivamente si tratta di 632 interventi, di cui 445 (oltre il 70%) sono già avviati e gli altri 187 (circa il 29%) sono in programmazione. In alcuni casi sono già conclusi (Ammortizzatori sociali per 40 milioni di euro).

Per quel che riguarda l’attuazione dei Piani Operativi Nazionali (PON), gestiti direttamente dai Ministeri per lo più attraverso ANAS e RFI, sono state invece sottolineate le difficoltà che stanno, di fatto, rallentando gli interventi. Di conseguenza, è stato fatto un appello alla Ministra perché intervenga presso i Ministri competenti, presso ANAS e RFI, affinché anche i fondi di sviluppo e coesione previsti nei Piani Operativi Nazionali possano avere tempistiche analoghe a quelli gestiti attraverso la Regione.

Il Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, con i 930 milioni di euro disponibili per il ciclo 2014-2020, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Fra le regioni del sud, la Sardegna risulta essere la più virtuosa nella capacità di spesa: entro il prossimo 31 dicembre dovranno essere spesi dalla nostra regione 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi), che diventano 185 se invece si punta a un obiettivo che fa scattare un meccanismo di premialità. Ed è proprio a questo che punta la Sardegna.

«Ci stiamo impegnando molto per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, che per la prima volta ha istituito una verifica ufficiale di metà percorso con penalizzazioni e premialità per monitorare meglio l’andamento della spesa. Questa novità dei controlli in itinere – spiega l’assessore Raffaele Paci – è un ulteriore stimolo a lavorare rapidamente, e siamo ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi di dicembre. Certo la celerità nella spesa dei fondi europei non riguarda solo la Regione, ma coinvolge molte altre istituzioni a cui è stata delegata l’attuazione, dunque Comuni, Unioni di Comuni, Agenzie, Arst, Abbanoa, ed è indispensabile la collaborazione fra tutti per raggiungere risultati validi. E’ poi importante dire chiaramente che ci muoviamo all’interno di un sistema nazionale farraginoso e complesso, gravato da procedure molto stringenti. Quindi – sottolinea l’assessore della Programmazione – per riuscire a spendere tutto è necessario che prima di tutto il sistema Italia venga radicalmente semplificato.»

Una prima verifica della spesa del Fesr è stata fatta a luglio scorso durante il Comitato di Sorveglianza con il rapporteur della Commissione europea che ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalla Sardegna e per le sue ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale, sui programmi di internazionalizzazione, su energia sostenibile e strategia di specializzazione intelligente.

 

 

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ll presidente della Regione Francesco Pigliaru interverrà, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico lunedì 17 settembre, con inizio alle 9.30, alla presentazione del progetto vincitore per la nuova scuola dell’infanzia di Villaspeciosa, inserito nell’Asse 1 di Iscol@.

L’incontro avrà luogo a Villaspeciosa nella sede della scuola primaria, in via Gramsci. Saranno presenti il sindaco Gianluca Melis, gli alunni, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e gli altri sindaci e amministratori del territorio che stanno realizzando interventi nell’ambito di Iscol@.

Giornalisti, fotografi e operatori di ripresa potranno seguire all’interno dell’Istituto la presentazione del progetto.

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Al via domenica 23 settembre i campionati di calcio di Promozione regionale e Prima Categoria. Nel girone A del campionato di Promozione regionale, il Carbonia, Carloforte e Villamassargia esordiranno in casa, rispettivamente contro Selargius, La Palma Monte Urpinu ed Orrolese; la Monteponi Iglesias giocherà la prima in trasferta, contro l’Andromeda, a Siurgus Donigala. Nella seconda giornata, il Carbonia giocherà sul campo della San Marco Assemini ’80 (nella passata stagione protagonista ai vertici, fino alla Coppa Primavera), il Carloforte ad Orroli, il Villamassargia sul campo del Vecchio Borgo Sant’Elia, la Monteponi in casa contro il Gonnosfanadiga.

I derby: alla 4ª, il 14 ottobre, Carbonia-Villamassargia; alla 5ª, il 21 ottobre, Carloforte-Carbonia; alla 6ª, il 28 ottobre, Carloforte-Villamassargia; alla 10ª, il 18 novembre, Carbonia-Monteponi; alla 12ª, il 2 dicembre, Carloforte-Monteponi; alla 15ª, il 23 dicembre, Monteponi-Villamassargia.

Nel girone d’andata è previsto un turno infrasettimanale in giorno festivo, la 7ª il 1° novembre; una prima giornata di riposo a fine anno, domenica 30 dicembre, tra l’ultima giornata di andata e la prima di ritorno; una seconda giornata di riposo domenica 3 marzo; due giornate di riposo consecutive domenica 14 e domenica 21 aprile.

Il girone B del campionato di Prima Categoria vedrà al via 5 squadre sulcitane. Il 23 settembre esordiranno in casa l’Atletico Narcao, l’Atletico Villaperuccio, la Fermassenti e l’Isola di Sant’Antioco, rispettivamente contro il Seui Arcueri, la Tharros, il Cortoghiana (l’unica a giocare in trasferta) e l’Atletico Sanluri.

La seconda giornata proporrà Cortoghiana-Gergei, Circoloricreativo Arborea-Isola di Sant’Antioco, Freccia Parte Montis-Fermassenti, Libertas Barumini-Atletico Narcao e Villanovafranca-Atletico Villaperuccioo.

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Questa mattina, sul piazzale antistante la palazzina comando della Caserma “S. Pisano” di Teulada, sede del 1° Reggimento Corazzato e del 3° Reggimento Bersaglieri, alla presenza del vice comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, generale di Brigata Eugenio Martis, si è svolta la cerimonia di avvicendamento al vertice del 1° Reggimento Corazzato tra il colonnello Fabrizio Giardini cedente, ed il colonnello Carlo Colaneri subentrante.

Alla cerimonia hanno presenziato le massime autorità civili, religiose e militari locali, le rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d’arma e i gonfaloni dei comuni delle comunità locali.

Nel suo breve intervento il generale Eugenio Martis, dopo aver rivolto un saluto a tutte le autorità presenti, agli ospiti, al personale schierato, allo stendardo del 1° Reggimento Corazzato e alle associazioni combattentistiche e d’arma, nel ringraziare il colonnello Fabrizio Giardini per l’ottimo lavoro svolto presso il 1° Reggimento Corazzato, ha sottolineato l’importanza delle molteplici attività da lui dirette nei due anni di comando, tra le quali spiccano le attività di supporto a favore delle unità in addestramento e le attività di approntamento del personale militare per le missioni in patria e nei principali teatri operativi all’estero, oltre la proficua opera di promozione e rinnovamento, dei già solidi protocolli d’intesa volti a favorire le comunità locali.

Il colonnello Fabrizio Giardini durante il suo intervento, ha riassunto brevemente il lungo ed intenso periodo trascorso alla guida del 1° Reggimento evidenziando gli sforzi e i traguardi raggiunti dal personale civile e militare del reggimento ed esprimendo parole di profonda gratitudine per l’incondizionato impegno e la straordinaria professionalità dimostrati durante i due anni di lavoro; al termine del suo intervento ha formulato un caloroso augurio di buon lavoro al colonnello Carlo Colaneri.

Il nuovo Comandante, il Colonnello Carlo Colaneri ha frequentato il 174° Corso “Coraggio” presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino, dove consegue la Laurea in Scienze politiche indirizzo Politico-Economico, e proviene dallo Stato Maggiore dell’Esercito.

La carriera del colonnello Carlo Colaneri

Il colonnello Carlo Colaneri è nato a Vercelli (VC) il 18 gennaio 1973 e, dal 1992, ha frequentato. Nominato tenente, nel 1997, è stato assegnato al Reggimento “Genova Cavalleria” (4°), in Palmanova, ove ha assolto l’incarico di Comandante di Plotone Blindo Pesante e Comandante di Squadrone partecipando, dal luglio all’ottobre del 2001, all’Operazione “Joint Guardian” in Kosovo quale Comandante di Squadrone Blindo. A dicembre del 2001, alla nomina al grado di capitano, è stato assegnato al Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) dove è stato impiegato quale Comandante di Squadrone Blindo Esplorante fino al 2003 e, in seguito, come Ufficiale Addetto all’Ufficio O.A.I. del Reggimento e Capo Centro Ippico. In tale periodo, dal novembre 2002 all’aprile del 2003, ha partecipato, quale Comandante di Squadrone Blindo, all’Operazione “Decisive Endevour” in Kosovo.

Nel 2006, dopo aver frequentato il 132° Corso di Stato Maggiore e l’11° Corso Pluritematico (Master di II livello in scienze strategiche) presso la Scuola di applicazione di Torino, è stato confermato al Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) dove ha svolto, tra l’altro, l’incarico di Capo Ufficio O.A.I. del Reggimento e, in Teatro Libanese, il Capo Cellula S2 nell’Operazione “Leonte 1”, nel 2006-2007 e il Capo Cellula S3 nell’Operazione “Leonte 5”, nel 2008-2009.

Nel biennio 2010-2011, ha frequentato il 13° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI) e il Master di I livello in Studi Internazionali Strategico-Militari presso il Centro Alti Studi della Difesa in Roma al termine del quale viene assegnato presso lo Stato Maggiore dell’Esercito con l’incarico di Ufficiale addetto presso il Dipartimento Impiego del Personale – Ufficio Impiego Ufficiali.

Nell’agosto 2013, con la nomina al grado di tenente colonnello, dopo aver servito gli Stendardi di “Genova” e “Novara”, ha l’onore di servire quello del Reggimento “Lancieri di Montebello” (8°) dove assume l’incarico di comandante di Gruppo presso e con il quale partecipa all’Operazione “Joint Enterprise” in Kosovo quale Comandante di Battaglione Multinazionale del MNBG West con alle dipendenze due compagnie Slovene, una Austriaca, una italiana e un plotone moldavo, per la prima volta impiegato in Teatro di Operazione. Per l’attività svolta nell’integrazione del personale dell’esercito moldavo all’interno del contingento italiano e di KFOR, viene insignito, a nome del Presidente della Repubblica Moldava, della medaglia “Consolidation of military cooperation” of the National Army (consolidamento della cooperazione militare dell’esercito nazionale). Nel 2015, al termine del periodo di comando, è stato assegnato allo Stato Maggiore dell’Esercito con l’incarico di Capo Sezione presso l’Ufficio Generale di Pianificazione Finanziaria – Ufficio Pro.Fi.Bi.Sta. in Roma.

Tra i principali corsi svolti dall’Ufficiale ci sono quelli di istruttore di educazione fisica, di ufficiale NBC presso la Scuola Interforze NBC di Rieti, del NATO Multinational Crisis Management Course, del NATO Open Source Intelligence Course e del NATO CIMIC Basic Course presso ACT NATO SCHOOL (NSO) a OBERAMMERGAU (Germania), il corso di perfezionamento di equitazione, con qualifica di “Speranza”, e di istruttore di equitazione militare e federale svolti presso la scuola di cavalleria/Centro Militare di Equitazione di Montelibretti. Grazie a quest’ultime qualifiche, durante il suo percorso professionale, il Colonnello Carlo Colaneri ha svolto anche attività di equitazione a livello agonistico conseguendo, tra l’altro, la medaglia di bronzo a squadre al “Melton Shield” a Londra con la rappresentativa militare dell’Italia (1999), la medaglia d’argento individuale ai campionati regionali assoluti di completo e la medaglia di bronzo alla Coppa delle Regioni di completo con la rappresentativa del Friuli Venezia Giulia (2003), il  1° posto al criterium di 1° grado ai campionati regionali del Friuli Venezia Giulia (2005) e vari piazzamenti nei concorsi ippici nazionali e internazionali fino alla categoria C130.

La storia del 1° Reggimento Corazzato

La Storia del 1° Reggimento Fanteria Carrista iniziò quando fù costituito in Vercelli il 15 settembre 1936 su I, II, III Battaglione Carri d’assalto (poi carri L) e IV Battaglione Carri di rottura (poi carri M). Il 1 gennaio 1938 ricevette il XXIII Battaglione Carri L ed il 30 novembre cedette al costituendo 32° Reggimento Fanteria Carristi il 4° Battaglione Carri M, mentre contemporaneamente gli vennero assegnati i Battaglioni Carri L IV e XXII del disciolto 2° Reggimento Fanteria Carristi.

Il 23 novembre 1939 cedette il III Battaglione Carri L al 32° Reggimento dal quale un mese dopo ricevette il CCCXXIII Battaglione Carri M; quest’ultimo trasformato nel 1940 in Battaglione Carri M 13/40, fu poi trasferito alla Brigata Corazzata in Africa Settentrionale.Sempre nel 1939 i Battaglioni Carri XXII e XXIII furono ceduti al 33 Reggimento Fanteria Carristi. Il 10 Giugno 1940, inquadrato nel raggruppamento Celere della 4° Armata, il 1° Reggimento prese parte alle operazioni sulle Alpi Occidentali e fu’ inizialmente dislocato in seconda schiera nell’alta Valle della Dora Riparia. Prima del termine delleostilita’alcunisuoi reparti operarono nel settore Moncenisio Bardonecchia.

Nell’agosto 1940 il 1° cedette i Battaglioni I e II al 32° Reggimento, mentre le rimanenti unità raggiunsero l’Africa Settentrionale. Nel dicembre del 1940 il IV Battaglione Carri L passò alle dipendenze del X Corpo d’Armata; il 20 luglio costituì il presidio di El Mechili ove rimase sino al ripiegamento del dicembre, che effettuò a stretto contatto con l’avversario.

In data 1 gennaio 1942 fu sciolto a causa delle perdite subite ed il suo personale fu assorbito dal Centro Carristi A.S. La 3° Compagnia nel frattempo, operò da luglio a settembre con la colonna Santamaria, quindi passò in rinforzo alla divisione ‘Savona’ e dovette essere considerata dispersa a seguito della caduta di Sollum. La 2° Compagnia operò a sua volta, a fine novembre, nella zona di Tobruk. Anche il Comando del 1° Reggimento nel gennaio del 1941 fu inviato in Africa Settentrionale, ove si sciolse a causa degli eventi bellici nel mese successivo, nel corso dei combattimenti determinati dalla prima offensiva britannica.

Il Comando del 1° Reggimento fu nuovamente costituito e mobilitato dall’ottobre del 1941 all’ 8 settembre 1943, ma non prese parte alle operazioni. Ne fece parte il XVI Battaglione Carri M 13/40. Il 10 luglio 1948 lo Stato Maggiore dell’Esercito ordino’ di costituire in Roma il Comando del 1′ Reggimento Carristi che, incorporato il II Battaglione e dislocatosi nella caserma di Pietralata, nel settembre passa alle dipendenze dell’Ariete.

Nei primi mesi del 1949 il 1° Reggimento Carristi, cambiata la numerazione in 132°, da Roma raggiunse, la sede di Aviano il 28 aprile, incorporando anche il I Battaglione Carri che da Casarsa si portò ad Aviano (28 aprile 1950). Il 26 marzo 1959 fu costituito il CAUC, in seguito all’esigenza dello Stato Maggiore dell’Esercito di creare un Campo di Addestramento per le Unità Corazzate, con sede a Capo Teulada, ove fu costituito il più importante ed esteso poligono permanente di tutta la Penisola. Il CAUC ereditava le glorie del 1° Reggimento Fanteria Carristi, il quale, il 1 Maggio 1974, fu ricostituito con il nome di 1° Reggimento Fanteria Corazzato, ora divenuto 1° Reggimento Corazzato, e ne ereditò la Bandiera di Guerra.

Il 3 ottobre 1999, a seguito dell’abolizione da parte dello Stato Maggiore dell’Esercito dei carristi come specialità dell’Arma di Fanteria, e con il conseguente passaggio di tutte le Unità carriste dall’Arma di Fanteria a quella di Cavalleria, il 1° Reggimento Corazzato, con solenne cerimonia tenutasi a Pinerolo alla presenza del Capo dello Stato, del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, riceveva in consegna lo Stendardo, adottato dalle Unità dell’Arma di Cavalleria in luogo della Bandiera di Guerra.

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Prosegue con successo la mostra-gemellaggio PANGEA del Museo P.A.S. Martel di Carbonia. L’evento, ideato da Ruggero Soru, è stato organizzato dall’Associazione Assiotea onlus grazie ai reperti provenienti dalla Germania del Geologiche Museum di Kamp Lintfort e con il fondamentale contributo dell’assessorato della Cultura, Turismo e Spettacolo del comune di Carbonia e di Giovanni Cocco.

Per la realizzazione dell’evento l’ass. Assiotea si è avvalsa, per di più, delle preziose collaborazioni del Museo PAS Martel, del Gruppo Ricerche Speleologiche Martel, di SOTACARBO, del Centro Italiano Cultura del Carbone, della Cooperativa Sistema Museo e della Coop. Cantina Sociale di Santadi.

La mostra-gemellaggio, la cui direzione scientifica è affidata all’ing. Luciano Trebini e al dr. geol. Roberto Serri, è stata inaugurata il 19 maggio scorso alla presenza del Console Onorario di Germania dr.ssa Alessandra Bruder, del direttore del Museo di kamp Linfort dr. Wolfram Harryers, con alcuni suoi collaboratori e dell’assessore della Cultura, Turismo e Spettacolo del comune di Carbonia dr.ssa Sabrina Sabiu.

PANGEA è il nome di un supercontinente che si formò in un periodo compreso tra i 350 e i 250 milioni di anni fa, durante il quale tutte le terre, comprese quelle che diverranno centinaia di milioni di anni dopo la Sardegna, si unirono tra loro. In quel periodo, noto come Permo-Carbonifero, immense foreste ricoprirono quasi totalmente la superficie delle terre emerse; felci ed altre piante gigantesche, oggi estinte dominavano la terraferma, e le antenate delle attuali conifere fecero la loro prima comparsa sul pianeta.

Di seguito il programma delle “lectio magistralis”:

21 settembre ore 17,30/17,45

Sala convegni SOTACARBO

• Relatori SOTACARBO (Il ruolo della CO2 nella biosfera)

22 settembre ore 17,30/17,45

Sala convegni CICC (Museo del Carbone)

• Dr. Ausonio Ronchi (Università di Pavia)

“Quando la Sardegna non era un’isola: ricerche geologiche per ricostruire la sua storia alla fine del Paleozoico”

– pausa caffè di max 30 minuti –

• Prof. Umberto Nicosia (Università La Sapienza, Roma)

“La costa dei nostri sogni: la scoperta del grande rettile preistorico di Torre del Porticciolo, Alghero”

29 settembre ore 17,30/17,45

Sala convegni CICC (Museo del Carbone)

• Prof. Carlo Corradini (Università di Cagliari)

Il Sulcis e la Sardegna nel Mondo pre-Pangea

– pausa caffè di max 30 minuti –

• Prof. Gianluigi Pillola (Università di Cagliari)

“Nuova cronologia del Bacino carbonifero di San Giorgio, Iglesias”

C’era una volta, 300 milioni di anni fa…PANGEA

La Sardegna che non ti aspetti.

Per la mostra e le Lectio Magistralis

Info e prenotazioni

340 268 9043 – Museo Paleo Ambienti Sulcitani Martel

340 160 1421 – Ruggero Soru

mail: ruggerosoru@tiscali.it

Per le visite tematiche esperenziali

Museo dei Paleoambienti Sulcitani E. A. Martel tel. +39 340 2689043

Museo Archeologico Villa Sulcis tel. +39 345 8886058

mail: carbonia@sistemamuseo.it

www.carboniamusei.it