1 August, 2024
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Paride Reale è stato nominato commissario del circolo dei Riformatori sardi di Iglesias. La scelta è stata ratificata dal presidente, Roberto Frongia, dal coordinatore regionale, Pietro Fois e dal coordinatore provinciale, Francesco Loi.

«La nomina – si legge in una nota – è stata necessaria in virtù delle dimissioni della coordinatrice Elisabetta Medde, alla quale è stata espressa gratitudine per aver svolto negli anni un ruolo decisivo senza incertezze sulla linea politica. Il Circolo dei Riformatori riparte dai temi che interessano i cittadini: il lavoro, un nuovo sviluppo economico, una crescita culturale e civile, sicurezza e legalità. Oltre 5.300 cittadini, alle ultime amministrative, votando Valentina Pistis – conclude la nota –, hanno dichiarato di non tollerare più l’incompetenza e l’improvvisazione. Da questo risultato inizia una nuova stagione.»

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Mentre i giovani pellegrini diretti a Roma per l’incontro con Papa Francesco partivano da Nuraxi Figus per raggiungere Bacu Abis attraverso la miniera ed il nuraghe Seruci, altri due pellegrini sono partiti questa mattina presto per il Cammino Minerario di Santa Barbara con la timbratura della credenziale da parte delle clarisse del Monastero del Buon Cammino.

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Si è conclusa oggi al 7′ dell’amichevole di prestigio con l’Atletico Madrid (vinta 1 a 0 dalla squadra di Diego Simeone con goal di Moreno al 32′), alla Sardegna Arena, la carriera ultraventennale di Andrea Cossu, 38 anni, una delle bandiere del calcio rossoblu per diversi anni. La carriera di Andrea Cossu, calciatore dotato di grande tecnica, è iniziata nel 1996 nelle fila dell’Olbia e si è poi sviluppata fino al 2005 tra Verona, Lumezzane e Torres. Nel 2005 l’approdo al Cagliari, dove in nove campionati in tredici anni, con due parentesi di due anni ciascuna a Verona e Olbia, ha collezionato 270 presenze, 12 goal e 68 assist. Ha vestito anche la maglia della Nazionale per due volte, nel 2010, mentre da giovanissimo vestì due volte la maglia dell’Under 16 e una volta quella dell’Under 18.

 

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10217200801280040/

Si conclude questa sera, alla Tonnara Su Pranu, a Portoscuso, la due giorni della manifestazione Beer & Sport Expo 2018. Il programma della serata prevedeva, alle 20.30, la presentazione di “Pirati – L’inizio e la fine di Marco Pantani”, regia di Tiziana Troja con Roberto Pusceddu; alle 21.00, il concerto live “Zirichiltaggia”, tributo al grande Fabrizio De Andrè. Il villaggio Beer & Sport Expo verrà chiuso alle 2.00.

La mattinata è stata caratterizzata dal primo convegno internazionale dedicato alla birra, patrocinato dalla Società Italiana Nutrizione Sport & Benessere, svoltosi nella Sala Alcoa della Biblioteca, che ha visto la partecipazione di relatori di livello internazionale: Luca Gatteschi, medico sportivo della Nazionale e dell’Udinese e consigliere SINS&B che ha tenuto una relazione su “La birra nello sport”; Giovanni Occhiodoro, dottore in chimica e tecnologie e farmaceutiche, dottore in Scienze dell’alimentazione, docente a.c.c.p. di Medicina Biointegrata all’Università di Chieti ha parlato di “Differenze tra birra artigianale e birra industriale”; Stefano Manera, docente di omeopatia, osteopata, anestesista esperto di alimenti fermentati, ha svolto una relazione su “La birra artigianale…bevanda fermentata per il benessere del microbiota”. Franco Pittau (organizzatore insieme a Filippo Mattu), preparatore atletico, dietista e consigliere SINS&B, ha tenuto una relazione su “Influenza dell’ingestione di alcool nel post esercizio”; e, infine, Emanuele Giordano, fisiologo di medicina computazionale, ha parlato di “Aspetti nutraceutici della Korner Beer“.

Durante lo svolgimento del convegno, moderati da Checco Fele, che ha collaborato all’organizzazione insieme a Giorgio Melis, abbiamo intervistato Luca Gatteschi.

                     

 

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In sede di conversione del decreto Milleproroghe, il Senato ha approvato un emendamento che prevede lo slittamento al 2020 delle 120 convenzioni del bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza firmate in due tranches (il 6 marzo 2017 le prime 24; a fine 2017 le altre 96, tra le quali quella del comune di Carbonia che prevede un finanziamento di 8.261.758,50 euro), dai Governi Renzi e Gentiloni, con un impegno di spesa complessivo di 2,1 miliardi di euro. La decisione sta scatenando durissime reazioni da parte delle opposizioni e delle amministrazioni locali interessate.

«Il Governo scippa Carbonia – ha scritto l’ex sindaco di Carbonia Giuseppe Casti nel suo profilo Facebook -. Nel decreto milleproroghe è previsto lo stop del Governo al Bando delle Periferie. Il Governo del Centro Sinistra aveva finanziato un’interessante misura per la riqualificazione delle periferie urbane. Carbonia era tra le tante Città beneficiarie grazie a un finanziamento di 8 milioni di euro. Ora il Governo M5S Lega impone, chissà per quale ragione, lo stop alla misura penalizzando tutte le Città beneficiarie tra cui la Nostra. Un altro duro colpo alle Comunità locali assestato da questo Governo. Serietà pari a zero. Attendiamo, a seguito di questo scippo – ha concluso Giuseppe Casti -, che l’Amministrazione comunale esca dal letargo per far valere le ragioni di Carbonia.»

 

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«Se il presidente della Regione Francesco Pigliaru ritiene che dalle critiche alla legge urbanistica possano arrivare anche cose buone, si rassegni a ritirare dalla circolazione una proposta pasticciata ed incongruente che non piace più a nessuno, neanche ai quei portatori di interessi che l’avevano ispirata.»

Lo afferma il deputato Pino Cabras, coordinatore del Tavolo Urbanistica del Movimento Cinquestelle in Sardegna. «Affermare che gli interventi possibili nei 300 metri riguardano solo lo 0,01% del costruito è allo stesso tempo sia una mancanza di rispetto nei confronti dell’intelligenza dei sardi, sia la dimostrazione che questa legge non potrà avere alcun tipo di ricaduta sul turismo, come paradossalmente ha fatto notare nei giorni scorsi perfino il presidente di Confindustria del nord Sardegna, per nulla soddisfatto delle sconclusionate aperture ‘cementizie’ del centrosinistra. L’unico risultato di questa legge otterrà è invece quello di provare a scardinare un sistema di tutela, perché questo è il vero messaggio che la proposta di Pigliaru manda: si riprende a costruire sulle coste, senza alcuna progettualità e senza alcuna idea di sviluppo».

«Non a caso, non sorprende il sostanziale via libera dato alla legge in commissione urbanistica anche dal centrodestra – aggiunge Pino Cabras – segno di una continuità tra le politiche di Francesco Pigliaru con quelle del suo predecessore Ugo Cappellacci. La proposta del Movimento Cinquestelle è invece un’altra e passa attraverso l’attuazione e l’estensione a tutto il territorio regionale del Piano Paesaggistico Regionale, prevedendo inoltre una semplificazione della normativa, un più concreto sostegno concreto ai comuni nel processo di pianificazione territoriale, una ferma azione di contrasto all’abusivismo edilizio, una ottimizzazione nell’uso del suolo che punti alla massima riduzione del suo consumo, nuove politiche di riconversione e recupero dell’esistente (soprattutto lungo la fascia costiera), la tutela del territorio agricolo contro qualsiasi speculazione, e l’integrazione della pianificazione territoriale con i sistemi di mobilità sostenibile.»

«A questo punto, il Movimento Cinquestelle si augura che, come già importanti soggetti della politica, dell’intellettualità, delle parti sociali e del sindacato hanno avuto modo di dichiarare, la proposta di legge urbanistica venga a questo punto abbandonata al suo destino e che sia il prossimo Consiglio regionale, finalmente rappresentativo dell’attuale volontà dei sardi, a predisporre una norma semplice, chiara, coerente, capace di promuovere un modello di sviluppo equo e sostenibile – di breve, medio e lungo periodo – conclude il deputato Pino Cabras – basato su una visione strategica della Sardegna nel contesto mediterraneo e globale il più possibile partecipata e condivisa.»

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«Una legge inadeguata che non tiene conto della realtà sarda e non riavvicina le zone interne alle coste.» Così, la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha bollato il testo unificato (approvato con i soli voti del centrosinistra nella Quarta commissione consiliare) in materia di urbanistica ed ha preannunciato la battaglia in Aula del centrodestra per migliorare «un provvedimento che ripropone solo un’altra serie di vincoli e divieti». «È una legge bandierina da sventolare in campagna elettorale – ha affermato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – che non tiene conto delle esigenze dei sardi né di quelle dei Comuni». Le ulteriori criticità – a giudizio dei rappresentanti dell’opposizione – riguardano l’assenza di norme per combattere lo spopolamento e la mancanza di una visione in favore dello sviluppo.

«La Sardegna ha bisogno della legge urbanistica – ha insistito il capogruppo FdI, Paolo Truzzu – ma il testo esitato dalla commissione introduce nuovi vincoli e ulteriori appesantimenti burocratici mentre svuota gli Enti locali delle competenze in materia di programmazione e pianificazione del territorio». «Non ci piace una legge fatta di “no” – ha fatto eco il consigliere del gruppo Misto, Paolo Dessì – con il pregiudizio che tutti siano speculatori e deturpatori del paesaggio».

Giovanni Satta (Psd’Az) ha insistito sul tema dello sviluppo e sulla definitiva cancellazione del piano casa: «Negli ultimi dieci anni abbiamo perduto circa 30.000 posti di lavoro nel comparto dell’edilizia e 15.000 da quando l’attuale maggioranza ha abrogato il piano casa». «La legge approvata in commissione non è tutta da buttare – ha però affermato il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru – e la legge urbanistica manca ormai da tre legislature, la preoccupazione è rappresentata dalla possibilità che le norme inserite nel testo unificato restino senza concreta attuazione e dalla constatazione che sono in vigore alcune norme restrittive del vigente Ppr che devono essere invece modificate». «Ho partecipato al dibattito per il varo del Ppr nella legislatura guidata da Renato Soru – ha concluso Mariano Contu (Forza Italia) – ed oggi c’è la riprova che le denunce fatte allora, circa il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro in edilizia, erano fondate, così come sarà facilmente dimostrabile che, con la legge urbanistica voluta dal centrosinistra, in Sardegna, la crisi economica e occupazionale continuerà ancora».

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Dopo l’approvazione della nuova legge urbanistica, il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), l’assessore Cristiano Erriu ed il presidente della Regione Francesco Pigliaru ne hanno spiegato in dettaglio i principali contenuti in una conferenza stampa, sottolineandone la portata fortemente innovativa.

Antonio Solinas ha parlato di una legge «mai così condivisa sia con le comunità locali che con gli amministratori comunali», respingendo le accuse di mancanza di confronto, «formulate soprattutto da chi non ha partecipato ai numerosi incontri che si sono svolti nel territori». «C’è stato invece – ha sostenutoun grande ascolto della società sarda e di tutti i portatori di interesse, che ha prodotto fra l’altro una legge più snella (da 114 articoli a 90) in grado di produrre grandi risultati positivi a cominciare dai tempi di approvazione dei Puc (piani urbanistici comunali) che potranno essere completati in 3 anni rispetto agli 8-10 necessari secondo la normativa vigente».

Sugli interventi riguardanti le strutture ricettive nella fascia dei 300 metri, uno punti più contestati della legge, Antonio Solinas ha spiegato che «saranno consentiti solo per i servizi e nella misura del 25% per chi non ha mai usufruito del cosiddetto Piano casa e a copertura della differenza fra quanto già realizzato ed il limite fissato dalla legge per chi ha già effettuato un precedente ampliamento». «Inoltre – ha aggiunto – per le strutture al di sotto dei 100 posti letti sarà possibile anche aumentare il numero delle stanze, restando sempre all’interno dell’incremento volumetrico previsto».

«Per quanto riguarda le costruzioni nell’agro – ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica – la nuova legge ha modificato le dimensioni dei lotti, da 2 a 15 ettari a seconda delle colture, stabilendo un legame forte fra la residenza e l’esercizio dell’attività agricola, anche se non a titolo principale.»

«In definitiva – ha concluso Antonio Solinas – riteniamo di aver raggiunto un buon risultato, partendo da posizioni diverse ma con l’obiettivo comune di fare una buona legge per la Sardegna.»

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dopo aver ricordato che la precedente legge risale al 1989 «quando ancora non si parlava di temi oggi molto attuali come ambiente, paesaggio, riduzione del consumo di suolo, sviluppo sostenibile, rischio idrogeologico e politiche di governo del territorio», ha sostenuto che si tratta di «una legge moderna che assegna un ruolo centrale ai Comuni, che potranno contare su nuovi strumenti: approvazione dei Puc nel quadro di un procedimento amministrativo unico cui parteciperanno tutti gli uffici pubblici chiamati a pronunciarsi in base ai diversi livelli di competenza, condivisione di figure professionali specialistiche a disposizione delle piccole realtà, pianificazione di area vasta per gli ambiti sovra comunali e la Città metropolitana».

Altro elemento qualificante, a giudizio di Erriu, «sarà quello della cosiddetta urbanistica negoziata dalla quale scaturirà meno consumo del suolo e meno rendita fondiaria improduttiva, con più opportunità di adattare la pianificazione urbanistica alle dinamiche del mercato».

«Nel settore turistico – ha proseguito l’assessore – riteniamo di aver raggiunto un equilibrio nuovo e positivo, rivedendo alcune posizioni della Giunta, lavorando con molto impegno senza mai sottrarci ad un confronto senza rete su questioni concrete, con le quali si sarebbero dovute misurare qualunque maggioranza in qualunque territorio.» «Noi però – ha precisato – abbiamo scelto di pensare alla Sardegna, soprattutto con la volontà di semplificare una materia oggettivamente complessa».

L’assessore Cristiano Erriu, infine, si è soffermato sugli allegati della legge, «che saranno fondamentali per il lavoro quotidiano degli uffici tecnici dei Comuni e contengono indicazioni di grande importanza sugli ambiti urbanizzati, le zone di potenziale trasformazione e quelle di interesse turistico».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, rispondendo ad alcune domande, ha da un lato respinto le critiche rivolte alla legge definendole «ingenerose nei toni e nei contenuti perché possiamo sostenere che i numeri sono sbagliati, e dobbiamo però dimostrarlo, ma se i numeri dicono che gli interventi possibili nei 300 metri riguardano lo 0.01% del costruito il discorso cambia: comunque sono convinto che dalle critiche possano nascere cose buone». «Con la nuova legge urbanistica – ha concluso – abbiamo voluto puntare ad uno sviluppo sostenibile fondato sulla qualità coinvolgendo un maggior numero di aree della Sardegna rispetto agli insediamenti storici e in questa ottica va inquadrato l’art.43 che poi abbiamo deciso di cancellare perché ci siamo resi conto che poteva rappresentare un disincentivo, sia pure involontario, alla predisposizione dei piani urbanistici comunali, che invece sono uno dei pilastri della legge».

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Per rilanciare il polo industriale di Ottana è necessario che il ministero dello Sviluppo economico istituisca un tavolo di confronto istituzionale con la multinazionale Indorama e il Gruppo Clivati, con l’obiettivo di discutere le possibili condizioni per una ripartenza degli impianti del Pet, chiusi dal 2014 e i cui lavoratori sono stati licenziati lo scorso anno. Lo chiede al ministro del Lavoro e delle Attività produttive, Luigi Di Maio, il senatore Cinquestelle Emiliano Fenu, con una interrogazione che è stata sottoscritta anche dagli altri rappresentanti isolani a Palazzo Madama Vittoria Bogo Deledda, Elvira Evangelista, Ettore Licheri e Gianni Marilotti. L’interrogazione sollecita inoltre il vicepremier perché si ricerchino per il polo industriale del centro Sardegna «soluzioni alternative, anche considerando le richieste avanzate dai lavoratori di Ottana Polimeri».

Nell’interrogazione si ricorda come il confronto istituzionale era stato sollecitato dai lavoratori di Ottana già nel 2015 con una lettera (rimasta senza risposta) inviata all’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dove si chiedeva «di convocare tempestivamente un tavolo governativo di discussione per addivenire a una soluzione che potesse scongiurare la chiusura degli impianti».

Per Emiliano Fenu e i suoi colleghi anche la condotta delle imprese private ha «messo seriamente in crisi il futuro di lavoratori altamente specializzati, delle loro famiglie e di un territorio, il Nuorese, martoriato dalla perdita di migliaia di posti di lavoro nei comparti della chimica e del tessile». Per questo motivo «sarebbe necessario intervenire con urgenza per creare le condizioni di un rilancio dell’industria ad Ottana salvaguardando i lavoratori coinvolti ed evitando la partenza di altri migranti sardi che non vedono più possibilità di sbocco nella loro regione».

Nell’interrogazione si ripercorrono le vicissitudini del polo industriale di Ottana, con la nascita del complesso, la successiva privatizzazione e l’attività dell’unica fabbrica di Pet presente in Italia. Il Pet, «è la materia prima delle bottiglie di plastica, principalmente usate per l’acqua minerale e contenitori alimentari; una produzione che in tutta Europa è crescente, florida e in continua espansione». Tuttavia «dal marzo 2014 Ottana Polimeri è chiusa, mentre la società Indorama ha continuato la propria espansione in altri Paesi europei (Spagna, Portogallo, Olanda, Polonia, Lituania) e in Medio Oriente, Turchia e Egitto».

L’interrogazione ricorda come «negli ultimi quattro anni gli ex lavoratori della società hanno tentato di sensibilizzare in ogni modo le istituzioni, sia regionali che nazionali, affinché fossero convocati con urgenza la società Indorama ed il Gruppo Clivati per instaurare un tavolo tecnico per discutere sulle possibilità di riavvio degli impianti. Tuttavia, nel silenzio totale delle istituzioni, a settembre 2017, è stata tolta ai dipendenti ogni speranza a causa del loro licenziamento».

 

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Entra nella fase operativa il Piano che impegna complessivamente 16,4 milioni di euro ed è gestito dalla Unità per Ottana, la task force interassessoriale costituita a giugno dalla Giunta per affrontare la grave crisi che ha colpito il territorio. Il vicepresidente della Regione e assessore della Programmazione Raffaele Paci, che coordina l’Unità, e l’assessora del Lavoro Virginia Mura hanno illustrato oggi al Gruppo di Coordinamento Territoriale, nella sala consiliare del comune di Ottana, gli interventi per la riqualificazione delle infrastrutture (2 milioni), le azioni di animazione territoriale per le imprese (100mila euro) in preparazione del bando che sarà pubblicato in autunno (4 milioni), gli interventi attraverso politiche attive per i lavoratori in situazioni di crisi all’interno dell’area vasta di 24 Comuni (2 milioni) e le azioni specifiche per i 130 ex lavoratori del polo industriale (2 milioni e 300mila euro). A questi vanno aggiunti 5 milioni stanziati dalla Regione per Antica Fornace, con il contratto di sviluppo che ha concluso l’iter il 1 agosto scorso con l’approvazione del Mise e che grazie all’ampliamento aziendale assumerà 92 persone, e 1 milione per i cantieri verdi da economie riattribuite.
Il Piano è diviso in tre ambiti tematici. I primi due coinvolgono l’intera area vasta (Austis, Birori, Bolotana, Borore, Dualchi, Gavoi, Lei, Lodine, Macomer, Mamoiada, Noragugume, Ollollai, Olzai, Oniferi, Orani, Orotelli, Ottana, Ovodda, Sarule, Silanus, Sindia, Teti, Tiana) e prevedono Politiche attive per i lavoratori e Bandi mirati per le piccole e medie imprese del territorio. La terza azione riguarda le Infrastrutture e l’attrazione di grandi investimenti nell’area del consorzio industriale (Ottana, Bolotana, Noragugume).
Il vicepresidente ha illustrato in che modo si interverrà, con 2 milioni, sulle infrastrutture dopo la firma della convenzione fra Centro regionale di Programmazione e Consorzio industriale, che garantisce un cofinanziamento aggiuntivo di 250mila euro. Gli interventi previsti sono 9: riqualificazione delle aree dello stabilimento ex Enichem; riqualificazione delle aree “in destra Tirso” (pozzetti fognari e idrici, illuminazione stradale, caditoie stradali); rifunzionalizzazione della viabilità principale e secondaria (circa 20 chilometri, necessari a raggiungere la 131, con segnaletica, illuminazione, cavidotti); rifunzionalizzazione della viabilità consortile (sistemazione della strada di circonvallazione dell’abitato di Ottana); nuovo impianto di potabilizzazione (per garantire acqua potabile alle aziende nelle aree alla destra del fiume Tirso che attualmente ne sono sprovviste); piano di caratterizzazione (definizione dello stato ambientale dell’area attraverso la raccolta di documentazione cartografica e bibliografica); nuova pavimentazione stradale, riasfaltatura e risagomatura delle strade consortili; nuovo ingresso allo stabilimento (controllo accessi, rilascio pass e gestione sicurezza); condotta dell’acqua potabile dello stabilimento, per garantire la fornitura alle aziende collocate all’interno.
Raffaele Paci ha poi annunciato che è stata firmata la convenzione con la Camera di Commercio di Nuoro, che si occuperà di animazione territoriale a partire dalla prima settimana di settembre. Le azioni camerali si svolgeranno in fase propedeutica e successiva alla pubblicazione del bando territoriale dedicato esclusivamente alle imprese localizzate o che si localizzeranno nell’area di riferimento. L’obiettivo finale è quello di coinvolgere il più possibile gli attori locali nella definizione degli ambiti di intervento, in modo da calibrare l’avviso pubblico della Regione sulle reali esigenze espresse dal territorio, mettendo in tal modo le aziende locali in condizione di candidarsi con successo all’assegnazione dei fondi regionali. Tale obiettivo si tradurrà nelle seguenti azioni operative: creazione di laboratori per le imprese, audit del territorio e individuazione degli ambiti d’intervento cruciali per lo sviluppo dell’area, assistenza tecnica sul bando territoriale. Saranno creati uno o più presidi territoriali, di cui almeno uno situato ad Ottana. In particolare, il servizio di animazione territoriale dovrà riguardare le seguenti azioni: organizzazione e gestione di attività di animazione e informazione per la definizione delle potenzialità dei territori e delle imprese locali; organizzazione e gestione di almeno 8 tavoli di facilitazione da svolgere, con metodologia partecipativa, in 8 comuni delle aree oggetto dell’intervento, di cui uno a Ottana; elaborazione di un report consuntivo; analisi dei fabbisogni ed analisi economico – imprenditoriale del territorio di riferimento.
Nella fase di analisi economica e dei fabbisogni sarà posta una particolare attenzione all’individuazione dei punti di forza e debolezza, alle potenzialità del territorio e alle strategie per lo sviluppo locale e delle imprese. Sarà poi costituito uno sportello permanente ad Ottana per incontri con le imprese esistenti o di nuova costituzione, che saranno supportate anche per la partecipazione al bando dopo averne acquisito aspettative e richieste.
Potranno usufruire di una delle seguenti misure: un Contributo economico una tantum a compensazione della ridotta rioccupazione successiva al licenziamento, la Partecipazione ad interventi di politica attiva del lavoro, l’Impiego nei cantieri comunali. Queste misure sono finanziate con la legge regionale 25 approvata a fine luglio dal Consiglio che stanzia 2 milioni e 315mila euro solo per gli ex lavoratori del polo industriale di Ottana, che hanno perso il lavoro dopo la liquidazione delle rispettive società, non sostenuti dagli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga, e che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento.