2 August, 2024
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L’iniziativa dell’UGL “Lavorare per Vivere” arriva a Marcinelle, in Belgio, per commemorare le 262 vittime, di cui 136 italiani, che persero la vita nell’incendio in miniera, l’8 agosto del 1956. È questo il tema scelto dal sindacato che, dopo l’Italia, oltrepassa i confini nazionali per sensibilizzare le autorità europee sul fenomeno delle “morti bianche” Inoltre, in virtù di questa ricorrenza l’8 agosto è stata proclamata la “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. 

«Il dramma di Marcinelle, avvenuto 62 anni fa, invita a riflettere sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di un impegno prioritario anche in ambito europeo con il fine di contribuire al miglioramento delle condizioni lavorative – ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, presente all’evento che si sta tenendo a Marcinelle in Rue du Cazier -. Mentre si parla di robot pronti a sostituire gli operai, si continua a morire nelle fabbriche e sui cantieri, soprattutto perché la formazione rimane, spesso, solo sulla carta e, a causa della crisi, le imprese hanno sempre meno fondi da investire in sicurezza. Anche per tale ragione, e con l’obiettivo di divulgare una maggiore cultura della sicurezza sul lavoro, il sindacato UGL quest’anno ha ricordato i 1029 decessi del 2017 con due manifestazioni, svoltesi a Roma e Milano, con l’installazione di altrettante sagome di cartone per commemorare le ‘morti bianche’. Oggi siamo a Marcinelle con 262 sagome bianche, in ricordo dei minatori che persero la vita, a causa di un incendio in una miniera di carbone. Investire nella prevenzione e nella sicurezza sul lavoro è un dovere civico a livello globale, che deve coinvolgere le Istituzioni, le parti sociali, le aziende e i loro dipendenti. Infatti, con la condivisione e la diffusione di best practice, si può salvare la vita ai dipendenti, soprattutto di chi svolge lavori a rischio.»

 

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“Logos. Un ponte verso l’Europa”, la rassegna internazionale di danza contemporanea diretta da Simonetta Pusceddu porta avanti il dialogo profondo fra danza, arte circense, musica, teatro, arte visiva creando “Un ponte verso l’Europa” attraverso il coinvolgimento di oltre cinquanta artisti in mobilità nel Vecchio Continente.

La chiusura di questa parte estiva (23° spettacolo) è affidata alla creazione collettiva “Il sentiero di Kappa” in scena l’8 agosto al T.OFF, e in replica il 7 e il 9 agosto, visto il numero di richieste di partecipazione, sempre al T.Off, via Nazario Sauro n.6, a Cagliari, alle ore 21.00.

Un appuntamento dedicato alla poetica del grande regista teatrale Tadeusz Kantor, tra i maggiori teorici del Teatro del Novecento e pioniere delle avanguardie teatrali, per festeggiare i trent’anni di Tersicorea, l’associazione culturale cagliaritana che da tre decadi porta avanti l’azione di promozione e sostegno dei giovani artisti, dove il linguaggio della danza è strumento di comunicazione tra arte, territorio e patrimonio culturale. Uno spettacolo scritto da Anthony Mathieu, con la regia e coreografia di Simonetta Pusceddu.

Una passeggiata sulla scena come in un cimitero, ricercando le tracce di questa vita che poco fa ci emozionava tanto”. Da queste riflessioni del drammaturgo polacco nasce l’ispirazione per questa prima forma di spettacolo (non una rappresentazione). Un percorso straordinario nella memoria, in cui il desiderio è quello di costruire una scena kantoriana popolata da legni, ferri vecchi arrugginiti, oggetti strappati alla morte, sospesi tra passato e infinito. Oggetti che Kantor amava definire poveri, oggetti senza dignità d’uso quotidiano, che appunto perché tali riportano alla luce gesti, suoni, odori, familiarità, emozioni. Attori che popolano la scena con presenze che non hanno nulla di vivo, reale, ma richiamano alla mente morti vaganti, fantasmi. In scena: Anthony Mathieu ed Antonio Piovanelli, con la partecipazione di Lucrezia Maimone; Ideazione e luci: Gerardo Jonas Gouveia Villarroel; Make-up, Federica Liseni. Una co-produzione internazionale di Tersicorea (Cagliari, Italia), Théatre Crac (Nimes, Francia) e Scaraboum (Avignon, Francia). Con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, Comune di cagliari, MIBACT. Contributo di residenza artistica 2018: Centro di Produzione Twain e Associazione Vera Stasi /Progetti per la Scena – Tuscania.

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Con la pubblicazione sulla 4ª serie speciale della Gazzetta Ufficiale (nr. 61 del 03.08.2018), è iniziato l’iter che permetterà a 2.225 ragazzi tra i 18 e i 25 anni di potersi arruolare della Marina Militare come Volontari in Ferma Prefissata annuale (VFP1). Le domande per la partecipazione al primo blocco di reclutamento dovranno essere presentate dal 29 agosto al 27 settembre 2018; dal 7 gennaio al 5 febbraio 2019 per i giovani che intendono partecipare al secondo blocco.

La Marina Militare rappresenta una straordinaria opportunità per i giovani di oggi, che vogliono investire da subito sul proprio futuro per diventare “veri professionisti del mare”. L’ambiente marittimo è la chiave di volta del domani dell’Italia, dell’Europa e di tutto il Pianeta.

Le strutture di formazione e addestramento della Marina Militare rappresentano la “palestra di vita” con codici comportamentali basati su valori imprescindibili, sullo spirito di squadra, sul rispetto dell’ambiente, sull’assistenza al prossimo e alla collettività, dove si impara ad assumere delle precise responsabilità.

Diventare VFP1 della Marina Militare è il primo passo verso una carriera da professionista del mare. Il servizio prestato per un anno permette, infatti, di poter partecipare, successivamente, alle selezioni per ulteriori due rafferme, ciascuna della durata di un anno, oppure di partecipare ai concorsi per VFP 4 delle Forze Armate e contare su una percentuale di posti riservati nei concorsi delle Forze di Polizia. Inoltre, il servizio prestato in Marina Militare costituisce titolo di merito in altri concorsi della Forza Armata.

Anche quest’anno i VFP1 potranno accedere alle Forze Speciali (incursori), alle Componenti Specialistiche (anfibi, palombari, sommergibilisti e componente aeromobili) o al Corpo delle Capitanerie di Porto (CP).

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Approda ad Oristano con un doppio appuntamento la ventesima edizione di Dromos, il festival itinerante che fino alla prima metà di agosto celebra attraverso musica ed eventi collaterali la “DromosRevolution”, in omaggio al cinquantenario del 1968 e alle venti candeline della manifestazione. Oggi, negli spazi dell’Hospitalis Sancti Antoni, di scena l’incontro “Area-Rivoluzione: politiche degli affetti intorno all’evento ‘68” con la partecipazione di Viviana Vacca e Roberto Ciccarelli e, a seguire, la musica della formazione sarda Mal Bigatto Trio. Viviana Vacca, filosofa e saggista, in conversazione con Roberto Ciccarelli, anche lui filosofo e giornalista, parlerà dunque dello slancio sperimentale e creativo del ’68 e del movimento del 77, alle 21.30 (ingresso libero) nella struttura un tempo ospedale e lebbrosario (attualmente sede della Biblioteca e Pinacoteca Comunale), attraverso le pagine del libro “Sulle labbra del tempo. ‘Area’ tra musica, gesti ed immagini”, da lei scritto insieme a Diego Protani, con foto originali di Tano D’Amico e la prefazione del musicista Patrizio Fariselli, storico membro degli Area, tra i più importanti gruppi di rock progressive in Italia negli anni ’70, vera e propria fabbrica di musica e contaminazioni vocali. L’indagine compiuta dai due autori, si focalizza proprio sulla formazione fondata nel 1972 dal batterista Giulio Capiozzo, fondamentale controcanto alle storie raccontate. Vicende che indagano e scavano sui temi portanti dell’intera opera (il lungo ’68 italiano, il movimento del ’77, lo slancio sperimentale e creativo). Sulle labbra del tempo. “Area” tra musica, gesti e immagini risponde all’urgenza di affidare alle parole e alle immagini dei tanti protagonisti di queste storie uno spazio in cui il passato sia ancora quel territorio attraverso cui cercare di inventare il futuro, il sogno di un perfetto futuro prossimo. Un’ora più tardi (alle 22.30, ingresso libero), di scena la musica del Mal Bigatto Trio, formazione sarda composta da Giuseppe Joe Murgia ai sassofoni, Antonio Farris al contrabbasso e all’elettronica, ed Alessandro Garau alla batteria. Nato nel 2014 con la formula del trio senza strumento armonico, il gruppo ha registrato l’anno scorso il suo primo disco, “Archetipo”, composto da nove brani originali scritti dai tre musicisti.

Si resta a Oristano domani, mercoledì 8 agosto, per uno degli appuntamenti più attesi dell’intera manifestazione: quattro anni dopo la sua esibizione a Tharros, ritorna a Dromos un’autentica regina del jazz, Dee Dee Bridgewater. In piazza Cattedrale, accompagnata da Skyler Jordan e Monet Owens ai cori, Bryant Lockhart al sax, Curtis Pulliam alla tromba, Farindell “Dell” Smith al pianoforte e all’organo, Charlton Johnson alla chitarra, Barry Campbell al basso e Carlos Sargent alla batteria, la poliedrica artista afroamericana, da oltre quattro decenni acclamata sui palchi di tutto il mondo, presenta il suo ultimo album “Memphis… Yes, I’m Ready”. Il concerto è realizzato grazie alla gentile concessione dell’area da parte della Curia Arcivescovile di Oristano e parte del ricavato dalla vendita dei biglietti sarà a questa devoluto per il restauro della statua lignea di San Michele Arcangelo. Il costo del biglietto, in questo caso, è di 25 euro più diritti di prevendita.

Fino al prossimo 7 ottobre (dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30) alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” a Oristano, si potrà anche vistare la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato della Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna. La mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME), Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero), Roberto Follesa (Donori), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

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Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, visiterà domani – mercoledì 8 agosto – a Saint-Martin-La-Porte (Francia), il cantiere della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Tav Torino-Lione.

Su invito della società pubblica italo-francese TELT, responsabile della realizzazione del progetto, Antonio Tajani effettuerà un sopralluogo a partire dalle 12.45. A conclusione della sua visita, Tajani incontrerà i giornalisti sul posto.

A seguire, nel pomeriggio, il presidente del Parlamento europeo si recherà a Chiomonte, in provincia di Torino, dove verificherà lo stato dei lavori della Tav anche sul versante piemontese.

Il trasferimento modale di una quota del trasporto passeggeri e merci, dalla strada alla ferrovia, è centrale nella strategia europea di riduzione dei gas serra e per lo sviluppo di trasporti sostenibili.

Il traffico merci transalpino è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Di conseguenza, una delle sfide principali sull’arco alpino consiste nella promozione di trasporti sostenibili, alternativi al trasporto su gomma. Considerato il numero ridotto di attraversamenti alpini, la crescita del traffico si traduce in una concentrazione di mezzi pesanti nelle poche valli che assicurano i passaggi internazionali. Senza una politica a favore del trasferimento modale verso la rotaia, la strada continuerà ad assorbire e sostenere la maggior parte dei transiti sulla frontiera italo-francese.

L’analisi costi-benefici (ACB) condotta sulla Torino-Lione, stima che la costruzione della nuova linea porterà a una riduzione annuale di emissioni di gas serra di circa 3 milioni di tonnellate equivalenti di Co2, pari a quelle prodotte da una città di 300mila abitanti. Questo grazie allo spostamento di circa 1 milione di mezzi pesanti, dalla gomma al ferro.

La linea storica esistente non risponde agli standard di trasporto internazionali. Si tratta, infatti, di un tracciato con pendenza eccessiva: l’antico tunnel del Frejus raggiunge quota 1.300 metri, comportando un costo energetico del 40% superiore rispetto alla linea in pianura.

Il Consiglio europeo tenuto ad Essen nel 1994 incluse la nuova linea Torino-Lione tra i 14 progetti prioritari europei, nel settore dei trasporti. Nel 2011, a seguito della revisione delle reti transeuropee dei trasporti (TEN-T), l’opera è stata inserita nel cosiddetto corridoio “Mediterraneo” (corridoio n. 3), con estensione dal porto di Algeciras fino al confine ucraino.

I 57 chilometri di tunnel di base del Moncenisio (45 km in territorio francese, circa 12,5 km sul lato italiano) a doppia canna e le due stazioni internazionali di Susa e di Saint-Jean-de-Maurienne costituiscono la tratta transfrontaliera della Torino-Lione, opera dalla lunghezza complessiva di 65 chilometri. L’opera si estende per l’89% in galleria.

Il costo della sezione transfrontaliera è di 8,6 miliardi di euro, certificato dalla società internazionale Tractebel Engineering-Tuc Rail, per il 40% cofinanziato dall’Unione europea, la quota restante suddivisa tra Italia (35%) e Francia (25%). Il costo di ciò che è stato realizzato finora è di 1,4 miliardi. Il 50% è finanziato dall’Ue, il 25% dalla Francia sulla base di trattati internazionali firmati anche dall’Italia.

Nel corso del 2019, è previsto l’affidamento di appalti per un importo di 5,5 miliardi. Mentre per le opere da realizzare entro il 2019 – valore 1,9 miliardi – come previsto dal Grant Agreement sottoscritto nel 2015, Francia e Italia beneficiano di un contributo Ue pari a 813,8 milioni di euro.

Il Cda di TELT – la società costituita nel 2015 per realizzare e gestire la tratta Torino-Lione (quote al 50% in capo a Ferrovie dello Stato Italiane e Stato francese) – ha approvato l’affidamento della direzione lavori per lo scavo – lato Francia – del tunnel di base. Si tratta delle prime gare (81 in totale) in fase di apertura e assegnazione dei lavori, che dovrebbero essere completati entro il 2029.

Nei giorni scorsi, la Commissione europea ha ribadito che la Tav Lione-Torino è un progetto strategico di livello europeo e che la copertura finanziaria sarà assicurata nel caso di effettiva realizzazione e ultimazione dell’opera.

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«Salvaguardare la professionalità degli operatori, impegnati da anni nelle strutture sparse in tutta la Sardegna, e garantire la continuità dell’assistenza per i pazienti in cura nelle residenze sanitarie.»

Il vicepresidente della commissione Salute del Consiglio regionale Edoardo Tocco (Forza Italia) non ha dubbi sulla vertenza AIAS. «La mancata proroga della convenzione con ATS sta risucchiando nel dramma 1.300 dipendenti dei complessi socio sanitari, che da ormai dieci mesi sono senza stipendio – rimarca Edoardo Tocco – e mettendo in pericolo le terapie per i pazienti, con il rischio che rimangano senza la necessaria assistenza. La commissione ha tentato in tutti i modi di evitare il tracollo, mettendo in campo tutte le competenze, con una mediazione tra le parti in causa. Abbiamo preso atto delle rivendicazioni dell’AIAS, che vanta dei crediti per le prestazioni che le vecchie ASL non avrebbero pagato e presunti ritardi riguardanti le quote sociali dei Comuni. La Regione, d’altro canto, ha mostrato i muscoli davanti ai tetti di spesa e alle tariffe. Certo, avremmo gradito che fosse riconosciuto all’AIAS il giusto riconoscimento per le spettanze arretrate – aggiunge Edoardo Tocco -. Siamo disorientati di fronte alla mancata proroga della convenzione, con un’incertezza senza fine per il futuro dell’Associazione italiana per l’assistenza agli spastici in Sardegna. Pensiamo – conclude Edoardo Tocco – occorra un tavolo tecnico per garantire ai lavoratori la prosecuzione dell’attività e ai pazienti la continuità delle cure.»

 

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Presenze in crescita, nel mese di luglio, rispetto agli ultimi anni, nell’Isola di San Pietro. Il sindaco, Salvatore Puggioni, stamane ha pubblicato nel suo profilo facebook una tabella relativa al numero di persone che sono sbarcate a Carloforte nei mesi di giugno e luglio 2018, complessivamente, dai due scali di Portovesme e Calasetta.
«Dalla tabella si può notare l’andamento dei flussi di transito rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti – scrive Salvatore Puggioni -. Si evince chiaramente che il mese di giugno è fortemente condizionato dalla presenza e dai flussi della manifestazione Girotonno e, se si considera che la stessa kermesse quest’anno si è svolta nel mese di maggio, si può certamente sostenere che i numeri registrati a giugno 2018 siano decisamente soddisfacenti, così come l’andamento registrato nel mese di luglio che è stato in assoluto il migliore degli ultimi 12 anni. 
Questo significa che non è assolutamente vero che sull’isola non ci siano turisti, i numeri indicano chiaramente il contrario. Possiamo affermare, pertanto – aggiunge il sindaco Salvatore Puggioni -, come Carloforte sia in controtendenza rispetto gli altri comuni sardi, dove invece si è registrato un notevole calo delle presenze almeno per il mese di giugno.»
«Avremo sicuramente modo di analizzare i flussi turistici alla fine della stagione – sottolinea ancora Salvatore Puggioni -, capire il target e le preferenze di un turismo che sta certamente cambiando, anche a causa della riapertura delle mete turistiche maggiormente penalizzate dalle ben note vicende degli ultimi anni.»
«Tuttavia, siamo lieti di poter mostrare questi dati, la cui fonte è alla portata di tutti e quindi trasparente ed attendibile – conclude il sindaco di Carloforte -, e ci auguriamo che anche agosto riveli numeri in crescita, a dimostrazione che Carloforte continua a essere meta turistica privilegiata di tante persone affascinate e attratte dalle bellezza della nostra Isola.»

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10217189775044391/

LavoRas entra nel vivo, con 258 progetti presentati da 195 Comuni per la parte cantieri e 160 imprese che hanno assunto le prime 200 persone, la maggior parte a tempo indeterminato, con le agevolazioni della parte politiche attive per il lavoro. L’avanzamento del piano per il lavoro da 128 milioni di euro è stato certificato oggi dall’Osservatorio di LavoRas, che ha il compito di verificarne periodicamente i risultati, riunito nella sala Lussu di Villa Devoto. Con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, l’assessore del Lavoro Virginia Mura, erano presenti i rappresentanti degli enti locali, le organizzazioni sindacali e datoriali. LavoRas mette in campo 128 milioni per il 2018 e 70 milioni ciascuno per 2019 e 2020. Suddiviso in due macromisure, appunto cantieri (45 milioni per i nuovi e 21 per quelli già operativi) e incentivi occupazionali (61 milioni) conta di ridurre il tasso di disoccupazione di circa un punto percentuale, a condizioni stabili, e di dare lavoro complessivamente a oltre undicimila persone.
I progetti sinora presentati dai 195 Comuni, tutti in forma singola e già considerati ammissibili, sono dunque 258, riceveranno un finanziamento di 17,1 milioni di euro (con un cofinanziamento comunale pari a 311mila e 500euro), creeranno 1.095 posti di lavoro (una media di 4,2 posti a cantiere). Il costo medio per posto di lavoro è di 15mila e 600 euro, per ogni progetto di 66mila e 500. Dei 258 progetti, 202 hanno già superato anche la seconda ed ultima fase istruttoria gestita da Insar. I dati sono aggiornati al 3 agosto, la scadenza per la presentazione dei progetti su richiesta dell’Anci è stata fissata per mercoledì 8 agosto, e pertanto in questi ultimi giorni sono attesi altre centinaia di progetti. A questi 258 che rientrano tutti nel catalogo di 6 tipologie previste dalla Regione (ambiente e dissesto idrogeologico; beni culturali e archeologici; edilizia; reti idriche; valorizzazione attrattori culturali; patrimonio pubblico ed efficientamento delle procedure comunali), vanno aggiunti 8 progetti fuori catalogo ma coerenti con le linee di LavoRas, presentati da 7 Comuni con un investimento complessivo di 1 milione e 600mila euro per la creazione di ulteriori 101 posti di lavoro. I progetti fuori catalogo (che riguardano per esempio servizi di inclusione scolastica per bambini disabili, revisione della toponomastica cittadina, eliminazione di barriere architettoniche, aggregazione sociale e sportiva) saranno approvati e dunque certificati ammissibili dalla Cabina di regia mercoledì prossimo, come previsto dalla procedura.
Dei progetti presentati, 121 riguardano l’ambiente (491 nuovi occupati), 57 gli edifici del patrimonio pubblico (265), 36 i beni culturali ed archeologici (182), 32 l’efficientamento delle procedure comunali (104), 10 l’innovazione per la valorizzazione dei beni culturali (36), 2 le reti idriche (17 occupati). Per quanto riguarda la gestione dei cantieri, 170 progetti (il 66%) prevedono l’affidamento a cooperative di tipo b, 76 progetti (il 29%) la gestione diretta da parte dei Comuni e 12 (il 5%) l’affidamento a imprese agricole e forestali.
Sono significativi i primi risultati delle misure di politica attiva del lavoro, al via col bando che ha come destinatari i giovani under 35 (con una dotazione totale dell’insieme di interventi su questa fascia di destinatari per 22 milioni di euro) e con il successivo avviso pubblicato il Primo agosto per gli over 35 per ulteriori 10 milioni euro. Sono 160 le imprese che dal 23 luglio (data di apertura per l’inoltro delle istanze) al 3 agosto hanno presentato una domanda di agevolazione, per un totale di 200 lavoratori assunti. Servizi di alloggio e di ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli, sanità e assistenza sociale e trasporto e magazzinaggio sono i primi 4 macro settori di attività interessati dalle assunzioni. A seguire attività professionali, scientifiche e tecniche, costruzioni, servizi di informazione e comunicazione, attività manifatturiere, fornitura di acqua, di reti fognarie ed attività di gestione dei rifiuti e risanamento, servizi di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e attività finanziarie e assicurative. Conclusi i corsi del catalogo della formazione per gli under 29, al completo di tutti i posti disponibili, con 539 partecipanti. 


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Sono 30 i bambini tra i 7 e 10 anni che, a Portoscuso, trascorreranno una parte delle loro vacanze agostane partecipando alla “piccola scuola alberghiera”, un progetto ideato dal parroco della Parrocchia Vergine d’Itria, don Giulio Demontis, per insegnare ai più piccoli la gestione delle responsabilità, la convivenza e la condivisione, il lavoro in team e il rispetto dei ruoli, trasmettendo il valore del denaro e del cibo, all’interno di un luogo tanto importante per la comunità, qual è la scuola.

Dai ieri, lunedì 6 agosto, fino al 27, per 3 giorni a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì), i piccoli, in una sorta campo scuola al coperto, passeranno parte del loro tempo libero a imparare a fare la spesa, valutando costi e quantità di beni da comprare con un occhio al borsellino e al risparmio, a cucinare primi, secondi e dolci, proponendo le pietanze a tavola ai propri compagni e ai genitori ma anche contribuendo a tenere in ordine i locali che li ospitano.

Ovviamente non mancherà il divertimento con le pizzate e le escursioni ai parchi acquatici.

L’attività quotidiana dai ragazzi si svolgerà su 4 turni: la mattina faranno la spesa acquistando i prodotti locali, successivamente cucineranno, poi serviranno i “clienti” loro compagni e genitori, chiamati a degustare le pietanze preparate dai piccoli “chef”, infine, laveranno i piatti e riordineranno cucina e refettorio. Nel pomeriggio spazio ai giochi in comune e alla realizzazione di dolci da pasticceria, che verranno distribuiti e consumati a casa. I piccoli cuochi e maître, la stessa attività la svolgeranno anche su una barca che sarà a loro disposizione.

Già pronta la lista dei piatti che saranno preparati: pasta alla carbonara, frittata di zucchine, mela al gelato, pennette al pesto, spezzatino di vitellone, budino, lasagne al forno, polpette al sugo.

Il tutto avverrà sotto il controllo e la supervisione degli adulti e nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza.

Per informazioni:

–         Don Giulio Demontis: 3477331479

–         Federico Marini: 3384868726

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Il Plus-Distretto Socio Sanitario di Carbonia ha organizzato, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, l’assessorato regionale al Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale, il Servizio comunicazione della Direzione generale della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna e l’Anci Sardegna, un incontro formativo per la diffusione del progetto CarpeDiem, previsto per questa mattina, a Carbonia, nella sala polifunzionale di piazza Roma 1, alle ore 10.30.
CarpeDiem è uno strumento capace di attivare una promozione tra pubblico e privato con il coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore, delle forze produttive e delle parti sociali, tutte impegnate ad arginare e combattere la condizione di povertà, a supporto del REIS (Reddito di Inclusione sociale della Sardegna). Il REIS, varato con legge regionale n. 18 del 2 agosto 2016, è una misura utile al contrasto della povertà, il cui beneficio è condizionato dallo svolgimento di un progetto di inclusione attiva stabilito all’interno di un percorso personalizzato che ha come fine il superamento della condizione di povertà.
I progetti di inclusione sociale dovranno far parte del catalogo CarpeDiem. L’incontro è volto a illustrare, con il supporto dei tecnici della Regione Sardegna, come effettivamente sia possibile attivare questi percorsi inclusivi anche nel Sulcis Iglesiente. A tal proposito, si invitano le organizzazioni del terzo settore e le attività produttive a partecipare attivamente affinché anche il nostro territorio possa usufruire di questi vantaggi per uscire dalla condizione di povertà che lo attanaglia.