2 August, 2024
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La Protezione Civile della Regione Sardegna ha emesso un bollettino di previsione di pericolo incendi valido per la giornata di oggi, lunedì 30 luglio.
Nel Sulcis Iglesiente la pericolosità è alta e viene identificata con il codice arancione, che simboleggia la fase di attenzione rinforzata da parte della Protezione Civile. Ciò significa che l’incendio, se non viene tempestivamente affrontato, può raggiungere dimensioni tali da renderlo difficilmente contrastabile con le forze ordinarie.
«Gli incendi sono una minaccia per la vita umana e per l’immenso patrimonio ambientale che caratterizza il nostro territorio. Pertanto, risulta di fondamentale importanza che ciascuno di noi metta in atto specifici comportamenti di prevenzione e tutela atti ad evitare danni alle persone e all’ambiente», ha affermato il sindaco di Carbonia, Paola Massidda.

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Ai pellegrini/escursionisti francesi Fernande e Renaud è stato consegnato ieri mattina nell’antica chiesa di Santa Barbara di Domusnovas (1223) il Testimonium per aver percorso i primi 200 km della parte nord del Cammino Minerario di Santa Barbara.
Dopo aver percorso in sotterraneo con emozione ed ammirazione gli 800 metri della grotta di San Giovanni, i pellegrini francesi sono stati accolti da un delegato del sindaco di Domusnovas Massimiliano Ventura, Erizio Pranteddu, che ha provveduto a timbrare la loro credenziale e a consegnare il Testimonium.
A conclusione del cordiale incontro la pellegrina Fernande Heriveaux ha dichiarato: «Tra i tanti cammini europei che abbiamo percorso, quello minerario di Santa Barbara è senz’altro il più spettacolare ed emozionante per la varietà e la bellezza del paesaggio, per l’ospitalità delle persone e per lo spirito di religiosità che esprimono ancora i cittadini per la patrona dei minatori. Siamo rimasti affascinati e abbiamo già deciso di ritornare il prossimo anno per completare nella parte sud la percorrenza».

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Se Masua, Porto Flavia, Piscinas e l’Argentiera si affacciano sul mare in un’affascinante intreccio panoramico, storico e culturale, non è da meno tutto il resto del patrimonio geologico – minerario che si cela nell’entroterra isolano.

Nella stagione estiva i grandi attrattori della Sardegna sono le spiagge, i litorali e, soprattutto, il mare incontaminato, dove tuttavia alcuni gioielli del Parco Geominerario si specchiano. Può dunque essere l’occasione per una gita nell’entroterra alla scoperta della fatica dell’uomo, necessaria a strappare ricchezza dalle viscere della terra.

Con quest’animo, proteso alla scoperta dell’ambiente e del sapere, il Parco Geominerario invita coloro che hanno scelto il sole di Sardegna a tuffarsi per una o più giornate nel paesaggio interno. Seppur non bagnato dalle acque mediterranee ci coinvolge in un mare di storia, di progresso sociale e innovazione tecnologica. Conoscenza e natura, binomio ristoratore dello spirito e del corpo.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

 

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Con i pianisti Egidio Loi e Francesco Ghiglieri martedì 31 luglio cala il sipario su “Notturni di note”, la rassegna oraganizzata dal Conservatorio di Cagliari, che ha come filo conduttore l’ispirazione notturna.

L’appuntamento è alle 21,30, nel cortile interno del Conservatorio (Parco della musica) dove la serata prenderà il via sulle note della celebre “Sonata in fa minore op. 57″ di Ludwig Van Beethoven, conosciuta come “Appassionata”, eseguita da Egidio Loi.

Salirà poi sul palco Francesco Ghiglieri che si misurerà con il Preludio e fuga in si bemolle minore BWV 867 di Johann Sebastian Bach, seguito da brani di Friederyk Chopin e Sergeji Rachmaninov, sino ad arrivare a brani da “Musica Ricercata” di György Ligeti, con cui si chiuderà il sipario sull’edizione 2018 di Notturni di note.

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Ultima giornata oggi, domenica 29 luglio, per “Seui in musica”, la tre giorni a base di jazz, mostre, convegni e riscoperta del territorio organizza nell’importante centro della Barbagia di Seulo dall’associazione Kromatica, in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari.

Si parte la mattina alle 11.00 nel Centro Polivalente dove sarà presentato il libro per ragazzi, scritto da Cinzia Tuveri, con illustrazioni di Usoa Mendikute, “Vera Mongolfiera”, edito da Artetica. L’appuntamento è seguito, alle 12.00 all’M Café, dall’esibizione del duo formato da Martina Garau e Gianluca Tozzi.

Matteo Scano, Lanfranco Olivieri, Filippo Bianchini nell’appuntamento delle 19.00 apriranno i concerti di quest’ultima giornata in cui, alle 20, non mancherà l’aperitivo musicale al Biondo Bar.

Alle 21.00 arriva l’attesissima formazione Longuettes, composta da Michela Mura, Daniela Puggioni, Silvia Follesa ed Andrea Murtas che per l’occasione saranno affiancati dal contrabbassista Andrea Lai e dal batterista Andrea Murtas.

Alle 22.00 la magia del sassofono raccontato e suonato dal musicista e collezionista Attilio Berni che, nel 1995, è rientrato dal viaggio di nozze in America portandosi dietro un container con 200 sassofoni. Con lui calerà il sipario sull’edizione 2018 di “Seui in musica”.

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Ai nastri di partenza la ventesima edizione del festival Dromos, in programma da lunedì 30 luglio fino al 15 agosto tra Oristano ed altri undici centri della sua provincia: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Fordongianus, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde. Un’edizione che, sotto il titolo “DromosRevolution”, da un lato celebra appunto le prime venti candeline del festival, e, dall’altro, il cinquantenario del 1968, anno cruciale e che tanti e profondi cambiamenti ha innescato nella società, nel costume, nella cultura.

Due anniversari, dunque, da salutare con gli strumenti propri di Dromos: tanta musica ma anche mostre, incontri, film e altri eventi collaterali caratterizzano il ricco programma di iniziative dedicate a un anno, una stagione che ha segnato uno spartiacque nella storia del secondo Novecento; e che, come scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu, curatore della sezione del festival dedicata alle arti visive, fu soprattutto “l’aspirazione di una generazione nel portare l’immaginazione al potere, secondo le teorie di Herbert Marcuse, uno dei padri nobili di quell’immaginifico e per certi versi irripetibile momento politico, sociale e culturale”. Ed è, soprattutto questo, l’aspetto che Dromos intende approfondire, in linea con le tematiche che da sempre caratterizzano il festival: “la forza utopica e vivificante dell’immaginazione, la possibilità di liberare il pensiero creativo, di divulgarlo e di condividerlo con un pubblico sempre più vasto ed esigente, festeggiando il potere dell’immaginazione e nella consapevolezza che la ‘rivoluzione umana’ è più importante di tutte le rivoluzioni e, allo stesso tempo, la più necessaria per l’umanità”.

In piena sintonia con il tema del festival è la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii” al taglio del nastro sabato 28 alle 19.30 alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” di Oristano. Curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra si interroga sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni, di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME, Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero, SS), Roberto Follesa (Donori, CA), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti, NU).

Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra – aperta fino al prossimo 7 ottobre – propone dunque un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68: un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

Da lunedì 30, il festival entra nel vivo della sua ventesima edizione, con la musica a fare la parte del leone, come di consueto. Il cartellone prevede anche stavolta una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni, con un variegato e qualificato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Particolarmente presente l’Africa, con la cantante maliana Fatoumata Diawara (il 6 agosto all’Anfiteatro di Tharros), con Bombino, il chitarrista tuareg originario del Niger (il 3 a Mogoro), e con il ghanese Guy One, cantante e virtuoso del kologo, una sorta di banjo a due corde (il 5 a Morgongiori); e poi Cuba, con il cantante e percussionista Pedrito Martinez (il 4 agosto a Baratili San Pietro), il batterista Horacio “El Negro” Hernandez (il 9 a Ula Tirso) e i pianisti Gonzalo Rubalcaba (il 10 a Neoneli) e Marialy Pacheco (il primo agosto all’Anfiteatro di Tharros). Da un’isola all’altra: la Sardegna schiera il Mal Bigatto Trio (il 7 a Oristano) e il sassofonista nuorese Gavino Murgia in trio con il chitarrista franco-vietnamita Nguyên Lê e il percussionista/polistrumentista francese Mino Cinelu nel progetto Dream Weavers (l’11 a Villa Verde), ma ha un legame con l’isola anche il concerto di Vinicio Capossela (il 2 a Bauladu). Affonda invece le radici tra il Delta del Mississippi e il deserto africano il gruppo Bokanté creato dal fondatore e leader degli Snarky Puppy, Michael League (martedì 31 luglio a Fordongianus), a completare un cartellone in cui brilla una stella di prima grandezza del jazz come Dee Dee Bridgewater (l’8 agosto a Oristano).

L’Africa è presente anche nel palinsesto di Mamma Blues, il “festival nel festival” che, tradizionalmente, suggella Dromos in tre serate a cavallo di ferragosto a Nureci: il cantante e chitarrista Roland Tchakounté, camerunense ma da tempo di casa in Francia (di scena il 13 agosto), e il nigeriano Seun Kuti (sul palco a ferragosto), il figlio minore del leggendario Fela Kuti, sono infatti i nomi di spicco, insieme a quello della cantante e chitarrista norvegese Kristin Asbjørnsen (attesa a Nureci il 14), dell’appuntamento nel piccolo centro della Marmilla, dove il blues targato Sardegna trova invece rappresentanza nel duo Don Leone, nel Bob Forte Trio e nel quartetto South Sardinian Scum.

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L’ex deputato Emanuele Cani, 49 anni, è il nuovo segretario regionale del Partito democratico. È stato eletto nella tarda mattinata dall’assemblea regionale, riunita ad Abbasanta. Emanuele Cani ha ottenuto 90 voti (la soglia della maggioranza era fissata a 81), in un clima decisamente più disteso rispetto alla precedente riunione che la scorsa settimana venne sciolta dopo uno scontro durissimo tra le componenti che sostenevano la candidatura di Emanuele Cani e la componente che si riconosce sulle posizioni dell’europarlamentare Renato Soru.

Emanuele Cani è nato a Carbonia, dove è cresciuto e si è formato politicamente nel Partito socialista, poi in Federazione Democratica, nei Democratici di Sinistra e, infine, nel Partito democratico. È stato per alcune consiliature consigliere comunale a Carbonia, consigliere ed assessore della provincia di Carbonia Iglesias e, nella scorsa legislatura, deputato. È stato anche segretario del Partito democratico della federazione del Sulcis Iglesiente.

Subito dopo l’elezione, Emanuele Cani ha auspicato l’unità del partito, per raggiungere la quale lavorerà fin da domani, e la ricomposizione di una coalizione di centrosinistra che sia in grado di affrontare le prossime sfide, ad iniziare dalle ormai imminenti elezioni regionali, con concrete possibilità di successo.

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Le patologie metaboliche del fegato mostrano una prevalenza del 20 per cento, con un aumento negli uomini più che nelle donne, nella fascia di età compresa tra i 40 e i 50 anni. Sono alcuni dati che emergono dall’attività dell’Uniep, l’unità integrata di epatologia che l’Aou di Sassari ha attivato a novembre scorso. In otto mesi di attività il centro ambulatoriale aziendale per la diagnosi e le terapie delle malattie del fegato ha realizzato un totale di 5.480 visite delle quali 800 prime visite con accesso tramite Cup.

E quella che viene scattata è una fotografia che mostra come la steatosi non alcolica, costituita da un eccessivo accumulo di grasso nelle cellule epatiche, sia la principale patologia metabolica del fegato e abbia ormai superato le patologie virali. «In Italia – spiegano i medici dell’Uniep – a esserne colpita è il 20-22 per cento della popolazione generale e la si osserva soprattutto nel paziente diabetico e obeso. Nel fegato avviene un eccessivo accumulo di grasso che può portare all’infiammazione dell’organo con sviluppo di fibrosi e nel tempo alla cirrosi. A causare il cosiddetto “fegato grasso” è un convergere di più fattori, componenti genetiche, alimentazione troppo ricca di calorie e vita sedentaria».

Per i medici del centro che si trova al primo sottopiano della palazzina di Malattie infettive questa patologia ha superato le forme virali delle malattie del fegato, «che non sono scomparse – precisano – e trovano ancora il principale serbatoio di diffusione nei pazienti con problematiche di tossicodipendenza. Per questo con i colleghi del Serd abbiamo in programma di sviluppare a breve un percorso facilitato che consenta il trattamento dei pazienti con epatite C».

L’attività realizzata dall’Uniep ha consentito di organizzare ambulatori dedicati all’epatite da virus, all’epatopatia metabolica, all’epatite autoimmune, alla cirrosi avanzata e ai tumori epatici. Ha facilitato inoltre la canalizzare dei ricoveri per epatopatie scompensate e la successiva presa in carico ambulatoriale nel post-ricovero. L’integrazione con i medici radiologi ed endoscopisti è stata uno degli elementi più importanti perché ha consentito di organizzare direttamente dall’unità integrata alcuni esami fondamentali per la diagnosi e il follow-up. In precedenza il paziente dopo la prima visita era affidato nuovamente al Cup per le seconde visite, adesso queste ultime vengono organizzate direttamente dall’unità integrata. «Siamo nella condizione di programmare le visite e di avere gli esiti degli esami in tempi stretti – spiegano ancora gli specialisti – e questo ci permette di realizzare, soprattutto, una puntuale attività di sorveglianza per il tumore del fegato nel paziente cirrotico, a rischio per questa severa patologia».

È stato creato quindi il Sassari Liver Oncology Group (SLOG), un gruppo multidisciplinare composto da chirurghi, radiologi, anatomopatologi, infettivologi ed epatologi con l’obiettivo di esaminare i casi di tumore al fegato e di assumere, per singolo caso, la decisione collegiale sulle terapia da adottare. Un’attività che ha portato anche a ridurre la lista d’attesa per gli interventi curativi (chirurgici e ablativi) per il tumore epatico.

Da segnalare, infine, la collaborazione con il servizio di Cardiologia per un progetto di ricerca sul rischio vascolare in pazienti con infezione da virus dell’epatite C, malattia sistemica che provoca patologie a carico di vari organi, oltre al fegato.

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Si è svolto ieri, sulla Spiaggia del Giglio, il secondo appuntamento di pulizia delle spiagge YCCS Clean Beach Day, organizzato dallo Yacht Club Costa Smeralda in sinergia con la Fondazione One Ocean. Smeralda Holding, IGY Marinas e il Consorzio Costa Smeralda, e Nikki Beach presenti all’evento con il rispettivo staff hanno anche supportato la manifestazione dal punto di vista logistico e comunicativo.   

Una iniziativa per coinvolgere attivamente e sensibilizzare i velisti di domani sull’importanza di proteggere le acque, i fondali e le coste dalle gravissime conseguenze che causa l’inquinamento marino, come ha avuto modo di raccontare ai numerosi  giovani partecipanti Daniele Nanni, istruttore della Scuola Vela e testimonial One Ocean, che ha presentato la Charta Smeralda, con il suo codice etico e comportamentale che definisce e fissa i paradigmi per la tutela dell’ambiente marino.

All’evento erano presenti Simon Bryan, general manager di YGI Marinas, con il suo staff della Marina di Porto Cervo e una delegazione di Nikki Beach.

«Per il nostro ruolo e il nostro impegno nella protezione del territorio e del mare che esercitiamo da sempre in Costa Smeralda – dichiara Mario Ferraro, amministratore delegato di Smeralda Holding e vicepresidente del Consorzio – siamo i partner naturali di questo tipo di iniziative, a maggior ragione se l’input nasce dallo Yacht Club Costa Smeralda con il quale condividiamo molto spesso collaborazioni professionali. Ed è altrettanto  naturale per noi coinvolgere a nostra volta i nostri partner, come IGY Marinas – leader mondiale nella gestione dei porti turistici, che è recentemente entrato ad affiancarci nelle attività della nostra Marina e del Cantiere Navale, e Nikki Beach, che ha inaugurato nelle scorse settimane il beach club a Cala Petra Ruja; entrambi condividono il nostro senso di responsabilità verso l’ambiente che ci ospita e hanno aderito al nostro invito a partecipare all’iniziativa dello YCCS con entusiasmo.»

 

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Dopo il nuovo tragico incidente verificatosi due giorni fa sulla strada provinciale n° 2 sul tratto Carbonia-Villamassargia, il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato una mozione al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru e all’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, per sollecitare un intervento urgente per la messa in sicurezza del tracciato.
«La strada è ormai costellata da troppe croci – spiega Gianluigi Rubiu -. Il percorso è tappezzato di insidie, rettilinei e curve ad alto rischio, avvallamenti e spaccature dell’asfalto. Un dato certificato dal fatto che il 90 per cento degli incidenti è causato da salti di corsia, alta velocità o malori. Senza poi dimenticare la pendenza anomala del tappeto d’asfalto che, in caso di pioggia, produce enormi pozzanghere creando l’effetto scivolamento con conseguente uscita di strada o invasione di carreggiata.»
Trappole che diventano croci e croci che diventano tragedie per le famiglie e per le comunità. Una quattro corsie senza nessuna barriera centrale: «Da qui l’esigenza di installare – aggiunge Gianluigi Rubiu – un guardrail per evitare salti di corsia e scongiurare scontri frontali.»
Nella mozione si propone un tavolo tecnico per disegnare gli interventi più urgenti: «Le opere per la messa in sicurezza richiedono anche l’eliminazione degli incroci a raso e la realizzazione dell’illuminazione pubblica in prossimità di sottopassi ed incroci. E’ necessario trovare immediatamente i fondi per la provinciale, una delle arterie più trafficate del Sulcis Iglesiente, seguendo le direttive del piano per la sicurezza stradale. La Provincia, che gestisce la strada – conclude Gianluigi Rubiu -, si attivi poi per rendere più percorribile il tracciato con manutenzioni della lingua d’asfalto e sfalcio delle erbacce».