3 August, 2024
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Al cioccolato o alla panna, alla frutta o con ingredienti più ricercati, sempre più legati alle produzioni tipiche sarde, semplice o elaborato. Al gelato, anche in tempo di crisi, in Sardegna, non ci rinuncia quasi nessuno.

Dalla classifica più “dolce” dell’anno, tratta dal dossier “Gelaterie: le imprese artigiane e la spese delle famiglie per i gelati”, realizzata dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte ISTAT 2017, si scopre come nella nostra regione le gelaterie artigianali siano ben 291, su un totale di 414, impiegano circa 700 persone (quasi 1.000 addetti in totale), con una media di 1 impresa ogni 3.800 abitanti, per un giro d’affari di oltre 41milioni 800 mila euro.

«Ai piccoli piaceri della vita, non si rinuncia, neppure in tempo di crisi – afferma il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – anzi, a fronte dell’austerità alla quale si è costretti, statistiche alla mano, si indulge più spesso ai propri capricci

Analizzando meglio i dati nazionali e regionali, scopriamo come la nostra regione sia al 14esimo posto come percentuale di aziende artigiane (70,3%) contro l’86,7% del Trentino, che occupa il primo posto, e una media nazionale 71,5%. Quanto al giro d’affari, i dati dicono come la spesa della Lombardia superi i 344 milioni di euro mentre in Italia si sfonda la quota di 1miliardo e 800 milioni.

Tra i consumatori in Sardegna, secondo il dossier di Confartigianato Sardegna, le famiglie sarde spendono, in media, 58 euro per coni, sorbetti e coppette.

«Da qualche anno registriamo un aumento costante delle gelaterie artigiane e non – aggiunge Stefano Mameli – a conferma di come i sardi continuino a preferire la qualità e la genuinità del prodotto delle nostre imprese e che non esiste limite alla fantasia dei gelatieri artigiani che sono riusciti a inventare centinaia di gusti. Quindi, non si rinuncia alla qualità e genuinità dei prodotti realizzati con materie prime, rigorosamente fresche, senza conservanti e additivi artificiali, e lavorati secondo le tecniche tradizionali. Inoltre, i gelatieri artigiani sono sempre più attenti a soddisfare particolari esigenze dietetiche o legate a intolleranze alimentari della clientela.»

Tra le province, Cagliari-Sud Sardegna ha un giro d’affari di quasi 20 milioni di euro da suddividere in 145 imprese gelatiere. Segue Sassari con quasi 13 milioni, poi Nuoro con 5,3 e Oristano con 3.9.

Anche in questo 2018, nelle gelaterie stravincono i sapori decisamente classici, a fronte dei 600 a disposizione: primeggiano “fragola”, “cioccolato” seguiti da “nocciola”, “limone”, “crema”, “pistacchio” e “stracciatella” anche se non perdono colpi neanche i sempreverdi “tropicana”, “limoncello”, “tè verde”, “arcobaleno” o addirittura “loacker”. Per chi ha problemi di dieta (uno su dieci), ecco il gelato alla soia. Nella nostra isola, invece, crescono anche i gusti sardi come “sebadas”, “mirto” e “pardula” o persino i gusti al formaggio.

Il gelato artigianale rappresenta insomma uno dei simboli del food made in Italy la cui produzione merita di essere sostenuta e valorizzata.

E proprio per tutelare e promuovere la lavorazione rigorosamente artigianale del gelato e garantire la genuinità di un prodotto simbolo della cultura alimentare italiana nel mondo, i gelatieri di Confartiganato sottolineano la necessità di un’adeguata qualificazione professionale per gli operatori del settore.

L’Associazione ribadisce come le produzioni di generi alimentari debbano essere realizzate in piena conformità alle norme di igiene, sicurezza e qualità degli alimenti in funzione della tutela del consumatore ed è, pertanto, assolutamente necessario garantire una professionalità adeguata ed un piena conoscenza delle complesse tecniche produttive e delle metodologie di autocontrollo del ciclo di produzione.

«A tutti i clienti, ricordiamo che – conclude Mameli – proprio per tutelare e promuovere la lavorazione rigorosamente artigianale del gelato e garantire la genuinità di un prodotto simbolo della cultura alimentare italiana nel mondo, Confartigianato gelatieri ha creato Artigelato, il marchio di garanzia che certifica l’adozione, da parte degli artigiani gelatieri, di un disciplinare di produzione che prevede l’impiego prevalente di materie prime naturali, fresche, selezionate direttamente presso il produttore

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Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Wwf e Lipu Sardegna nei giorni scorsi sono intervenute con motivate osservazioni nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla “Metanizzazione della Sardegna – tratto Nord” proposta dalla società Snam Rete Gas S.p.a chiedendo che il provvedimento conclusivo del procedimento di V.I.A. dichiari l’improcedibilità dell’istanza per la parzialità del progetto in quanto non è stato esaminato l’impatto ambientale cumulativo dell’intera opera della rete metanifera sarda, oltreché per l’eccessivo costo ambientale richiesto dall’infrastruttura rispetto agli scarsi benefici derivanti alla comunità e agli obbiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti.

In sintesi le Associazioni Italia Nostra, Wwf e Lipu hanno evidenziato che:

• Rispetto ad un proliferare di infrastrutture per la metanizzazione dell’isola è del tutto assente un’analisi costi benefici e una seria valutazione tecnica della  sostenibilità dell’impianto in relazione alla triplicità degli aspetti ambientale, sociale ed economico delle opere e la valutazione cumulativa degli impatti ambientali di tali opere sull’ecosistema sardo;

• In una fase di transizione dall’attuale sistema energetico mondiale quasi esclusivamente basato sulle fonti fossili ad un auspicabile sistema futuro basato sulle fonti rinnovabili, la realizzazionedi una infrastruttura fortemente impattante per il trasporto del gas naturale non rappresenta una possibile soluzione di transizione, anche per gli eccessivi costi da sopportare;

• La proposta di una dorsale, idonea per una capacità di trasporto notevole di metano, risulta poco utile in aggiunta ai depositi costieri, che sarebbero comunque in grado di soddisfare la domanda di metano, anche grazie alla loro localizzazione in prossimità dei maggiori centri di consumo;

• La Sardegna presenta un surplus di produzione di energia elettrica pari a un terzo di quella prodotta;

• Nella documentazione presentata è del tutto assente una seria valutazione tecnica della sostenibilità dell’impianto in relazione alla triplicità degli aspetti ambientale, sociale ed economico.

«Purtroppo, l’assenza di programmazione in campo energetico – sostengono Italia Nostra, Wwf e Lipu Sardegna – ha lasciato l’isola in balia di un mercato fortemente condizionato da tutta una serie di fattori negativi quali i lauti incentivi statali elargiti agli speculatori delle rinnovabili, lo spopolamento delle campagne e la sostituzione delle produzioni agricole tradizionali con biomasse o biocombustibili, i bassi costi delle royalties e le generose franchigie elargite all’estrazione degli idrocarburi etc.. Gli speculatori si sono sostituiti ai decisori pubblici.

Il progetto di metanizzazione della Sardegna presenta inoltre una obsolescenza tecnologica ed economica determinata dalla stessa rapidità con cui evolvono i mezzi di produzione e di accumulo delle fonti rinnovabili. L’irrazionalità di una tale scelta non solo si riverbererà sul futuro energetico dell’Isola, ma diventerà di fatto l’ostacolo principale alla ricerca di uno sviluppo alternativo.

Le nostre Associazioni hanno avuto modo di osservare, già in fase di discussione del Piano Energetico Ambientale Regionale Sardo (PEARS), la incongruenza di realizzare una infrastruttura funzionale ad un’economia di transizione da un sistema energetico a forte incidenza di combustibili fossili ad uno scenario di energia da FER. Si ritiene, infatti, che in questa situazione economico-industriale, e considerati i dati sulla produzione da FER nell’isola – concludono Italia Nostra, Wwf e Lipu Sardegna -, si possa saltare a piè pari la fase di transizione per affrontare con coraggio il passaggio diretto della Sardegna verso una economia fondata sulle energie rinnovabili, autoprodotte e diffuse.»

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Il 4 agosto, dalle ore 20.00 fino a tarda notte, sul Lungomare Waikiki Park di Sant’Antioco, si svolgerà la Sagra della pecora.
La manifestazione, organizzata dall’Antiochense con il patrocinio del comune di Sant’Antioco, prevede musica dal vivo con i Wa’n bon’ora.
Cittadini e turisti potranno gustare il seguente menù: malloreddus al sugo, pecora arrosto,pane, vino o acqua al costo di 12 euro, contribuendo ad una sana causa che è li sport.
Si potranno inoltre degustare la birra artigianale del Birrificio Mediterraneo ed i vini della Cantina Sardus Pater di Sant’Antioco.

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Il fisarmonicista e pianista Antonello Salis, in duo con il sassofonista Sandro Satta, e ancora il chitarrista Massimo Ferra, in trio con Massimo Tore e Roberto Migoni. Sono questi domani (sabato 28 luglio) i pezzi forti della seconda giornata di Seui in musica, la tre giorni tra jazz, teatro, mostre e riscoperta del territorio organizzata nel centro della Barbagia di Seulo dall’associazione Kromatica in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari.

La giornata prende il via alle 11.00, nel Centro Polivalente, dove sarà inaugurata la mostra fotografica di Jazz moments, cinque anni di Seui in musica raccontati per immagini. Alle 12.00 l’appuntamento è al Biondo Bar, per l’Aperimusic: aperitivo con la piacevole compagnia della musica suonata da Martina Garau (voce) e Gianluca Tozzi (Chitarra).

Nel pomeriggio (alle 17,30) nel Centro Polivalente sarà presentato il libro di Simone Cavagnino e Claudio Loi “Sardegna, jazz e dintorni”, il panorama sardo del jazz raccontato nelle interviste del giornalista Simone Cavagnino, arricchite dalle splendide immagini di Giulio Capobianco, Flavia Matta e Paolo Piga.

Alle 19.00 si ricomincia a suonare: salgono sul palco gli Angiolini Bros Spiral Quartet (Andrea Angiolini, Alessandro Angiolini, Emanuele La Barbera e Pierpaolo Frailis). Ancora musica per l’aperitivo delle 20, questa volta all’M Cafè: il momento sarà accompagnato dalle note suonate da Federica Dessì ed Alessandro Bardi, mentre alle 21.00 si esibisce il Massimo Ferra Trio. Alle 22.00 chiusura di serata col botto grazie all’attesissimo concerto del duo composto da Antonello Salis e Sandro Satta, seguito alle 23.00 dall’esibizione della formazione cagliaritana BeFunk, gruppo fusion guidato da Andrea Buffa alle tastiere.

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Il Consiglio regionale si riunisce mercoledì 1 agosto alle 10.00. All’ordine del giorno la nomina di un componente della commissione scientifica in materia di beni culturali e di un componente dell’Istituto superiore regionale etnografico. Seguirà l’esame delle mozioni 424 (Cherchi e più) sulla mancata applicazione del documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 e 427 (Cossa e più) sulla procedura di verifica di coerenza da parte del ministero della Salute della riorganizzazione della Rete ospedaliera della Regione. All’ordine del giorno anche la mozione 435 (Tedde e più) sulla discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie relative ai diabetici sardi e la richiesta di immediata rimozione dell’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

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Dopo l’esordio col botto del 22 luglio, arriva il secondo appuntamento per I tramonti di Porto Flavia, la rassegna dedicata alla musica più raffinata organizzata dall’associazione Anton Stadler. Domenica 29 luglio, alle 20,30 ,a esibirsi davanti allo scenario mozzafiato dell’ex complesso minerario sarà il Quartetto K, formazione (composta da Matteo Salerno, flauto, Stefano Martini, violino, Nicola Domeniconi, contrabbasso, Egidio Collini, chitarra) da quasi due decenni impegnata nell’interpretazione e rielaborazione delle più belle melodie provenienti dall’area mittel-europea, russa e balcanica.

A Iglesias il Quartetto K presenterà “San Pietroburgo express”, un viaggio “sentimentalmusicale” nel cuore dell’Europa, tra Austria, Ungheria, Polonia e Russia, in compagnia di autori da Johannes Brahams a Dimitri Shostakovic.

Un mélange di colori e sfumature che trasformano le più note melodie della musica klezmer e balcanica in paesaggi e atmosfere di altri tempi. Sonorità fiabesche, talvolta a confine tra favola e leggenda, che si intrecciano con rivisitazioni in chiave colta di musiche tradizionali e atmosfere magiche.

I tramonti di Porto Flavia non sono solo musica: prima del concerto è possibile partecipare a un prezzo speciale a una visita all’ex complesso minerario curata dal Consorzio turistico per l’Iglesiente (prenotazioni tel. 0781 274507 oppure 347 2773705) o gustare l’Aperitivo all’Iglesiente, curato dal punto ristoro di Porto Flavia.

Il costo del singolo biglietto è di 15 euro.

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La Dinamo Banco di Sardegna ha annunciato stamane l’arrivo del centro statunitense Jack Cooley. Originario dell’Illinois, classe 1991, il lungo da 208 centimetri per 124 chilogrammi, porterà nel team di coach Vincenzo Esposito stazza ed esperienza, dopo gli anni sui parquet di grandi squadre come Utah Jazz e Sacramento Kings. Alla sua prima esperienza in Italia, ha fatto il suo debutto da professionista in Europa nel 2013-2014 nelle file della formazione turca del Trabzonspor e nel 2015-2016 a Malaga – con cui ha debuttato in Eurolega proprio contro la Dinamo Sassari al PalaSerradimigni – per poi passare, nella stagione successiva, al Ludwigsburg, incrociando di nuovo la formazione sassarese.
Centro roccioso, solido e concreto, elemento intenso, aggressivo e notevole rimbalzista, garantisce un importante contributo nel pitturato. Ha caratteristiche old style,  con ottimi movimenti spalle a canestro a cui aggiunge spiccate attitudini difensive che fanno di lui un giocatore completo ed utile.

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Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, è stato eletto pochi minuti fa presidente della Comunità del Parco Geominerario. Il giovane neo primo cittadino di Iglesias l’ha spuntata sull’altra candidata, Paola Massidda, sindaco di Carbonia.

«Ringrazio i sindaci della comunità del Parco Geominerario per la fiducia – ha commentato a caldo Mauro Usai nel suo profilo Facebook – . Un incarico importante che consegna ad Iglesias un ruolo fondamentale nella governance delle politiche di sviluppo del nostro territorio. Un compito che dovrà essere interpretato in senso ampio e con una particolare sensibilità nei confronti dei territori più periferici, dal Basso Sulcis fino ad arrivare a Lula.»
«Solo facendo rete e promuovendo sinergie si da forza e senso al Parco, al suo patrimonio e alle sue comunità – ha concluso il giovane sindaco di Iglesias -. Buon lavoro a tutti noi.»

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La voce del mare parla a chi ha strumenti per ascoltarla. L’Area marina protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo ha deciso di sposare il progetto “CALME”, per una rete acustica di sorveglianza dei fondali marini. Un progetto che nasce insieme all’istituto di ricerca CHORUS, che ha base in Francia, cofinanziato dall’Agenzia delle acque francese, come garante della qualità delle acque a terra e sulle coste. L’Amp di Tavolara, partner privilegiato della Francia in materia ambientale, ha aderito alla creazione di una rete di sorveglianza acustica che è iniziata nel 2015 con il posizionamento di tre registratori acustici subacquei per tutto l’anno a Marsiglia, a Calvì in Corsica e Cala Gonone. Pochi giorni fa un nuovo registratore acustico è stato posizionato nelle acque di Tavolara. Uno strumento ad alta tecnologia che consente di registrare i suoni dei fondali sottomarini, che comprendono sia quelli umani, che naturali e biologici. Uno spettro acustico fondamentale, che consente di studiare anche le dinamiche sul carico antropico in determinate aree sottoposte a tutela assoluta. Il registratore fisso è stato posizionato nei fondali della “Secca del Papa” a Tavolara, una zona biologicamente molto interessante, con formazioni coralligene e un habitat molto particolare, dove si è potuto individuare un punto di aggregazione delle cernie.

«L’obiettivo del programma CALME è quello di utilizzare tutti i dati ricavati per la misurazione dell’impatto antropico – spiega Lucia Di Iorio, la referente scientifica del gruppo di ricerca francese CHORUS che ha svolto gli studi sui fondali di Tavolara -. I dati dell’isola saranno inseriti all’interno del progetto “Marine strategy”, che si propone l’obiettivo di ricavare gli indici acustici sulla qualità di habitat sottomarino e acqua e creare, quindi, un sistema di sorveglianza che valuti, nel modo meno impattante possibile, la qualità biologica e il livello di protezione dell’area a seconda dei suoni». Quello che si chiama “effetto riserva acustica”, che individua zone più protette rispetto a zone più antropizzate, individuate attraverso i suoni dei pesci. La “Secca del Papa” a Tavolara, da questo punto di vista, rappresenta un punto di raccolta di dati privilegiato, per la diversità delle tipologie sonore rilevabili: dai rumori dei gommoni, ai pescherecci, ai traghetti e al traffico esterno delle navi. «Dal 18 al 25 luglio 2016 si svolsero i campionamenti dei paesaggi sonori dell’Amp di Tavolara, iniziando il monitoraggio pluriennale previsto dal programma CALME per la rete di sorveglianza acustica del Mediterraneo occidentale – sottolinea la Di Iorio -.  Il mare, in particolar modo il litorale, è ricco di suoni biologici, principalmente emessi da invertebrati e pesci e da attività umane: imbarcazioni, pesca, prospezione petroliera, lavori e altro. L’ascolto di questi suoni funge da stetoscopio delle attività o comportamenti animali, fornendo informazioni sulla vita di vari organismi marini. Questi paesaggi sonori possono anche servire per stabilire lo stato di salute degli ecosistemi marini. La diversità dei suoni dei pesci, ad esempio, o le caratteristiche acustiche di cori di pesci o di crostacei, ci indicano livelli di protezione e stato di salute degli habitat,»

Giovedì sera, alla Casa delle farfalle di Mare, durante il secondo appuntamento informativo del progetto Tavolara Lab, è stato trasmesso un video con la riproduzione dei suoni sottomarini. Tra i protagonisti delle riprese c’era anche la Cernia bruna, specie a rischio e per la cui tutela l’Amp di Tavolara ha dato vita ad una serie di iniziative scientifiche. È stata anche l’occasione per presentare i primi risultati dell’azione specifica che ha coinvolto un numero importante di subacquei chiamati a condividere le loro foto di Cernia bruna per la foto-identificazione. In poco più di un mese, anche grazie al coinvolgimento dei centri diving autorizzati a operare all’interno dell’Amp e alla promozione massiccia dell’iniziativa, sono state raccolte circacento foto. A illustrare il primo risultato è stata la dottoranda Elena Desiderà che sta conducendo una importante analisi all’interno di un lavoro scientifico che punta a monitorare la presenza e il numero di cernie brune presenti nello spazio dell’Area marina protetta di Tavolara. Durante l’incontro si è parlato anche dell’azione “la Foresta sottomarina” per i conteggi della posidonia oceanica. Le attività sono iniziate in maniera spedita: alle quattro uscite eseguite nel corso della settimana se ne aggiungeranno altre programmate per il fine settimana e così a seguire fino al raggiungimento dei dati necessari per avere una fotografia reale della situazione.

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Una sfilata di abiti confezionati con piante e fiori freschi vedrà protagoniste 11 modelle e tanti bambini nel cuore di Cortoghiana, in via Amedeo di Savoia, domani, sabato 28 luglio, dalle ore 21.00. L’iniziativa è stata organizzata dalla Fioreria Cattleya di Cortoghiana, con il patrocinio del comune di Carbonia. «Si tratta di una manifestazione che consentirà ai cittadini di poter ammirare creazioni originali, tra cui abiti colorati e agghindati, con accessori particolari. Un’iniziativa importante che colorerà Cortoghiana con una serata floreale condita da musica e animazione per bambini», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza della manifestazione è stata disposta la chiusura del traffico veicolare del Corso Amedeo di Savoia, dalle ore 18.00 di sabato 28 luglio fino all’una del mattino del giorno successivo, nel tratto compreso tra la via Bresciano e la via Grandiacquet.