3 August, 2024
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Il gruppo di minoranza Genti Noa denuncia in un comunicato «lo stato di degrado nel quale versano le case popolari comunali di via Trilussa».

«Dopo anni di attesa e, soprattutto, ad un anno di distanza dalle vane promesse elettorali del sindaco (Ignazio Locci aveva promesso la consegna immediata delle case), le nuove unità abitative sono state consegnate a cantiere praticamente  aperto e perfino senza le utenze elettriche. Le famiglie assegnatarie degli alloggi, infatti, si devono districare tra le macerie del cantiere, come se vivessero in una discarica a cielo aperto. Mancano perfino gli alloggiamenti dei contatori elettrici e alcune famiglie si sono dovute procurare generatori di elettricità per poter assolvere alle esigenze più elementari del quotidiano – attacca Genti Noa -. La situazione è oramai insostenibile perché ad abitare le case comunali ci sono soprattutto bambini. Non si può pensare di dare centinaia di migliaia di euro alle agenzie dello spettacolo come sta facendo il sindaco (per adesso 260.000 euro per concerti) se non si è in grado di assicurare ai cittadini i servizi essenziali.»

Oramai non ci fidiamo più delle promesse di chi è più incline alla propaganda, in vista delle prossime regionali che ad ascoltare i cittadini – aggiunge Genti Noa -. Un mese fa, in Consiglio comunale, il sindaco ha perfino assicurato che il giorno dopo avrebbe provveduto a concludere le opere necessarie agli allacci dell’energia elettrica, ma ad oggi la situazione è addirittura peggiorata. Vorremmo un’amministrazione spumeggiante, ma temiamo di doverci accontentare solo della gazzosa: assistiamo a continue celebrazioni, con tagli del nastro di opere programmate dall’amministrazione precedente, ma sulla situazione nella quale versano i cittadini dei quartieri periferici regna un silenzio assordante.»

«Da quando si parla di nuove candidature alle regionali, e soprattutto, da quando è diventato impossibile parlare con sindaco e assessori (manco fossero il presidente della Repubblica), il nostro appello è sempre lo stesso – conclude Genti Noa -: per i prossimi quattro anni, almeno, partendo dalle cose essenziali e iniziando da subito (possibilmente da ieri), occupatevi degli Antiochensi!»

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La Regione, con una delibera approvata a giugno, ha emanato le linee guida per l’accesso al sostegno economico, ma si sono aggravate le procedure per gli uffici comunali impegnati nel servizio sociale. L’allarme è stato lanciato dal capogruppo dell’Udc in Consiglio Regionale Gianluigi Rubiu, con un’interrogazione urgente all’assessore Luigi Arru: «Non si semplifica, ma si produce burocrazia – spiega Gianluigi Rubiu – con un processo macchinoso  e non lineare. Una situazione che ha determinato una petizione urgente per correggere le eventuali incongruenze. Una questione logica. I servizi sociali inglobati nei diversi Comuni isolani, già appesantiti da altri compiti, non riescono a fronteggiare i casi di povertà sempre più numerosi, con un contrasto tra le diverse misure che porterebbe alla continua revisione delle graduatorie».
Un primo accoglimento delle istanze è stato recepito con l’estensione dei tempi di chiusura per le pratiche al 17 settembre: «Un intervallo non sufficiente a concludere la procedura – conclude Gianluigi Rubiu – per questo si chiede che la Regione sposti ulteriormente i termini almeno sino al 31 ottobre. Troppe inconvenienti infatti frenano l’attività degli uffici comunali, con ricadute negative sulle fasce deboli della popolazione». 

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Proseguono a Carloforte gli appuntamenti con “L’isola dei libri”, rassegna dedicata alla letteratura e ai suoi auotiri organizzata dall’associazione Saphyrina. Domani, mercoledì 25 luglio, alle 20,30 in vico Caprera il matematico e umanista Claudio Facchinelli, intervistato da Luigi Alcide Fusani, parlerà del suo “Dosvidania, Nina!”, libro pubblicato lo scorso anno da Sedizioni.  Il volume ripercorre la vita di Nina, una ragazza morta a Venezia il 29 gennaio 1886 all’età di venticinque anni, che pare avesse attirato l’attenzione di Cechov.

Dopo quello di domani, il nuovo appuntamento della rassegna è giovedì (26 luglio) quando nella suggestiva via Magenta arriva il linguista e dialettologo, docente all’Università di Sassari, Fiorenzo Toso. Con lui si parlerà di lingua e linguaggi prendendo spunto dal suo libro “Parole e viaggio. Itinerari nel lessico tra etimologia e storia”, uscito nel 2015 per Cuec editrice. Dialoga con l’autore Nicolo Capriata.

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato, col voto contrario dell’opposizione, la delibera della Giunta regionale sulla continuità territoriale aerea che recepisce lo schema predisposto dalla conferenza di servizi svoltasi il 12 luglio scorso a Roma, sottoscritta da Regione, ministero delle Infrastrutture ed Enac.

Nella seduta della commissione il prof. Italo Meloni, coordinatore del gruppo di lavoro del Cirem (un gruppo di esperti e ricercatori delle Università di Cagliari e Sassari), ha illustrato il contenuto del dossier che rappresenta la base scientifica del negoziato condotto con la direzione Concorrenza della Commissione europea. Un lavoro dettagliato e minuzioso, “inattaccabile” secondo Meloni, teso a dimostrare non solo che la continuità territoriale non altera le l’andamento del libero mercato ma soprattutto che l’imposizione degli “oneri di servizio pubblico” è indispensabile per la Sardegna, sia per superare gli svantaggi derivanti dall’insularità, che per assicurare ai sardi “parità di condizioni” (nel rispetto dei diritti alla mobilità ed all’accessibilità che la Ue garantisce ai cittadini degli Stati membri) rispetto ai cittadini italiani ed europei.

L’assessore dei Trasporti Carlo Careddu, nel suo intervento, ha sottolineato che la conclusione del negoziato è arrivata «al termine di un percorso non semplice, con i bandi bloccati ed una situazione di stallo che rischiava di avere conseguenze molto negative per la Sardegna». Rispetto ai modelli della Corsica e delle Baleari che spesso vengono citati come riferimento, ha aggiunto precisando di essere personalmente a favore della tariffa unica, «è bene ricordare che riguardano soltanto i residenti». «Il nostro modello che sarà sottoposto a procedure ad evidenza pubblica secondo la normativa europea – ha concluso Carlo Careddu – non è un punto di arrivo anche se non partiamo da zero: abbiamo il 57% dei posti in più ed il 15% delle frequenze in più, senza dimenticare che abbiamo tenuto duro su alcuni punti, come il tetto massimo tariffario per i non residenti e la riserva di posti per gli spostamenti per motivi sanitari».

Nel dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali, che, a prescindere dalle differenti opinioni, hanno manifestato apprezzamento per il valore strategico dello studio del Cirem. Sono intervenuti Valerio Meloni, Alessandro Collu e Giuseppe Meloni del Pd, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Eugenio Lai di Art.1-Mdp e Paolo Dessì del Misto.

Gli esponenti della maggioranza, con diverse sottolineature, hanno espresso una valutazione positiva sulla delibera, pur precisando che resta molta strada da percorrere per arrivare a quella vera parità di condizioni che per i sardi (residenti e non) è un diritto irrinunciabile.

L’opposizione, nel motivare il suo voto contrario, ha lamentato i risultati insoddisfacenti ottenuti, senza miglioramenti significativi rispetto alla situazione precedente e nettamente al di sotto delle giuste rivendicazioni della Sardegna.

Il presidente della commissione Solinas, nelle conclusioni, ha parlato di «un risultato positivo con il confronto Regione-Ue che ha fatto passi avanti; forse si poteva fare di più ma è importante che la Sardegna non sia più un osservato speciale della Commissione europea, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato nei primi due anni e mezzo di questa legislatura».

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Si è svolta questa mattina la cerimonia del taglio del nastro per il restauro della pensilina di San Giovanni in Miniera, nella frazione di Bindua, a Iglesias, alla presenza dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, insieme all’amministratore di IGEA, Michele Caria, il presidente del Parco Geominerario, Tarcisio Agus, il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, il consigliere regionale Gianluigi Rubiu e rappresentanti dei sindacati e delle associazioni dei minatori. Il sontuoso ingresso, noto anche come ‘Ponte Cartau’, rappresenta l’accesso alle bellezze del Parco Geominerario, tra cui la Grotta di Santa Barbara, visitata ogni anno da migliaia di turisti.
La pensilina venne eretta negli anni ‘50 a sottolineare l’importanza del complesso minerario che racchiude. La ristrutturazione, a cura di IGEA, è costata circa 150 mila euro e i lavori sono durati un anno e mezzo.

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Chi pensava di aver già visto e sentito tutto nel panorama politico italiano, dalla 1ª alla 2ª e fino alla 3ª Repubblica – che secondo alcuni – sarebbe nata con il terremoto politico del 5 marzo che ha portato al Governo M5S-Lega, sarà rimasto sicuramente sorpreso e – a seconda del lato da cui si valuta l’episodio – deluso. Il caso del deputato “grillino” Andrea Mura, 52 anni, skipper di grande prestigio internazionale, presente alle sedute di Montecitorio solo per il 4% delle votazioni, sollevato dal forzista Ugo Cappellacci (con il quale lo stesso Andrea Mura aveva avuto uno scontro al momento dell’accettazione della candidatura alla Camera per il Movimento 5 Stelle, dopo che l’ex presidente della Regione annunciò che Andrea Mura gli aveva chiesto la candidatura per Forza Italia in un collegio sicuro, richiesta non soddisfatta ma poi smentito dal velista), ha raggiunto, com’era prevedibile ed inevitabile, grande clamore a livello nazionale e non solo.

La giustificazione data da Andrea Mura, attraverso un’intervista rilasciata a “La Nuova Sardegna”, alla sua mancata partecipazione alle sedute della Camera, ha lasciato tutti – anche i colleghi del M5S – senza parole. A suo dire, sarebbe stato chiaro ai vertici del M5S fin dal momento in cui ha accettato la candidatura, che la sua interpretazione dell’incarico di parlamentare sarebbe stata assolutamente originale, con rare presenze in Aula, in particolare durante i lavori di Commissione – perché impegnato nelle sue traversate transoceaniche, con l’originale ruolo di “ambasciatore della Camera nella battaglia per la salvezza degli Oceani”.

Su Andrea Mura si è scatenato un vero e proprio terremoto. Inevitabili le critiche delle opposizioni, ma i giudizi più severi sono forse quelli arrivati dai suoi stessi colleghi di partito, ad iniziare dal leader e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio che ha detto: «Non dovrebbe, doveva già dimettersi». «Le sue sono dichiarazioni – ha aggiunto Luigi Di Maio – non solo sono inaccettabili, ma bisogna considerare che i parlamentari, incluso io, sono dei privilegiati, hanno un lavoro da privilegiati con uno stipendi da privilegiati. Sono i primi che devono stare chiusi lì dentro, alla Camera e al Senato, a lavorare sulle leggi e sui provvedimenti per migliorare la qualità della vita degli italiani.»

Altrettanto duro il commento dell’altro leader del M5S, Alessandro Di Battista.

«Ho apprezzato la presa di posizione del Movimento sul suo parlamentare assenteista che sostiene si possa fare politica in barca. Ci andasse pure in barca, senza essere parlamentare e restituendo gli stipendi che si è preso fino ad oggi senza aver lavorato adeguatamente – ha scritto in un post sul blog delle Stelle -. Difendere la propria forza politica ad ogni costo è da idioti, non da cittadini sovrani.»

Su Andrea Mura sono piovute anche le ire del Codacons che lo ha denunciato alla Procura di Roma con la richiesta di procedere penalmente nei sui confronti, ipotizzando il reato di peculato.

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Il Consiglio regionale ha approvato le disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda.

Il presidente Ganau ha aperto la seduta dando la parola all’on. Luigi Lotto, primo firmatario della proposta di legge 495 dal titolo Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda finalizzata al rilancio del settore ora che il piano di eradicazione della peste suina africana avviato quattro anni fa dalla Giunta regionale sta dando i suoi frutti.

Per l’oratore del Pd, relatore della proposta e presidente della commissione competente, «si tratta di una legge per ricostruire un comparto in crisi da 40 anni, da quando è comparsa la peste suina africana. In tanti anni abbiamo speso miliardi di lire e milioni di euro per affrontare il problema, affrontandolo solo dal punto di vista sanitario e repressivo. Abbiamo toccato il fondo, è vero, ma da questo settore oggi si possono individuare ottime potenzialità di sviluppo e le basi per il rilancio del settore, dopo che nel 2014 è stata costituita l’unità di progetto. Si può pensare a un comparto che tra produzione diretta e indotto può regalare all’Isola migliaia di posti di lavoro, soprattutto quando sarà possibile riprendere la produzione per esportazione. Da qui il bisogno di una legge che dica cosa si può fare nel settore dell’allevamento dei maiali, settore di grandissima redditività».

Come primo intervento ha preso la parola l’on. Gian Mario Tendas (Pd), che ha detto: «E’ da apprezzare il lavoro della Giunta, delle Agenzie Agris e Laore e quello dell’Università per arrivare a questa proposta di legge. Abbiamo un quadro conoscitivo dettagliato sulla situazione sarda: abbiamo ampie potenzialità per fari diventare questo settore strategico non solo per la zootecnia e capace di generare davvero diverse migliaia di posti di lavoro e allevamenti per un totale di circa un milione di suini». Per l’on. Gian Mario Tendas «la proposta 465 distingue tra allevamenti familiari e a carattere professionale, dove è previsto l’ingrasso dei capi ma anche la vendita dei capi allevati. Si ribadisce il divieto del pascolo brado per evidenti ragioni sanitarie mentre si potranno utilizzare i piccoli macelli aziendali, come chiedono esplicitamente le associazioni di categoria».

Ha poi preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), secondo cui «questa iniziativa legislativa ci è piaciuta molto e abbiamo collaborato anche noi dell’opposizione perché in questo settore c’è una grande occasione di crescita economica per la Sardegna. Solo in Spagna vale 4 miliardi di euro il giro di affari del suino: immaginate cosa potrebbe accadere in Sardegna in questo comparto seguendo l’esempio iberico. Insomma, è una buona proposta di legge che rassicura il consumatore e assicura gli allevatori del suino di razza sarda sul loro lavoro».

Forza Italia ha preso la parola con l’on. Marco Tedde, che ha denunciato i numeri impietosi del settore: «In Sardegna abbiamo 17 mila aziende e un patrimonio di 169mila suini che soddisfano appena il 10 per cento del mercato interno. Nel 1976, invece, prima dell’avvento della peste suina, i capi erano oltre 300 mila: abbiamo perso metà del nostro patrimonio anche e soprattutto per colpa degli allevamenti clandestini, dei suini allevati allo stato brado nelle zone interne in promiscuità con i cinghiali infettati dalla Psa». Dopo questa premessa l’on. Marco Tedde ha aggiunto: «Ci sono dei semplici imperativi che se rispettati consentiranno alle aziende di lavorare evitando di importare, come stiamo facendo, le carni suine».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha ribadito la necessità «della tracciabilità delle carni, distinguendo l’allevamento dei capi di razza sarda per l’autoconsumo familiare sino a un massimo di 4 capi  dall’industria vera e propria. E’ un rituale vero e proprio l’autoconsumo, che fa parte della cultura della Sardegna. Non basta intervenire per abbattere i focolai di Psa: la Regione deve fare politiche di marketing e valorizzare la razza del suino sardo».

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) «questa è una legge che va nella direzione giusta, come è già stato detto, a riprova che quando si vogliono fare cose giuste per le nostre comunità si riesce a farle tutti assieme».

Il Partito dei sardi si è espresso con il capogruppo, l’on. Pier Mario Manca, che ha detto: «Sconfiggere la peste suina non è solo abbattere animali ma salvaguardare la cultura sarda e le razze autonome. Questa è una legge che chiude il cerchio;: abbiamo fermato la malattia e adesso la possiamo finalmente rilanciare. Questa legge sarebbe forse dovuta parte prima, ai tempi in cui abbiamo varato al task force contro la peste suina. Ora con la proposta 465 valorizziamo la nostra razza autoctona, che ha un grande pregio e una grande prospettiva di remunerazione per gli allevatori. Questa è una buona legge».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha parlato “dell’aspetto culturale” dell’allevamento del maiale nelle comunità sarde e ha ricordato i numeri del patrimonio suinicolo della Sardegna dopo il flagello quarantennale della peste suina: «E’ fondamentale che noi ripristiniamo un rapporto di fiducia con i sardi in questo settore, legando insieme anche le filiere dell’allevamento suino e le istituzioni pubbliche che se ne occupano per mandato». 

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria ha ricordato la lunga tradizione dell’allevamento dei suini in Sardegna che in passato rappresentava una delle voci più importanti della zootecnia regionale, persino più importante di quello della pecora. «L’arrivo della peste suina sul finire degli anni ’70 – ha aggiunto – ha purtroppo interrotto bruscamente questa tradizione facendo precipitare la Sardegna in una lunga epidemia dalla quale si è iniziati ad uscire dopo tanti piani di eradicazione inefficaci con l’azione forte di questa Giunta rivolta alle migliori esperienze europee come quelle di Portogallo e Spagna». «In quei Paesi e soprattutto in Spagna – ha detto ancora Pier Luigi Caria – l’uscita dalla peste suina ha favorito fin dagli anni ’90 un vero e proprio boom delle produzioni con incrementi del 500%, che hanno portato la Spagna fra le i primi 5 paesi al mondo. Per quanto riguarda la Sardegna, la peste ha influito negativamente sulla nostra capacità produttiva, limitata a circa 170-180.000 mila capi con segnali timida crescita, nonostante consumi interni molto elevati che possono essere soddisfatti solo per il 25% da produzioni locali». «Sconfiggere definitivamente la peste suina dopo tanti sforzi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – significa non solo far ripartire un settore economico che ha una lunga tradizione ma anche contrastare lo spopolamento di molte zone interne e creare nuovi posti di lavoro; anche per queste ragioni è una legge molto attesa da tutto il comparto, che fa innovazione, migliora la professionalità degli addetti, valorizza le competenze ed apre nuovi spazi di mercato per la filiera sarda». 

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità il passaggio agli articoli con 43 voti.

A seguire l’Aula ha espresso il suo voto positivo anche sui 25 articoli che compongono la legge e sulla tabella di accompagnamento. Il testo è stato approvato con due sole modifiche: all’art.7 è stato inserito il termine di 10 giorni per la macellazione degli animali e all’art. 12 è stato assegnato un ruolo alle organizzazioni professionali agricole. Recepito infine, nello stesso articolo, anche un emendamento orale del consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi sui marchi di qualità.

Nelle dichiarazioni di voto finali hanno preso la parola i consiglieri regionali Pier Mario Manca ed Augusto Cherchi del Pds, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, Luigi Crisponi dei Riformatori, il capogruppo di art.1-Mdp Daniele Cocco, Gaetano Ledda del Psd’Az-La Base, Antonio Gaia di Cps ed Emilio Usula del Misto-Rossomori.

La legge è stata approvata all’unanimità con 39 voti.

Dopo lo scrutinio il presidente ha tolto la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo per le ore 16.00 e a seguire l’Assemblea.

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Il Consiglio regionale ha ricordato questa mattina, nei locali del Transatlantico, la figura e l’opera di Luigi Cogodi, scomparso il 22 luglio del 2015, a Cagliari, a soli 72 anni. Avvocato e politico, è stato consigliere regionale nell’VIII, IX, X e XII Legislatura; assessore regionale dell’Urbanistica e poi del Lavoro nella prima Giunta laica, sardista e di sinistra dell’Autonomia (1984-1989); Deputato nella XV legislatura parlamentare (2006-2008). Consigliere comunale di Cagliari dal 1970 al 1980. Ha militato nel Pci e in Rifondazione Comunista.

Pino Cogodi, già sindaco di San Basilio, fratello di Luigi, insieme con il compagno, amico e ex collaboratore Luciano Uras, hanno ricordato il tratto personale e politico di uno dei leader storici della sinistra sarda e nel ripercorrere le tappe più significative del suo percorso hanno evidenziato lo spirito dell’iniziativa: «Non è una commemorazione fine a se stessa ma un’occasione utile per valorizzare il lavoro e l’impegno di Luigi Cogodi». La raccolta di tutti i discorsi svolti nelle diverse istituzioni che lo hanno accolto è l’obiettivo: sono già trecento gli interventi catalogati e consegnati ai giornalisti Andrea Frailis, Jacopo Onnis, Mario Cabasino, Giancarlo Ghirra, Tonio Ghiani e Filippo Peretti, per procedere con un’indicizzazione per temi.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha evidenziato la coerenza ideale e l’impegno a difesa dei più deboli del politico che è «stato avanguardia ambientalista, quando la sinistra era forse troppo concentrata sulle ciminiere della industrializzazione forzata e primo baluardo contro la cementificazione, quando in troppi pensavano che lo sviluppo si misurasse con i metri cubi vista mare». «Per capire l’attualità del suo pensiero – ha spiegato il presidente dell’assemblea sarda – è sufficiente elencare i “titoli” dell’agire politico di Cogodi, dall’urbanistica al lavoro, dalla lotta alle povertà ai diritti, e mi piace considerare la lotta all’abusivismo, il piano regionale del lavoro, la prima proposta di legge per il reddito di cittadinanza, la tutela delle madri di Plaza de Mayo, come le efficaci declinazioni della sua incessante azione politica e del suo impegno costante contro i soprusi».

“Intuizione” e “passione” sono invece le parole utilizzate dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per raccontare la politica di sinistra di Luigi Cogodi («se oggi fosse ancora in Consiglio chissà quante litigate utili avremmo potuto fare») e per ribadire che sui temi chiave dei nostri giorni le sue posizioni politiche sono ancore ben visibili e presenti («nel dibattito sulla legge urbanistica come nella predisposizione del piano Lavoras sono fonti di ispirazione nella discussione e nel confronto»).

«Non è un ricordo di parte, di un uomo che ha sempre scelto di essere di parte». Con queste parole il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha salutato “il compagno di tante battaglie” e raccomandato «un’attenzione particolare per attualizzare il pensiero e l’azione dell’indimenticabile Luigi».

Il presidente dell’associazione ex consiglieri regionali, Giorgio Carta, ha ricordato la comune militanza nelle istituzioni «seppur da posizioni quasi sempre contrapposte con un uomo che è sempre stato di parte ma per scelta». «Di parte, per scelta e sempre a sinistra», ha aggiunto il cronista politico già in forze all’Unione Sarda, Tonio Ghiani. «L’unico assessore che ho conosciuto in grado di dettare una linea politica sui temi chiave dell’Urbanistica e del Lavoro alla Giunta e al Consiglio», ha aggiunto il notista politico della Nuova Sardegna, già presidente dell’ordine dei giornalisti, Filippo Peretti.

Non senza emozione, il tributo reso da uno dei leader storici della fu Democrazia Cristiana in Sardegna, Giorgio Oppi, che con Luigi Cogodi ha condiviso, seppur da differenti posizioni, le lotte studentesche all’Università di Cagliari, prima ancora che gli scranni del Consiglio e della Camera dei deputati. «Era un uomo buono – ha affermato Oppi – un politico generoso, onesto e capace che si è fatto valere in Sardegna ma che è stato in grado di raccogliere la standing ovation di uno stadio con settantamila persone in Argentina, quando si è celebrata la condanna del regime per i desaparecidos».   

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Un giovane di 22 anni, M.C., è rimasto ferito a Santadi, mentre si trovava nel laboratorio interno ad un esercizio commerciale, durante la fase di preparazione e confezione di alcuni ordinativi di carne. Per motivi in corso di accertamento, il giovane è stato agganciato dal macchinario tritacarne che gli ha causato lesioni gravissime ad un braccio. È stato immediatamente soccorso dai vigili del fuoco e trasportato dai sanitari, giunti sul posto, con elisoccorso, all’ospedale Marino di Cagliari, dove è stato sottoposto alle cure, nel tentativo di salvargli l’arto.

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Ieri, 23 luglio 2018, la fregata Espero della Marina Militare durante un’attività di pattugliamento nel Mediterraneo Centrale nell’ambito dell’Operazione Mare Sicuro, ha risposto ad una richiesta di supporto sanitario proveniente dal motopesca italiano “Tramontana” di Mazara del Vallo, per un infortunio occorso a un membro dell’equipaggio.

L’unità ha prontamente ridotto le distanze e, appena giunta in prossimità del peschereccio, ha inviato il proprio team sanitario a bordo che è intervenuto sul trauma alla mano destra sofferto da un marittimo. Le condizioni del paziente non erano tali da richiedere l’evacuazione dell’infortunato. La fregata Espero, terminato l’intervento sanitario, ha ripreso il normale pattugliamento nell’area di operazione.

L’operazione Mare Sicuro è in corso dal marzo 2015. Il compito assegnato al dispositivo aeronavale è principalmente di svolgere, in applicazione della legislazione nazionale e degli accordi internazionali vigenti, attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale in un’area di mare di circa 160.000 km quadrati prospiciente le coste libiche, per la tutela degli interessi nazionali, la protezione delle linee di comunicazione, delle navi commerciali in transito, dei pescherecci nazionali, delle fonti energetiche strategiche d’interesse nazionale ed il contrasto al terrorismo. La presenza delle unità di Mare Sicuro nel Mediterraneo centrale assicura anche la necessaria cornice di sicurezza che permette a tutti i mezzi dello Stato la regolare condotta delle operazioni.