24 November, 2024
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Fine settimana fitto di appuntamenti per il Villaggio di Natale a Sant’Antioco, tra musica, laboratori, animazione per i più piccoli, la mostra dei presepi della Sardegna e l’attesissimo presepe vivente nel Villaggio Ipogeo. Si parte domani, sabato 15 dicembre, alle 10.00, con l’apertura della fiera mercato e del Villaggio di Babbo Natale. Alle 16.00 spazio al laboratorio nella “Fabbrica dei giocattoli” dedicato ai bambini, “Ghiotte composizioni”. Alle 19.00, infine, sarà il momento della musica in compagnia de i Biggi’s.

Si prosegue domenica 16 dicembre, a partire dalle 10.00: in via Necropoli, per tutta la giornata, andrà in scena l’imponente presepe vivente “Per le vie di Betlemme, Su Nascimentu in Grutta” rievocazione storica a cura di Archeotur in collaborazione con il comune di Sant’Antioco: un percorso nel suggestivo scenario delle grotte, tra atmosfera natalizia e antichi sapori della tradizione. Sempre alle 10.00, in Piazza Italia, pieno centro cittadino, apertura della fiera mercato e del Villaggio di Babbo Natale e Caccia allo shopping tra i negozi della città. Alle 17.00 altro appuntamento culturale: inaugurazione mostra “I Presepi nell’Isola” a cura dell’Associazione “Sant’Antioco Abbraccia il Mare”, allestita in Via Perret. L’esposizione sarà visitabile fino al 6 gennaio 2019. Prevista, inoltre, l’animazione per i bambini: dalle 17.00 alle 20.00, in compagnia delle mascotte e dei trucca-bimbi, si terrà lo spettacolo dei burattini.

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12milioni e 800mila euro, nel 2019, saranno a disposizione delle imprese artigiane della Sardegna per crescere, rafforzarsi e uscire dalla crisi.

Lo stanziamento, proposto dall’assessore regionale all’Artigianato, Barbara Argiolas, rifinanzierà la storica legge regionale 51 che, dal 1993, ha incentivato la nascita delle imprese artigiane sarde e ne ha consentito lo sviluppo.

Confartigianato Imprese Sardegna, circa 2 mesi fa, scrisse pubblicamente ai consiglieri regionali per rimarcare il reale valore, non solo economico ma anche sociale, dell’Artigianato della Sardegna, e per tornare alla “politica dei settori” chiedendo loro un interessamento concreto, sotto forma di un congruo finanziamento, per un tessuto imprenditoriale non distante da una attesa ripartenza post crisi.

«Siamo molto contenti di questo risultato, per questo il nostro plauso va alla tenacia e alla perseveranza dell’assessore Argiolas, con la quale abbiamo lavorato in modo proficuo – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e va anche ai Consiglieri Regionali con i quali ci siamo confrontati in modo franco, leale e, talvolta, anche duro ma sempre nel rispetto dei ruoli e sempre ispirati da un obiettivo comune: dare sostegno e speranze al sistema artigiano.»

La legge, che promuove la qualificazione e lo sviluppo dell’artigianato sardo, ha come obiettivo il potenziamento delle imprese, in particolare quelle operanti nel comparto manifatturiero, l’adeguamento della dimensione aziendale, l’innovazione di processo e di prodotto, la promozione della commercializzazione e dell’esportazione, privilegiando le imprese che utilizzano nei processi produttivi risorse locali. Attraverso il finanziamento a fondo perduto e con l’abbattimento degli interessi sul credito, vengono incentivati, tra gli altri, l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento l’automazione e l’ammodernamento delle imprese artigiane, l’acquisto di macchinari e di attrezzature, il credito alla promozione commerciale ed all’esportazione.

«Abbiamo chiesto fatti concreti e questa volta sono arrivati – aggiunge Antonio Matzutzi – ovviamente il finanziamento, purtroppo, non basterà a coprire le esigenze di tutte le 35mila imprese sarde ma rappresenta un importante segno di attenzione per le piccole e medie realtà che da tanto tempo aspettavano risposte e per le quali la nostra Associazione si è battuta

Gli ultimi dati sulle imprese artigiane della Sardegna parlano chiaro; nell’Isola il saldo delle piccole realtà manifatturiere degli ultimi 9 mesi, tra aperture e chiusure, segna un -298, passando dalle 35.562 realtà del 1 gennaio 2018 per arrivare alle 35.264 del 30 settembre 2018, ultima rilevazione disponibile.

La situazione del terzo trimestre 2018 si registra, tutto sommato, stabile con una perdita di solo 7 unità, in parte dovuta anche a Oristano. L’Albo di questa città, da 2 anni, non riesce a registrare le imprese artigiane e quindi i dati finali risultano falsati.

In leggera decrescita la provincia di Cagliari (163 aperture contro le 164 chiusure, per un totale di 13.405 aziende) mentre un sensibile balzo in avanti lo si registra a Nuoro +15 (113 aperture e 98 chiusure per un totale di 6.452) Sassari-Gallura con +8 (163 aperture e 155 chiusure, per un totale di 12.623. Come anticipato, particolare è la condizione che continua a registrarsi a Oristano (0 aperture e 30 chiusure per un totale di 2.784) che continua a falsare il dato finale.

«Negli ultimi anni la Legge non era stata rifinanziata pensando che le risorse del POR FESR, erogate attraverso alcuni specifici bandi, potessero sostituirla – sottolinea il Presidente – strumenti che nel loro effetto pratico, hanno creato scoraggiamento e timore fra gli imprenditori e si sono dimostrati poco vicini alle esigenze delle piccole aziende, sia in merito ai bandi regionali che a quelli territorializzati.»

«Per le oltre 35mila imprese artigiane, che offrono lavoro a oltre 100mila persone e rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna – conclude il presidente di Confartigianato – i 13 milioni di euro stanziati non sono sussidi, tantomeno assistenzialismo, ma incentivi concreti per rafforzarsi, investire in tecnologia e formazione, creare nuova economia e assumere. Questo supporto non potrà che andare a incidere positivamente su tanti aspetti cruciali della nostra vita economica e sociale

 

Sono in arrivo nuovi arredi per le scuole dell’Istituto Comprensivo Statale “Sant’Antioco-Calasetta”. La Giunta comunale ha stanziato circa 10mila euro per l’acquisto di materiale ludico didattico per la scuola dell’infanzia, articoli e attrezzature sportive per tutte le palestre e supporti e ausili didattici per gli alunni diversamente abili. «Tra i nostri obiettivi di mandato – spiega il sindaco Ignazio Locci – c’è anche quello di provvedere al miglioramento delle scuole attraverso interventi tali da rendere gli edifici scolastici moderni, funzionali e al passo coi tempi. Nel rispetto di questa volontà, ci siamo impegnati sin da subito nel reperire risorse da dedicare alle strutture, al fine di ammodernarle e adeguarle alla normativa vigente. E grazie al proficuo rapporto di collaborazione con la Dirigenza Scolastica, abbiamo preso atto di una serie di carenze legate al materiale didattico di vario genere a disposizione delle scuole. Da qui lo stanziamento di questi fondi indispensabili per migliorare l’offerta degli istituti antiochensi».

Esprime soddisfazione l’assessore alla Pubblica Istruzione Rosalba Cossu: «Con questo ulteriore stanziamento di fondi – commenta – diamo modo alle scuole di Sant’Antioco di assicurare un’offerta didattica sempre migliore, con lo scopo di non lasciare indietro nessuno dei nostri ragazzi. Non a caso una parte delle risorse verrà impegnata proprio per l’acquisto di supporti e ausili didattici per gli alunni diversamente abili. La scuola in quanto istituzione è per questa Amministrazione comunale una delle priorità sulla quale manteniamo sempre alta l’attenzione ».

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Nella legge finanziaria approvata oggi dal Consiglio regionale, con il via libera a due emendamenti, sono previsti complessivamente 600.000 euro per i corsi universitari da tenere a Carbonia e Iglesias.

L’emendamento 162 (Pizzuto e più) sottoscritto anche da Gianluigi Rubiu (FdI), destina 300.000 euro per l’implementazione dell’offerta universitaria ad indirizzo cinematografico nei corsi gestiti dall’Ateneo Di Cagliari nella sede di via Fertilia, a Carbonia.

È stato approvato anche l’aggiuntivo 608 (Sabatini e più) in materia di pubblica istruzione collegato al 164 (Pietro Cocco e più) che stanzia 300.000 euro per corsi universitari nella sede Ausi di Monteponi, a Iglesias.

Non solo Carbonia, dunque, i cui corsi sono stati presentati recentemente, anche Iglesias riavra’ gli studenti universitari nella splendida sede di Monteponi.

Francesco Porcu.

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Nonostante la Sardegna sia caratterizzata da un grado di rischio idrogeologico in linea con la media delle regioni del Sud e inferiore alle medie nazionali, la rete infrastrutturale isolana presenta livelli di esposizione significativi, sia per quanto riguarda il rischio alluvione, sia per il rischio di frane. In particolare nella nostra regione risulta significativamente superiore alla media nazionale la percentuale di ponti a medio-alto rischio alluvionale: 55 chilometri, ovvero il 19% del totale. Quanto al pericolo frane la situazione è ancora più grave. Per la spesso scarsa cura dei versanti a ridosso delle infrastrutture, la percentuale di ponti “pericolosi” risulta in Sardegna significativamente superiore delle medie nazionali: si tratta del 4,2% dei 287 chilometri di ponti regionali, una percentuale da confrontare con il 2,8% delle regioni del Sud e il 3,1% della media italiana.

Questi dati sono contenuti in un dossier del centro studi della Cna Sardegna che quantifica il livello di rischio per le infrastrutture stradali in Sardegna in relazione a possibili eventi di alluvione e frana. Lo studio – che utilizza la cartografia aggiornata dell’isola, intersecando la rete infrastrutturale (strade e ponti) con la mappa del rischio idrogeologico fornita dall’ISPRA – evidenzia che circa 1.900 chilometri di strade, il 5,2% dei 37mila chilometri che compongono la rete stradale isolana, ricadono su aree a rischio idrogeologico medio-alto.

«Gli eventi calamitosi che si sono verificati negli ultimi tempi e la risposta inefficace della rete infrastrutturale regionale e nazionale, rappresentano solo l’avvisaglia di quanto potrebbe succedere nei prossimi anni – commentano Francesco Porcu ed Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della CNA Sardegna e presidente di Cna Costruzioni -: l’aumento della frequenza di eventi climatici di elevata intensità, unito all’obsolescenza e, in molti casi, alla scarsa manutenzione delle nostre infrastrutture, impongono oggi la necessità di una seria riflessione sullo stato delle infrastrutture di trasporto e sul livello della loro esposizione al rischio. Per prevenire e contrastare il verificarsi di eventi che possano mettere a rischio la viabilità regionale e l’incolumità delle persone si rendono necessari interventi di consolidamento e cura dei versanti, oltre ad una puntuale attività di monitoraggio, manutenzione e rafforzamento delle infrastrutture

Lo studio della Cna sarda censisce innanzitutto la rete viaria isolana, stimando che in Sardegna sono complessivamente presenti circa 37 mila chilometri di strade (nel computo sono considerate tutte le tipologie, dalle strade provinciali a quelle locali, incluso le strade urbane).

Sul territorio regionale sono inoltre presenti 287 chilometri di ponti che rappresentano lo 0,78% della rete stradale regionale (in termini chilometrici): un dato inferiore sia rispetto al dato nazionale (0,94%), sia rispetto a quello delle regioni del Sud (0,97%). In sostanza – evidenzia il dossier – in Sardegna l’orografia del territorio e la localizzazione della rete stradale sembra configurare una minore necessità del ricorso a ponti, viadotti e cavalcavia.

Secondo i dati dell’ISPRA, la percentuale di superficie regionale interessata da un rischio alluvionale medio-alto (ovvero con una alta probabilità che nell’arco del prossimo secoli si verifichi un grave evento alluvionale) è pari al 3,6%: 857 dei circa 24mila kmq che costituiscono l’Isola. Si tratta di una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale (5,4%), ma in linea con quella delle regioni del Sud del Paese.

E’ invece più elevata la quota di superficie regionale classificata ad elevato rischio frana: il 5% dell’isola, ovvero circa 1.200 chilometri quadrati. Come in precedenza, il dato regionale risulta leggermente inferiore sia rispetto a quello nazionale, sia rispetto a quello delle altre regioni del Sud.

Intersecando il grafo stradale con la mappa del rischio idrogeologico si evince che, considerando gli eventi alluvionali, il 5,2% dei 37mila chilometri che compongono la rete stradale della Sardegna ricade su aree a rischio medio-alto: si tratta di circa 1.900 chilometri di strade, una quota sensibilmente inferiore rispetto al dato nazionale, caratterizzato dall’elevata esposizione dei territori dl Nord-Est. Il dato regionale, tuttavia, risulta superiore alla media delle regioni del Sud.

Più preoccupante è il dato che riguarda i chilometri di strada su ponti, viadotti e cavalcavia. In questo caso il dato della Sardegna si avvicina considerevolmente a quello nazionale e rimane ampiamente superiore alla media delle regioni del Mezzogiorno. Nel dettaglio, sono da classificare a rischio alluvionale medio-alto 55 chilometri di ponti, il 19% del totale.

Un chiaro elemento di criticità per i ponti riguarda infine gli eventi franosi. Dal dossier della Cna Sardegna emerge, infatti, che per caratteristiche e (talvolta) scarsa cura dei versanti a ridosso delle infrastrutture, la percentuale di ponti “pericolosi” risulta significativamente superiore delle medie nazionali: si tratta del 4,2% dei 287 chilometri di ponti regionali, una percentuale da confrontare con il 2,8% delle regioni del Sud e il 3,1% della media italiana.

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“24mila occupati in più rispetto al terzo trimestre del 2017, 76mila se guardiamo lo stesso periodo del 2014. Il tasso di disoccupazione per gli stessi mesi del 2014 era circa il 19%, il 15% l’anno scorso e oggi l’11%, che ci porta a un soffio dalla media italiana e ben distanti dai numeri del Mezzogiorno. Questi i dati, oggettivi e incontrovertibili, come è incontrovertibile che oggi dopo 9 anni di crisi abbiamo un livello di occupati che ha finalmente raggiunto e superato il dato del 2008, dopo anni di una crisi che ha distrutto decine di migliaia di posti di lavoro. E la freddezza dei numeri si traduce, nella realtà del quotidiano, in persone che lavorano, famiglie alle quali arriva uno stipendio, soldi che possono essere spesi, che si mettono in circolo, fanno girare l’economia. Non siamo qui per dire che ora in Sardegna va tutto bene, ma certamente che le cose vanno meglio, decisamente meglio”.Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, questa mattina, aprendo l’illustrazione alla stampa dei dati ISTAT sul lavoro nel terzo trimestre dell’anno e che per la Sardegna certifica una variazione nettamente più positiva rispetto al passato.

“Sono tanti gli elementi che hanno concorso al raggiungimento di questo risultato, che consolida con forza il miglioramento graduale registrato in questi anni”, ha proseguito il presidente Francsco Pigliaru nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno preso parte gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci insieme al direttore dell’Aspal Massimo Temussi e al direttore generale dell’assessorato dal Lavoro, Luca Galassi. “Vuol dire che le persone stanno riprendendo fiducia, che trovano finalmente risposte e orientamento nei Centri per l’Impiego riformati – ha sottolineato -, ma vuol dire che anche le imprese stanno ritrovando il coraggio di assumere, di investire per crescere. Sono le imprese che creano l’occupazione e abbiamo lavorato con convinzione per sostenerle, dai bonus fino all’internazionalizzazione. C’è ancora molto da fare – ha concluso Francesco Pigliaru – ma questo risultato ci dice che siamo andati nella direzione giusta”.

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, questa mattina, aprendo l’illustrazione alla stampa dei dati ISTAT sul lavoro nel terzo trimestre dell’anno e che per la Sardegna certifica una variazione nettamente più positiva rispetto al passato.

“Sono tanti gli elementi che hanno concorso al raggiungimento di questo risultato, che consolida con forza il miglioramento graduale registrato in questi anni”, ha proseguito il presidente Francsco Pigliaru nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno preso parte gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci insieme al direttore dell’Aspal Massimo Temussi e al direttore generale dell’assessorato dal Lavoro, Luca Galassi. “Vuol dire che le persone stanno riprendendo fiducia, che trovano finalmente risposte e orientamento nei Centri per l’Impiego riformati – ha sottolineato -, ma vuol dire che anche le imprese stanno ritrovando il coraggio di assumere, di investire per crescere. Sono le imprese che creano l’occupazione e abbiamo lavorato con convinzione per sostenerle, dai bonus fino all’internazionalizzazione. C’è ancora molto da fare – ha concluso Francesco Pigliaru – ma questo risultato ci dice che siamo andati nella direzione giusta”.

“Siamo molto soddisfatti di questi risultati, dati importanti che sono l’effetto delle nostre politiche e che faranno da stimolo per la tanto attesa ripresa in tutti i diversi comparti”, ha dichiarato l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. “Abbiamo investito molto, siamo intervenuti da subito con un piano per le infrastrutture da centinaia di milioni per smuovere l’economia e allo stesso tempo abbiamo messo in campo tutte le politiche utili alle imprese, che hanno ripreso a credere nel futuro. Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma questi sono dati solidi, che seguono quelli sul Pil cresciuto dell’1,2% all’anno nell’ultimo triennio e i tanti altri positivi registrati in particolare negli ultimi mesi. Ora bisogna continuare a lavorare con grande impegno, proseguendo sulla strada tracciata per amplificare questi risultati e permettere alla Sardegna di lasciarsi definitivamente la crisi alle spalle”.

«Dall’insediamento della Giunta, abbiamo lavorato duramente – ha detto l’assessore del Lavoro Virginia Mura – . Nei primi anni abbiamo scorto dei piccoli miglioramenti, ora raccogliamo i frutti del nostro impegno. Non solo l’insieme delle misure realizzate fondamentalmente attraverso le risorse del Fondo Sociale Europeo, ma soprattutto l’innesco di un clima di fiducia da parte delle imprese e dei disoccupati verso istituzioni che funzionano ci permettono di parlare di importanti risultati: i riorganizzati Centri per l’Impiego, in grado di dare risposte utili e servizi omogenei ai cittadini, il calo di quasi dieci punti nell’ultimo anno della disoccupazione giovanile e i traguardi, oggetto dell’incontro odierno. In particolare, sono molto orgogliosa del dato sulla disoccupazione femminile, finalmente inferiore a quella nazionale, a dimostrazione dell’impatto importante delle misure di welfare per le donne lavoratrici. Tuttavia, anche se manca poco alla fine della legislatura, non dobbiamo abbassare la guardia. Stiamo lavorando per realizzare, in questa fase, la parte attiva del REIS, in modo da far uscire dalla condizione di povertà le troppe famiglie sarde”.

«In un quadro del mercato del lavoro in ripresa e con andamento positivo, l’aumento del 4,4% degli occupati nei settori alberghiero, ristorativo e commerciale per il terzo trimestre del 2018 è un dato da accogliere con grande soddisfazione – ha dichiarato l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Barbara Argiolas – . Se inquadrata, infatti, con i dati parziali relativi alle presenze turistiche di quest’anno, con i numeri dei trimestri precedenti e con quelli analoghi degli anni scorsi, la crescita rilevata dall’Istat indica che stiamo andando nella giusta direzione: il turismo in Sardegna continua a crescere e arrivano segnali positivi sempre più forti per quello che riguarda l’allungamento della stagione turistica e il consolidamento dell’attrattività della destinazione Sardegna anche al di fuori dei mesi estivi. Le politiche che stiamo mettendo in campo per la diversificazione dell’offerta turistica e la costruzione di nuove stagionalità, messe a sistema per il prossimo triennio grazie al nuovo Piano strategico approvato dalla giunta regionale nei giorni scorsi, rafforzeranno lo sviluppo economico e occupazionale del comparto turistico, strategico per una crescita sostenibile della nostra isola”.

Il direttore generale dell’assessorato Luca Galassi ha tracciato un quadro delle risorse impegnate nell’ultimo anno dalla Giunta per le misure a sostegno del lavoro: “169 milioni di euro provengono dal Fondo Sociale Europeo. Oltre 2 milioni sono stati spesi per l’aggiornamento professionale degli operatori dei Centri per l’Impiego, che già dal primo anno di insediamento della Giunta hanno sperimentato l’avvicinamento degli under 29 ai servizi per il lavoro, attraverso il programma Garanzia Giovani”.

“Il trend occupazionale è il frutto del passaggio dalle politiche passive a quelle attive – ha sottolineato il direttore dell’Agenzia Sarda per il Lavoro, Massimo Temussi -. L’Aspal è al centro di questa svolta, come dimostrano i numeri delle prestazioni erogate dai Centri per l’impiego: dal 2017 abbiamo preso in carico 110.000 persone, registrando un aumento di oltre il 400%, e i servizi erogati sono aumentati del 100%. Ci siamo inoltre rafforzati in tutto il territorio regionale con i CPI e abbiamo cercato di ribaltare la percezione da parte di cittadini e soprattutto delle imprese e di recuperare la fiducia. Per questo abbiamo istituito i Job account, i nuovi professionisti a supporto delle imprese, che nel loro primo mese di attività, in vista del Sardinian Job Day, hanno contattato 1.500 aziende che hanno già richiesto 1.800 profili professionali. Questi risultati ci incoraggiano a migliorare ulteriormente la nostra performance e a dare un servizio ancora più efficiente e di qualità”.

Si passa dal 14,6% del 2017 all’11,2% del 2018. Si tratta di un calo davvero sostanzioso: -3,4 punti percentuali in appena un anno. Oltretutto, il dato positivo della Sardegna è molto più marcato sia rispetto al Mezzogiorno (-1,4 punti percentuali) sia rispetto all’Italia (-1,3 punti percentuali). Grazie a questo trend molto favorevole, il tasso di disoccupazione della Sardegna è oggi molto più vicino alla media nazionale (9,3%) che a quella del Mezzogiorno (16,5%), mentre in passato era l’opposto. La disoccupazione è, al terzo trimestre dell’anno in corso, quasi a livelli pre-crisi: 11,2 punti percentuali, mentre nel 2008 si attestava al 10,9%. Rispetto al 2014, anno di inizio legislatura, quando il tasso di disoccupazione si attestava al 19,1%, vi è stato un calo di 7,9 punti percentuali. Anche il tasso di disoccupazione femminile sardo, nel III trimestre 2018, è del 9,7%: più basso di quello maschile regionale (12,3%), di quello femminile del Mezzogiorno (19,3%) e perfino più basso di quello femminile nazionale (10,4%). Nel terzo trimestre 2018 risultano 78.900 disoccupati, 23.700 unità in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Sono ben 50.900 i disoccupati in meno rispetto all’anno di inizio legislatura (2014) e appena 4.300 in più rispetto al 2008 (anno pre-crisi).

In Sardegna, nel terzo trimestre 2018 il tasso di occupazione si attesta al 56,5%, con un incremento rispetto al 2017 di +2,4 punti percentuali, mentre nel Mezzogiorno e in Italia l’occupazione cresce rispettivamente del +0,3% e del +0,5%. Si tratta di un dato ormai quasi allineato con quello nazionale (pari al 58,9%) e molto superiore a quello del Mezzogiorno (45,1%). Il tasso di occupazione regionale del terzo trimestre 2018 è superiore di oltre 3 punti percentuali rispetto a quello del periodo pre-crisi (2008) e di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2014, quando si attestava ad appena il 48,7%. In termini assoluti gli occupati in Sardegna sono aumentati di 25.000 unità rispetto al 2017, di ben 76.400 unità rispetto al 2014 e di 15.000 unità rispetto al periodo pre-crisi (2008).

Il dato complessivo si attesta ad un +4,2%). I settori che maggiormente hanno contribuito alla crescita dell’occupazione sono il commercio, alberghi e ristoranti (+4,4%) e, in minor misura, l’industria escluse costruzioni (+0,4%) e l’agricoltura (+0,3%).

Sull’indicatore degli occupati, sommati alle persone in cerca di occupazione, rispetto al 2017 nel 2018 si segnala un leggero incremento (+0,2% da 703.500 a 704.800 unità). L’incremento è invece molto netto sia rispetto all’anno di inizio legislatura (2014), +25.500 unità, sia rispetto all’anno pre-crisi fissato nel 2008, +19.300 unità. L’incremento delle forze di lavoro indica che la fiducia nella possibilità di trovare un’occupazione è in aumento. D’altra parte, i dati sull’incremento del tasso di occupazione e sul decremento di quello di disoccupazione mostrano che tale fiducia comincia a venir ripagata in modo significativo dal mercato del lavoro isolano.

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Un concerto d’eccezione chiude oggi la IV edizione del “Festival organistico internazionale” promosso dal Conservatorio di Cagliari, dietro la direzione artistica del Maestro Angelo Castaldo.

Alle 19,30, nella Cattedrale, è in programma l’esecuzione in prima assoluta di brani scritti appositamente per il “Festival organistico” dai giovani compositori cagliaritani Michele Angius, Manuele Bruno, Alessio Gibroni e Domenico Lavena.

La preparazione del concerto ha visto impegnati in uno straordinario lavoro di squadra diverse classi del conservatorio: composizione (docente Emilio Capalbo), organo (docente Angelo Castaldo), corno (professori Mario Seoni, Efisio Lilliu), clarinetto (professore Enrico Silvestri), con la partecipazione del coro “Laeti Cantores” di Cagliari. I brani infatti sono stati scritti per organo affiancato da clarinetti, corni, viola e coro, in formazioni del tutto inconsuete e di rarissimo ascolto.

Un progetto unico, mai realizzato al “Palestrina”, che mira alla valorizzazione delle eccellenze didattiche dell’istituzione cagliaritana.

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Il tavolo tecnico tra la Giunta, con gli assessori degli Affari Generali e dell’Agricoltura Filippo Spanu e Pier Luigi Caria, e Governo, con i ministeri della Funzione Pubblica e dell’Economia e la Ragioneria dello Stato, riunitosi stamattina a Roma per esaminare le proposte della Regione al fine di risolvere le problematiche dei lavoratori dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras), ha terminato i suoi lavori. Sono state condivise alcune modifiche al testo del disegno di legge proposto dagli assessori Filippo Spanu e Pier Luigi Caria, presenti all’incontro insieme ai direttori generali dell’Agenzia Laore e dell’assessorato dell’Agricoltura Maria Ibba e Sebastiano Piredda. Sul testo definitivo, che verrà di nuovo condiviso dalle parti per iscritto nelle prossime ore, il ministero dell’Economia e delle Finanze si è riservato un parere finale che esprimerà nell’arco di pochi giorni. Filippo Spanu e Pier Luigi Caria hanno sollecitato la chiusura definitiva per poter adottare la norma entro la pausa natalizia.

Com’è noto, il testo proposto dalla Giunta, in coerenza con il mandato consiliare, è finalizzato a rafforzare e trasferire all’interno di Laore il servizio essenziale di assistenza in zootecnia, fino ad oggi esercitato in convenzione con l’Aras. Tutto questo tramite l’applicazione della legge regionale 3/2009 (art 2 comma 40 ) e l’utilizzo di procedure ad evidenza pubblica per i lavoratori dell’Associazione regionale allevatori non interessati dalla stessa legge 3.

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Filantropismo, solidarietà, supporto alla vita degli operai e dei minatori nella neonata città di Carbonia. Sono soltanto alcuni dei tratti che hanno distinto l’opera di don Vito Sguotti, il primo parroco della storia di Carbonia, nonché uno dei protagonisti della vita sociale e culturale della città.

Per ripercorrere le gesta e il grande contributo offerto dal parroco veneto al nostro territorio, domani, venerdì 14 dicembre, alle ore 17. 00, nella chiesa di San Ponziano, si svolgerà un convegno che si inscrive nell’ambito dei festeggiamenti per l’80° compleanno della città di Carbonia.

All’incontro parteciperà il sindaco Paola Massidda, secondo cui “Don Vito Sguotti rappresenta un simbolo della nostra città per la sua straordinaria capacità di aver fatto da trait d’union e collante tra operai e minatori provenienti negli anni Trenta da svariate province d’Italia. Operai che, spesso, si sentivano soli, soffrivano la nostalgia per la lontananza dai propri cari e trovavano nel parroco originario di Tribano un punto di riferimento in grado di supportarli anche nella scrittura di lettere alle proprie mogli e figli. L’eredità lasciata alla città da don Vito Sguotti è imponente. Prova ne è l’intitolazione, a suo nome, del Centro di accoglienza di via Mazzini nel 1984 e il suo straordinario contributo per la costituzione del Centro di addestramento professionale ENAP. Ma non solo, la sua figura è riconosciuta nel mondo dello sport con la gloriosa squadra a lui intitolata, la Polisportiva Sguotti, prima vincitrice della Coppa Santa Barbara nel 1964”.

Il programma dei lavori prevede la presentazione da parte di Mario Zara, presidente dell’Associazione Amici della Miniera; gli interventi del sindaco Paola Massidda, di Enea Casti, presidente dell’Associazione Storia e radici della città di Carbonia. Le relazioni saranno a cura di Vincenzo Panio, operatore culturale; don Salvatore Benizzi, vicario episcopale per la Pastorale del Lavoro; Giampiero Farru, presidente CSV Sardegna Solidale; Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna; don Andrea Zucca, parroco di San Ponziano.

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Nell’ambito della manovra finanziaria approvata questa sera, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’emendamento 564 all’articolo 6, che prevede un aumento di 5 milioni di euro a favore del servizio di base del 118 sardo.

Un altro milione sarà poi reperito con tutta probabilità alla fine della manovra finanziaria e sarà destinato almeno in parte all’innalzamento del livello formativo dei soccorritori laici della Sardegna.
L’Aula discuterà ed approverà anche un ordine del giorno sull’importanza del servizio 118 nei 377 comuni della Sardegna, anche alla luce della riforma dell’emergenza urgenza avviata un anno fa con la nascita dell’Agenzia Areus.

L’aumento dei rimborsi alle onlus e coop, che sarà immediatamente disponibile, era stato sollecitato al Pd dalle organizzazioni del soccorso sarde, anche in considerazione del fatto che le tariffe erano ferme al 2011 mentre l’aumento del costo del lavoro e dei costi in generale (mezzi di soccorso, carburante, materiale sanitario, assicurazioni) è stato notevole.
L’emendamento 564 è stato proposto da Roberto Deriu e Valter Piscedda e sostenuto dallo stesso capogruppo Pietro Cocco e dal presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini e condiviso dall’intero Gruppo Pd e da tutte le altre forze politiche.