6 August, 2024
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Si è svolta nella tarda mattinata, nel medau di Is Serafinis, la cerimonia commemorativa delle vittime della tragedia dell’ERLAAS. Sono passati 68 anni dal terribile incidente che il 26 giugno del 1950 costò la vita a 16 operai dell’Ente Regionale per la Lotta Antianofelica in Sardegna. L’iniziativa è stata organizzata dai Comuni di Carbonia e Gonnesa, in collaborazione con il Circolo Acli di Cortoghiana. In quella tragica giornata partì dal centro gonnesino il camion che stava conducendo a lavoro gli operai, prima di capovolgersi, in un terribile incidente stradale, sulla strada statale 126, all’altezza del Medau di Is Serafinis, luogo in cui stamattina, presso la stele commemorativa, il vicesindaco Gian Luca Lai, il sindaco di Gonnesa Hansal Cristian Cabiddue ed il prof. Gaetano Ranieri, presidente del Rotary Club di Iglesias, hanno deposto una corona d’alloro per ricordare le 16 vittime che perirono in quella situazione fatale.
«Esprimiamo solidarietà e vicinanza a tutti i parenti delle vittime per una ricorrenza tragica alla quale l’Amministrazione Comunale di Carbonia partecipa attivamente per ricordare le tante azioni positive compiute dagli operai dell’ERLAAS, capaci di debellare – grazie anche al supporto della Fondazione Rockefeller – una malattia che stava decimando la popolazione sarda nell’immediato secondo dopoguerra – ha detto il vicesindaco Gian Luca Lai -. L’ERLAAS operò dal novembre 1946 al dicembre 1950, riuscendo a realizzare l’obiettivo della totale sconfitta dell’endemia. Un risultato straordinario per Carbonia e per l’intera nostra regione.»

Caduti che sono i martiri, forse gli unici, ma certamente i più numerosi, di quell’esercito di liberazione della Sardegna dalla malaria, dalla dittatura di Is Tintulas (l’Anopheles Labranchiae), che ha fatto sì che dagli 80.000 casi di malaria riscontrati fra il 1943 ed il 1945, con 150 morti, si è passati ai 341 casi del 1948 ed all’eliminazione totale della malaria dopo il 1950.

La cerimonia ha avuto il suo commovente apice nel racconto di Bruno Rigato, con ogni probabilità l’unico testimone vivente dei tentativi di salvataggio di coloro che erano rimasti schiacciati sotto il camion e che ancora vivi chiedevano aiuto.

 

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L’unita navale dei carabinieri dislocata a Sant’Antioco, nella giornata di domenica, ha soccorso un battello pneumatico da diporto che, a causa di un’avaria al motore fuoribordo stava andando alla deriva, al largo delle acque del Golfo di Palmas. Era in corso la manifestazione del campionato assoluti di pesca in apnea quando l’equipaggio nautico dell’Arma, nel corso del servizio perlustrativo e di vigilanza delle acque interne, si è accorto di un natante con tre persone a bordo che tentavano, a fatica, di far ripartire il motore dell’imbarcazione. Tuttavia, non riuscivano a rientrare in riva a causa del guasto meccanico e della corrente che li facevano allontanare dalla costa. I militari sono immediatamente intervenuti mettendo in sicurezza i passeggeri e trainando fino al porto di Sant’Antioco il battello.

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Penny Market Italia, che fa parte del gruppo tedesco REWE, è uno dei gruppi leader sul mercato tedesco ed europeo nel settore della Grande Distribuzione Organizzata. Apre il primo punto vendita in Italia, precisamente a Cremona, nel 1994 grazie ad un processo di espansione internazionale in collaborazione con la catena Esselunga. L’unione tra questi 2 gruppi leader si rivela un grande successo grazie alla grande varietà e qualità dell’assortimento che comprende non solo una vasta gamma di prodotti alimentari, ma anche prodotti per la casa e per la pulizia, a prezzi bassi e competitivi. Negli anni successivi riesce a consolidare la sua presenza non solo in Europa aprendo punti vendita in Germania, Ungheria, Romania e Repubblica Ceca, ma soprattutto in Italia. Infatti, oggi l’azienda possiede oltre 360 punti vendita distribuiti in 18 regioni italiane presso i quali lavorano oltre 3.000 dipendenti, che svolgono mansioni di addetti vendita, …

L’articolo completo è consultabile nel sitohttp://www.suntini.it/diariolavoro_penny.html )  

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Drammatici gli effetti sui campi del nubifragio che nel fine settimana ha colpito il Sulcis Iglesiente. Le piogge inattese ed il clima impazzito di inizio estate hanno piegato il settore agroalimentare, con diversi ettari di vigneti distrutti, poderi coltivati con ortaggi compromessi e foraggiere rovinate. Un grido d’allarme che è arrivato anche dal capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu: «La tempesta che si è riversato sui poderi del Sulcis Iglesiente – spiega Gianluigi Rubiu – ha piegato le coltivazioni sparse tra Domusnovas, Musei, Villamassargia e Iglesias. Non è andata meglio nel triangolo compreso tra Narcao, Villaperuccio e Nuxis. Le produzioni cerealicole di grano ed orzo sono andate letteralmente in fumo. L’uragano si è dimostrato dannoso per i vigneti, producendo il rischio della peronospora. Un rovescio climatico che prefigura strascichi negativi sulla stagione della prossima vendemmia. E’ un durissimo colpo – conclude Gianluigi Rubiu – per l’economia rurale del territorio. E’ necessario che la giunta regionale si attivi per adottare provvedimenti risarcitori alle aziende colpite da questi eventi temporaleschi fuori stagione.»

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La Dinamo Banco di Sardegna ha definito l’arrivo in casa biancoblu dell’atleta Stefano Gentile per le prossime due stagioni. Nato a Maddaloni (Caserta), classe 1989, 191 centimetri per 90 chilogrammi, Stefano Gentile, figlio del grande Nando e fratello di Alessandro, grande talento del basket italiano, è un playmaker che passo dopo passo, partendo dalla Serie B con Trento, è arrivato fino alla Serie A e all’Eurocup con Cantù, conquistando poi anche la massima serie con Bologna. Cuore, grinta e intensità (riassunte nella celebre cazzimma), ma anche mentalità e fisicità sono il suo marchio di fabbrica, per un elemento che sa sia creare per la squadra sia trovare soluzioni offensive individuali.
La scorsa stagione ha condiviso con suo fratello Alessandro l’esperienza dell’annata del ritorno nella massima serie della Virtus Bologna.

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Si rinnova l’appuntamento con la Summer School in Archeologia fenicia e punica 2018, organizzata dall’Università degli Studi di Sassari, Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione in sinergia con il Mab Museo archeologico Ferruccio Barreca e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Sant’Antioco. Un evento fisso nella programmazione estiva, arrivato oramai alla dodicesima edizione: anche quest’anno gli studenti provenienti da Università italiane e straniere saranno impegnati nell’analisi e catalogazione dei reperti archeologici rinvenuti nell’abitato fenicio, punico e romano dell’antica città di Sulky. Accanto alle attività pratiche legate allo studio e all’analisi dei reperti, la Summer School offrirà un ricco programma di conferenze aperte al pubblico, a partire da giovedì 12 luglio alle ore 19.00, presso le sale del MAB, con gli interventi di Piero Bartoloni, direttore dello stesso Museo, e Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Giovedì 19 luglio, dando seguito alle iniziative previste dal protocollo d’intesa siglato lo scorso agosto tra la Municipalità di Tiro ed il comune di Sant’Antioco, sarà ospite del Museo Hassan Ramez Badawi, archeologo libanese che tratterà il tema dei Fenici in Oriente e della città di Tiro, mentre Michele Guirguis illustrerà i progetti di ricerca in corso tra Monte Sirai e Sulky.

Domenica 22 luglio un’intera giornata internazionale di studi, dal tema “Multiculturality in the Phoenician World: Levantine & Autochtonous Interactions in the Mediterranean”, vedrà la partecipazione di numerosi studiosi che offriranno un importante contributo sull’argomento e specifici focus incentrati sulle città di Sulky, Utica e Cadice.

Giovedì 26 luglio, sempre alle 19.00, ultima conferenza con Manuela Puddu ed Araceli Rodríguez Azogueche presenteranno le novità delle indagini presso il nuraghe Candelargiu di San Giovanni Suergiu. Sara Muscuso chiuderà il ciclo di conferenze con un aggiornamento delle evidenze archeologiche presenti sull’isola di Sant’Antioco.

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Il coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente ha convocato per mercoledì 27 giugno, dalle ore 16,30 alle ore 20,00, una manifestazione lungo la SS 195 direttrice Giba al bivio per Villarios e Porto Pino, per denunciare la situazione delle strade e richiedere i necessari interventi. Il coordinamento invita i sindaci, le forze politiche e sociali, i rappresentanti nelle istituzioni e le associazioni del territorio a partecipare con i gonfaloni, bandiere, striscioni, volantini da distribuire. I Riformatori Sardi esporranno uno striscione e distribuiranno dei volantini.

«La manifestazione – spiega il coordinatore territoriale dei Riformatori Sardi Francesco Loi -, sarà di tutti coloro che vorranno partecipare. Siamo convinti che occorra riportare la situazione delle strade in primo piano a distanza di quasi un anno dalla iniziativa che ricordiamo come la pedalata dei sindaci che ebbe un grande risalto mediatico. Noi diamo come titolo “e strade di nessuno” per segnalare l’abbandono e i gravi ritardi per le infrastrutture stradali previste nel Piano Sulcis e deliberate ormai dal 2012. Abbiamo la speranza che ciascuno voglia sentirsi protagonista di questa iniziativa e dare un contributo importante per porre all’attenzione la disastrosa situazione delle nostre strade – conclude Francesco Loi -. Aspettiamo fiduciosi che vogliate comunicare la vostra partecipazione via mail o via telefono a Peppino La Rosa 328 4139420.»

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Assume contorni definiti il quadro delle assunzioni a tempo determinato dei lavoratori dell’area del Parco Geominerario provenienti dal bacino “Ex Ati Ifras”. Dalla riunione del Tavolo partenariale, coordinato dall’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu, è emersa la piena disponibilità dell’ente Parco Geominerario di procedere con l’inserimento nei suoi organici di 121 addetti sulla base del progetto che è già stato presentato e che la Giunta approverà nella prossima seduta insieme a quello del Consorzio Monte Arci, che riguarda 29 persone. All’incontro sono intervenuti, oltre all’assessore Filippo Spanu, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e degli enti e strutture regionali con specifiche competenze.
«Stiamo dando risposte a tutti i lavoratori coinvolti. Il progetto del Parco Geominerario – spiega l’assessore Filippo Spanu – consente di soddisfare, con concrete offerte di lavoro e un quadro contrattuale ben definito, le legittime aspettative di molte persone che possono assicurare un validissimo contributo alla causa dell’ente. Continuiamo a lavorare per dare ulteriore solidità e prospettiva al percorso che prevede a breve la pubblicazione bando per la gara internazionale finalizzata all’affidamento della gestione di tutte le attività del Parco Geominerario.»
Il prossimo incontro del Tavolo partenariale è fissato il prossimo 9 luglio.

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Il comune di Carbonia, rappresentato dal vicesindaco Gian Luca Lai, domani mattina nei pressi di Flumentepido, alle ore 10.00, parteciperà al 68° anniversario commemorativo delle vittime del terribile incidente stradale che il 26 giugno del 1950 costò la vita a 16 operai dell’ERLAAS (Ente Regionale per la Lotta Antianofelica in Sardegna), un ente che nel secondo dopoguerra, in collaborazione con la Fondazione Rockefeller, diede un contributo decisivo all’eradicazione della malaria nell’isola.
Sono passati 68 anni da una tragedia che accomuna soprattutto due centri del Sulcis, Gonnesa e Carbonia. Partì proprio dal comune gonnesino, infatti, il camion che stava conducendo gli operai sul posto di lavoro, prima di capovolgersi, in un terribile incidente stradale, sulla strada statale 126, all’altezza di Flumentepido (incrocio Medau Is Serafinis). Luogo in cui domani, martedì 26 Giugno alle ore 10, presso la stele commemorativa, il vicesindaco di Carbonia Gian Luca Lai ed il sindaco di Gonnesa Hansal Cristian Cabiddu ricorderanno le 16 vittime che perirono in quella fatalità.
«Domani esprimeremo solidarietà e vicinanza a tutti i parenti delle vittime per una ricorrenza tragica alla quale l’Amministrazione Comunale di Carbonia partecipa attivamente per ricordare le tante azioni positive compiute dagli operai dell’ERLAAS, capaci di debellare un malattia che stava decimando la popolazione sarda nell’immediato secondo dopoguerra – ha detto il vicesindaco Gian Luca Lai -. L’ERLAAS operò dal novembre 1946 al dicembre 1950, riuscendo a realizzare l’obiettivo della totale sconfitta dell’endemia. Un risultato straordinario per Carbonia e per l’intera nostra regione.» 

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Li ha lasciati all’ingresso del museo della Tonnara, forse colto da un senso di rimorso ma, probabilmente, con l’intenzione di restituire al paese un pezzo della sua storia più antica. Un’anfora di epoca romana, alcuni piatti, tazze, una brocca di epoca post medioevale sono gli oggetti che un anonimo ha lasciato nei giorni scorsi davanti all’ingresso del museo di via Lepanto.

Erano avvolti in stracci, alcuni erano adagiati in cassette di plastica mentre il pezzo più grande, l’anfora vinaria, lasciava intravedere soltanto il lungo piede. Sopra alcuni reperti un foglio bianco, un post-it con scritto sopra “reperti Pelosa”, per far sapere dove – chissà quando – fossero stati trovati. Su tutti le tracce inconfondibili del mare che ha lasciato segni di stratificazione.

Così, davanti all’ingresso del Mut li ha ritrovati il personale del museo che ha subito presentato una denuncia sia alla Soprintendenza archeologica e delle belle arti, paesaggio della provincia di Sassari e Nuoro sia al comune di Stintino.

Un totale di dodici pezzi. Un’anfora romana, dalle prime stime, presumibilmente del periodo compreso tra il primo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo, quindi, sempre dalle prime ipotesi degli esperti del Mut, piatti e vasellame tipici di mense e di cambuse di navi di epoca post medioevale.

La notizia di questo ritrovamento è stata data al Museo sabato scorso, in occasione della conferenza “Mar Tirreno, incontri tra sponde opposte e storie diverse” che ha visto la partecipazione del soprintendente della provincia di Sassari e Nuoro Francesco Di Gennaro.

E così, a due anni dalla prima “donazione” quando, sempre all’ingresso del museo, erano stati fatti ritrovare numerosi resti archeologici, tra i quali spiccavano un’ancora in piombo del periodo romano e un pezzo, presumibilmente, di un sarcofago che portava in rilievo l’immagine di una Vittoria alata, adesso nuovi reperti vengono restituiti al patrimonio pubblico.

«Il museo di Stintino è anche questo – ha commentato il sindaco Antonio Diana – ci sta facendo riscoprire la storia antica di questo territorio. E ancora, muove le coscienze e fa restituire al patrimonio comune questi oggetti.»

Questo tipo di gesti, quindi, «possono servire a far capire che portare via dai luoghi questi reperti è sbagliato – ha detto il soprintendente Francesco Di Gennaro – si tratta di mezzi di conoscenza che devono essere raccolti con metodi scientifici e contestualizzati nell’ambito del loro ritrovamento».

Il museo della Tonnara, così, si caratterizza per essere un presidio istituzionale in grado di svolgere un ruolo educativo. «È la seconda volta che portano reperti archeologici al museo – ha aggiunto la direttrice Esmeralda Ughi – le persone si rendono conto che il museo è un’istituzione pubblica e assumono la consapevolezza che questi oggetti sono beni pubblici e devono essere restituiti alla collettività».