29 November, 2024
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“Caro Presidente,

c’è una comunità, Gonnosfanadiga, nel Sud Sardegna, che durante la seconda guerra mondiale ha pianto innumerevoli morti e feriti civili, uomini, anziani, donne, bambini, caduti sotto il fuoco degli aerei americani e che merita un giusto riconoscimento per il tributo dato.

Questa è una storia di altruismo e di solidarietà umana di cui ha dato prova una comunità intera, con straordinario civismo e coraggio.

Ciò che rileva, Signor Presidente, oltre alla tragedia in sé, che superò in intensità qualsiasi altra precedente esperienza umana vissuta da quella comunità, è lo sproporzionato tributo pagato con l’elevatissimo numero di caduti, stimati tra i più alti in percentuale, non solo nell’Isola ma dell’Italia intera, in rapporto al numero dei residenti (oltre 130 morti, di cui 27 bambini, centinaia di feriti, su complessivi 5.000 abitanti).

Tutti insieme però seppero reagire alla “strage dei giusti” e si fecero promotori di tutte le iniziative necessarie, adoperandosi, instancabilmente, per il salvataggio delle altre vite umane, rimaste a terra straziate e mutilate, nel groviglio delle macerie, e affrontando poi con straordinaria fierezza e abnegazione l’opera di ricostruzione del paese.

Un altissimo esempio di virtù e di valore civile che ogni anno, con immutato orgoglio, viene celebrato dalle Istituzioni locali nella “Giornata del ricordo” in onore ai caduti.

Insieme alla massima autorità comunale, il sindaco Fausto Orrù, mi rivolgo a Lei, per chiederLe di prendere a cuore la causa ed intervenire affinché  il comune di Gonnosfanadiga venga insignito, seppur tardivamente, della medaglia d’oro al valore civile, tangibile testimonianza di quei valori da perpetuare alle generazioni future e il giusto tributo per il sacrificio subito.»

Questa in sintesi la richiesta contenuta nella lettera che il consigliere Rossella Pinna (PD) ha consegnato, tramite il presidente Ganau al presidente della Repubblica, il giorno 26 febbraio, in occasione della seduta solenne per il 70° anniversario dello Statuto speciale, a sostegno dell’istanza del sindaco di Gonnosfanadiga, per il riesame del processo per i fatti del 17 febbraio del 1943.

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Sta per partire il “Premio Bianca d’Aponte in tour”, tre serate nelle principali città italiane – Milano (il 7 marzo), Roma (il 20 marzo) e Napoli (il 9 aprile) – per presentare le eccellenze del Premio, l’unico contest in Italia riservato a cantautrici, e presentarne il nuovo bando e le finalità artistiche, in vista delle serate finali, che si svolgeranno, come sempre ad Aversa, il 26 e il 27 ottobre 2018.

Il “Premio Bianca d’Aponte in tour” è curato da Enrico Deregibus e Daniela Esposito.

Si parte con Milano dove l’appuntamento sarà il 7 marzo alla Salumeria della musica, storico locale meneghino. Per l’occasione la serata sarà dedicata al tema della donna. Saliranno sul palco i Favonio (che fungeranno da padroni di casa), Charlotte Ferradini e Irene Ghiotto (vincitrici del d’Aponte rispettivamente nel 2012 e 2015), Helena Helwig (premio della critica nel 2015), Patrizia Cirulli (Premio “La musica della poesia” 2016) e alcuni artisti amici del d’Aponte: Mauro Ermanno Giovanardi, Kaballà, Susanna Parigi, Bruno Marro, Marco Carusino e Massimo Germini.

A Roma la serata è in programma all’Asino che vola il 20 marzo ed è organizzata insieme a Rapsodica. I primi nomi confermati sono: Mariella Nava (già madrina del Premio), Chiara Morucci, Claudia Angelucci, Elisa Rossi e Federica Morrone (vincitrici del d’Aponte in varie edizioni), Cassandra Raffaele e Agnese Valle (vincitrici del Premio della critica), Gabriella Martinelli e Alessandra Parisi (già finaliste), Alessio Bonomo e Sandro Petrone (ospiti del Premio in varie occasioni). Ma ci sarà spazio anche per alcune sorprese. Ingresso gratuito.

A Napoli la cornice sarà particolarmente prestigiosa, si tratta infatti del Piccolo Bellini. L’evento è realizzato da BeQuiet, un progetto nato nel 2012 da un’idea dell’artista Giovanni Block, che ha intercettato l’esigenza di creare attorno alla canzone d’autore partenopea un vero e proprio circuito, fatto non solo di pubblico ma anche di addetti ai lavori e appassionati. Il 9 aprile si esibiranno, fra gli altri, Momo e Federica Morrone (vincitrici del d’Aponte nel 2009 e nel 2017), Fede ‘N’ Marlen (Premio della critica ‘Fausto Mesolella’ 2017), Lea, Katres e Alfina Scorza (entrambe premiate negli anni scorsi per la miglior composizione). Saliranno sul palco anche due delle madrine del Premio, Brunella Selo e Fausta Vetere con Corrado Sfogli. Altri artisti presenti saranno comunicati prossimamente.

Il bando del Premio d’Aponte e la scheda di partecipazione al concorso sono disponibili su: www.premiobiancadaponte.it .

La partecipazione è gratuita, la scadenza per le iscrizioni è fissata al 28 aprile 2018. Le dieci finaliste saranno selezionate dal Comitato di garanzia del Premio, composto come sempre da cantanti, autori e compositori di notevole rilievo nonché da operatori del settore e critici musicali. Alla vincitrice del premio assoluto sarà attribuita una borsa di studio di € 1.000; per la vincitrice del Premio della critica “Fausto Mesolella” la borsa di studio sarà di € 800. Riconoscimenti andranno anche alla migliore interprete, al miglior testo ed alla migliore musica.

Nei due giorni del Premio le esibizioni delle finaliste si alterneranno a quelle di alcuni dei nomi più importanti del panorama musicale italiano.

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La Regione Lazio ha indetto un concorso pubblico per l’ammissione al corso/concorso selettivo di formazione per l’assunzione, a tempo pieno e indeterminato, di 115 assistenti area tecnica. I requisiti che il candidato deve possedere sono: cittadinanza italiana, idoneità fisica all’impiego, godimento dei diritti civili e politici, non avere pendenze penali, essere in possesso del diploma di scuola secondaria superiore, etc. 

La prova preselettiva verterà su test preselettivi psicoattitudinali e/o sulle materie di cultura generale. Le prove di esame consisteranno in 2 prove scritte e verteranno su elementi di diritto amministrativo, elementi di diritto costituzionale e di diritto dell’unione europea, normativa in materia di trattamento e protezione dei dati personali, normativa sul Numero Unico dell’Emergenza, Statuto Regione Lazio e su nozioni di informatica e degli strumenti web. La prova orale invece verterà, oltre che sugli argomenti delle prove scritte, anche su… 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_lazio.html .

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La “Pimpa” parla in sardo e “Boreddu” va alla scoperta dei Giganti di Mont’e Prama. Dal 4 marzo la Rai trasmetterà il cartone animato “La Pimpa” con doppiaggio in lingua sarda. E’ questo uno dei progetti di animazione realizzati con il contributo di 150mila euro che la Regione – grazie anche al lavoro della coalizione in Consiglio regionale – ha utilizzato, per indire due bandi, per la realizzazione di opere audiovisive di animazione in lingua sarda destinate a bambini e ragazzi in età scolare.
«Questo bando, e la conseguente realizzazione dei prodotti finali, hanno una importanza straordinaria nelle politiche per la lingua sarda che stiamo portando avanti – ha detto l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena – i cartoni animati diventano così il veicolo di conoscenza – il più attrattivo possibile – attraverso il quale i bambini si avvicinano alla lingua. Abbiamo cercato e trovato uno strumento concreto adatto alla loro età, che può essere diffuso attraverso i media e le applicazioni per cellulari, tablet e lim a scuola. 
Sono le nuove generazioni che possono e devono garantire il futuro della lingua, la nostra eredità. Per questo dobbiamo rivolgerci alle famiglie e alle scuole, che in maniera concreta si impegnino, anche attraverso l’uso di questi strumenti, a guidare i ragazzi verso una conoscenza corretta della lingua e della cultura sarda.»
Il primo bando da 100mila euro – per prodotti audiovisivi – è stato vinto da quattro operatori del settore. Zena società cooperativa, che ha prodotto “Nausicaa l’altra Odissea”, dodici puntate dedicate a importanti figure di donne del Mediterraneo. A Service studio, che ha realizzato “Boreddu ed Is gigantis de Mont’e Prama”, cartone animato in 3D – destinato alla diffusione in tv locali e alle scuole – che narra delle bellezze archeologiche e culturali dell’isola. “Chirchende a Monica” è l’applicazione in lingua sarda per cellulari, tablet e LIM creata da Ag.net press: un gioco multimediale con animali per bambini dai 4 ai 10 anni, da utilizzare anche con finalità didattiche. La quarta serie de “La Pimpa” invece, è stata doppiata in lingua sarda da Rai Com, e andrà in onda su Rai 3 dal 4 marzo: 26 puntate da 5 minuti circa.
Il secondo bando da 50mila euro – per prodotti musicali e di animazione – è stato vinto da Radio X, che ha realizzato un ciclo di radiodrammi scritti, musicati (e animati per il sito) intitolati “Sa famill’ e Coccerinu. Cullera, Frocchitta e Coccerinu…Bai cicca”, sulle tradizioni culturali e alimentari in Sardegna.
La Regione metterà i materiali a disposizione delle scuole.

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Domenica 4 marzo, dalle 7.00 alle 23.00, i seggi saranno aperti per rinnovare la Camera dei Deputati (scheda rosa) ed il Senato della Repubblica (scheda gialla).
Per esprimere il proprio voto occorre la tessera elettorale e un documento in corso di validità: carta d’identità, patente o passaporto.
Per consentire ai cittadini di ritirare una nuova tessera, l’Ufficio Elettorale del comune di Carbonia, sito in via XVIII Dicembre (nei locali dell’Ex Tribunale), osserverà orari di apertura straordinari nella settimana in corso, dal 26 Febbraio al 4 Marzo:

Martedì 27 febbraio: la mattina dalle ore 10.00 alle ore 13.00, il pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 17.30;

Mercoledì 28 febbraio: la mattina dalle ore 10.00 alle ore 13.00;

Giovedì 1° marzo: la mattina dalle ore 10.00 alle ore 13.00;

Venerdì 2 marzo: orario continuato dalle ore 9.00 alle ore 18.00;

Sabato 3 marzo: orario continuato dalle ore 9.00 alle ore 18.00;

Domenica 4 marzo: orario continuato dalle ore 7.00 alle ore 23.00.

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Si è tenuta oggi al Lazzaretto di Cagliari la presentazione delle tre proposte per il nuovo stadio di Cagliari.

Gli studi di progettazione Tractebel Engie con Gau Arena, J+S con One Works e Sportium hanno illustrato al pubblico i propri lavori. Tre opere concepite da team che offrono le massime competenze ed esperienze in fatto di impiantistica, architettura, progettazione urbanistica; tre opere con forti riferimenti all’identità e caratterizzate da una profonda appartenenza territoriale.

Ha introdotto l’evento il presidente rossoblù Tommaso Giulini: «Inizia oggi per il Cagliari e per la città un percorso pazzesco che ci porterà verso la nostra creatura. I tre progetti sono l’uno molto diverso dall’altro e questo mi pare che sia la cosa più importante nella scelta che dovremo effettuare».

Subito dopo è intervenuto il vicepresidente della Regione Sardegna Raffaele Paci: «La Giunta regionale supporta pienamente questo percorso. Un anno fa abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Cagliari Calcio che prevede una partecipazione della Regione, attraverso la Sfirs con i fondi Jessica, qualora il Cagliari Calcio dovesse vincere l’appalto per realizzare l’opera che diventerà un vettore importante per tutta l’Isola. La costruzione del nuovo stadio di calcio è un investimento importante per Cagliari e per l’intera regione, non solo dal punto di vista sportivo ma anche turistico».

Ha preso quindi la parola il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda: «Il nuovo stadio sarà la casa della nostra squadra, delle altre discipline sportive, della musica e del tempo libero. Sarà un’altra occasione di crescita, di lavoro, per il quartiere Sant’Elia e per la città. Un impianto inserito in un contesto di riqualificazione che è in corso e che andrà avanti con nuovi interventi. Un impianto per i tifosi, un luogo vivo tutti i giorni dell’anno, un oggetto architettonico di pregio per Cagliari e per la Sardegna».

Ospite speciale il vicepresidente dell’UEFA e DG della FIGC Michele Uva: «Vedo entusiasmo e passione nel vostro lavoro. Faccio i complimenti al Cagliari Calcio per la competenza e la credibilità del percorso intrapreso. La partecipazione e la sinergia con Regione e Comune sicuramente consentirà il raggiungimento del risultato migliore».

Il consigliere d’amministrazione del Cagliari Calcio Stefano Signorelli: «Siamo partiti da 25 progetti per arrivare a 3 che hanno fornito gli output più completi. Entro aprile faremo la scelta definitiva, ma il progetto è da ritenere un punto di partenza per la realizzazione definitiva ed esecutiva». Un’opera tanto rilevante come il nuovo stadio del Cagliari necessita del massimo coinvolgimento possibile, di trasparenza e condivisione. I lavori dei progettisti potranno essere visionati da tutti i tifosi a partire da domani 1° marzo e sino al 9, in un’esposizione pubblica all’interno dell’Area Hospitality della Sardegna Arena.

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«Assumeremo quindici anestesisti attraverso la graduatoria del concorso pubblico che, come Aou, abbiamo chiuso proprio nei giorni scorsi. Questo ci consentirà di venire incontro alle richieste delle nostre chirurgie e ridurre così le liste d’attesa, in particolare per i pazienti oncologici.»

Lo ha detto ieri sera il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria Antonio D’Urso, intervenuto durante la riunione della conferenza socio sanitaria provinciale, convocata dall’Ats Sardegna-Assl Sassari nella sala Angioy della provincia di Sassari.

La direzione aziendale dell’Aou, proprio nei giorni scorsi, ha deliberato l’approvazione dei verbali e degli atti della commissione esaminatrice del concorso per tre dirigenti medici anestesisti e rianimatori.

Sono 30 i medici inseriti in graduatoria e risultati idonei alla selezione che si è svolta dal 5 al 7 febbraio scorso. Di questi, quindici saranno quelli che l’azienda di viale San Pietro intende assorbire entro breve.

«Registriamo una carenza di medici di pronto soccorso, cardiologi, radiologi e anestesisti – ha detto Antonio D’Urso – e proprio la mancanza di questi ultimi, spesso, costringe ad allungare le liste d’attesa dei pazienti da operare.»

«Queste assunzioni – ha aggiunto Antonio D’urso – ci consentiranno di potenziare la breast unit. Non solo. L’ingresso di nuovi anestesisti permetterà all’azienda di avviare il progetto di partoanalgesia.»

L’istituzione del servizio di parto in analgesia, che vedrà lavorare assieme un’equipe multidisciplinare, prevede un’integrazione sia all’interno del dipartimento materno infantile che con l’unità operativa di Anestesia e rianimazione. L’attivazione di questo percorso consentirà di ridurre il ricorso al parto cesareo, quando non motivato da esigenze cliniche e di sicurezza della madre e del bambino.

La partoanalgesia, inoltre, fa parte dei progetti che l’azienda attiverà nell’ambito del piano triennale di rientro per il miglioramento della qualità delle cure e l’adeguamento dell’offerta.

Durante la riunione, inoltre, il direttore generale ha sottolineato che l’azienda con i suoi ospedali si inserisce nel territorio e nella situazione storica della città di Sassari e che l’accorpamento era l’unica soluzione pensabile, «ma ancora c’è molto da fare» con investimenti e risorse qualificate. Un accenno quindi alla rete ospedaliera e alla necessità di un “gioco” in sinergia con le strutture territoriali e ospedaliere dell’Ats.

Alla riunione di ieri hanno partecipato anche il direttore generale di Ats Sardegna Fulvio Moirano, il direttore dell’area Assl Sassari Giuseppe Pintor, il presidente della conferenza socio sanitaria e sindaco di Thiesi Gianfranco Soletta quindi numerosi sindaci del territorio.

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«Il diabete è un’emergenza nazionale della Sardegna che non può essere affrontata come un fatto ordinario e per questo chiediamo l’intervento immediato del presidente della Regione.»

Lo ha dichiarato il segretario del partito Paolo Maninchedda illustrando i contenuti di un’interrogazione del gruppo in Consiglio regionale, con cui si denuncia il “grave disagio” dei circa 100.000 pazienti sardi.

«Siamo la prima Regione al mondo per l’incidenza della malattia nella fascia di età fra 0 e 14 anni – ha aggiunto Paolo Maninchedda – e, nonostante questo. il nostro servizio sanitario non fornisce  prestazioni adeguate ai malati, come i sensori che tengono sotto controllo l’andamento della glicemia.»

«Sul piano politico – ha concluso il segretario del Pds – ci chiediamo perché un partito di maggioranza sia costretto a presentare una interrogazione e convocare una conferenza stampa per richiamare l’attenzione del governo regionale su un problema che riguarda la salute dei sardi; comunque non ci fermeremo qui e siamo disposti ad ogni ulteriore forma di mobilitazione.»

«La Sardegna deve avere un approccio diverso sul diabete e sui pazienti – ha sottolineato il Consigliere Augusto Cherchi – componente della commissione Sanità – cominciando a cambiare le direttive della Giunta regionale e dell’assessorato perché tutti i dati scientifici dimostrano che investire oggi significa risparmiare domani e soprattutto migliorare l’efficacia delle cure ed il benessere dei pazienti.»

«Oggi – ha spiegato ancora Augusto Cherchi – per la cura del diabete la Sardegna spende il 10% del suo budget per le cure dirette (circa 300 milioni) senza contare i costi delle cure indirette, dovute cioè alle complicanze e all’insorgere di altre malattie causate dall’evoluzione dello stesso diabete. Esistono strumenti avanzati, farmaci innovativi, tecniche di diagnosi e cura, che consentono ai malati di ogni fascia di età di vivere meglio ed al sistema sanitario, in prospettiva, di ottenere risparmi consistenti. Basta un semplice esempio – ha concluso Augusto Cherchi -, per capire il disagio profondo dei pazienti sardi: la nostra Regione è una delle 2 del territorio nazionale che non fornisce un sistema di monitoraggio flash della glicemia costringendo il malato a pagarselo circa 150 euro al mese; con questo sistema un piccolo sensore misura il livello di glucosio 24 ore su 24 senza costringere la persona a pungersi continuamente il dito.»

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«Ieri, con una nota più trionfalistica del solito, l’assessore all’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha annunciato la risoluzione delle problematiche legate al refresh delle “pratiche locali tradizionali” grazie all’intervento del ministro Maurizio Martina. Forse non dovremmo esultare per questa notizia che ha il sapore amaro di una risoluzione dettata da esigenze di propaganda, ma non di una effettiva risoluzione di una delle tante problematiche che da anni vive l’agricoltura isolana.» Lo sostiene il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Piermario Manca.

Il refresh, che è una foto-interpretazione con immagini aeree usata per determinare l’uso dei macrosuoli, viene portato avanti da AGEA con cadenza triennale, e col tempo sono stati persi irrimediabilmente decine di migliaia di ettari che sono diventati bosco e quindi senza diritto ad avere quote di sostegno (premio unico), nonostante da secoli vi si sia praticata tradizionalmente l’attività di pascolo.

Ma andiamo con ordine: il 20 febbraio 2018 la commissione agricoltura della conferenza stato-regioni ha fatto approvare l’ordine del giorno della regione Basilicata finalizzato a richiedere l’audizione urgente al ministero delle Politiche agricole sulla corretta gestione dei pagamenti PAC. L’audizione è stata richiesta perché l’audit della commissione Europea aveva introdotto nuove norme ponendo a rischio i premi delle misure a capo e a superficie per il 2017 con l’aggravante di richiedere anche il recupero delle annualità già erogate.

L’audit della commissione Europea aveva determinato due anomalie sulle pratiche locali tradizionali (plt):

1) Particella non presente nelle comunicazioni delle regioni ad AGEA;

2) Particella presente nella comunicazione ma senza indicazione della tara indicata dalla regione al 50%.

Nella realtà a seguito della mozione della regione Basilicata si sta provando a recuperare una situazione generata da un errore burocratico determinato dalla mancata comunicazione ad AGEA, da parte della Regione, delle particelle soggette a Pratiche Locali Tradizionali con indicazione delle tare specifiche per permettere il recupero parziale delle superfici che con il refresh del 2016 venivano individuate come Bosco e quindi perse.

«Alcuni, purtroppo con grosse responsabilità, esultano per l’aggiustamento temporaneo delle pratiche del Premio Unico, senza rendersi conto che in Sardegna il settore primario vive una situazione drammatica, da me denunciata da tempo. Credo che l’atteggiamento deva essere ben diverso – aggiunge Piermario Manca -. Dopo due anni di crisi dovuta a una delle peggiori siccità dell’ultimo secolo e alla remunerazione irrisoria delle materie prime, in particolare del latte ovino, che non ha permesso l’organizzazione produttiva delle aziende agricole forse la vera soluzione, ancora attesa dalla maggioranza delle aziende del settore, sarebbe quella più naturale nel far avere gli aiuti comunitari a loro spettanti dal 2016.»

Il vero disastro sono i mancati pagamenti che ormai viaggiano mediamente con 18 mesi di ritardo. Siamo nel 2018 quindi al quarto anno della Programmazione 2014-2020 e a oggi per quanto riguarda i vari bandi a Misura, la situazione è drammatica:

– Biologico, (nuova programmazione), difesa del suolo e produzione integrata, non risultano pagate le annualità 2016 e 2017

 Indennità compensativa, pagato solo in parte perché molte pratiche risultano ancora con problematiche

 Benessere animale (nuova programmazione), erogato anticipo del 2016 manca saldo 2016 e intero pagamento 2017

La situazione è ancora più grave sui bandi a progetto legati agli investimenti delle aziende del settore primario:

 Misura 4.1 a distanza di oltre un anno si registrano solamente i decreti cartacei, perché ancora mancano gli applicativi, e difatti a ora non sono stati dati ancora anticipi.

 Misura 4.2 mancano gli applicativi per i pagamenti.

 Misura 6.1 semplici a distanza di un anno si sono istruite le pratiche ma a oggi non si vedono decreti

 Misura 6.1 pacchetto giovani non si capisce ancora se esiste una graduatoria in quanto le pubblicazioni degli elenchi delle pratiche appaiono e scompaiono e a oggi si parla di «esiti elaborazione domande rilasciate sul SIAN».

E per una previsione insensata sono stati stanziati i soldi per finanziare 800 pratiche rispetto alle circa 3.000 che hanno fatto domanda di finanziamento, le quali per un’assurda burocrazia non potranno usufruire della medesima domanda in futuro, in quanto costretti all’apertura di partita IVA secondo il dettato del bando.

«Del resto a suo tempo avevamo denunciato che la siccità andava pagata a tempo congruo, e a oggi dei famosi 20 milioni di euro stanziati dal Consiglio Regionale destinati ad alleviare la situazione del comparto zootecnico, non si conosce come verranno destinati alle aziende agricole», sostiene Piermario Manca.

«Si potrebbe continuare ma a poco serve, come del resto a poco servono i proclami a cadenza quindicinale, serve solo maggior rispetto verso un settore produttivo che ad oggi è ancora la spina dorsale dell’economia sarda», conclude il consigliere regionale del PdS.

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Anche quest’anno lo Stato Maggiore della Difesa ed il ministero dell’Economia e delle Finanze hanno concesso i loro rispettivi patrocini all’iniziativa di Pasqua 2018 organizzata da ENEA – European Neuroblastoma Association ONLUS.

Come ogni anno le Forze Armate, le Forze di Polizia, le scuole, i Comuni e molti altri enti pubblici (e non) fanno a gara di solidarietà per sostenere questo folto gruppo di genitori che ha vissuto direttamente il neuroblastoma e che ora, attraverso ENEA, intende dare un nuovo impulso alla battaglia contro questa terribile neoplasia che ogni anno nel mondo colpisce più di 8.000 bambini (soprattutto da 0 a 5 anni).

Per trovare in fretta una cura ENEA, assieme alla fondazione inglese aPODD, finanzia un progetto di drug repurposing dal respiro internazionale; le due associazioni di genitori infatti aderiscono al consorzio Kids Cancer – Act Now composto da associazioni provenienti da tutto il mondo. Affinché tempo e risorse non vengano sprecate la collaborazione tra le eccellenze mondiali è quanto mai fondamentale per poter sconfiggere una malattia, il neuroblastoma, che non conosce confini e che nei casi più gravi ad oggi, dopo molti anni di tentativi, non conosce ancora una vera e propria cura.