28 November, 2024
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Hanno giurato oggi nell’Aula di via Roma, due nuovi consiglieri regionali: Valerio Meloni (Pd) e Gian Filippo Sechi (Udc). La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proceduto alla surroga del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna, recentemente deceduto. Al suo posto è subentrato il primo dei non eletti Gian Filippo Sechi. Successivamente l’Assemblea ha esaminato le dimissioni del consigliere del Pd Salvatore Demontis. Le sue dimissioni sono state accolte con votazione a scrutinio segreto, nella quale si sono espressi a favore 25 consiglieri, 20 hanno votato contro e 3 sono stati gli astenuti, i consiglieri Christian Solinas del Psd’az, Paolo Dessì del Misto e Alessandro Unali del Pds. Al termine dello scrutinio il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per convocare la Giunta per le elezioni che dovrà indicare il sostituto di Salvatore Demontis.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura della delibera della Giunta per le elezioni cui è stato indicato Valerio Meloni come subentrante.

Conclusi gli adempimenti legati alla composizione dell’Assemblea,il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 483 (disposizioni urgenti in materia di elezioni dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali).

Poco dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha espresso la sua difficoltà a stare in Aula, «come tanti altri consiglieri impegnati in campagna elettorale», senza la presenza dell’assessore dell’Agricoltura «che deve riferire all’Aula la situazione dell’Aras, il mancato trasferimento dei fondi a Laore, e le difficoltà dei lavoratori Apa 7 dei quali, in queste ore, hanno ricevuto lettere di licenziamento, fatto di inaudita gravità». Su questi temi, ha sostenuto, «c’è la sensibilità dei colleghi di tutti gli schieramenti per cui il Consiglio deve occuparsene con urgenza e dare risposte chiare». Chiedo quindi, ha concluso, «un incontro dell’assessore con i lavoratori, anche dopo i lavori del Consiglio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato che «sui problemi di Aras il Consiglio ha lungamente dibattuto e c’è anche una proposta di legge del Pd sulla stabilizzazione, per cui nostro orientamento è da sempre favorevole come abbiamo ribadito anche recentemente in sede di conferenza dei capigruppo». Stiamo parlando, ha aggiunto Cocco, «di un patrimonio professionale notevole della Regione che opera in tutti i territori della Sardegna, i cui costi sono sostenuti da fondi regionali così come per l’Apa; il problema riguarda la definizione delle procedure, in tempi molto rapidi, tenendo conto delle novità normative nel frattempo intervenute anche a livello nazionale».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ricordato che, sulla vicenda, «ci sono percorsi avviati ma non conclusi da troppo tempo; ora occorre accelerare nel rispetto della volontà di tutto il Consiglio perché non si tratta di argomenti da campagna elettorale ma di problemi seri che riguardano la comunità regionale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «è il momento di mettere a regime quei lavoratori che hanno fornito alla Regione un servizio fondamentale per la tenuta del sistema agricolo sardo; ne parliamo da molte legislature senza risultati ed è giunto il momento di decidere, senza dimenticare la riforma complessiva degli enti regionali agricoli che ad oggi producono solo burocrazia».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha ricordato che, oltre alla legge che va applicata, «vi sono comportamenti adottati in senso positivo in altre situazione uguali e simili, come per esempio i lavoratori del San Giovanni Battista di Ploaghe, questi lavoratori sono retribuiti quindi l’intervento è a costo zero per la Regione».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) ha manifestato il suo  dispiacere nel vedere il Consiglio regionale continuare una discussione «a 9 anni dall’applicazione della legge che prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori all’interno di Laore; non è giusto, insomma, che un problema del genere si lasci morire nella disattenzione di ben due esecutivi, a questo punto se la legge non va bene si cambi, altrimenti la si applichi, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Per il Pds il consigliere Piermario Manca ha condiviso la richiesta di un confronto con l’assessore dell’Agricoltura in Aula, ricordando che Consiglio ha fatto grandi sforzi per approvare il bilancio in tempi regolari mentre poi, da 2 mesi, i lavoratori non ricevono lo stipendio». L’Unione europea, ha proseguito, «ha cambiato alcune normative sugli alberi genealogici e può essere una buona occasione per decentrare tutte le competenze in Sardegna».

Il neo consigliere Valerio Meloni ha dichiarato che «l’ampio consenso sui problemi dei lavoratori Aras ed Apa, manifestato in numerose occasioni, riguarda in realtà un percorso (attraverso interlocuzioni con associazioni di categoria e lavoratori) per la ricerca delle migliori soluzioni». In altre parole, a giudizio di Valerio Meloni, «la volontà comune c’è ma occorre stare dentro il tetto delle assunzioni imposto dal Governo nazionale».

Giovanni Satta, del gruppo Misto, si è detto «allibito perché su questo argomento non c’è niente di politico, Pietro Pittalis ha parlato di 7 lettere di licenziamento e vorremmo che fosse data una risposta a questi lavoratori che, come tanti altri, hanno operato al servizio della Regione per decine di anni: la Regione è in ritardo, anche rispetto lle tendenze nazionali di riforma e non c’è dubbio che gli assessori Raffaele Paci e Pierluigi Caria debbano dare risposte chiare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha criticato in modo forte la «rincorsa ai licenziamenti fino a portare in Aula in modo inaccettabile il dibattito; è necessaria la presenza del’assessore e c’è anche una nostra mozione sulla quale non torniamo indietro e riguarda la mancata disponibilità di fondi presso Laore». La cosa più grave, secondo Congiu, «è che i licenziamenti vengono pensati altrove e questo mi fa rabbrividire, pur essendo la Regione una sorta di socio di maggioranza». «Oggi – ha concluso Gianfranco Congiu – il quadro legislativo consente di accentrare in Sardegna queste competenze e io sono stufo di subirle».

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci, dopo aver annunciato la disponibilità dell’assessore Caria al confronto in Aula, ha annunciato che «i pagamenti destinati a Laore per il pagamento degli stipendi ai lavoratori sono stati formalizzati il 13 febbraio scorso, per cui gli stipendi arriveranno con sollecitudine, fermo restando che i tempi tecnici del dopo finanziaria sono quelli che sono». «Per il resto – ha aggiunto Raffaele Paci – si sta lavorando ad una riforma complessiva di unificazione di Ara ed Apa nel cui ambito sarà affrontato il problema delle stabilizzazioni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito di non aver detto niente sul merito delle questioni insistendo però sulla richiesta di confronto con l’assessore perché, ha nuovamente sottolineato, «in ballo ci sono 350 posti in organico che non vorrei fossero già assegnati in altri settori, a parte il fatto che commissari gestiscono la situazione da Roma mentre qui i licenziamenti intanto vanno avanti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che gli uffici stanno verificando la disponibilità dell’assessore Pierluigi Caria a partecipare ai lavori dell’Aula.

Poco dopo il Consiglio ha cominciato l’esame del disegno di legge 483 sulle elezioni delle Province e dei Consiglio provinciali, sulla base dell’art. 102 del regolamento e di un accordo unitario dei capigruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha brevemente riassunto i termini della questione ricordando che, rispetto alla prima scadenza del 31 dicembre 2017, «si è registrato il ricorso di alcuni Sindaci i quali, di fronte alla scadenza, hanno sostenuto che non avrebbero potuto partecipare e quindi essere rappresentanti; per questo spostare termine è quanto mai opportuno, magari prolungando la scadenza di 45-120 giorni». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu è condivisibile la proposta all’attenzione del Consiglio «che rende giustizia e riporta la democrazia nel sistema Province che era venuta meno con lunghi commissariamenti». Abbiamo contrastato la scadenza del 31 dicembre, ha affermato, «a favore di una norma sulla rappresentanza che di fatto reinserisce il 50% dei Comuni sardi; siamo poi disponibili ad individuare di comune accordo un ulteriore allungamento del termine».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus (Campo progressista) ha osservato che «è preferibile arrivare ad un accordo con tutti i Comuni per prolungare il termine; è vero poi che questo è un piccolo intervento su legge riforma che non deve far dimenticare la necessità di riprenderla in mano, soprattutto perché è una legge modellata sulla Delrio e sul referendum costituzionale ma le cose poi sono andate diversamente e bisogna prenderne atto con nuovi contenuti e nuove risorse».

Per il Pds il consigliere Roberto Desini ha parlato di «piccoli accorgimenti giusti per togliere le Province dalla mano dei burocrati ma è opportuno che, da qui a giugno, ci si metta al lavoro per rivedere il sistema regionale delle Province e la riforma del 2016, ormai completamente superata ma formalmente in vigore e rilevante anche dal punto di vista finanziario, perché costringe la Regione a forti interventi finanziari per consentire agli enti intermedi di chiudere i bilancio». Sono contro le elezioni di secondo livello, ha aggiunto, «perché sono una grande ipocrisia mentre tutti sanno che un Sindaco fare bene nel suo Comune e contemporaneamente nell’esecutivo provinciale».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha espresso la posizione favorevole del suo gruppo per uno spostamento dei termini ma, ha avvertito, «senza andare troppo in là».

L’assessore Cristiano Erriu si è detto favorevole alla proposta di rinvio delle elezioni ma ha suggerito un differimento della data. «C’è la necessità di alcuni adempimenti organizzativi. Sarebbe meglio fissare le elezioni dopo il 45° giorno dal voto per il rinnovo dei consigli comunali stabilendo come termine ultimo il 15 ottobre 2018.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha annunciato il suo voto favorevole al provvedimento ma, allo stesso tempo, ha invocato una modifica della legge di riordino degli enti locali. «L’assetto delle province deve essere rivisto alla luce dell’esito del referendum sulle province e delle indicazioni dell’Unione Europea che ha sottolineato la necessità di scegliere gli organi rappresentativi attraverso elezioni dirette e non di secondo livello. Oggi noi votiamo la proroga ma chiediamo di rimettere in discussione la legge. Le province non stanno funzionando».

La consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda ha invece annunciato la sua decisione di uscire dall’Aula e di non partecipare al voto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo mette in votazione il passaggio agli articoli. Il Consiglio ha approvato in rapida successione gli articoli 1” Modifiche all’articolo 26 della legge regionale n. 2 del 2016 (presidente della provincia)” e 2 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 2 del 2016 (Consiglio provinciale). Via libera anche all’emendamento orale proposto dall’assessore Erriu con il quale si stabilisce che la data delle elezioni dei nuovi consigli provinciali sarà fissata a partire dal 45° giorno dalla elezione dei consigli comunali e non oltre il 15 ottobre 2018.

Successivamente sono stati approvati anche gli articoli 3 “Norma finanziaria” e 4 “Entrata in vigore”. Si è poi passati alla votazione del testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (46 favorevoli su 46 votanti).

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per sollecitare ancora una volta la presenza in aula dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria.

All’esponente della minoranza ha risposto il presidente Gianfranco Ganau: «L’assessore Caria si trova fuori Cagliari, gli uffici stanno contattando la sua segreteria per verificare la disponibilità ad essere presente in Aula prima della conclusione dei lavori».

Il Consiglio è quindi passato all’esame della proposta di legge n. 482 “Disposizioni varie in materia sanitaria”.

Pietro Cocco, capogruppo del Pd e primo firmatario del provvedimento, ha spiegato gli obiettivi della proposta. «Interveniamo sulla sanità convenzionata che costituisce il perno della riforma delle cure primarie. Questa proposta mette ordine sul tema delle indennità da corrispondere ai medici del 118 e di continuità assistenziale. Il comma 3 dell’art. 1 ha lo scopo di adeguare gli stanziamenti destinati al finanziamento delle indennità aggiuntive della continuità assistenziale che, nei precedenti accordi integrativi sono stati fortemente sottodimensionati».

Pietro Cocco ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento, firmato da tutti i capigruppo, che interviene sulle aziende ospedaliere e l’Ats per garantire il funzionamento dei servizi.

Augusto Cherchi (Pds)  pur riconoscendo l’urgenza di sanare una situazione sul fonte delle indennità dei medici in continuità assistenziale ha posto un problema per il futuro. «Cosa succederà da dicembre in poi? Questa legge sana una situazione pregressa. Il rischio è di pagare le prestazioni solo se effettivamente svolte. Verrà pagato solo l’atto di salire in ambulanza. Così si sminuisce il lavoro dei medici».

Per Marco Tedde (Fi) la sanità sarda attraversa un momento molto difficile. «Mancano i farmaci, gli strumenti per le sale operatorie, l’acqua calda nel reparto di neurochirurgia a Sassari. E’ un disastro totale. Da novembre dello scorso anno ci sono problemi anche nella sanità convenzionata che è un perno del sistema. Da allora l’Ats ha comunicato ai medici di base e di guardia medica la sospensione delle loro indennità. Oggi si cerca di fare una sorta di condono intervenendo sull’autonomia privata con una legge. Il problema va risolto ma con gli strumenti giusti. Intervenire con una legge su un contratto collettivo non è possibile. La Regione Sardegna non ha queste competenze».

Sulla stessa lunghezza d’onda Edoardo Tocco (Forza Italia). «La sanità convenzionata ha un ruolo importante, in alcuni casi sta implodendo per una problematica di sistema – ha detto Tocco – la riforma ha creato un distacco completo dai territori. Perché si va avanti con gli atti aziendali senza attendere la risposta del Mef? E’ vero che si vogliono tagliare le guardie armate nelle guardie mediche?».

Critico anche l’intervento di Giorgio Oppi (Udc): «Sarebbe stato opportuno andare in Commissione prima di portare la legge in aula – ha detto Oppi – i problemi della sanità sono sotto gli occhi di tutti, da dicembre la situazione peggiorerà. Sul Mater Olbia, volete dire qualcosa? A oggi non esiste nessuna deroga, è solo un “pour parler”. Dire che si partirà a giugno è una buffonata».

Ha quindi preso la parola per la replica l’assessore alla sanità Luigi Arru: «Stiamo cercando di porre rimedio a una situazione partita nel 2017 che riguarda sia il contratto collettivo nazionale che l’integrativo regionale. La delibera vuole dare un’interpretazione corretta su ambedue. Le regioni sono state sollecitate a farlo. Riteniamo strategico il ruolo dei medici di continuità e del 118 nell’ottica dell’integrazione dei servizi territoriali e di quelli ospedalieri». L’assessore ha poi indicato gli obiettivi dell’azione della Giunta: «Vogliamo impegnare e valorizzare i giovani medici anche nelle forme contrattuali, si vuole fare ragionamento con i sindacati per valorizzare le guardie mediche nella Case delle salute. Ci interessa cambiare la modalità di fare medicina. Il disegno di legge ci permette di dare un’interpretazione alla norma nazionale. La delibera consente di chiarire molti punti e di tranquillizzare operatori che svolgono ruolo importante».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Successivamente sono stati approvati gli articoli 1 “Disposizioni in materia di sanità convenzionata” e 2 “Norma finanziaria” e i relativi emendamenti.

Il testo finale è stato approvato con 30 voti a favore su 30 votanti. 16 gli astenuti

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta annunciando che l’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria parteciperà alla Conferenza dei capigruppo convocata per le 13.30.

Il Consiglio si riunirà il prossimo 26 febbraio alle 10.30, in seduta solenne, per le celebrazioni del 70° anniversario dell’approvazione dello Statuto speciale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. 

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Grande festa, sabato sera, a San Giovanni Suergiu, con la sfilata del Carnevale 2018. Dieci carri e gruppi, centinaia di maschere e alcune migliaia di spettatori hanno riempito il centro del paese, sfidando anche la leggera pioggia caduta lungo quasi tutto il percorso.

Al termine sono stati assegnati i premi ai primi tre classificati: il carro migliore è risultato quello dei “Tirolesi” di Gonnesa, che hanno preceduto il “Popolo Laborioso” di Carbonia e il carro della “Ferrari” di Villamassargia. A fine sfilata, grande festa in piazza, con canti e balli fino a sera.

 

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San Giovanni Suergiu è uno dei 62 comuni italiani (su un numero complessivo di oltre 8.000) ad essere entrato, ad oggi, nel sistema dell’anagrafe digitale unica (Anpr), il secondo in Sardegna dopo Burcei. Il sindaco Elvira Usai, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, sottolinea il lavoro svolto dai dipendenti che, nonostante le tante difficoltà, raggiungono obiettivi prestigiosi.

 

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Jonhatan Tavernari. Foto ufficio stampa Dinamo Banco di Sardegna.

La Dinamo Banco di Sardegna ha rinnovato il contratto di Jonhatan Tavernari per i prossimi due anni. L’ala italo-brasialiana ha mostrato tutte le sue abilità in una serie crescente di prestazioni, registrando l’high stagionale nella partita in casa contro l’Auxilium Torino lo scorso 27 gennaio, chiudendo a referto con 15 punti, 5/7 da tre in 20’ sul parquet, meritandosi così la conferma fino al 2020.

Il rinnovo del contratto di Jonhatan Tavernari arriva dopo quelli di Scott Bamforth e Dyshawn Pierre. Il prossimo a firmare il rinnovo del contratto dovrebbe essere Shawn Jones. La Dinamo sta seguendo una strategia diversa rispetto alle ultime stagioni, quando a fine anno ha cambiato quasi interamente il roster. Ora conferma i migliori in una base che la prossima estate, quasi certamente, verrà completata con alcuni inserimenti mirati.

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interrogazione urgente sulla situazione critica in cui si trova il porto di Buggerru.

«Il porto è completamente insabbiato – spiega Gianluigi Rubiu – e le alghe hanno fatto il resto, in questa situazione le imbarcazioni sono bloccate e restano ormeggiate. Abbiamo già presentato un’interrogazione urgente per risolvere questa criticità. Non è stata realizzata nessuna opera per porre rimedio al blocco del settore ittico e non solo.»

«Registriamo una lentezza disarmante nell’iter relativo alle autorizzazioni per il dragaggio. Il Ministero dell’ambiente non ha dato il via libera per le opere necessarie a ridare funzionalità allo scalo diportistico – aggiunge Gianluigi Rubiu, che auspica un nuovo intervento della Giunta Pigliaru -. Il porto di Buggerru è un’infrastruttura che sta impedendo il rilancio dell’economia turistica e produttiva del Sulcis Iglesiente. Si tratta di un avamposto che potrebbe ospitare sino a 350 posti barca, ingessato e bloccato dalla burocrazia e da una valanga di risorse mai arrivate. Serve un intervento infrastrutturale sull’impianto. La sabbia bisogna toglierla, chiaro – conclude Gianluigi Rubiu – ma occorre un progetto che consenta al porto di diventare uno degli approdi principali del territorio.»

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Si rinnova anche quest’anno la Rassegna “Carbonia Studia”, dedicata agli studi (in particolare di archeologia e storia) che riguardano il nostro territorio, a cura del Museo Archeologico Villa Sulcis e del comune di Carbonia, con la collaborazione del nuovo Soggetto Gestore del Si.Mu.C., Sistema Museo. 

Il primo appuntamento del 2018 è fissato per giovedì 22 febbraio, alle ore 18.00, presso la Biblioteca comunale (piano terra) in viale Arsia, con la conferenza “La lunga vita del Nuraghe Candelargiu” dell’archeologa Manuela Puddu (Polo Museale della Sardegna).
Durante la conferenza saranno presentati i risultati dei recenti scavi eseguiti presso il Nuraghe Candelargiu di San Giovanni Suergiu: oltre alla conferma della lunghissima e multiforme vita del Nuraghe, attraverso i secoli che giungono sino a noi, le indagini hanno offerto anche inaspettate sorprese, come il ritrovamento di un vero e proprio tesoretto di età punica, composto da diverse monete d’oro.

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Con il tema “impronta idrica”, Abbanoa dà il via all’edizione 2017-2018 del progetto dedicato alle Scuole Elementari “Dieci in condotte”. Portato avanti con la collaborazione di Legambiente, quest’anno il progetto vedrà la partecipazione di circa 3.000 bambini (164 le classi coinvolte).

Dato il grande successo dello scorso anno il Gestore, infatti, ha deciso di allargare il progetto a tutta la Sardegna: hanno aderito all’iniziativa le scuole dei quattro capoluoghi di provincia e di molti paesi delle stesse province. Si va dai centri più piccoli ai grandi Comuni, ma oltre a Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano Abbanoa “parlerà” ai bambini delle Scuole di Olbia, Porto Torres, Alghero, Quartu, Assemini e di molti altri centri della Sardegna come Ozieri e Valledoria nel Nord Sardegna; Macomer, Jerzu, Ulassai, Perdasdefogu, Gairo, Villagrande Strisaili per Nuorese ed Ogliastra; Santa Giusta, Mogoro e San Nicolò d’Arcidano nell’oristanese; San Sperate, Isili, Domus De Maria, Villacidro, Sardara, Guspini nel Cagliaritano e nel Medio Campidano.

«Il messaggio legato all’importanza dell’acqua assume un significato particolare guardando proprio alle caratteristiche della nostra Isola che non ha risorse d’acqua potabile ma un sistema di invasi artificiali la cui acqua deve essere potabilizzata per l’85% – spiega l’Amministratore Unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti -. Conoscere l’importanza del ruolo svolto da Abbanoa ed essere consapevoli dei limiti legati alla scarsità di risorsa in un periodo di siccità come quello attuale è oggi importantissimo: il coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso la scuola rappresenta una formidabile opportunità di cambiamento anche culturale.»

Tre video cartoon, un opuscolo, lo spettacolo teatrale. Dieci in condotte è il progetto di educazione ambientale gratuito nato per spiegare l’importante “viaggio” che compie una goccia d’acqua prima di sgorgare pulita dal rubinetto di casa e che proseguirà il 22 marzo con le visite negli impianti di potabilizzazione di Abbanoa e, infine, con uno spettacolo teatrale condito da un concorso a premi legato ai disegni sull’acqua che realizzeranno i bambini. Con una grande novità che interessa l’edizione 2017-2018: il tema scelto è l’impronta idrica, ovvero la quantità di acqua necessaria per produrre le cose, dai cibi ai vestiti, con l’obiettivo di trasmettere ai bambini l’importanza dell’acqua, risorsa preziosa ed esauribile, e quindi del risparmio idrico. Ai bambini verranno infatti mostrati tre video cartoon (impronta idrica; ciclo industriale dell’acqua; risparmio idrico) della durata di cinque minuti ciascuno; attraverso un opuscolo verrà invece affrontato il tema dell’impronta idrica.

«Legambiente anche quest’anno conferma il suo impegno e la sua collaborazione, che ormai dura da diversi anni, con Abbanoa, per una corretta informazione nel mondo scolastico e alla cittadinanza, sul risparmio idrico e un corretto utilizzo dell’acqua del rubinetto, soprattutto in questo periodo di siccità che sta investendo tutta la Sardegna» spiega Vincenzo  Tiana, presidente del Comitato Scientifico di Legambiente Sardegna.

Anche grazie al progetto “Dieci in condotte” Abbanoa intende:

1. Stimolare l’interesse per le tematiche ambientali e spiegare l’importanza che svolge Abbanoa, specie sul fronte della depurazione, come soggetto garante della tutela dell’ambiente;

2. Far conoscere il processo industriale dell’acqua: dall’invaso alle abitazioni, e da qui alla depurazione, fino al ritorno in ambiente;

3. Favorire l’attivazione di buone pratiche legate al consumo consapevole dell’acqua, reale e virtuale, per imparare a non sprecarla applicando uno stile di vita ecosostenibile;

4. Incentivare il consumo dell’acqua della rete idrica come acqua buona da bere, attraverso la conoscenza delle caratteristiche chimico-fisiche e dei controlli su di essa effettuati.

 

 

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Lavoras

LavoRas, il piano per il lavoro da 128 milioni, è arrivato alla volata finale. Dopo gli ultimi incontri svoltisi a Villa Devoto con sindacati, associazioni datoriali, Anci, Cal e la condivisione con la maggioranza, martedì prossimo LavoRas sarà presentato in Giunta. Subito dopo, il piano sarà portato all’attenzione delle commissioni consiliari per raccogliere eventuali osservazioni e integrazioni, e sarà infine approvato definitivamente dall’Esecutivo. Durante gli incontri, convocati dal presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci, sono state illustrate le linee portanti del Piano approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria 2018. Due le tipologie di intervento previste, i cantieri diretti per garantire risposte alle situazioni di emergenza e gli incentivi alle imprese per favorire le assunzioni, misura con un respiro più strutturale. È previsto un Osservatorio che monitorerà costantemente l’andamento e l’efficacia di LavoRas.

«Il lavoro è una priorità e siamo perfettamente consapevoli che la disoccupazione è uno dei problemi più gravi che la Sardegna si trova a dover affrontare. Fin da subito ci siamo impegnati per risolverlo lavorando con serietà e concretezza, e i dati finalmente incoraggianti ci dicono che siamo sulla strada giusta – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Questo vogliamo fare anche con LavoRas, un piano innovativo di estremo rilievo, che mette insieme un importante finanziamento regionale straordinario con finanziamenti nazionali ed europei ancora liberi che stiamo programmando su politiche utili a tutte le categorie attualmente in difficoltà – aggiunge il presidente Pigliaru -, con una particolare attenzione per i giovani ma anche per chi il lavoro l’ha perso e non riesce a reinserirsi, per le donne, per chi ha competenze più specifiche e per chi invece è meno specializzato. È un altro, cruciale tassello nelle politiche che portiamo avanti per abbattere la disoccupazione e creare nuove opportunità per i nostri ragazzi, perché possano costruire in Sardegna il loro presente e il loro futuro.»

LavoRas ha una dotazione finanziaria per il 2018 che ammonta precisamente a 127 milioni e 760mila euro. Quattro le macromisure previste: cantieri di nuova attivazione, 45 milioni e 200mila euro; cantieri già operativi, 21 milioni e 260mila euro; politiche attive, 48milioni divisi fra incentivi assunzionali e assegni formativi; altri interventi specifici (13,2 milioni). La misura cantieri di nuova attivazione dà la possibilità ai Comuni, direttamente o tramite le cooperative sociali, di assumere lavoratori con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro per un periodo di 8 mesi. Finanziando i cantieri già operativi si confermeranno gli interventi avviati con fondi regionali negli anni scorsi sui cantieri verdi, i lavoratori in utilizzo e quelli socialmente utili (LSU), i cantieri affidati a Forestas. All’interno delle politiche attive sono previsti interventi per incentivare le imprese ad assumere personale qualificato, a tempo determinato per almeno 12 mesi o a tempo indeterminato, a tutele crescenti e in aggiunta alle misure nazionali attraverso un mix combinato di azioni: si punta a sostenere giovani, disoccupati e inoccupati over 35, persone con disabilità, lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, disoccupati over 55. Particolare attenzione ai giovani, con azioni a sostegno della trasformazione dei tirocini in contratti a tutele crescenti o, quando non possibile, almeno a tempo determinato e con assegni formativi per garantire i profili professionali richiesti dalle imprese. Infine, con gli altri interventi specifici si agirà su specifiche situazioni di crisi e categorie di lavoratori e se necessario, sul potenziamento delle altre misure.

«I confronti che abbiamo avuto con le parti sociali sono stati molto proficui, e ci hanno permesso di definire gran parte degli interventi che compongono LavoRas – dice l’assessore regionale del Lavoro -. Non solo: anche le misure sulle quali si è concordato di svolgere alcuni ulteriori approfondimenti , sono in avanzato stato di definizione, in particolare quelle che riguardano gli incentivi e le politiche attive. In pochissimo tempo – conclude l’assessore del Lavoro – potremo disegnare in maniera ottimale anche i particolari di questa parte del Piano LavoRas, in modo da collegarlo nel modo più efficace con le misure nazionali e assicurare così le migliori opportunità ai lavoratori e alle imprese sarde».

Gli importi destinati ai cantieri saranno gestiti dai Comuni, direttamente se hanno spazi assunzionali oppure attraverso le cooperative sociali. Sei le tipologie dei cantieri previsti da LavoRas. Ambiente e dissesto idrogeologico: per esempio progetti di valorizzazione e messa in sicurezza del patrimonio ambientale, sistemazione di aree di particolare pregio ambientale, prevenzione di calamità naturali e rischio idrogeologico, sistemazione dei reticoli idrici. Beni culturali e archeologici: dunque campagne di scavo, potenziamento della fruibilità dei siti per esempio con i boxoffice. Edilizia: manutenzione straordinaria di edifici pubblici. Reti idriche: censimento, digitalizzazione e monitoraggio delle reti idriche. Valorizzazione attrattori culturali ovvero progetti di salvaguardia e fruizione di beni culturali e siti archeologici. Patrimonio pubblico e miglioramento delle procedure comunali, per esempio efficientamento energetico e catalogazione dei beni.

«Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi mesi, rispettando i tempi previsti e incontrando più volte i sindacati, le imprese, i rappresentanti degli enti locali e tutti i soggetti interessati a LavoRas, di cui abbiamo accolto richieste e suggerimenti. È un piano importante e fortemente condiviso – sottolinea l’assessore della Programmazione Paci -, un punto davvero qualificante della nostra azione di governo, su cui stiamo lavorando moltissimo concentrando tutto il nostro impegno. Ora siamo alle battute finali, il passaggio in Giunta è fondamentale per arrivare rapidamente al varo definitivo del piano, con cui offriamo interventi emergenziali ma anche strutturali e un ventaglio di possibilità per le imprese che va dal tempo determinato all’indeterminato. L’attenzione alla creazione di lavoro stabile da parte della Giunta è massima, come dimostrano le tante azioni messe in campo a cominciare dai bandi per le imprese che rendono disponibili 250 milioni in due anni. Proseguiremo in questa direzione – conclude Raffaele Paci – mettendo in campo ogni intervento utile.»

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Nasce “Rete Sud”, un protocollo d’intesa per la realizzazione di una rete di imprese per il Sud capaci di scambiarsi le “migliori pratiche” relative al servizio. A firmare il protocollo “Rete Sud”, giovedì 15 febbraio a Roma, le principali aziende dei servizi pubblici del Meridione e Utilitalia, federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici, energetici e ambientali in Italia. Fanno parte di “Rete Sud” le regioni Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il protocollo d’intesa – che ha una durata di tre anni – è stato sottoscritto, oltre che da Abbanoa (tra i promotori dell’iniziativa), da Acquedotto pugliese, Amam (Messina), Sicilia acque, Acquedotto Lucano, Rete gas (Bari), Amap, Rap, Gori (Napoli), Asia (Benevento), Amiu (Puglia), Sidra (Catania).

Le criticità da affrontare. Bassi investimenti, difficoltà nella spesa dei fondi europei, necessità di portare avanti progetti di ricerca per l’efficientamento di reti e impianti obsoleti sono solo alcune delle criticità/tematismi che coinvolgono direttamente il Mezzogiorno. Ma più in generale, il quadro idrico è a tinte fosche a livello nazionale: sebbene in Italia il 60% della rete abbia più di 40 anni, il 25% ne ha oltre 50, si investono ogni anno in riparazione di perdite idriche appena € 30/ab contro i 100 del Regno Unito, gli 80 della Germania e i 90 della Francia.  

«L’esperienza che Abbanoa ha maturato nel complesso progetto di integrazione industriale e di servizio che abbiamo realizzato – spiega il Direttore Generale Sandro Murtas – è già considerato buona pratica a livello nazionale e internazionale. In questo senso vanno le recenti pubblicazioni del Daily Telegraph sulla gestione reti e, più in generale, della raccolta Italian Water Industry. Cases of exellance e del più recente Balanced Scorecard. La gestione del cambiamento. Il caso Abbanoa, di imminente pubblicazione nazionale, nelle quali appare Abbanoa come caso di management.»

Secondo il Direttore generale ogni scambio di buone pratiche tra aziende pubbliche è un tassello in più verso l’efficientamento del servizio idrico in Italia: «Abbanoa in questi anni ha portato avanti un profondo e faticoso processo di trasformazione aziendale, che ha riguardato l’organizzazione e le competenze interne, con l’adozione di un modello di struttura unico in Italia, informato alla Balanced Scorecard (ndr metodologia americana, Harward University)  con 4 dimensioni organizzative (Clients, Operations, Finance, Learning) e di una dimensione straordinaria Investments per la gestione di oltre 500 milioni di investimenti nei prossimi 36 mesi e questa esperienza suscita notevole interesse a livello nazionale. La nostra nuove strutture hanno conseguito la certificazione di qualità ISO 9001.2015».

«Nell’area Learning e Research – prosegue il Dg Murtas – è operativo dal 2015 il Project Management Office interno e oggi realizziamo progetti di ricerca applicata immediatamente impattanti nello stesso esercizio di sperimentazione. Abbanoa ha invertito il paradigma di funzionamento dell’impresa del SII, adottando metodologie-tecniche-strumenti di intervento informati al principio di agilità, generando soluzioni abilitanti che guardano alla risorsa umana non come vincolo ma come opportunità», ha concluso Murtas.

Il lavoro di cooperazione e integrazione entra ora nel vivo, con le prime attività ed incontri previste per il 26 febbraio e 1 marzo prossimi a Roma.

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L’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha visitato oggi l’area PIP Ungias-Galantè di Alghero, dove in questi giorni sono state completate le opere di infrastrutture finanziate con 600mila euro dalla Regione. Il sopralluogo si è svolto alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Alghero, Mario Bruno, degli assessori comunali delle Opere pubbliche, dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras e Raniero Selva, e dell’ex assessore comunale Gianni Cherchi.

«Siamo davanti a un bell’esempio di buone pratiche: richiesta di finanziamento da parte del Comune, somma erogata dalla Regione, inizio e conclusione dei lavori, tutto in poco più di due anni. È così che devono funzionare le cose della pubblica amministrazione, con tempi rapidi e certi – ha detto l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras -. Il Comune ha speso bene e in fretta le risorse e questo non può che renderci soddisfatti. Ma, soprattutto, fa piacere sapere che ci sono già due nuove richieste per l’assegnazione dei lotti da parte di imprese del territorio. L’ennesimo segnale che c’è fiducia nella ripresa economica e che le aziende vogliono investire, creare sviluppo e quindi occupazione.»

Le risorse utilizzate per completare le infrastrutture nell’area PIP Ungias-Galantè, che ospita oltre 40 attività nei settori della nautica, del tessile, dell’edilizia e dell’artigianato, provengono dai finanziamenti regionali per le opere nelle aree industriali di crisi delle province di Sassari, Nuoro e Ogliastra (22 milioni di euro) con approvazione prima da parte del Consiglio nel marzo 2015 e successivamente della Giunta. I fondi per Alghero sono stati autorizzati ed erogati nel dicembre 2015. Nell’area alla periferia della cittadina catalana sono stati realizzati il nuovo impianto di illuminazione, l’arredo a verde attrezzato degli spazi liberi del comparto, la pavimentazione stradale, la segnaletica stradale e una seconda area di parcheggio.

«Il PIP di Alghero e tutte le altre aree industriali della Sardegna – ha ricordato l’assessore Maria Grazia Piras – sono mappate e sono on line sul sito sardegnaimpresa.eu , il portale dedicato a chi vuole fare impresa nella nostra regione. È un servizio fondamentale attraverso il quale la Regione offre agli imprenditori, o a chi ha intenzione di avviare un’attività, la possibilità di conoscere meglio gli insediamenti produttivi e approfondire le questioni legate ai costi e ai servizi offerti. Anche questo è un modo per agevolare le imprese e per renderle sempre più protagoniste in questa fase di ripresa economica.»