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Nella stessa giornata in cui si concludeva il passaggio ad una nuova proprietà dello smelter di alluminio primario ex Alcoa, venerdì 15 febbraio nello stabilimento Eurallumina si è svolta un’infuocata assemblea.
«Gli annunci emanati dal ministro dello sviluppo Economico in conferenza stampa dopo la firma del passaggio da Alcoa a Sider Alloys, sull’importanza di rimettere in attività l’intera filiera dell’alluminio a partire dal primo anello, quello della raffinazione della bauxite in allumina, indicando come definizione conclusiva dei restanti passaggi autorizzativi il corrente mese di febbraio (affermazioni ribadite nel pomeriggio in un video messaggio, proiettato ad Iglesias) – si legge in una nota della RSU Eurallumina – non sono bastati a tranquillizzare le tute verdi sulcitane.»
«E’ indubbio e concreto l’impegno del ministro Calenda e del suo staff, come quello della Presidenza e di alcuni degli assessori regionali coinvolti nella interminabile fase autorizzativa, insieme a quello incessante del coordinatore del Piano Sulcis e di pochi rappresentanti politici del territorio e per onestà gli va riconosciuto – aggiunge la RSU -. Ma il loro sforzo propositivo, basato su accordi, protocolli, contratti di sviluppo, indirizzi strategici per il rilancio di un asset così importante per l’industria nazionale, rapporti governativi internazionali, già sottoscritti a tutti i livelli, non basta. Allo stesso modo la richiesta pressante di una multinazionale intenzionata a riprendere le produzioni, che ha mantenuto tutti gli impegni con le istituzioni e con i lavoratori, pronta a mettere in circolazione oltre 200 milioni di investimenti (180 spesi dalla fermata), attenendosi per il nuovo corso al rigoroso rispetto delle norme e alla legislazione in vigore sui temi ambientali, in proprio e a livello consortile con le altre grandi aziende. Con un piano industriale che prevede 357 lavoratori diretti (100 nuove assunzioni), oltre 200 per gli appalti, altrettanti nell’indotto, migliaia di persone con i familiari coinvolti. Come a nulla valgono anni di lotta e di sacrifici dei lavoratori, che senza sosta hanno urlato il loro diritto al lavoro.»
«L’Eurallumina Rusal – sottolinea la RSU – ha ufficializzato che risponderà alle nuove richieste di “chiarimenti”.
Nel tempo imposto dei 30 giorni a partire dal 7 febbraio, esaudirà la gran parte delle richieste, ma avrà necessità di un’ulteriore tempistica, valutata entro la fine di marzo – prima decade di aprile, per completare l’intera documentazione.
La richiesta di proroga “gli uffici”, si riserveranno di valutarla, una volta che sarà formalizzata, e condizionale d’obbligo “dovrebbe essere accolta”.
Vanno avanti, intanto, con buone possibilità di conclusione positiva, ma allo stato attuale non vi è nessun accordo formalizzato, le possibili sinergie per il trasferimento del vapore, da altra fonte di approvvigionamento.
Importante, la conferma del contratto di sviluppo, che verrà garantito, ma dovrà essere pena il suo ritiro, completato ovvero utilizzato entro il 2020.
Affrontato il tema degli ammortizzatori sociali, che si esauriranno il 31/12/2018 e senza la conclusione positiva dell’iter in corso, non sarà possibile poter individuare il percorso di sostegno per il restante periodo necessario al completo rientro dei lavoratori a tempo pieno.
La conferma del massimo impegno del governo, e della presidenza della Giunta, e delle istituzioni coinvolte (anche ieri dichiarato per l’ennesima volta) per la conclusione positiva del percorso di rilancio delle produzioni.»
Domani la RSU incontrerà il management aziendale, per valutare la rispondenza degli impegni assunti dalle istituzioni e le loro evoluzioni a distanza di qualche giorno. Successivamente verra riconvocata l’assemblea generale.