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Il Comitato per l’insularità ha tenuto stamane una conferenza stampa per annunciare le nuove iniziative a sostegno del referendum “stoppato” dall’Ufficio regionale del referendum.
«Dopo lo stop dell’Ufficio del Referendum – si legge in una nota -, qualcuno potrebbe aspettarsi che tutte le nostre energie siano rivolte a ribaltare un giudizio che, lo ripetiamo, appare giuridicamente immotivato e politicamente inaccettabile. L’ennesimo, inqualificabile errore della solita burocrazia sarda con cui i sardi sono abituati a farsi male da soli. E’ così soltanto in piccola parte.
Stiamo facendo ricorso nelle sedi giudiziarie e siamo certi che le 92.000 sottoscrizioni referendarie non saranno buttate a mare. Contemporaneamente stiamo anche sollecitando, l’ampio fronte trasversale che sostiene il referendum a licenziare una legge in Consiglio regionale che garantisca ai sardi il diritto di esprimere con il voto ad ottobre il proprio giudizio sull’insularità.»
«Ma siamo convinti che l’insularità non sia solo referendum – si legge ancora nella nota del Comitato per l’insularità -. Anzi, proprio l’intollerabile giudizio dell’Ufficio del referendum, che ha temporaneamente negato ai sardi il diritto di esprimersi, ha generato in loro un tale sentimento di protesta e di mobilitazione che ci consente oggi di dare la sua vera dimensione alla battaglia sull’insularità: la battaglia per l’inserimento dell’insularità in Costituzione non può limitarsi ad essere “una rivendicazione sarda”, ma diventare una questione di “diritti di cittadinanza” che riguarda l’Italia intera. E’ per questo che oggi il Comitato per l’insularità rilancia e parte con una nuova, straordinaria iniziativa, che ha l’obiettivo di portare immediatamente oltre Tirreno la questione dei diritti dei sardi.»
«Subito dopo le elezioni politiche, siamo pronti a partire con la raccolta delle firme sulla prima proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, mai presentata in Italia – sottolinea il Comitato per l’insularità -. Cinquantamila firme per l’insularità in Costituzione che non intendiamo raccogliere in Sardegna, ma che invece, in larga parte, chiederemo agli italiani, con tavolini di raccolta previsti nelle principali città italiane, in tutte, assolutamente in tutte, le 20 regioni. Ogni parte d’Italia deve sentirsi addosso il peso e la responsabilità di avviare a soluzione un problema di svantaggi strutturali che frena la crescita e lo sviluppo del pezzo di territorio che è separato dalla terraferma, il pezzo d’Italia in cui viviamo noi.
Certo, siamo consapevoli che in questo modo stiamo alzando incredibilmente l’asticella della nostra sfida. Ma con il Referendum abbiamo già raggiunto un primo, grande obiettivo: oggi l’intera Sardegna è consapevole di quanto l’insularità sia la vera madre di tutte le nostre battaglie. Nelle prossime settimane – conclude il Comitato per l’insularità – faremo molto di più: sbarcheremo nel continente, per convincere gli italiani.»