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Nel giorno in cui i lavoratori ex Alcoa festeggiano la firma dell’accordo sul passaggio di proprietà dello stabilimento ex Alcoa da Invitalia alla Sider Alloys, attraverso il quale intravedono concretamente un prossimo ritorno sul posto di lavoro, non arrivano notizie altrettanto positive e incoraggianti dall’assemblea dei lavoratori Eurallumina svoltasi questa mattina a Portovesme.
Un comunicato stampa diffuso nella tarda mattinata dalla RSU aziendale, disegna un quadro buio nell’interminabile iter procedurale, giunto al 43° mese, 1.308 giorni. «Il livello delle richieste non si esaurisce ma tende continuamente ed in misura inesauribile ad aumentare, inserendo, in questa circostanza, un nuovo elemento (condiviso da uffici ambiente e per la V.I.A. dalla Sanità per la V.I.S. e della provincia del Sud Sardegna per l’A.I.A.), un termine di tempo a carattere perentorio entro il quale rispondere – si legge nella nota -: 30 giorni dal ricevimento della comunicazione (7 febbraio 2018) e ancora (testuale): “In assenza del quale, comunque, si darà seguito all’iter istruttorio di competenza, affinché la Giunta regionale possa adottare l’atto deliberativo relativo all’espressione del giudizio di compatibilità ambientale”. E se non vi fossero ulteriori risposte, chiediamo, sulla base di questi “infiniti dubbi”, la valutazione negativa sarebbe solo un atto formale, perché già decisa? E se le risposte fossero parziali o ritenute non congrue, o non fosse sufficiente il tempo accordato, varrebbe lo stesso criterio negativo?».
«I passaggi, le azioni, gli atteggiamenti che lo hanno reso impraticabile e ulteriormente complicato, sono e rimarranno scolpiti in modo indelebile nella storia, così come rimarrà indelebile la lotta di resistenza impari di questi anni condotta dai lavoratori, contro forze ideologicamente contrarie e oscure, residenti in ogni anfratto della contorta macchina amministrativo-burocratica e sostenuta esternamente dai loro alleati, insieme a parti della società civile, riconducibili ai frequentatori dei migliori salotti radical chich e ambienti culturali d’elite sardi, dalla cui comodità pretendono di pontificare e decidere per la vita degli altri e che si palesano anche con articoli sulla stampa che mirano a pressare o meglio – a giustificare chi secondo loro, deputato a decidere, lo farà in modo negativo, dimostrando di essere al corrente di dettagli e probabili valutazioni estemporanee interne alle istituzioni, che a nessuno, neanche alla proponente, era dato conoscere perché non ufficiali, ma che sembrano in procinto di realizzarsi, almeno dagli ultimi avvenimenti – prosegue la nota – della RSU Eurallumina -. Il tutto agevolato da norme contorte e farraginose che possono essere interpretate e dove è facile dissimulare eventuali contrarietà e, soprattutto, è difficile riconoscerle, norme per le quali i lavoratori hanno giustamente chiesto l’applicazione, ma guidata sempre dal “buon senso”, richiesta ad oggi completamente ignorata.»
«La fine dell’iter sarà anche il momento nel quale saranno chiare le responsabilità che si assumerà chi metterà la parole fine (unico caso in Europa occidentale) ad una produzione strategica per il comparto industriale nazionale qual è la raffinazione della bauxite e per i prodotti da essa derivati, promo anello della filiera dell’alluminio, la cui ripresa è stata più volte annunciata – rimarca la RSU Eurallumina -. Responsabilità che passano per la cancellazione degli ingenti investimenti programmati nell’area di grave crisi del Sulcis Iglesiente e di circa 600 posti di lavoro tra diretti e dell’indotto, circa 100 nuove assunzioni che, con i servizi e i fornitori, corrispondono a circa 1.000 famiglie, un evento dalle proporzioni catastrofiche e drammatiche, in un territorio già colpito da una grave crisi senza fine.
Un peso sociale di cui si dovrà fare carico interamente la Regione Sardegna, perché sia chiaro: si potrà impedire il rilancio di una produzione e far scappare l’ennesima multinazionale (tra le poche che hanno dimostrato con i fatti di voler investire nel territorio), ma le persone e le famiglie, pretenderanno di poter continuare a sopravvivere. Nella peggiore delle ipotesi, la Rusal farà i suoi investimenti in altri paesi, i rappresentanti politici avranno il loro stipendio o riprenderanno il proprio lavoro, come il proprio lavoro avranno i funzionari e i tecnici, mentre i lavoratori tutti e le loro famiglie saranno gli unici a pagare personalmente questo assurdo scenario.
E per questo annunciamo, in caso di evoluzioni negative, con la dignità e civiltà che ci ha sempre contraddistinto in questi lunghi e difficili anni, l’inasprirsi delle azioni di contrasto a questo possibile e tragico epilogo, con ancora più determinazione nella rivendicazione del diritto al lavoro, perché ad esso non rinunceremo mai.»
«Lanciamo un avviso a chi già si trova a percorrere le strade nel labirinto delle autorizzazioni sui medesimi temi e a chi si appresta ad intraprenderle: si sappia che il progetto di cancellazione del comparto industriale in Sardegna parte da lontano, sino ad oggi respinto dalla lotta e dalla determinazione dei lavoratori che si sono spesi con impegno e sacrifici, ma che attende, per compiersi, che cada il primo ostacolo oggi rappresentato dall’Eurallumina; perché su questo principio, con questi atteggiamenti e su questi insuperabili vincoli anche ideologici, non sarà consentito a nessuno ottenere le autorizzazioni propedeutiche allo sviluppo dei loro progetti. Incidere nella situazione sopra descritta non è semplice e mobilitazioni di particolare intensità mirate a rappresentare l’aspettativa delle tante famiglie che vivono questo dramma, in questo caso, purtroppo servono a poco: l’avversione, anche fisica, dimostrata da chi vede i lavoratori, padri e madri di famiglia che rivendicano il proprio diritto al lavoro, come un intralcio e un fastidio verso la propria ovattata quotidianità, ne rende chiara l’insofferenza e il fatto che il mondo è cambiato e sta cambiando molto velocemente, a svantaggio di chi è più debole. Invitiamo tutti a riflettere e ad agire per tempo – conclude la RSU Eurallumina – chi sino ad oggi è stato solo spettatore, pensando che quanto accaduto agli altri non possa verificarsi nel proprio caso, metta in campo, prima possibile, strumenti e azioni mirate a contrastare questo nefasto scenario, prima che sia davvero troppo tardi.»